Silvia Luconi
di Francesca Marsili
Dipendente di Poste Italiane, 38 anni, vicesindaco e assessore al bilancio e al turismo uscente, Silvia Luconi è la candidata sindaco del centrodestra con 6 liste in appoggio: Tolentino nel cuore, la stessa con la quale si candidò nel 2017, E’ Viva Tolentino, Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Udc. La più giovane fra i tre candidati, ma anche quella con più esperienza politica: dieci anni al fianco di Giuseppe Pezzanesi dal quale raccoglie il testimone e qualora venisse eletta, sarebbe il primo sindaco donna di Tolentino. Fede calcistica Milan, ama la lingua francese e suona benissimo il pianoforte. Racconta che la politica nella sua famiglia si è sempre respirata e questa di candidatura commenta: «E’ tra le esperienze più belle della mia vita».
Viale Vittorio Veneto è una delle zone che ha subito più, in termini di danno, le scosse del 2016. Quando la ricostruzione sarà terminata, ci sono delle strategie per risollevare la zona?
«E’ una via che ha le stessa attenzione di tutte le altre, ma a differenza di altre zone della città ha avuto dei problemi importanti in termini di sisma e in relazione alla ricostruzione. Ce n’é uno di cui nessuno parla: quello che gran parte delle case che sono a ridosso della ferrovia hanno le pratiche pronte da presentare ma non riescono ad andare avanti nella ricostruzione perché Ferrovie dello Stato, vuoi per delle tragedie che ci sono stati negli anni passati (deragliamenti in alcune zone d’Italia) vuoi per la volontà di scongiurare altri fatti simili, non danno il nullaosta per la presentazione dei progetti nonostante i proprietari abbiamo
dimostrato di ricostruire all’interno dello stesso perimetro e di non ampliare. Se una casa in quella posizione c’è stata per cento anni prima del terremoto e chiedo di ricostruirla nella stessa posizione, mi devono spiegare per quale motivo io non possa portare avanti la mia pratica. Capisco che la via sia da recuperare però, prima di pensare alla riapertura di negozi e della rivitalizzazione della stessa, c’è un passaggio fondamentale: quello di sollecitare il più possibile lo sblocco delle pratiche che da anni sono ferme. Ferrovie dello Stato si tutela giustamente, ma in modo o nell’altro devono prendere una decisione perché le pratiche si rimpallano da un ufficio all’altro; cosi si crea un danno al proprietario e alla Comunità e non si può mettere fine alla ricostruzione di una via che soffre. Nel mio pensiero c’è comunque, una volta sbloccata la situazione il ripristino del decoro urbano con il rifacimento dei marciapiedi e dell’illuminazione che renda la via accattivante. Prima di pensare ai negozi devo riportare le persone e per farlo devo far ricostruire».
L’abbraccio tra Silvia Luconi e Giuseppe Pezzanesi
Ospedale, il tema che più ha infuocato la campagna elettorale. Vuole aggiungere qualcosa riguardo a questo argomento tanto vicino ai cittadini?
«L’Ospedale di Tolentino è una realtà, lo abbiamo voluto e perseguito noi grazie alla regione Marche di ieri e di oggi con un investimento ulteriore che è passato da 17 a 22,8 milioni di euro. Con i decreti di aprile abbiamo ben chiaro quello che avverrà all’interno del nostro ospedale di Comunità i cui lavori inizieranno verosimilmente il prossimo anno. Ora siamo nella fase in cui i prezzi sono stati adeguati alla bolla speculativa, siamo ai blocchi di partenza. Riguardo il posizionamento dei servizi in strutture alternative, nel momento in cui partirà la demolizione e la ricostruzione, credo che le istituzioni debbano parlare tra di loro e che il candidato debba fare i candidato senza fare passi in avanti. Se la città ci dovesse dare la possibilità di poter diventare istituzione, allora, il giorno successivo, inizieremo ad affrontare i problemi uno dietro l’altro senza promettere fumo; altrimenti si genera confusione e questo credo che chi aspira ad essere amministratore di una città non se lo possa permettere, chiunque essa sia. Tutti e tre siamo tre cittadini che si sono candidati e non possiamo prendere accordi, solo dire le nostre idee».
Silvia Luconi con Francesco Acquaroli
Centro storico, argomento che accomuna i programmi di tutti i candidati. Quali le strategie nel breve periodo per far tornare a pulsare il centro dopo le ferite del sisma?
«A breve termine, se dobbiamo parlare di ricostruzione, sappiamo bene che non lo è. L’amministrazione però può veicolare alcune scelte, magari anche commerciali, all’interno del centro storico. Io stessa ho iniziato un percorso per portare determinate attività, di un determinato settore, al centro storico. Crediamo che per attraversare la ricostruzione del centro che sarà lunga, pesante, invasiva e fastidiosa, dobbiamo metterci nelle condizioni di avere delle situazioni che ci invoglino ad arrivare nel centro storico. Quali? Le attività commerciali, magari quelle di somministrazione di alimenti e bevande di cui in centro storico siamo un po’ carenti. Questo è un tipo di discorso su cui ho iniziato a lavorare e che ho dovuto stoppare per la campagna elettorale e che mi auguro, martedì mattina, di poter riprendere in mano. Credo che ci siano degli incentivi da porre in essere per determinati tipi di attività che mettano nelle condizioni il cittadino di scegliere quella piazza perché c’è quella determinata attività. Puntiamo sull’incentivare l’apertura di nuove attività e di provare a trovare delle defiscalizzazioni per le attività esistenti perché chi resiste e rimane è da considerare tanto quanto chi arriva e inizia a intraprendere».
Le priorità per i primi cento giorni?
«Da qui a settembre abbiamo nell’ordine: l’avvio dei lavori del palazzo Comunale, via La Bastide Murat, la progettazione delle nuove scuole in centro storico ex Pie Venerini, la progettazione della nuova scuola Don Bosco in zona Pace, piazza Cavour per la quale è arrivato il relativo finanziamento di restyling, la progettazione delle concerie Mercorelli dove è arrivato il finanziamento per realizzare il Museo delle Arti e Mestieri, la progettazione della pista ciclabile che collega il ponte del Diavolo al lago delle Grazie e anche la presentazione del progetto delle terme di Santa Lucia entro settembre. Queste le cose per i primi mesi.
A proposito dello spostamento della scuola Don Bosco dal centro storico in zona Pace, che progetto avete per la vecchia scuola una volta che gli studenti avranno la loro nuova sede?
«E’ una cubatura importante. Non abbiamo mai nascosto di pensare a quella struttura in parte come polo museale – pinacoteca dal momento che a Tolentino non c’è mai stata e dato che abbiamo tantissime realtà culturali chiuse in degli scatoloni in stabili inagibili. Un’idea che ci portavamo dietro consapevoli delle opere che abbiamo e, dopo il terremoto, l’esigenza è diventata reale perché abbiamo i luoghi più belli chiusi e inagibili. In questo momento di ricostruzione, che non finisce domani, dobbiamo sicuramente metterci nelle condizioni di mantenere viva l’attenzione sulla nostra comunità. Oltre al polo museale quello potrebbe essere un luogo dove poter creare una sorta di Eatitaly tutto tolentinate con i nostri prodotti enogastronomici. Questo permetterebbe al turista di attraversare la città magari per raggiungere la basilica di San Nicola».
Silvia Luconi sulla cassa
Come verrà formata la squadra della Giunta? Sulla base delle preferenze ottenute dai candidati consiglieri come fatto da Giuseppe Pezzanesi o con il criterio delle competenze?
«Per voti e per competenze, ma oggi è prematuro parlare di una torta che non sia ha. Certamente la politica si misura in voti e in competenze».
Nuovi assessorati o in sostituzione a quelli già presenti nella giunta uscente?
«Non ci abbiamo ragionato, anche perché la creazione di nuovi assessorati varia anche in base a delle normative specifiche. Potrei avere anche in mente un assessorato alla Ricostruzione, un tema che ci sta a cuore, però poi di fatto bisogna calare a terra e capire se la normativa ce lo permette.
Lei è la più giovane dei tre candidati, ma anche quella con più esperienza politica. Come definirebbe questa campagna elettorale?
«Una campagna elettorale fatta sui temi. Nel momento in cui ci si accinge a farlo, ed è una fatica fisica e mentale non indifferente, il fatto di poterla fare con tanti fatti concreti, numeri reali e progetti che scaturiscono da una visione ben precisa della comunità, è quanto di più entusiasmante ci possa essere. Per quanto mi riguarda sono onorata di aver compiuto questo tipo di campagna elettorale in questa maniera. Un bravo politico non cerca la soluzione facile, ma quella giusta. Quando all’interno di una coalizione ci sono soluzioni, magari antipatiche, ma giuste per la comunità, allora l’amministratore non deve avere paura. Poi tutto può essere perfezionabile. È stata piena di tante cose, tutti gli attacchi che abbiamo visto ci sono stati perché molto probabilmente ci sono stati pochissimi argomenti dall’altra parte, perché le cose grandi e importanti le abbiamo pensate e fatte solo noi».
Silvia Luconi con gli esponenti locali del centrodestra
Quale il suo sogno per Tolentino?
«Il mio sogno è che continui questo processo di sviluppo avviato 10 anni fa»
Di cosa ha bisogno Tolentino?
«Tolentino non ha bisogno né di avventure ne di avventurieri.
Perché votare Silvia Luconi e la sua coalizione?
«Perché occorre continuare un reale processo di crescita già iniziato e che non può essere arrestato. Ricordo che Tolentino, nel 2012, era una cittadina ferma e piena di tanta ordinarietà. Sono fermamente convinta che all’interno di una città ci debba essere tanta ordinaria amministrazione, ma altrettanto del fatto che una città, per essere chiamata tale, abbia bisogno di scelte e di servizi fondamentali. Mi aspetto che Tolentino possa continuare su questo trend, perché la mia generazione, e altre, non hanno avuto mai determinati servizi e risposte e credo che se ci siano degli amministratori coraggiosi e con una visione, queste risposte possano finalmente riportare Tolentino al centro di un territorio. Dopo le tragedie ci sono le opportunità che ne derivano, e non è vero che tutti sono in grado di intercettare finanziamenti come sento dire adesso, se l’amministrazione non ha un’idea ben precisa di come vuole la sua città, il finanziamento lo perde. Ci vuole preparazione e conoscenza del territorio, non si fa un progetto in dieci giorni. Quello del recupero delle ex concerie Mercorelli ad esempio, era nel cassetto dal primo mandato, questo significa amministrare con cognizione di causa».
TAVOLA ROTONDA LEGA – «È un chiaro riconoscimento della buona politica attuata dalla giunta di centro-destra in questi anni . Un percorso che deve proseguire perché la continuità di governo è fondamentale per portare avanti il progetto di profondo rinnovamento della città avviato». C’erano i massimi esponenti della Lega regionale e provinciale alla tavola rotonda organizzata dalla Lega Tolentino a sostegno della candidata a sindaco Silvia Luconi, ieri al PoliTeama. C’erano gli assessori regionali alla sanità Filippo Saltamartini e allo sport Giorgia Latini, il senatore Giuliano Pazzaglini, il capogruppo in consiglio regionale Renzo Marinelli con la collega consigliera Anna Menghi, il commissario provinciale Luca Buldorini. Presenti all’incontro anche il sindaco uscente Giuseppe Pezzanesi e il presidente dell’associazione Genitori per la vita Sauro Scarpeccio.
La presenza dell’Assessore Saltamartini è stata l’occasione per fare il punto sulla sanità di Tolentino nell’ottica del rinnovamento in corso nella Regione Marche. «A Tolentino sono stati raggiunti risultati indiscussi come il finanziamento per l’ospedale e questo deve essere riconosciuto all’amministrazione uscente – il commento di Saltamartini che ha voluto parlare – La sinistra ha chiuso tutti gli ospedali, non ha formato i medici di famiglia e puntava ad un ospedale unico a Pesaro e Macerata. Noi invece non smonteremo di una virgola gli ospedali delle città: alzeremo la qualità dei servizi. Il nuovo ospedale di Tolentino sarà all’avanguardia con 40 posti letto per le cure intermedie, di cui 20 a pressione negativa, fondamentali per affrontare eventuali emergenze pandemiche, 16 posti per la dialisi, tutti gli ambulatori specialistici. Abbiamo l’obbligo di portare alla città servizi che i cittadini di Tolentino meritano». L’assessore ha puntato anche l’attenzione anche sulla riforma del sistema sanitario «Stiamo riformando interamente il sistema per migliorare efficienza e risposte ai cittadini – ha aggiunto Saltamartini – La riforma è funzionale a fare bene e spendere meglio per garantire alle famiglie una sanità di qualità che tuteli la salute e sia garanzia delle migliori condizioni di vita».
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