Tommaso Claudio Corvatta e Mirella Paglialunga
«Non posso che rammaricarmi per la ricusazione della lista di Tommaso Corvatta “Futuro in Comune”. Mi spiace soprattutto per i candidati che avevano dato la loro disponibilità e la loro fiducia ad un impegno politico a sostegno della mia candidatura a sindaca di Civitanova per conto della coalizione di centrosinistra. Spero che la questione venga risolta favorevolmente dagli organi competenti nei quali ripongo la mia totale fiducia e spero anche che le questioni formali rilevate non siano fondamentali per interrompere un processo partecipativo avviato con entusiasmo e positivamente». Con queste parole la candidata sindaca di centrosinistra Mirella Paglialunga commenta la ricusazione da parte della sottocommissione elettorale di Palazzo Sforza della lista Futuro in Comune guidata dall’ex primo cittadino Tommaso Claudio Corvatta.
Una sorta di “pasticcio” quello combinato da Futuro in Comune che potrebbe costare non poco alla coalizione in termini di voti. Corvatta ha già annunciato la volontà di valutare un eventuale ricorso al Tar contro la ricusazione, ci sono tre giorni di tempo per presentarlo. Ma al momento è difficile dire quante possibilità di successo abbia.
Tutto è partito da alcuni vizi formali – a dire il vero piuttosto inaspettati visto che sono arrivati da un ex sindaco – che poi a cascata avrebbero provocato la violazione di altre norme nelle presentazione delle liste, tanto da arrivare appunto alla completa ricusazione.
Proviamo a ricostruire. Tra le altre cose, la mancata apposizione sotto la firma di Corvatta della dizione “consigliere comunale” quale autenticatore delle schede, ha portato all’annullamento delle dichiarazioni di accettazione della candidatura alla carica di consigliere di sette candidati, comprese quattro donne. A quel punto nella lista Futuro in Comune, partita da 24, sono rimasti 17 candidati consiglieri, di cui 13 uomini. Un numero troppo alto: la norma sulla rappresentanza di genere impone infatti che un genere non possa essere rappresentato in misura maggiore di 2/3, quindi in questo caso sarebbero dovuti essere 11 gli uomini non 13. Così la sottocommissione ha depennato altri due uomini dalla lista, facendo arrivare a 15 il numero totale di candidati ammessi. Ma il numero minimo di candidati per un Comune come Civitanova è 16, da qui la deliberazione finale.
(Gio. Def.)
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È molto grave per un ex sindaco fare questi errori
Corvatta è una brava persona e un bravo medico, quello deve fare , la politica come la vede lui non è un gioco.
Una città come Civitanova ha bisogno di un sindaco a tempo pieno, così lui non ha fatto bene né l’ uno né l’ altro.
Nel suo quinquennio spesso e volentieri in comune c’ era una persona che lo sostituiva,tutto questo gli è costata la rielezione.
Deve fare il medico e lasciare la politica, farla a livello amatoriale viste le cadute che creano anche danni.