«Inquinamento e trasporti,
le Marche fuori dal Pnrr»

L'ALLARME lanciato da Confidustria: «La regione resterà fuori da tale fondamentale misura e non solo non riuscirà ad affrontare il passaggio ad autobus elettrici o a idrogeno, ma nemmeno a rinnovare tutti i pullman a gasolio e le relative infrastrutture. Tale contesto potrebbe portarci fuori dagli standard nazionali»

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Cesare-Martini-Presidente-Sezione-Trasporti

Cesare Martini, presidente della sezione Trasporti di Confindustria

 

«Dal Pnrr la Regione non prenderà quasi nulla delle ingenti risorse europee destinate all’Italia, orientate alle aree metropolitane, ai comuni con alto tasso di inquinamento e ai comuni capoluogo. Le Marche, che hanno vaste aree interne, rimarranno fuori da tale fondamentale misura e non solo non riusciranno ad affrontare il passaggio ad autobus elettrici o a idrogeno, ma nemmeno a rinnovare tutti i pullman a gasolio e le relative infrastrutture. Tale contesto potrebbe portarci fuori dagli standard nazionali, con le Regioni limitrofe (Emilia Romagna, Umbria ed Abruzzo) che avranno tutt’altra competitività».

E quanto si legge in una nota della sezione Trasporti di Confindustria Macerata (che rappresenta le imprese di trasporto persone e di merci), con gli imprenditori che si sono riuniti per parlare e confrontarsi rispetto alle difficoltà in cui versa il settore nella nostra Regione ed in particolare nella provincia di Macerata. Tra i punti all’ordine del giorno la priorità è stata data al tema del rincaro dei costi energetici e soprattutto dei carburanti.

«Le misure allo studio in questi giorni del Governo sono solo un primo passo non sufficiente però alla gravità della situazione – sottolinea l’associazione – Il problema, relativo al rincaro dei costi dei carburanti, è stato già segnalato alla Regione Marche. Oltre poi alle storiche carenze di risorse, alla totale assenza di finanziamenti legati al Pnrr per il rinnovo del parco, alle limitate assegnazioni del fondo complementare sisma in aggiunta all’impatto economico derivante dalla pandemia, l’impennata dei costi sia del carburante (metano/gasolio), che della produzione in genere non consentirà più, a breve, di garantire la regolarità del volume dei servizi stessi ed a medio-lungo termine di affrontare l’indispensabile transizione ecologica».

«A differenza di altri settori, infatti, non è possibile riversare sui clienti l’aumento dei prezzi in quanto le tariffe sono pubbliche e decise dalla Regione – spiega Confidustria – è stato quindi chiesto a quest’ultima un provvedimento urgente, riconosciamo peraltro a livello locale l’impegno dell’Assessore Castelli e del Presidente Acquaroli, mentre a livello nazionale le rimostranze del ministro Giovannini. Nell’ambito della riunione si sono poi affrontati altri argomenti importanti per la tenuta del settore. Si è parlato infatti dell’inadeguatezza delle risorse per gli investimenti immediati da destinare al rinnovo autobus, insufficienza che non consente l’avvio delle procedure di acquisto per la sostituzione di tutti gli autobus ad alto impatto ambientale, tenendo conto che le procedure sono state già approvate e che il Ministero ha già detto che non ci saranno deroghe al fatto che debbano essere sostituiti».

 

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