L’allarme di Confidustria: «Gas +200%
e bolletta elettrica +70%
A rischio la tenuta del sistema»

MACERATA - Sauro Grimaldi, presidente provinciale degli industriali: «Inoltre c'è il problema del costo delle materie prime e delle imprese legate al mercato russo. Se non si interviene con rapidità c’è il pericolo reale di sospensioni o interruzioni di processi produttivi». L'appello alla Regione e alle istituzioni: «Occorre pensare a un fondo speciale per la crisi 2022»

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Sauro Grimaldi

«Esprimo forte preoccupazione per la situazione che sta determinando il conflitto russo-ucraino, è a rischio la “tenuta” del sistema produttivo provinciale e la ripresa del nostro Paese». E’ l’allarme lanciato dal presidente di Confindustria Macerata Sauro Grimaldi.

«Il conflitto – seguita Grimaldi – ha accentuato alcuni problemi che già c’erano, ad esempio i rincari dei costi dell’energia: dall’indagine “Caro Energia” effettuata dai nostri uffici, sui costi effettivi dell’energia elettrica e del gas sostenuti dalle imprese nel mese di gennaio 2022, sono emersi aumenti medi del 70% sul costo a kwh nella bolletta elettrica e di circa il 200% sul costo a Smc nella bolletta del gas, rispetto a gennaio 2021. Tali aumenti sono al netto delle agevolazioni sugli oneri di sistemi introdotti dal Governo che, per l’energia elettrica, consentono di frenare l’aumento del costo medio a kwh che altrimenti sarebbe superiore al 100%. Ne emerge un quadro previsionale preoccupante aggravato dalle quotazioni per i prossimi mesi. Se non si interviene con rapidità c’è il pericolo reale di sospensioni e/o interruzioni di processi produttivi».

Ai costi dell’energia, si aggiungono quelli delle materie prime e i problemi delle mancate esportazioni. «Inoltre – aggiunge infatti Grimaldi – è sempre più difficile l’approvvigionamento delle materie prime e, anche in questo caso, i costi sono altissimi, il rischio serio è di compromettere la ricostruzione nelle aree colpite dal sisma e la catena importante data dal valore della manifattura. C’è poi un’altra minaccia, questa strettamente legata al recente conflitto, l’impatto cioè della crisi Ucraina Russa per un numero sempre più crescente di operatori economici nei differenti settori, dalla Moda alla Calzatura all’Agroalimentare, senza dimenticare tutte le imprese coinvolte nelle relative filiere. Un problema che sta diventando sempre più di sistema».

«Abbiamo bisogno di interventi risolutivi e urgenti – sottolinea il presidente degli industriali – per cui faccio appello alle istituzioni, alla Regione Marche in particolare, agli istituti di credito, al sistema Confidi marchigiano, alla Camera di Commercio Unica delle Marche. Occorre pensare ad un fondo speciale regionale per la crisi 2022 (ovviamente senza un intervento sostanziale e strutturale dello Stato qualunque soluzione rischia di essere non significativa), ciò si rende indispensabile per tentare di attenuare gli effetti dirompenti di questo periodo. Il fondo sarebbe di aiuto in maniera diretta e semplice alle imprese sul fronte della liquidità, così che possano affrontare i maggiori costi; servirebbe per dare ristori alle aziende che lavorano con il mercato russo-ucraino (che stanno compromettendo i ricavi del primo trimestre 2022 rispetto all’analogo precedente periodo 2021) e per consentire di sostenere l’impennata dei costi energetici (in quest’ultimo caso occorre solo contare su aiuti nazionali). Inoltre – conclude Grimaldi – è indispensabile prevedere una Cigo in deroga per le aziende italiane operanti in Ucraina-Russia ed è opportuna una possibile rinegoziazione in corsa dell’utilizzo delle risorse del Pnrr e laddove possibile rimodulando i fondi della programmazione europea ’21-’27 in quanto sono stati sconvolti i paradigmi economici e finanziari pre-esistenti».

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