di Laura Boccanera
Pescatori in piazza Sant’Apostoli a Roma per protestare contro il caro gasolio. Delegazione a colloquio col sottosegretario alla pesca Francesco Battistoni e col direttore generale Riccardo Rigillo: «Interventi subito o barche ferme, così uscire in mare è una rimessa».
Francesco Caldaroni, armatore civitanovese (Marinerie d’Italia)
A dirlo sono gli oltre 1000 rappresentanti del settore pesca delle marinerie di tutta Italia (anche se dato il poco preavviso alcune regioni come Veneto, Emilia Romagna, Liguria e Toscana non hanno partecipato) che questa mattina sono partiti alla volta della Capitale per far sentire al Governo le difficoltà legate all’aumento del costo del gasolio. Nutrita la componente marchigiana e civitanovese al completo con gli armatori delle associazioni Marinerie d’Italia, Casa del pescatore e piccola pesca. Sono arrivati con striscioni con su scritto “Pescatori senza futuro” e “Caro gasolio, marineria in ginocchio”. Il problema è infatti legato soprattutto al costo del carburante, aumentato a tal punto che per molti pescherecci uscire in mare anziché produrre fatturato produce una perdita: «Si è passati da 0,77 euro che era il costo fissato per la pesca e con il petrolio a 154 dollari al barile ad 1 euro attuale col costo del petrolio però a 110 dollari al barile – spiega l’assessore civitanovese Francesco Caldaroni che è anche presidente dell’associazione Marinerie d’Italia – Per un peschereccio come il mio significa un costo settimanale di 16mila euro. E non posso aumentare il prezzo del pesce perché comunque è determinato dalle aste. Di conseguenza fra costi fissi, personale e ammortamento dei mezzi ci vai sotto. Una delegazione ha incontrato questa mattina tecnici e politici del Ministero per illustrare le nostre richieste – aggiunge Caldaroni – Anzitutto chiediamo un blocco del prezzo del gasolio e nel frattempo di firmare la cassa integrazione in deroga e il blocco dei mutui. Ci prendiamo una settimana di riflessione e venerdì ad Ancona ci sarà un’altra assemblea per decidere cosa fare. Forse torneremo in mare solo lunedì dal momento che abbiamo del gasolio già acquistato ma poi saremo costretti al fermo».
Ad aderire allo sciopero anche Fedagripesca Confcooperative Marche che ha in Regione oltre 100 imbarcazioni associate e 1000 addetti: «I pescatori sono allo stremo e si devono anche confrontare con la riduzione delle giornate di pesca, arrivate a neanche 150 giorni l’anno. Il comparto è in ginocchio – sottolinea Giuseppe Micucci, responsabile regionale Fedagripesca settore Pesca Confcooperative Marche -, abbiamo bisogno di contenere i costi di impresa e del gasolio in particolare. I pescatori non sanno più come gestire questa situazione, chiedono un intervento di supporto da parte del Governo. E pensano che restare in banchina può essere, al momento, una soluzione drastica ma concreta».
Il sottosegretario Francesco Battistoni, commissario regionale di Forza Italia
Il sottosegretario Battistoni al termine dell’incontro ha annunciato la prossima adozione di un provvedimento ministeriale d’urgenza che offra un sostegno finanziario alle imprese di pesca colpite oltre che dall’emergenza sanitaria anche dalla crescente crisi energetica. L’ipotesi è quella di un’iniezione finanziaria di 20 milioni di euro.
Cavalca la protesta dei pescatori la lista civica di centrodestra Vince Civitanova che esprime solidarietà alla categoria: «Siamo al fianco di famiglie, lavoratori e dei nostri pescatori, che stanno pagando un prezzo molto alto a causa di questa crisi energetica. L’impennata dei prezzi sta paralizzando interi settori mettendo in ginocchio centinaia di famiglie. Altro duro colpo, dunque, per le nostre attività e le nostre famiglie già penalizzate dalla crisi economica connessa agli effetti dell’emergenza sanitaria Covid. Ci uniamo all’appello dei pescatori e degli armatori in rivolta, e auspichiamo in rapide ed adeguate misure urgenti da parte del Governo».
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