Giuseppe Micucci
di Laura Boccanera
Imbarcazioni ancora in mare domani mattina per altre 24 ore di pesca e poi un nuovo stop con assemblee nel fine settimana per decidere il da farsi. Lo sciopero a singhiozzo delle marinerie con la categoria spaccata fra chi è uscito e chi invece porta avanti la serrata totale continua a far discutere. Lunedì le imbarcazione sono uscite a macchia di leopardo sul territorio nazionale: a pesca il nord con Emilia Romagna, Veneto e una parte delle Marche e del Lazio. Blocco al sud. Ma anche se alcuni hanno pescato nel fine settimana si torna a discutere su come proseguire lo sciopero in attesa anche di vedere manovre a livello nazionale che possano operare un calmiere sul prezzo del gasolio.
BOTTA E RISPOSTA TRA CIVITANOVESI –Respinge le accuse di aver spaccato il fronte della marineria Giuseppe Micucci, responsabile pesca Fedagri. Francesco Caldaroni di Marinerie d’Italia aveva infatti accusato le associazioni di categoria di aver diviso gli armatori. «Non voglio polemizzare con Francesco Caldaroni (presidente Marinerie d’Italia) – ma vorrei puntualizzare le dichiarazioni dell’assessore alla pesca secondo cui le organizzazioni di categoria avrebbero diviso il fronte degli armatori in sciopero creando tra questi una spaccatura che avrebbe riportato in mare le flotte del centro-alto Adriatico. La Federcoopesca e Fedagripesca regionale e nazionale è stata da sempre vigile in merito al gravissimo problema del “caro gasolio” sollecitando fin dalle settimane passate un intervento del Governo a sostegno della categoria. Siamo usciti pubblicamente con interventi atti a ribadire come la corsa dei prezzi del gasolio rendeva impossibile la sostenibilità delle imprese e la richiesta di misure urgenti. A seguito delle richieste dell’ alleanza delle Cooperative e dei pescatori tutti il sottosegretario Battistoni ha annunciato la prossima adozione di un provvedimento ministeriale d’urgenza che prevede lo stanziamento di 20 milioni di euro a sostegno delle imprese di pesca così fortemente colpite. Fedagripesca non si è fermata di fronte a questa promessa ma ha continuato a spronare il Governo sui temi degli ammortizzatori sociali e del sostegno al ceto peschereccio colpito dal caro energia. La decisione delle marinerie del centro nord Adriatico di tornare in mare per un paio di giorni per poi valutare l’opportunità di fermarsi di nuovo è stata presa in totale autonomia e senza l’intervento alcuno da parte di Fedagripesca che è sempre solidale e dalla parte dei propri associati sia che gli stessi propendano per uno stato di agitazione, per uno sciopero a singhiozzo o per uno sciopero ad oltranza».
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