Il cantiere all’Ambassador
di Monia Orazi
L’Ambassador, a Frontignano di Ussita, non c’è più. Quello che resta del residence costruito negli anni Settanta ed era l’edificio più grande di Ussita, è solo un cumulo di macerie, detriti e pezzi metallici.
La sua imponenza si era sbriciolata sotto i colpi delle scosse dei terremoti del 2016, è rimasto per anni un silenzioso monumento ad un turismo fatto di ricordi, stagioni sciistiche, un grande movimento nei 110 appartamenti dell’immensa struttura, un gigantesco condominio con panorama sul Monte Bove, a cui si univano un ristorante e persino una discoteca. L’imponente spiegazione di mezzi della Garc di Modena, la ditta che ha vinto l’appalto per la demolizione e che è al lavoro ormai da diverse settimane, è la dimostrazione del grande lavoro che è stato necessario per demolire l’edificio, formato da due strutture attigue. Ora si sta lavorando sulla parte finale delle fondamenta. Per completare l’opera, poi, dovranno essere rimosse le macerie.
Il cartello di cantiere indica il settembre del 2023 come termine dei lavori di demolizione e ricostruzione del residence. E’ uno dei primi cantieri a partire nella zona di Frontignano, che a cinque anni dal terremoto è sede di una vivace comunità di residenti, in gran parte sfollati, che nelle seconde case turistiche hanno ritrovato l’inizio di una nuova vita. Una buona notizia, segno concreto della ricostruzione che sta finalmente partendo. E’ invece andata deserta la gara per l’affidamento della gestione degli impianti sciistici, con importo annuo di centomila euro ed una durata dell’affidamento di nove anni. Il Comune procederà a breve ad una nuova procedura di affidamento.
Una giornata nel disastro di Ussita tra devastazione e speranza
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