di Monia Orazi
Dare quattro calci ad un pallone ed allenarsi insieme è ancora un sogno proibito per i ragazzi di Visso, che da dopo il sisma non hanno più un campo sportivo, perché su quello esistente, a causa della carenza di spazi in paese, sono state costruite le Sae. Ad Ussita è stato messo a disposizione un campo da calcio, ma non ci sono i soldi per rifare il manto, unica condizione che ne permetterebbe l’utilizzo. «Abbiamo bisogno di un’anima buona che ci aiuti a rifare il manto erboso del campo da calcio messoci a disposizione dal Comune di Ussita, perché altrimenti non potremmo disputare il campionato di calcio la prossima stagione, deludendo di nuovo le speranze di tanti dei ragazzi di Visso e dintorni».
A lanciare un appello è Bruno Galletti, battagliero ex giocatore di calcio che ha appeso le scarpette al chiodo a 57 anni ed ha impiegato il tempo della pensione a dedicarsi anima e corpo alla società calcistica di Visso, che l’anno dopo il terremoto addirittura era riuscita ad approdare in seconda categoria vincendo il campionato di terza, un piccolo miracolo frutto della tenacia dei dirigenti e dei ragazzi che si erano andati ad allenare anche fuori Visso, arrivando persino al campo di Collevario a Macerata. Successivamente il Comune di Ussita che ha messo a disposizione il campo sportivo esistente in località Pratolungo, per essere utilizzato a favore dei comuni del comprensorio. Grazie ad una serie di donazioni è stato possibile rifare gli spogliatoi e la recinzione, ma ora non ci sono più le risorse per sistemare il manto erboso che non rende fattibile giocare a calcio. Spiega Galletti: «Basterebbero 10mila euro, per rendere fruibile il campo sportivo e permettere ai nostri ragazzi di allenarsi e disputare il campionato. La nostra squadra è ormai pronta, tutti i ragazzi attendono di poter giocare, ma se non riusciremo a trovare una soluzione per il campo, non potremo disputare il campionato e tutto tornerà ad essere silenzioso come sempre, senza che i nostri ragazzi abbiano un posto dove incontrarsi e fare sport. Ci manca solo il terreno che in questi anni di incuria è diventato un disastro. Ci basta solo un piccolo aiuto, se qualcuno ci dà una mano siamo pronti a disputare la prossima stagione. Non vedere la squadra, i ragazzi in quel rettangolo mi fa stare male. La nostra è una squadra eccezionale fatta da persone piene di volontà che vogliono ritrovare anche quell’aspetto di normalità che solo lo sport sa garantire».
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