Macerie nella zona rossa di San Placido
di Monia Orazi
Sos macerie: lo smaltimento di quelle private è ancora bloccato perché non si sa dove conferirle, visto che i principali siti di smaltimento sono pieni ed al momento non ne sono stati trovati di nuovi. La ricostruzione rischia di bloccarsi già sul nascere, il ritmo di 25 progetti approvati al giorno inaugurato dal nuovo corso impresso dal commissario straordinario Giovanni Legnini, rischia di diventare ben presto una mera utopia.
Il sindaco di Camerino Sandro Sborgia
Non è bastato l’appello lanciato lo scorso maggio dall’arcivescovo di Camerino-San Severino Francesco Massara, il problema non è ancora risolto. I siti di smaltimento delle macerie private sono pieni e chi deve demolire la propria abitazione non può farlo, si tratta di un’operazione indispensabile alla ricostruzione degli edifici più gravemente danneggiati. A Camerino in questi giorni al sindaco Sandro Sborgia arrivano delle missive di imprenditori edili, che per edifici che hanno ottenuto il finanziamento per la ricostruzione non possono demolire. Le imprese locali devono arrivare sino a Porto San Giorgio quindi con una distanza di quasi 100 km, ma anche Porto San Giorgio ormai è saturo e di fatto tutti i lavori si stanno bloccando. Sul tema interviene lo stesso Sborgia: «A Camerino sono stati affidati dei lavori di demolizione, ricevo quotidianamente segnalazioni anche scritte da parte delle imprese edili locali che non possono procedere. In particolare il problema riguarda un gran numero di edifici gravemente danneggiati, di livello elle quattro, che non possono essere demoliti. Ci sono alcuni edifici demoliti le cui macerie restano ferme. Le imprese mi scrivono che per la saturazione dei siti di smaltimento di fatto i lavori sono bloccati, questo è un gravissimo problema da affrontare con estrema urgenza visto che adesso grazie a tutte le innovazioni legislative la ricostruzione stava davvero muovendo i primi passi, con una buona accelerazione. Ora se non si affronta il problema di dove portare le macerie private tutto rischia di fermarsi nuovamente. Inoltre se non si troverà con rapidità una risposta a questo problema, permettendo alle imprese ed ai cittadini di vedere iniziare i lavori per la ricostruzione delle loro case, è facile immaginare quali appetiti possano scatenarsi da parte della criminalità organizzata, visto che le macerie private sono assimilati in tutto e per tutto a rifiuti». Conclude Sborgia: «Quindi lancio un appello ad intervenire immediatamente affinché siano individuati siti di stoccaggio temporanei. È estremamente necessario attivarsi per la ricerca di aree idonee che potrebbero essere utilizzate in via d’urgenza attraverso l’emanazione di disposizioni in deroga chiaramente affidate a soggetti dotati dei requisiti di Legge per evitare il serio e concreto pericolo di infiltrazioni criminali. Siamo già in fortissimo ritardo e nonostante gli appelli e l’allarme lanciati da mesi, gli sforzi fatti perché il processo di ricostruzione fosse avviato, rischiano di naufragare nel mare dell’immobilismo. Le famiglie e le imprese non possono sopportare ancora la lentezza delle Istituzioni nel risolvere problemi che ormai, da molto tempo, sono sul tappeto e che attendono di essere risolti».
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Quella delle cosidette macerie è questione male impostata sin dall’inizio da parte di una politica di ricostruzione di carattere centralista che si presta a speculazioni economiche e financo ideologiche.Quando mai un terremoto ha prodotto macerie? Cosa si intende per macerie? Come ben vediamo è questione che riguarda prevalentemente l’edificato storico (centri storici) fatto di muratura tradizionale,ovvero trattasi di manufatti disassemblabili e riassemblabili di per sè. Dunque fin quanto intendiamo per macerie le suppellettili di ogni ordine e grado rovinate e non più riutilizzabili si conviene nel definirle macerie da smaltire correttamente. Ma nel momento in cui abbiamo a che fare con materiali di carattere edilizio ovvero nello specifico conci lapidei,laterizi,travi ed orditure lignee quì c’è ben poco da smaltire, ma per almeno 2/ 3 si tratta di materiali perfettamente adatti ad esser riutilizzati. Financo ce ne sono di preziosi come pietre conce e lavorate. Non è questione solo di risparmio economico (vedasi recente aumento delle materie prime destinato a non arrestarsi ) ma primariamente trattasi di corretta ricostruzione post-sisma dell’edificato storico.La muratura storica richiede di esser trattata in modo consono alla sua logica costruttiva e strutturale e questo lò si fà impiegando fondamentalmente materiali e tecniche tradizionali, ancorchè aggiornate.Nè si tratta principalmente di una questione paesaggistica ed estetica ma essenzialmente tecnica. Il restauro strutturale di un edificio storico richiede di esser conforme ai caratteri costruttivi propri di questi manufatti i quali prevedono in sè stessi le specifiche necessarie a rendere l’edificio resistente al sisma. Questo non significa che non possono esser fatte innovazioni, al contrario queste sono auspicabili, ma dentro la logica costruttiva propria della muratura storica.
Claudio Mecozzi (autore di: Muratura storica. Il restauro strutturale dell’edilizia storica minore. Libro pubblicato su Amazon)