L’incontro organizzato da Confartigianato sulla ricostruzione
di Mauro Giustozzi (foto Fabio Falcioni)
«Voglio dare un messaggio di fiducia a cittadini, imprese e associazioni datoriali: lo Stato c’è, assieme alla Regione e ai sindaci si sta procedendo nella ricostruzione, possiamo farcela perché le risorse ci sono, altre saranno stanziate nella legge di bilancio prossima per la ricostruzione privata». Così Giovanni Legnini, Commissario straordinario alla ricostruzione alla platea degli associati di Confartigianato durante l’incontro su ‘Ricostruzione post sisma: Ordinanza imprese e piani per la ripresa economica del territorio’ che si è tenuta stasera nella sede interprovinciale di Macerata.
Il commissario alla Ricostruzione Giovanni Legnini
L’evento ha visto la partecipazione anche dell’assessore regionale alla Ricostruzione Guido Castelli, dell’ingegner Stefano Babini direttore Ufficio speciale ricostruzione, il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli ed i vertici dell’associazione col presidente regionale Giuseppe Mazzarella e quello provinciale Enzo Mengoni. A coordinare l’incontro il segretario generale di Confartigianato Giorgio Menichelli. Tanti i temi e le domande che sono state rivolte in particolare a Legnini, i temi più caldi sono stati quelli legati all’aumento dei prezzi, a materie introvabili, alle macerie private da portare via fino ad arrivare ai tempi dei pagamenti, in linea quelli dell’Usr molto meno quelli degli istituti bancari. «L’ordinanza imprese ha posto un tampone al rialzo dei prezzi –ha detto Giovanni Legnini- parziale ma importante che aumenta il costo parametrico del prezziario su tutto il costo dell’intervento. Irrobustito il quadro finanziario dell’intervento di ricostruzione che usufruisce anche del 110%: ora si tratta di mettere mano alla revisione del prezziario ma attendiamo che la speculazione si plachi prima di concludere questo percorso». Sulla saturazione degli impianti che trattano le macerie dei privati ecco quello che ha in mente il commissario Legnini. «Fermo restando che la competenza e l’individuazione dei siti dove collocare le macerie spetta a Regioni e Province –ha proseguito il Commissario alla ricostruzione – io sono in costante contatto con loro per stimolare a ricercare una soluzione che potrebbe essere quella legata all’uso di cave dismesse. Noi vorremmo fare un’altra operazione, quella legata al riuso delle macerie: innanzitutto negli stessi cantieri e poi materiali triturati e riutilizzati verso altre direzioni come sottofondi stradali ed altro ancora. Questo secondo aspetto potrebbe rientrare nel Pnrr con incentivi finanziari alle imprese per acquistare dei trituratori».
Il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli
Sulla questione si è soffermato pure l’assessore regionale Guido Castelli che è arrivato da un altro incontro avuto a Tolentino poche ore prima. «Quello delle macerie e quello dell’aumento dei prezzi delle materie sono ostacoli alla ricostruzione: sollecitiamo il governo affinché arrivi la proroga del Superbonus fino al 2023 per tutti i residenti nel cratere –ha sottolineato Castelli- che aspettano di poter afferire gli accolli richiesti a questa forma di finanziamento. Crediamo che non si debba perdere fiducia che la ricostruzione vada avanti nonostante queste problematiche, non ultima quella di una carenza di imprese dovuta all’esplosione del settore edile grazie ai tanti bonus. Crediamo però che questa sia la strada giusta». Nell’introduzione il presidente regionale di Confartigianato, Mazzarella, ha chiesto «di spendere i tanti fondi in arrivo a vantaggio dei territori il più presto possibile per dare fiducia alle popolazioni che vivono nei comuni del cratere sismico»; mentre il sindaco Sandro Parcaroli ha ribadito «come sia importante fare squadra tutti assieme i soggetti interessati alla ricostruzione per affrontare unitariamente i problemi raggiungere l’obiettivo finale, pensando non solo alla ricostruzione delle case ma anche a quella di un tessuto economico vitale».
Stefano Babini
Tra i problemi sollevati dagli imprenditori edili quelli legati ai pagamenti delle banche, più lunghi rispetto a quanto fa l’Usr, della congruità col Durc che rischia di creare rallentamenti amministrativi e dei tempi lunghi per reperire i materiali, fino a 4 mesi ad esempio per gli infissi. «Abbiamo abbassato a circa venti giorni il pagamento dei lavori –ha ribadito il direttore dell’Usr, Stefano Babini– puntando sulla semplificazione delle pratiche il più possibile. Sulla ricostruzione la sfida che ci attende nei prossimi mesi sarà quella di porre mano ai borghi dei centri storici, nelle zone rosse dove spesso è necessario anche l’intervento della Soprintendenza. Concordo con le imprese che vorrebbero qualche certezza in più sugli incentivi e soprattutto una visione di qualche anno per poter programmare i lavori». Giuliano Fratoni, responsabile provinciale della Confartigianato per l’edilizia ha ribadito quelli che sono gli ostacoli da superare «ad iniziare dagli aumenti delle materie prime che risultano peraltro introvabili o che arrivano dopo molte settimane. Poi le macerie che non sappiamo dove mettere, lo stesso prezziario è assolutamente da ritoccare. E’ vero che la ricostruzione rappresenta un’opportunità, però in questo caso l’impennata prezzi gela la ripresa: basti dire che dal 1° novembre aumenterà del 60% il costo dei laterizi e sarà un altro colpo per il nostro settore».
Giorgio Menichelli
Il Commissario alla ricostruzione ha poi indicato anche un percorso di conoscere quanti saranno effettivamente i fabbricati da ricostruire nelle quattro regioni colpite dal terremoto, una sorta di censimento. Attualmente dei 58mila edifici da ricostruire sono 27mila quelli che hanno prenotato il contributo per la ricostruzione. Il pacchetto sisma applicato al Pnrr può diventare una risorsa importante per la ripresa economica però pone dei limiti temporali molto ravvicinati. «Il Ministero dell’Economia ci ha dato tempi stringenti e bisogna correre –ha concluso Giovanni Legnini-: il cronoprogramma è stringente, i progetti devono essere individuati entro il 31 dicembre e nella stessa data i contenuti dei bandi per le misure che andranno attuate a bando e poi progettare entro il primo semestre ed affidare i lavori entro il secondo. Una tabella di marcia intensa, dobbiamo fare l’impossibile per cogliere questo obiettivo che può coniugare ricostruzione fisica alla ripresa e rilancio economico».
Enzo Mengoni
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Lo dicevo da sempre che il Commissario Legnini, osannato da Sindaci e altri, è uno “scenziato”, si perché se dice “aspettiamo che l’ondata di speculazione passi per aggiornare il prezzario del cratere” solo uno “scenziato” (???)può dire ciò oppure aspettano tutti che falliamo. Quando dico che le imprese stanno alla larga dalla ricostruzione perché chi ci lavora rischia di fallire non lo dico a vanvera, e loro continuano a dire che mancano imprese. Per le macerie poi la soluzione è semplicissima, e non si capisce perché non la attuano, basta autorizzare gli attuali centri di raccolta ad aumentare i metri cubi di abbancamento materiali, soluzione banalissima ma che non mettono in atto, valli a capire chi comanda, o meglio, stanno pensando di fare il caso ” Cosmari 2 ” ?.Ritengo opportuno che le imprese del settore edile impegnate nella ricostruzione facciano come i portuali di Trieste, incrociamo le braccia, altrimenti qualcuno ci lascerà le penne perché si stanno ammucchiando troppe cose, aumento del costo materie prime, pagamenti lavori oltre i 90 giorni (media con il saldo che avviene se va bene dopo sei mesi), Durc di Congruità, legno acciaio isolanti consegnati dopo 5/6 mesi dall’ordine, impossibilità di programmazione dei lavori(non vi sono tempi certi da quando un’impresa da disponibilità al Committente o tecnico), mancanza di operai (optano tutti per il reddito di cittadinanza piuttosto che venire in cantiere a 1500 €. mensili). Mi fermo qui anche se le cose che non vanno c’è ne sono molte altre. Avrei voluto dirle direttamente al Commissario Legnini se un imprevisto (di lavoro) non me lo avesse impedito, spero in un prossimo incontro se ancora sopravviviamo.