L’ex mercato delle erbe in via Armaroli
di Luca Patrassi
Scaduti i termini di presentazione delle domande per l’accesso ai finanziamenti previsti dal piano operativo per i i fondi europei di sviluppo regionale, uno solo il progetto presentato al Comune di Macerata nell’ambito dell’attuazione dell’Iti (Investimento territoriale integrato) In-Nova Macerata, nominata la commissione della quale fanno parte dirigenti del Comune e un componente esterno, il prof Lucio Tommaso De Paolis dell’Università del Salento. Il programma Fesr, per la verità, è quello 2014-2020, a fine 2021 dovrebbe arrivare il via libera al progetto presentato. Stavolta però ad accendere i riflettori dell’interesse è il fatto che l’azienda capofila della cordata pubblica e privata è la Rainbow, l’azienda fondata e guidata dal maceratese Iginio Straffi, brand di rilievo mondiale nel settore dell’intrattenimento.
Dunque già la firma della Rainbow è un elemento di richiamo: detto della capofila, il progetto è inoltre sostenuto dai quattro atenei delle Marche, con Macerata nel ruolo di coordinamento della parte pubblica, e da altre aziende private come Stark, GrottiniLab, PlayMarche e Marchingegno. Un progetto molto articolato – nel tempo, nello spazio e nei contenuti – quello appena presentato a cura di Rainbow al Comune di Macerata. Ecco i punti salienti della filosofia operativa, così come sono descritti nel progetto. Tre le tematiche fondamentali del progetto e sono la predisposizione di strumenti e tecnologie digitali innovative per il contesto culturale e creativo, la realizzazione di contenuti che daranno vita alla prima mostra sperimentale, modello e standard per ulteriori contenuti ed infine la valorizzazione del patrimonio culturale in chiave innovativa per il potenziamento del sistema urbano. Sono previste la creazione di un’Accademia di alta formazione tecnologica e specialistica orientata alle digital humanities, multimedia container in cui l’interazione tra studenti, giovani startupper, makers e imprese creative innescherà un processo di trasferimento e di applicazione diretta dei risultati al sistema urbano locale. Alla base un nuovo concetto di museo/mostra con approccio esperienziale, interattivo, integrato con le più innovative tecnologie a disposizione.
La casa del custode ai Giardini Diaz
Un ambiente, l’Immersive Room dotato di tecnologie di realtà virtuale , di realtà aumentata, di videomapping, orografiche, di tecnologie e software per il riconoscimento e il monitoraggio degli utenti, i cui contenuti multimediali, focalizzati nel primo prototipo sul patrimonio culturale e storico della regione Marche, saranno adattabili a diverse esigenze e modellabili su più ambiti di ricerca (cultura heritage, craft, media arts, concepiti e realizzati all’interno del Creative Lab, a testimonianza delle fasi progettuali e di produzione delle opere creative. L’ambizione: affacciarsi in modo competitivo sul mercato dell’intrattenimento educativo e della cultura digitale intercettando il fabbisogno culturale e creativo nazionale e internazionale. All’interno del museo la tecnologia per la rilevazione del comportamento dei visitatori e la loro profilazione per genere e fascia d’età consentirà di modificare e personalizzare i contenuti rispondendo alle esigenze del progetto pilota; altre camere stereoscopiche, osservato il percorso degli utenti nell’area della stanza immersiva, raccoglieranno dati sui preferiti e sulla capacità di muoversi all’interno dello spazio, per rendere l’esperienza più confortevole e divertente. Matrice comune di ricerca e sperimentazione, la combinazione di tecnologia, creatività e contenuti. Visione strategica e innovazione dell’idea di base produrranno immediati benefici sociali ed economici per la città e i players coinvolti. Il Mercato delle erbe di via Armaroli è il luogo individuato per realizzare il progetto, location polifunzionale in cui lo spazio dell’Hub diverrà luogo di incontro e di coworking anche per start up e associazioni cittadine, in risposta alle esigenze del territorio per favorire la creazione di un ecosistema innovativo unico: se indisponibile lo spazio di via Armaroli, in alternativa, si individua l’ex casa del custode dei giardini Diaz. Un piano industriale, quello di In.Nova Macerata, in grado di far confluire sul territorio imprese che hanno desiderio di investire nel contesto cittadino. Quattro Atenei marchigiani e cinque aziende marchigiane con un progetto il cui obiettivo è di autoalimentarsi e garantire la sostenibilità economica nel medio e lungo periodo. Le informazioni sulla percezione dell’esperienza degli utenti indirizzeranno le future scelte commerciali di marketing e di progettazione di contenuti e layout. Rainbow definirà le linee guida delle produzioni multimediali, le Università si occuperanno dei contenuti che, prodotti e diffusi da In.Nova Macerata, valorizzeranno il patrimonio locale, nazionale e internazionale. L’obiettivo di generare un impatto significativo sul territorio in termini sociali, economici, culturali, sarà garantito da un sistema di controllo dinamico delle attività svolte e di valutazione dei risultati raggiunti, con il coordinamento dell’Università di Macerata. Elevato – secondo l’analisi dei proponenti – l’impatto occupazionale generato nei primi 3 anni e importante l’effetto positivo sull’occupazione negli anni successivi.
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