Turismo salvo nonostante il Covid,
«la stagione va anche dopo Ferragosto»
Il limite è accogliere i grandi gruppi

MACERATA - Dopo le preoccupazioni, estate soddisfacente. Mattia Baldoni (osteria Agnese): «quello che questa pandemia ci ha tolto durante l’inverno lo ha ridato con la bella stagione». Elena Prokopenko, presidente dell’Associazione Macerata by Marche Guide Turistiche: «Moltissimi turisti pugliesi, ma anche quelli del Nord Italia e della Toscana». Letizia Carducci (L’osteria dei fiori): «Stagione lavorativa molto intensa. Tanti italiani, ma ci sono stati meno stranieri»

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Un gruppo per la classica foto davanti l’orologio astronomico

 

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Elena Prokopenko con alcuni turisti davanti allo Sferisterio

 

di Marco Ribechi

Turismo a Macerata salvo nonostante la pandemia ma con qualcosa da rivedere. Sono soddisfatti i commercianti che gravitano attorno a piazza Mazzini e allo Sferisterio che al di là di ogni restrizione e preoccupazione hanno comunque trascorso una buona estate, con gruppi di turisti e singoli visitatori a dare respiro alle loro attività. Il settore turistico, come probabilmente in ogni parte del mondo, è senza dubbio quello che ha sofferto di più a causa dei vari lockdown e al distanziamento sociale ma questo non ha impedito di accogliere nel migliore dei modi i visitatori della città, anche considerando che il trend ha visto l’aumentare del turismo interno a discapito dei voli e dei soggiorni all’estero. «Abbiamo avuto varie richieste di visite guidate sia nel capoluogo che nella provincia – spiega Elena Prokopenko, presidente dell’Associazione Macerata by Marche Guide Turistiche – gruppi organizzati o individuali. Nel periodo del Macerata Opera Festival e di Ferragosto hanno soggiornato in alcuni alberghi di Macerata. Moltissimi turisti pugliesi provenienti da Bari, Bitonto, Giovinazzo hanno visitato la città, ma anche quelli del Nord Italia (Torino, Trento, Milano, Padova) e della Toscana. Quasi tutti composti da massimo 30 persone o da famigliole hanno prenotato un pranzo o una cena nei ristoranti cittadini ed hanno fatto anche degli acquisti di prodotti tipici locali. Abbiamo lavorato sempre con il cuore e abbiamo ricevuto tantissimi apprezzamenti sia per il patrimonio artistico-culturale e la bellezza della città che per il servizio offerto e l’accoglienza».

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I titolari dell’Osteria Agnese

La conferma arriva proprio dai proprietari degli hotel: «Agosto è stato un buon mese – spiega Giorgio Pietrella dell’albergo Arena – Anche dopo la conclusione del Mof è continuato il flusso di turisti per la maggior parte italiani, direi con una percentuale del 90%. Un turismo “di passaggio” che sceglieva Macerata come tappa intermedia e quindi tante prenotazioni last-minute di chi non trovava posto al mare. A differenza dello scorso anno sono diminuiti i soggiorni lunghi». «Un’estate migliore delle aspettative – aggiunge Robertino Dichiara della Domus San Giuliano – abbiamo ricevuto molti pellegrini che hanno deciso di intraprendere viaggi spesso a piedi lungo la via Lauretana, facendo tappa a Macerata. Inoltre il picco c’è stato ovviamente nei giorni della lirica». Il polso del flusso turistico ce l’hanno soprattutto i bar nelle vicinanze dello Sferisterio, tappa obbligatoria per ogni forestiero. «Macerata sta potenziando l’offerta turistica, improntata specialmente sulla proposta culturale, sia dal profilo musicale che museale – spiega Silvia Faraoni de La Botte Gaia – i turisti sono entusiasti per l’accoglienza e le bellezza di questa città rara, a misura d’uomo».

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I titolari de La bottega di Graziella

Turisti spesso alla ricerca di un piatto o di gastronomia tipica da riportare a casa al termine dei soggiorni: «Siamo una bottega storica a pochi passi dallo Sferisterio – dice Daniela Gattari de La Bottega di Graziella – abbiamo avuto l’onore di far gustare le specialità enogastronomiche tipiche della tradizione contadina in cui il posto d’onore lo riveste il ciauscolo ma anche formaggi, dolci casarecci vini e liquori del territorio, tutti molto amati dai visitatori. Tra i vari commenti non sono mancati i complimenti per le bellezze architettoniche e la genuina simpatia della nostra gente». Quello che non può mancare mai è anche un bel piatto di vincisgrassi in un’osteria tipica: «Annata molto positiva – spiega Mattia Baldoni dell’osteria Agnese – quello che questa pandemia ci ha tolto durante l’inverno a causa delle chiusure lo ha ridato con la bella stagione. A parer mio, mentre negli anni scorsi gli italiani sono volati negli altri Paesi queste ultime due stagioni sono rimasti in Italia e hanno riscoperto i piccoli borghi o le città d’arte. Uno dei nostri piatti tipici è il sugo alla maceratese un piatto semplice ma ricco di sapori che fa ritornare un po’ indietro nel tempo, per poi andare ad assaporare il nostro cavallo di battaglia: la faraona alle prugne che sempre ci dà numerose soddisfazioni». «Stagione lavorativa molto intensa, affatto scontata – aggiunge Letizia Carducci de L’osteria dei fiori – Tanti italiani ma meno stranieri, tra questi olandesi, francesi e tedeschi soprattutto durante la lirica. In passato con il Ferragosto si concludeva la stagione mentre dallo scorso anno è proprio dopo questa data che si intensificano le presenze e soprattutto le necessità dei visitatori poiché molte attività purtroppo chiudono per ferie. L’estensione degli spazi all’aperto ha favorito le famiglie numerose ma, sembra assurdo, la città non è in grado di ospitare nemmeno un singolo gruppo che venga in pullman, questa è una grave limitazione al commercio».

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L’osteria dei Fiori

Una delle criticità molto impattanti è infatti l’impossibilità di aumentare l’afflusso e di intercettare i gruppi a causa della scarsa capacità ricettiva totale: «Da anni chiediamo dove far parcheggiare i bus turistici – spiega Prokopenko – La risposta è sempre stata “Allo Stadio Helvia Ricina” ma ad esempio l’autista come può raggiungere di nuovo il gruppo per il pranzo? Cambiando due bus di linea, prendendo un taxi o a piedi? E’ successo anche che dei bus in sosta ai giardini Diaz per il tempo di un’opera lirica fossero multati, questo di sicuro non giova all’immagine della città anche perché ogni bus porta in media circa 50 persone pronte a spendere nei vari esercizi commerciali». Un’altra ombra, forse poco considerata è quella dei bagni pubblici: «Un gruppo numeroso che ha fatto un tragitto lungo e scomodo per venire a visitare Macerata non può accontentarsi di un solo piccolo bagno pubblico situato lungo le mura né essere costretto a fare la staffetta in un bar, cosa che comporta un ritardo nella tabella di marcia e nell’entrata ai musei. Molti sono turisti della terza età e a volte con persone diversamente abili che necessitano attenzioni particolari, servirebbe una struttura più ampia e organizzata». Un turismo che ha potenzialità inespresse ma in ogni caso, assicurano le guide turistiche, «Abbiamo già varie prenotazioni anche per settembre».

 

 

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Silvia Faraoni con suo figlio Edoardo ne La Botte Gaia

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