AGGIORNAMENTO DELLE 20,30 – Il ministero dell’Interno ha chiarito, con una circolare inviata oggi pomeriggio ai prefetti, le disposizioni che sono contenute nel decreto del 22 aprile sulla graduale ripresa delle attività economiche. Per quanto riguarda i bar viene chiarito che il servizio al bancone si può fare solo se si ha la struttura all’aria aperta. E fino al 31 maggio.
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di Alessandra Pierini
Chi sognava di prendere lunedì mattina un bel caffè in una tazza di ceramica al bancone del bar dovrà ancora attendere. Il ritorno in zona gialla e l’approvazione del Dl Riaperture ha letteralmente messo in croce i baristi maceratesi come quelli di tutta l’Italia gialla. Dopo ore di confronti tra associazioni di categoria, amministratori ed esercenti, si è finalmente giunti a un punto. «I bar possono fino alle 18 fare asporto, il servizio all’aperto o veranda è consentito fino alle 22 mentre non si può consumare al banco» chiarisce l’assessore regionale allo Sviluppo economico Mirco Carloni. Il ministero dell’Interno ha inviato una nota ufficiale per chiarire che ancora non è stata inviata alcuna circolare esplicativa sul Dl del 22 aprile. «La circolare – specifica il Viminale – è in corso di definitiva stesura e verrà adottata quanto prima». «E’ imbarazzante – continua Carloni, eletto con la Lega – perché per due settimane abbiamo parlato con il governo per far approvare un disciplinare che prendeva in esame tutte le problematiche possibili e ci siamo ritrovati invece con indicazioni che hanno creato solo fraintendimenti. In particolare avevamo chiesto l’apertura di bar e ristoranti all’aperto e al chiuso senza differenze di trattamento riguardo gli orari».
Carloni, che viene da una famiglia di ristoratori, si dice amareggiato per quanto stabilito dal governo per il settore. «E’ mortificante aver lavorato ed essersi confrontati attraverso la Conferenza delle Regioni su tutte le possibili variabili e ritrovarsi con norme non chiare. Siamo stati contattati da prefetti, amministratori e sindaci di tutta la regione per sapere cosa volessero dire le disposizioni date. Lunedì ci sarà un nuovo confronto e vedremo di far capire ancora meglio quali sono le esigenze degli esercenti».
Intanto già ieri la Regione era intervenuta con un contributo interpretativo con l’obiettivo di chiarire i dubbi più significativi. In particolare ha precisato che tra le attività che potevano svolgere l’attività all’aperto definite dal Dl Riaperture con la dicitura “attività dei servizi di ristorazione” si intendevano anche bar, pub, gelaterie, pizzerie e attività simili. Ha poi sottolineato che l’attività all’aperto può essere svolta anche sotto portici, loggiati, verande, balconate, dehors almeno aperti su tre lati. Per tornare all’agognato caffè o ai classici caffè e cappuccino le alternative sono sedersi al tavolo e attendere o sfruttare il servizio da asporto, prelevarli e poi sedersi al tavolo per consumare.
buongiorno vicepresidente, il diritto alla salute dei cittadini viene prima o dopo?
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Avreste dovuto chiedere una consulenza al presidente della regione Sardegna
…in alternativa a Fontana
un bel tacer non fu mai vano, come usava dire mia Suocera..
Se la sua famiglia aveva un’altra attività, avrebbe fatto le stesse rimostranze?
Aprite tutto nel rispetto dei protocolli e facciamola finita con queste mezze misure da cerebrolesi!!
Autorizzata dalla Questura di Trieste, domenica 25 aprile a Trieste si terrà in Piazza Unità d’Italia una pubblica manifestazione spontanea, apolitica e apartitica tesa a rivedere la libertà di scelta nel pieno rispetto della dignità e dell’inviolabilità dell’essere umano per un presente scevro da ricatti e restrizioni, degno di essere vissuto al fine di garantire un futuro luminoso al nostri figli. Il manifesto è firmato da un medico immunologo, da un medico psichiatra e psicoterapeuta, da un dottore in biotecnologie mediche, da un avvocato penalista e da altri medici e sanitari per la libera scelta, dall’associazione culturale “Mater Dei”. Questo è il manifesto pubblico.
Ormai la protesta per delle decisioni che rasentano il ridicolo, come denunciano gli amici “per un caffè al banco”, dimostra che pure il governo Draghi è costretto alle corde come il precedente. Soprattutto il capo del governo, ossia il professore Draghi, esperto in finanze, si sta coprendo di ridicolo mantendendo al potere una nullità elettorale e collezionista di fallimenti come il ministro della Sanità, succube delle decisioni di sanitari che dormirebbero sonni tranquilli se l’Italia diventasse tremebonda e chiusa in casa, e senza più una classe media. Un Sileri sarebbe più credibile come ministro al posto di Speranza, per lo meno perchè è un medico…
Fino ad oggi opinioni diverse da quelle ufficiali su come affrontare il Covid e su come rimettere in moto l’economia non sono state prese in considerazione. Anzi sono state censurate sia sui fogli di informazione, sulle televisioni pubbliche e perfino sui social.
Norme bizantine. “Dehors aperti almeno su tre lati”. E perché non due? Si studiano protocolli complicati e poi sono le stesse autorità a disconoscerle. Basti pensare a quanto fu deciso un anno fa proprio per bar e ristoranti e oggi non più valido. Sono solidale con baristi e ristoratori additati da mesi come i veri unici untori del Covid.