Nella foto Civitanova e alcuni ristoratori: da sinistra Massimo e Ilenia Garofoli di Mescola, Antonia De Battista di Noi restaurant, i fratelli Daniele e Gerry Mecozzi di Casablanca e Massimiliano Gigli de La Greppia
di Laura Boccanera
«L’ennesima presa in giro». Le parole del premier Mario Draghi che ha anticipato al 26 aprile la riapertura dei ristoranti in zona gialla, ma solo all’aperto, non sono state accolte molto favorevolmente dai ristoratori di Civitanova.
Massimo e Ilenia Garofoli
I punti critici sono la possibilità di somministrare i pasti solo all’esterno e il coprifuoco mantenuto alle 22 pur potendo rimanere aperti a cena. Le problematiche a Civitanova variano da locale a locale, ma unanime o quasi è il giudizio sul provvedimento che sembra essere più un contentino che non una riapertura strutturale e ragionata.
«Tra niente e poco è meglio poco – ammette Massimo Garofoli di Mescola – ma prima di esprimermi aspetto di leggere nero su bianco il provvedimento e capirci di più. Ci sono aspetti che non sono ancora chiari». Il ristorante si trova nella frequentatissima Piazza Conchiglia, zona di ritrovo e di grande frequentazione da parte di giovani e giovanissimi e lo chef Garofolo ammette preoccupazione per il rischio di assembramenti: «vorrei poter tornare a lavorare tranquillo senza dovermi preoccupare di fare attenzione anche sugli spazi pubblici che non ricadono sotto la nostra competenza. Anche perché la salute viene prima di tutto e mi auguro che le istituzioni possano far fronte con la richiesta costante di controlli e presenza di forze dell’ordine sulla piazzetta. E’ una maggior sicurezza anche per noi ristoratori».
Gerry e Daniele Mecozzi
Più critico Daniele Mecozzi del ristorante Casablanca sulle colline civitanovesi: «intanto è qualcosa, un inizio, ma non pensiamo che sia utile da un punto di vista commerciale per il nostro lavoro. Certo, è una piccola ripartenza per rimettersi in moto. Noi abbiamo 300 posti all’aperto, ma la domanda è: la gente poi ci mangerà con queste temperature? E la veranda va considerata all’aperto o è chiuso? Ad ogni modo è una presa in giro per un Paese come l’Italia. Sono stato in Albania e loro hanno fatto solo l’anno scorso il lockdown, i contagi sono in calo e l’economia non ne ha risentito. Qui qualcuno prima o poi dovrà prendere atto di aver fallito».
Rimarrà chiuso invece Massimiliano Gigli del ristorante La Greppia sul lungomare nord. Una decisione sofferta ma inevitabile per la tipologia del suo locale, un ristorante storico di pesce alla fine del lungomare nord: «io non apro, è impossibile.
Massimiliano Gigli
All’esterno ho 8 posti nel dehor, questa è l’ennesima presa in giro, fino a febbraio ci hanno fatto lavorare al chiuso, ci hanno costretto ad adeguarci, noi siamo passati da 120 posti a 70, abbiamo adeguato l’hccp col pacchetto Covid spendendo altri soldi, igienizzato tutto, messo i distanziatori e ora ci dicono che non va più bene e si mangia solo all’aperto. Allora perché non mettere anche le scrivanie degli uffici all’aperto? Passa ancora una volta il messaggio che i contagi avvengono nei ristoranti, quando invece noi che abbiamo sempre tenuto tutto in ordine, con le prenotazioni e i nominativi di tutti i presenti conservati per 15 giorni non abbiamo mai avuto problemi». Gigli è sconfortato anche perché sperando in una ripartenza aveva fatto ulteriori investimenti in centro, in un locale di prossima apertura in corso Dalmazia: «Avevamo sistemato un localino nuovo, cercando di pensare positivo e andare avanti – commenta angosciato e amareggiato – e anche qui fuori abbiamo solo la disponibilità di 4 coperti. Mentalmente sono molto provato, non so più cosa dire ai miei dipendenti e collaboratori, ma non ci sono le condizioni per riaprire, non con 8 e 4 coperti».
Antonia De Battista
Critica invece la misura del coprifuoco Antonia De Battista di Noi Restaurant di via della Nave. Il suo è un piccolo ristorantino, con un ampio spazio esterno sul vicolo, ma la misura del coprifuoco le rimane inspiegabile: «E’ una presa in giro questa riapertura all’aperto. In Italia non c’è l’abitudine di mangiare fuori finché non è molto caldo e non credo che la clientela si abitui così in fretta, specie se le temperatura rimarranno così per un po’ e soprattutto di sera. E poi perché il limite delle 22, a che ora dovremmo far cenare i clienti? E tutto questo senza aiuti dallo Stato e nemmeno il sostegno comunale da parte del comune. Si parla di rilancio del turismo, della stagione balneare, ma noi ristoranti siamo stati lasciati soli».
E chi non ha lo spazio esterno come fa ? Se lo inventa ? Occupa un marciapiede abusivamente ?
Buffoni...
Stesso provvedimenti in stati che non beneficiano della nostre temperature, né sono felici e non vedono l ora....idem a padova
Qualcuno ha capito se la regola vale solo per la cena o anche per il pranzo?
Sempre qualcuno scontento...
Scusate ma chi non ha spazio all aperto che fa sta chiuso ?
È pur vero che San Marino è piccola ed è passata solo una settimana dalle aperture (12 Aprile) ma la ristorazione ancora non decolla.... I ristoranti da lunedì scorso hanno riaperto la sera, ma al momento non si registrano corse ai tavoli, dato che il servizio deve essere interrotto alle 21.30 e la clientela è solo quella locale, visto che gli italiani non possono ancora andarci. La campagna vaccinale sul Titano procede veloce; su 33 mila abitanti, 18mila hanno già ricevuto almeno la prima dose. Tra i clienti che chiamano i locali, però, non si respira la serenità di un tempo. Si nota una differenza sulle fasce d'età Chi ha qualche anno in più sta un po' sulle sue, è molto timoroso, chiede determinate garanzie, e se ci sono molti prenotati non vengono. Mentre la fascia più giovane è più spigliata. La decisione di riaprire i locali pubblici la sera fa contenti i ristoratori, anche se non è che dal punto di vista lavorativo ci sia tutta questa corsa al ristorante. Le aspettative potrebbero salire per la prossima settimana, quando l'orario di apertura sarà esteso alle 23. In questo periodo dell'anno si sarebbero già visti i primi visitatori, ma le vie del centro storico sono pressoché vuote, e molti dei negozi dedicati ai turisti, come quelli di souvenir, hanno scelto di rimanere chiusi...vediamo nei prossimi mesi cosa succederà
Una decisione vergognosa una presa in giro per noi ristoratori Dal 26 Aprile oltre al colore bisogna vedere bene il meteo
Natascia Bigoni con sto freddo.... Per carità non spendere altri soldi per comprare i funghi caloriferi...
Una presa in giro
Mi dispiace tanto ma certo che è una presa in giro, chi mangia fuori prima di giugno ,fa ancora freddo lo fa per farvi stare buoni ma questo è il governo dei migliori quindi bene così
Ci prendono in giro ci da la contentino
Basta aumentare i prezzi nel menù .....
Tranquilli ! Riaprirà tutto quando la gente non avrà più soldi da spendere !
Metti a pranzo o cena fuori co ste temperature in montagna
Un altra presa in giro, se devo andare al ristorante per mangiare con il cappotto preferisco stare a casa
Eddai su è logico, allora, i ristoranti possono aprire ma solo allaperto, invece a pasqua e a natale, non potevi uscire, però potevi stare al chiuso dentro quattro mura con altra gente cioè più logico di così non si può suvvia
Io sto pensando di riservare due tavoli all'aperto per Draghi e Speranza...A 800metri di altitudine dovrebbero star belli freschi
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I mezzi pubblici saranno cabriolet?
Sembrano le regole del giro dell’oca: se fai sei, ritorna all’inizio. Una serie di misure una più ridicola dell’altra. Una specie di gioco per bambini stupidi. Cioè noi italiani imbecilli
La stupidità delle regole dipende dal fatto che in questo momento il Governo è formato da forze diametralmente opposte e con una diversa visione del superamento della pandemia.Chi vuole riaprire indistintamente e chi si affida alle premure consigliate dal Cts.Risultato non si accontenta nessuno nonostante ci sia chi accampa chissà quali meriti visto che anche il suo partito avalla la scelta finale.