Daniele Zucchini
Spostamenti tra comuni, sul divieto la Confartigianato chiede un incontro con le Prefetture e la Regione. Il problema è che tale misura impedisce ai clienti di andare da parrucchieri, estetiste e anche delle lavanderie. «Il divieto di spostamento extra comunale sta generando per le attività di servizi alla persona conseguenze sempre più pesanti, gli incassi scendono vertiginosamente – afferma Daniele Zucchini, presidente regionale di Confartigianato Benessere -. Come Confartigianato abbiamo chiesto la possibilità di incontrare le Prefetture, visto il loro diniego alla linea interpretativa della Regione, per esprimere le difficoltà degli operatori e le conseguenze della situazione sugli utenti, tenendo presente anche che il congelamento del provvedimento regionale con il quale si consentiva di poter accedere ai servizi alla persona nei Comuni limitrofi a quello di residenza o domicilio ha suscitato malcontento e proteste da parte di alcuni sindaci, soprattutto di quelli ai comuni di minor dimensione demografica, nei quali molte volte questi servizi non sono presenti».
Nel dibattito interviene anche Enrica Pigliapoco, presidente regionale di Confartigianato Estetica: «Sensibilizzare la popolazione e gli operatori economici ad attuare e svolgere comportamenti corretti contro la diffusione del virus non implica il divieto di svolgimento di attività dei servizi alla persona, che danno evidenti garanzie di sicurezza per la tutela dei clienti e degli stessi operatori, indipendentemente dal fatto che il fruitore-utente del servizio provenga dal territorio dello stesso comune o da uno limitrofo o vicino – specifica Enrica Pigliapoco -. L’intento e la finalità della norma, a nostro parere, è quello di evitare attraverso gli spostamenti non controllati, elementi di ulteriore pericolosità, non quello di impedire attività economiche». «Numerosissime – sottolinea Barbara Tacconelli, responsabile benessere di Confartigianato Imprese Marche – sono le casistiche di comuni con superfici di minori dimensioni o quei comuni che hanno nelle proprie zone produttive le attività in questione concorrenti ed insistenti su confini tra due o addirittura tre comuni, per i quali un’applicazione così pedissequa della norma appare un’inutile compressione delle opportunità economiche e civili di importanti comparti della nostra economia e della nostra comunità territoriale. Concetti esposti chiaramente anche da Anci Marche, a firma della sua presidente Valeria Mancinelli, la quale ha evidenziato in una nota alle Prefetture come l’impegno congiunto di istituzioni, operatori economici e cittadini e le misure stabilite per consentire il corretto svolgimento dei servizi, diano sufficienti garanzie per la tutela dei clienti e degli stessi operatori, indipendentemente dal fatto che il fruitore del servizio provenga dal territorio dello stesso comune o da uno limitrofo. Rivolgiamo quindi un invito alla regione Marche ed alle Prefetture, affinché possano essere individuati i protocolli idonei per rendere possibile la mobilità anche in Comuni diversi da quelli di residenza o domicilio, per poter accedere a questi servizi».
Ma alla fine se è solo su appuntamento e si rispettano tutte le norme di sicurezza, cosa cambia se la cliente è del posto o fuori comune?
Oggettivamente non se ne avverte l'impellente necessita'
Invece i negozi non sono in difficoltà!!!!! Siamo tutti nella stessa barca
È troppo difficile pensare alla mancanza di cerimonie, feste ed altre occasioni dove si andava di proposito per non apparire sciatti.
Possono ritenersi fortunati che non li abbiano proprio chiusi e criminalizzati come fossero tra i maggiori responsabili dei contagi, tipo le palestre.
Se nn aprono il 3 dicembre sta volta L Italia si fa male lo ha detto anche la bce europea! Altro che covid e ospedali pieni
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