Pezzanesi, fuoco amico sulla Regione:
«Ci hanno bloccato l’ospedale
Si sbrigassero con il Piano sanitario»

TOLENTINO - Il sindaco in ripresa dopo l'incidente commenta la situazione della sanità e punta il dito contro la Giunta Acquaroli: «Siamo indietro di 30 anni. E’ un’emergenza assoluta, ho visto contagiati Covid in piedi senza più una barella dove appoggiarsi. Porterò a conoscenza delle famiglie del mio Comune quali sono le non intenzioni di questi signori: parlano di ospedali sul territorio e la prima cosa che fanno è toglierne due»

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Giuseppe Pezzanesi

 

di Luca Patrassi

Dire che il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi sia adirato, è riduttivo. Il primo cittadino cremisi, quello che dieci anni fa mandò all’opposizione il centrosinistra che aveva sempre governato dal dopoguerra, quello che al turno successivo vinse al primo turno quasi da solo con la lista civica, è furente. L’infortunio di alcune settimane fa – la caduta da una pianta – gli ha fatto vedere la sanità maceratese dalla parte delle radici, ma non è solo questo quello che ha mandato su tutte le furie il sindaco Pezzanesi. Da un lato, appunto, lo stato della sanità nell’emergenza Covid e dall’altro lo stop di fatto alla ricostruzione del nuovo ospedale di Tolentino, progetto finanziato da anni con i fondi del terremoto e che doveva andare a gare un mese fa. Tutto fermo.

Pezzanesi, anzitutto come procede la riabilitazione?  «Sono sdraiato, ho avuto un infortunio grave, ma sono vigile ed attento, spero di tornare attivo al 100% a breve termine».  Intanto però Pezzanesi ha “sfruttato” i giorni di degenza ospedaliera per capire come è la situazione dei servizi sanitari.  «Sarà il destino che ti fa vivere e scrivere in un dato momento e in un dato luogo una pagina della tua storia. In questi giorni ho potuto vivere l’ospedale dall’interno, ho seguito la trafila come tutti. Penso che sul fronte sanitario siamo indietro di 30 anni, non dico dei sanitari che danno il massimo. Ho visto il Pronto Soccorso nei giorni del Covid tra pazienti contagiati e pazienti che non lo erano, ho visto le separazioni dei percorsi solo dichiarate. Capisco l’emergenza Covid , ma la sanità è fatta di emergenze tutti i giorni in Oncologia, Ortopedia, Chirurgia. Non ci si può far travolgere da una ondata peraltro preventivata. Medici, infermieri, Oss, tecnici sono tutti oltre il limite, oltre la soglia di tolleranza. Alla dirigente regionale dell’Asur Nadia Storti ho detto che non può parlare di sanità che funziona, la Regione non può fare dichiarazioni rassicuranti. E’ un’emergenza assoluta, ho visto contagiati Covid in piedi senza più una barella dove appoggiarsi».

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L’ospedale di Tolentino

Pezzanesi inquadra la Regione, in particolare la nuova giunta regionale: «Faccia presto i suoi calcoli e dica quale è il nuovo piano sociosanitario. Per ora colgo due aspetti negativi. Hanno bloccato il nuovo ospedale unico e con esso dieci anni di lavoro: peraltro io all’inizio mi ero battuto per una diversa localizzazione, a 12 km dalla Pieve. L’altro aspetto negativo è collegato: se prima la sanità non funzionava, bloccando i nuovi ospedali può solo peggiorare. Si sbrighino a fare questo gran piano, almeno non blocchino tutto. A luglio il progetto per l’ospedale di Tolentino era passato alla conferenza dei servizi, l’appalto doveva partire il mese scorso, è tutto fermo, e nemmeno hanno la correttezza istituzionale di far conoscere ai ventimila abitanti di Tolentino i motivi dello stop. Ora parlano di demolizione progressiva dell’ospedale, non sanno di cosa parlano: come fanno a demolire e a tenere attivi i vicini reparti della Dialisi, gli ambulatori, il Distretto? Avevano parlato di un problema legato ai dializzati, ma avevamo promosso incontri e trovato una soluzione indicando anche i locali per ospitare il servizio. Ora ci dicono che nei container non è il caso: ma come a Macerata e a Civitanova hanno riempito i parcheggi dell’ospedale, ci sono stati anche pazienti gravi e a Tolentino non si può fare?».

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Giuseppe Pezzanesi e Filippo Saltamartini

Pezzanesi è inarrestabile: «Dietro a questo non c’è il piano sanitario ma la volontà di bloccare anche Tolentino. Parlano di abbattimenti progressivi ma di cosa parliamo…a chi vogliono prendere in giro? Dicano alla comunità tolentinate, che peraltro li ha pure votati, cosa vogliono fare. Mancano i medici e loro assumono undici funzionari amministrativi. Non ho pregiudizi nei confronti di nessuno, parlo tranquillamente con tutti, e lo dico pure a questa stratosferica amministrazione regionale che non ci ha ancora dato un segno di vita. L’amico ed ex buon sindaco di Cingoli Filippo Saltamartini è sparito dalla circolazione e non mi dice nulla. Una città di ventimila abitanti aspetta la ricostruzione del suo ospedale mentre in questi giorni si vedono sprecare decine di milioni per la sanità improvvisata, ad iniziare dalle prolunghe per portare l’ossigeno. Ditemi se tutto questo è credibile da parte di una amministrazione regionale, nemmeno un grazie, nemmeno una telefonata, non avrò alcuna indecisione: almeno con quelli di prima qualche decina di milioni di lavori li abbiamo fatti, con quelli di oggi l’unica cosa che vedo è che me hanno bloccato l’ospedale fregandosene della città in quanto tale. Io, come amministratore, non ho sentito nessuno, due righe o una telefonata, un ringraziamento per il territorio che ha sostenuto il cambiamento». Il messaggio finale: «Porterò a conoscenza delle famiglie di Tolentino quali sono le non intenzioni di questi signori della Regione: parlano di ospedali sul territorio e la prima cosa che fanno è toglierne due. Una cosa però la voglio dire: a Tolentino decido io, non decide Roma».

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