Guido Bertolaso al porto
Guido Bertolaso ad Ancona per plasmare la struttura destinata ai malati affetti da Coronavirus. Due le ipotesi in campo per allestire cento posti di terapia intensiva: una nave oppure il PalaIndoor, il palazzetto della Montagnola già utilizzato in precedenza per le emergenze cittadine. Per realizzare il progetto, qualunque sia la location scelta, serve un investimento da 12 milioni di euro. «Il tempo stringe, questa è una guerra nuova, diversa, difficile» ha detto l‘ex capo della Protezione Civile, atterrato con l’elicottero, nei pressi del molo Clementino, attorno alle 10. Ad attenderlo, tra gli altri, il governatore Ceriscioli, il dg degli Ospedali Riuniti Caporossi, il presidente dell’Authority Giampieri. Nello scalo, sono stati eseguiti due sopralluoghi. La prima visita è avvenuta all’ex Carbonile, un tempo deposito utilizzato dall’Enel e ora in gestione alla Frittelli Maritime di Alberto Rossi, armatore anconetano che ha guidato Bertolaso all’interno della struttura. Il secondo sopralluogo ha interessato l’ex Tubimar, stabilimento industriale collocato sempre in zona porto. Infine, la visita al PalaIndoor, palazzetto della Montagnola che si trova vicino all’Inrca. E’ stato usato per accogliere gli ‘sfollati’ durante il Bomba Day dello scorso gennaio ad Ancona e le persone rimaste con la casa inagibile durante il terremoto del 2016. Il briefing finale tra Bertolaso e Ceriscioli è avvenuto all’aeroporto di Falconara. E qui sono rimaste in piedi le ipotesi della nave Covid, che sarebbe messa a disposizione dall’armatore Rossi, e del PalaIndoor, struttura già pronta.
Bertolaso con Ceriscioli
«Una nave – ha spiegato il governatore – con una capacità di carico per i camion da tradurre in uno spazio per la struttura sanitaria per le terapie intensive. Sarebbe una scelta interessante perchè oggi può servire alla Marche e domani altre parti d’italia che potrebbero avere bisogno in un secondo momento. L’altra idea è quella del PalaIndoor che è perfetto come dimensioni e sta vicino all’Inrca». Per il progetto, da cento posti letto di terapia intensiva, servono 12 milioni di euro. «I fondi – ha detto Ceriscioli – devono arrivare dalle donazioni private. L’appello va alle più importanti imprese marchigiane per la raccolta fondi. Dodici milioni di euro non sono una cifra impossibile, sono una cifra impegnativa ma è chiaro il progetto funzionerà solo se tutti quanti risponderanno all’appello. Si tratta oggi di raccogliere le adesioni, perché poi la donazione vera e propria andrà verso un soggetto, una fondazione che opera normalmente con la Protezione Civile e che collaborerà con lo staff di Bertolaso per realizzare questa importante infrastruttura. Quindi denaro privato, donazioni, per dare velocità all’intera operazione. Vediamo cosa maturerà nelle prossime ore perché la macchina che si è messa in moto è velocissima. Arrivassero queste prime indicazioni sotto il profilo del sostegno economico, l’obiettivo è di realizzare questo impianto nell’arco di dieci giorni. Si tratta di un’opera di grandissimo valore per la nostra sanità, per la salute dei nostri cittadini e per affrontare al meglio la situazione, giocando tutte le carte a vantaggio dei marchigiani». Affidarsi all’iter privato è una necessità logistica e dettata dai tempi stretti: coi fondi pubblici si dovrebbe ricorrere ad appalti, gare e a tutto il corso burocratico previsto per questi casi. La scelta tra il traghetto e il palazzetto, quest’ultimo, ad oggi, appare come il candidato ideale, «avverrà nel giro di 24 ore in base alle valutazioni che faremo con Bertolaso e il suo staff – spiega Ceriscioli –. Come al solito noi lavoriamo su numeri che ancora non ci sono, ma sono quelli che potrebbero essere da qui ad una settimana o dieci giorni. Aver messo in moto questa macchina aiuterà tutto il sistema nella fase più acuta. Poi lavoriamo anche sul resto: sui tamponi, sulle persone che stanno a casa, sulle strutture in uscita. Stiamo facendo un lavoro che cerca di coprire tutti gli aspetti dell’emergenza». Bertolaso è stato accompagnato ad Ancona dal primario di Rianimazione dell’ospedale di Lodi: «Il tempo stringe – ha detto l’ex capo della Protezione Civile -. Questa è una guerra nuova, diversa, difficile. Chi è stato in prima linea fin dall’inizio oggi trasferisce le esperienze a chi iniziando ad affrontare il problema. Si chiama gioco di strada. Speriamo che tutti in Italia lo capiscono e che tutti lo facciano».
(foto di Giusy Marinelli)
(servizio aggiornato alle 16,30)
Ceriscioli ottiene rinforzi: «Nuova struttura di terapia intensiva Bertolaso aiuterà le Marche»
Sopralluogo al PalaIndoor
Il Palaindoor di Ancona
vai a vedere anche quello che non è stato fatto col terremoto di 4 anni fa.......
Aiutateci
Ditegli che l ospedale di Recanati ha una settantina di letto con già i respiratori
Nelle marche ci sono tanti ospedali che negli ultimi anni sono stati depotenziati, che possono essere ora riconvertiti e sfruttati per il covid. Non c è bisogno di costruire una nuova struttura come in lombardia!
Se fa l'ospedale come le case dell'Aquila stiamo messi bene!!
Attrezzate quelli che avete chiuso..!!!
Ma le tasse che le paghiamo a fare?!?!
Oppure li possiamo mettere al nuovo ospedale di Campiglione di fermo ex sadam
per non riaprire gli ospedali se le inventano tutte
Ceriscioli, chiedili a Conte noi abbiamo già dato senza ricevere nulla in cambio tirateli fuori voi i soldi ! Chiedili a Benetton
Elemosina lui, ci potevi pensare prima di chiudere tanti ospedali!?!
Grazie di esistere Bertolaso!
E lo stato dov'è???
Caro governatore Ceriscioli, 12 milioni di euro se vuoi li trovi domani mattina, è sufficiente stralciare il progetto per l'ospedale unico di Macerata che costa solo 300 milioni !! E vedrai che così si libereranno molte altre risorse per rendere moderne ed efficienti le attuali strutture e alla fine avanzeranno pure tanti denari.
Ma meglio la nave così se l’emergenza finisce nelle Marche e scoppia in Sicilia la nave in 24 ore arriva laggiù.
Francesco Schiavoni giusta osservazione
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Le tasse le paghiamo allo Stato, ma quando occorrono i servizi ci deve pensare il “privato”. Come hanno già detto in molti, provate a riaprire gli ospedali che avete chiuso forse vi accorgere che costerà molto meno.