Calma piatta in casa centrodestra. Il candidato sindaco non si trova. La situazione di stallo che va avanti da molti mesi viene così rappresentata dai fotomontaggi immaginifici del poliedrico Filippo Davoli. I candidati non crescono sotto i cavoli e se la cicogna arriva ora li avremo pronti nel 2038.
I componenti del tavolo del centrodestra di Macerata sono ancora lì, fermi in stazione, ad attendere un treno che ancora non passa (vedi la vignetta di Davoli della scorsa settimana). Gli avevano detto di aspettare il voto in Emilia Romagna, ora però dovranno attendere la riunione del tavolo nazionale sulle candidature per le Regionali. Le cui decisioni ricadranno a cascata su Macerata. Salvini, Meloni e Berlusconi dovrebbero incontrarsi all’inizio della prossima settimana: nel caso arrivi l’ok della Lega per Francesco Acquaroli (al momento i segnali non sono distensivi) a Macerata la candidatura sarebbe targata Carroccio e con ogni probabilità corrisponderebbe al nome di Andrea Marchiori. Nel caso invece Salvini riuscisse nell’intento di far sue le Marche, a Macerata l’ultima parola dovrebbe spettare a Fratelli d’Italia e in questo caso aumenterebbero le chance di Francesca D’Alessandro. In molti punterebbero su Maurizio Mosca ma il suo rifiuto appare definitivo. Il tavolo cittadino del centrodestra tornerà a riunirsi giovedì e parteciperanno anche i coordinatori provinciali della Lega (Simone Merlini) e Fratelli d’Italia (Massimo Belvederesi) oltre a Forza Italia (Riccardo Sacchi). Un quadro confuso all’interno del quale si cercherà di trovare una sintesi e iniziare a parlare di candidato sindaco che al momento dovrebbe essere un esponente del tavolo visto che ancora non si è trovato qualcuno all’esterno tra rifiuti e auto-candidature bocciate. In ogni caso si dovrà aspettare prima la decisione sulle Marche e quindi il rientro in Italia di Giorgia Meloni, in partenza per Washington, dove il 7 febbraio parteciperà al meeting repubblicano. A maggio si vota.
(m. z.)
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Non mi pare che a livello nazionale vi sia molta preoccupazione nel centrodestra per le Marche, che a volte, quando si parla di situazioni regionali da confermare o da modificare nella scelta dell’aspirante governatore, nemmeno vengono nominate in televisione o nei giornali. Altre volte, quando capita di sentire da parte di qualche commentatore l’elenco delle regioni dove si voterà in primavera, le Marche spesso vengono addirittura dimenticate. In generale, in questa situazione di stallo, si parla molto della Puglia e, talvolta, della Campania, mentre le Marche finiscono nel dimenticatoio.
La sensazione è che la nostra regione, sebbene martoriata per il terremoto e alle prese con gravi problemi occupazionali, conti molto poco.
Ho l’impressione che il centrodestra faccia i conti senza l’oste, ossia l’elettorato. Il quale guarda poco ai simboli – salvo i fanatici di quei partiti – preferendo guardare al valore ed alla serietà dei candidati.
Tressette cò lo morto! Sarà il risultato della partita tra i tre statisti a definire il futuro politico di Macerata? Ma a parte l’orgoglio marchigiano così ben rappresentato in tutte le direzioni o meglio “debolmente” rappresentato da personaggi che si devono fa mmoccà da Roma la cosa più interessante è sapere chi giocherà col morto. Mi sa tanto Salvini che non lo vedo tanto in forma. Poi se Bommarito ha ragione e le Marche non contano una cippa, saranno ben contenti Meloni e Berlusconi di dargli il contentino. Rilancerà lo ciauscolo facendolo conoscere anche al nord se ancora non gli hanno tolto il passaporto. Mah!?!
Per fortuna dei marchigiani in ogni settore politico domina il confronto,davvero serrato,sui contenuti programmatici,ampiamente di battuti con l’elettorato.
Siamo davanti ad un dramma “analitico”, nel senso, purtroppo, non della analisi, della ragionevolezza, della ragione. La cosa è psicoanalitica, ma fino ad un certo punto…