di Silvano Iommi
Dopo quasi mezzo secolo sta tornando alla luce, in tutta le sua dimensione effettiva e caratteristiche costruttive, l’antico fontanile noto come “Fonte Cereseto” in contrada Morica. L’ultima volta che fu fotografato integralmente è stato verso la fine degli anni 60, mentre l’ultimo documento che ne attestava l’uso pubblico risale al sett. del 1911 quando alcuni residenti della zona lamentavano presso il Comune lo stato di pericoloso abbandono e degrado. La data di costruzione del fontanile sembra essere quella ancora perfettamente leggibile sul cartiglio in cotto murato nel frontalino: “12 agosto 1536”.
Tuttavia, è possibile ipotizzare che l’originario “bottino” di carico (privo di qualsiasi conduttura), da cui si poteva prelevare direttamente l’acqua di sfioro, sia molto più antico e quella data, così perfettamente incisa, potrebbe riferirsi ad una estesa ristrutturazione che proprio in quel periodo stava coinvolgendo tutti i fontanili pubblici del territorio comunale, soggetti ad un articolato programma di restauro e potenziamento dei vari sistemi idraulici voluto dai Governatori della Marca che si succedettero in quello scorcio di secolo. Ancora oggi da questa sorgente origina il fosso di Cereseto che costituisce il ramo est dell’evocativo “rio Lotere” o “Lutornario” o “Loterisco”, più comunemente detto “Lu tenè”, il quale, prima di scaricarsi nel “torrente Trutica”, raccoglie l’altro ramo del “rivus” che nasce dalla Fonte “pozzo del mercato”.
Volendo ricordare un’annotazione storicamente interessante si può dire che il sito di questo fontanile, oggi ricompreso nella Contrada Morica, sino ai primi anni venti del secolo scorso apparteneva alla scomparsa contrada “Elci”, toponimo chiaramente discendente da quello più antico e documentato (regesto fermano, cod. 1030), una prima volta nel 1083 poi ancora nel 1108 come “castrum Ilice”; uno di quei castelli viciniori assorbiti sin dall’inizio dalla formazione del Comune di Macerata. In conclusione, nello scorso mese di febbraio insieme all’amico Sauro Tombesi abbiamo prima disseppellito e deforestato il manufatto murario rimasto per decenni in fondo al fosso, oggi, con l’aiuto dei mezzi comunali, abbiamo iniziato a riaprire il primitivo sentiero che conduceva al fontanile, anche se non sarà più possibile ricostruire l’antica pavimentazione in cotto.
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Complimenti Architetto Iommi e ai suoi valenti compagni d’ avventura. Macerata ritriva pezzi delle proprie origini e della propria identità. Un vero e proprio progetto che andrebbe valorizzato.
…e per consacrare le origini e l’identità di Macerata, lì si potrebbe fare un bel centro di accoglienza, valorizzando, con le risorse, il posto!! gv
Mago Silvan o Indiana Jones? Le continue scoperte di Silvano sono frutto di una magia o di una paziente ricerca? Comunque complimenti!
Caro Silvano il tuo lavoro, leopardianamente, “matto e disperatissimo”, nobilita la nostra storia, recupera e persino reiventa. E’ quanto può o potrebbe servire alla nostra Macerata: un piano del ricordo storico, senza nostalgia, ma con orgoglio. In Francia avrebbero amplificato e utilizzato questo tesoro. Approfitto per farti gli auguri di compleanno. Guido
“Qui non c’è acqua ma soltanto roccia
Roccia e non acqua e la strada di sabbia
La strada che serpeggia lassù fra le montagne
Che sono montagne di roccia senz’acqua
Se qui vi fosse acqua ci fermeremmo a bere
Fra la roccia non si può né fermarsi né pensare
Il sudore è asciutto e i piedi nella sabbia
Vi fosse almeno acqua fra la roccia
Bocca morta di montagna dai denti cariati che non può sputare
Non si può stare in piedi qui non ci si può sdraiare né sedere
Non c’è neppure silenzio fra i monti
Ma secco sterile tuono senza pioggia
Non c’è neppure solitudine fra i monti
Ma volti rossi arcigni che ringhiano e sogghignano
Da porte di case di fango screpolato
Se vi fosse acqua
E niente roccia
Se vi fosse roccia
E anche acqua
E acqua
Una sorgente
Una pozza fra la roccia
Se soltanto vi fosse suono d’acqua
Non la cicala
E l’erba secca che canta
Ma suono d’acqua sopra una roccia
Dove il tordo eremita canta in mezzo ai pini
Drip drop drip drop drop drop drop
Ma non c’è acqua.” (the waste Macerata)
Fonte?1536?Sembra un pozzetto di raccolta delle acque di scolo e molto più recente.comunque sia quello che sia verranno a frotte,come a Pompei tale il valore di tale “scoperta”.
Niente è più forte di lui, pensavo che parlando di fonti non avesse spazio di manovra e invece è riuscito ad infilare anche quì il suo argomento principe, l’unico.
Come Carcagno s’era fissato sulle pocce della serva il buon Giuseppe è fisso sulle “risorse”.
Ormai gli unici articoli dove non le inserisce sono i necrologi.
Temo si stia organizzando anche per quelli.
…e poi non ci sono solo le risorse clandestin…ehm..straniere, no, ce ne sono anche di italiane e Ve le raccomando proprio, queste si che sono veramente uniche!! gv