Una delle case di terra a Macerata, in parte crollata
Villa Ficana con il suo ecomuseo (in apertura il prossimo 21 maggio – leggi l’articolo) entrerà a pieno titolo nell’associazione internazionale “Città della terra cruda”, ma le altre case di terra di Macerata sono abbandonate all’incuria da anni. A segnalarlo l’architetto ed ex assessore comunale Silvano Iommi: «Se veramente Macerata vuole entrare nell’associazione internazionale “Città della terra cruda”, non deve occuparsi solamente della museizzazione di Villa Ficana ma anche del recupero delle vere case di terra sparse nel nostro territorio comunale – dice Iommi – Un patrimonio in profondo degrado che insieme agli antichi fontanili rappresenta la vera identità storico-paesaggistica del nostro territorio agricolo». Iommi, che per Cronache Maceratesi ha curato la rubrica “Macerata sommersa” proprio alla riscoperta degli antichi fontanili del territorio (guarda l’intervista video), punta l’attenzione soprattutto su alcune case di terra in contrada Vallebona e contrada Pace. Testimonianze storiche abbandonate o, in alcuni casi, ormai irrimediabilmente rovinate dall’incuria. «Sono proprietà private in abbandono totale – dice Iommi – il Maceratese era un centro per le case di terra cruda. Qualche anno fa un censimento della soprintendenza per i Beni ambientali e architettonici delle Marche aveva elencato le case di terra a Macerata, a Corridonia, alcune anche a Pollenza. È un patrimonio che va recuperato». E del patrimonio paesaggistico che rende unico il territorio maceratese si tornerà a parlare il 26 maggio, nel convegno “L’identità paesaggistica di Macerata, dalla distruzione ordinaria alla manutenzione straordinaria”. A partire dalle 16 nella sala consiliare della Camera di commercio in via Lauri interverranno Claudio Fraticelli, Mariella Troscè, Enzo Fusati, Simonetta Torresi e Silvano Iommi.
(Fe. Nar.)
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
non si può obbligare un proprietario di una casa di terra a farla tenere in piedi con manutenzioni continue! è una pretesa assurda! dal momento che basta una forte pioggia a farle venir giù è normale che vengano abbandonate dai proprietari
Raderle definitivamente?
Sono un pezzo della nostra storia, della nostra identità, delle nostre radici, talmente legate alla terra che essa veniva usata anche come materiale da costruzione.
Prevedere dei piccoli aiuti economici ai proprietari per la loro manutenzione non sarebbe una regalia, ma un investimento in favore dell’intera collettività. Queste case, una volta ristrutturate, potrebbero essere inserite nell’offerta turistica della città, a testimonianza reale, e non farlocca, del passato.
Condivido, il commento dell’ Avv. Bommariito, ritengo un’ottima idea ricercare degli incentivi a favore dei proprietari affinché si conservi un pezzo di storia della nostra terra che non può di certo essere dimenticato.
Certamente non si possono obbligare i proprietari dei fondi, ci mancherebbe, ma dare degli aiuti economici affinché si conservi e si possa mantenere un patrimonio d’interesse pubblico e collettivo, quello si, penso sia una idea a favore della riscoperta delle nostre radici, che di fatto possono essere ravvisabili anche in queste costruzioni.
Ritengo che le ricerche dell’Arch. Silvano Iommi, dimostrino l’amore che vi è per un territorio, che a mio avviso ancora risulta inesplorato, in primis proprio a noi Maceratesi che lo viviamo quotidianamente.
Penso sia importante riscoprire le bellezze ed i nostri tesori, non solo come ricerca storico – culturale o meglio antropologica del nostro passato, ma anche come stimolo e spunto per una proiezione turistica ancora non appieno attuata o meglio rilanciata ad un pubblico più vasto non solo a livello nazionale.
Pertanto, prima di spingere verso la pubblicizzazione esterna delle nostre ricchezze culturali, paesaggisti ed di altro genere, occorre acquisire piena consapevolezza della nostra storia attraverso la ricerca, così come proposta anche da Silvano Iommi, che con passione dedica del tempo a ricercare e vedere aspetti del nostro paesaggio, a volte dimenticati a volte da riscoprire.
L’appuntamento organizzato per il 26 maggio, alla camera di commercio dall’ Ass. Reggia Picena, credo possa essere importante ai fini di questa ricerca e studio continuo sul nostro territorio, sulla nostra terra !
Il contributo di Silvano Iommi è prezioso ed assai attuale anche in prospettiva del convegno nazionale che si terrà nelle prossime settimane a Macerata dove potrebbe essere presentata una proposta di recupero anche di altri immobili.