L’ex premier Renzi all’inaugurazione della Civitanova-Foligno un anno fa
“Le opere d’arte che terranno banco nei prossimi anni non saranno quelle del Barocci, del Pinturicchio e del Rinascimento marchigiano, ma quelle di calcestruzzo, un segno di una continuità a dir poco inquietante tra vecchi e nuovi governanti”. Legambiente entra a gamba tesa su una delle opere viarie più costose realizzate negli ultimi anni in Italia, la famosa Quadrilatero. Sono ufficialmente partiti, infatti, i cantieri per la realizzazione della Pedemontana Fabriano-Muccia, un’intervalliva già prevista dalla Quadrilatero che, partendo da Fabriano, attraverserà i comuni di Castelraimondo, Matelica e Camerino, sino ad interconnettersi all’altezza della Sfercia con l’altro lato della mega opera, la Civitanova-Foligno portata a termine recentemente. Costo complessivo previsto 2 miliardi e duecento milioni di euro, quasi 4 mila miliardi e mezzo delle vecchie lire: la stessa cifra che l’Europa si è impegnata a dare a l’Italia per i danni del recente terremoto. Costo previsto della Pedemontana Fabriano-Muccia circa 320 milioni di euro. Il Governo ha inserito il progetto, originariamente pensato da Berlusconi e Lunardi nella legge-Obiettivo, nella legge “Sblocca-Italia”, il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) ha stanziato le somme, la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato i decreti di occupazione d’urgenza delle aree ed i relativi espropri.
“È forse il caso di ribadire che non siamo contrari né alle strade, quando servono, né, tantomeno, all’ammodernamento delle infrastrutture – aggiunge Legambiente -. Ma qui siamo davvero all’assurdo. Il Progetto Quadrilatero è partito quasi venti anni fa con uno studio della società internazionale Price Wather House and Coopers, il cui costo economico sarebbe stato sostenuto dalla “cattura di valore” economico-finanziario, in parte prodotto dalle aree beneficiate dal passaggio della Quadrilatero, aree ben individuate in un Piano di Area Vasta (Pav) e dislocate lungo l’arteria, nonché dai contributi derivanti dal versamento della tasse camerali e dall’Imu dovuti allo Stato dai proprietari dei capannoni dei territori attraversati dall’arteria. L’effetto dell’infrastruttura sarebbe stato l’aumento di migliaia di nuovi posti di lavoro. Solo dalla realizzazione della Pedemontana Fabriano-Muccia sono attesi in dieci anni 90.000 nuovi posti di lavoro. Ebbene, il castello originariamente previsto è drammaticamente crollato sotto i colpi della crisi economica che si è abbattuta sull’Italia e sull’Occidente”. Insomma, come sottolinea Legambiente, quello che nelle intenzioni doveva essere un project financing, ovvero un progetto finanziato da pubblico e privato, è finito per diventare una sorta di buco nero per le casse dello Stato, quindi per le tasche dei cittadini. I soldi dei privati, cioè, non si sono visti. “Abolita dallo stesso Berlusconi l’Imu, entrato in crisi il sistema camerale, non una sola delle aree di sviluppo previste nei Pav è divenuta realtà – continua Legambiente – il costo astronomico della infrastruttura è ricaduto interamente sullo Stato senza che un solo posto di lavoro in più, tranne quelli ovviamente delle maestranze impegnate nei lavori, possa essere ritenuto conseguenza diretta della Quadrilatero”.
Francesca Pulcini
“Oggi si replica con l’intervalliva Fabriano-Muccia – attacca Legambiente -. Chiediamo al Governo, alla Regione, ai sindaci (sino ad oggi all’unanimità): quale analisi economica sorregge l’impalcatura progettuale di questa mega-infrastruttura? Esiste una seria analisi “costi-benefici” dell’opera, attualizzata e corredata da proiezioni vere e non da fantasiose ipotesi, tutte smentite dalla realtà, come quelle elaborate dagli economisti della Price Wather House and Coopers e recepite dai nostri amministratori poco lungimiranti? Non esiste. Esiste un’indicazione delle priorità infrastrutturali dopo il terremoto devastante che ha sconvolto i nostri territori? Non esiste. Esiste un documento della Regione e del Governo contenente linee-guida per la ricostruzione post-sisma? Non esiste. Nell’assenza più totale di piani attuali di sviluppo, una colata di cemento si abbatterà sulle ‘colline del Verdicchio’, segnando irreversibilmente le linee armoniose del nostro paesaggio. Non si ragiona di ‘autostrade informatiche’ e di ‘banda larga’ ma di ponti, gallerie e viadotti”. Una bocciatura senza appello quella di Legambiente, da qui l’appello a cambiare tiro. “Crediamo che sia tempo di scelte, soprattutto in questa fase così delicata per le Marche – conclude Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche –. Siamo convinti che dalla crisi e dal terremoto si possa rinascere puntando sull’agricoltura di qualità, sulle attrattive del paesaggio e dei centri ricchi di storia e non sui piloni di strade. Ora più che mai è necessario investire sui servizi alle comunità e alle imprese, come ad esempio la banda larga, con l’obiettivo di aumentare il senso di identità e di appartenenza di questi territori e di creare la spinta per una rinascita che renda le Marche competitive, contemporanee e in grado di generare futuro”.
La pwc, Price Wather House Coopers, mi ricordo che certificava persino i bilanci di Banca Marche sino al 2011...
La attitudine a farsi male non sparisce mai da queste parti, neppure avanti alla evidenza di avere rotto l'isolamento della provincia che durava dall'800 con l'avvento delle ferrovie. Ora si tirano fuori improbabili conti su una struttura che oltre a cambiare l'assetto organizzativo innesca un cambiamento verificabile almeno tra 10 anni... boh va a capirli sto geni
Concordo. Dalle nostre parti si vive solo del presente non si programma il futuro. ..siamo sempre stretti
Ma potenziare la linea ferroviaria con più corse??? Ci sono anche i nuovi treni Swing e usiamoli bene, con orari migliori e perchè no, con offerte per famiglie e pendolari e magari dare ai turisti delle tessere per incentivare gli spostamenti coi mezzi pubblici e così invogliare a ritornare nelle nostre montagne, un po' come fanno in Trentino.
Se rimangono queste strade è difficile anche accontentare il turismo domenicale
Come hanno suggerito già altri, proporrei di spostare la sede di Legambiente da Montemarciano a Serravalle del Chienti, così magari capirebbero sulla loro pelle a cosa serve questa infrastruttura, l'ultimo baluardo che può impedire lo spopolamento dell'entroterra. Ma forse a Legambiente starebbe meglio un entroterra completamente spopolato. Ringraziamo invece chi ha deciso di investire finalmente quei soldi per infrastrutture che servivano come il pane ed erano attese da decenni e decenni, ben prima dello studio della PWC.
Opere faraoniche e tutti i commenti che volete...ma la Civitanova Foligno ha finalmente portato la viabilità delle Marche verso l'interno ad un livello decente...siamo finalmente usciti dal medioevo...e se non ci fosse stata come la mettevamo con la viabilità post sisma? Ha retto praticamente solo quella...e per fortuna direi!
Proprio un bel quadretto. Stampo la foto e ci faccio la cornice .
Meno male che ora esiste.
Allora va bene fare tutte ciclovie, e continuiamo a far circolare auto e camion sulle nostre vetuste strade, se fosse per loro non potresti tagliare nemmeno l'erba del giardino....si sono mai chiesti questi esperti come mai nei tempi passati non avvenivano i disastri odierni ? Prima c'era il vecchio contadino saggio che ripuliva i greti dei fiumi, ora è diventato tutto un serpaio perché il microtutto non può essere toccato secondo loro ....
Se chi comanda gli facesse un esposto e gli addebitasse tutte le spese dei danni causati dal loro comportamento cambierebbero le loro idee.
E io stronco Legambiente, per una volta che fanno un'infrastruttura...
Chi fa tutti i giorni Fabriano Camerino/val di Chienti sa benissimo che la pedemontana é una manna!! Poter percorrere quei 35km senza passaggi a livello, semafori, velox nascosti con il limite dei 50km/h! Il sogno di ogni pendolare poter finalmente fare quei 35km in tempi decenti....da Fabriano si arriva prima a Perugia che a Camerino!
Prima ci lamentiamo che non ci sono le strade e quando si fanno non le vogliamo....Come siamo strani noi italiani
Legambiente e' come gli animalisti e i sindacati: Portare l'Italia dritta dritta in africa. Poveri noi
Con quei soldi si sarebbero potuti fare migliaia e migliaia di chilometri di piste ciclabili, vero lega ambiente?
Una vergogna .....
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Che scoperta che ha fatto Lega Ambiente! Non è neanche il caso di dire “meglio tardi che mai” perché l’ambiente è stato abbondantemente deturpato già dalla superstrada Civitanova-Foligno. Svegliarsi ora ha veramente poco senso.
Perché non portano la Sede di Legambiente Marche a Serravalle di Chienti…..anziché a Montemarciano, vedrai poi come apprezzano la superstrada 77 completata! Sempre facile dire che certe infrastrutture non servono per quelli che non abitano nell’entroterra!
Certo, l’essere stati isolati per carenze viarie, ha certamente influito sul carattere. Certamente per chi vive nell’entroterra, la Superstrada ha aperto nuovi orizzonti ed anche per chi vive lungo la costa, l’incremento di turisti da Foligno sono una ottima opportunita’.
Tuttavia, non tutto cio’ che e’ stato detto da Legambiente e’ da buttare. Ad esempio, la ferrovia. La vogliamo fare a due binari e moderna? Soprattutto, che NON chiuda in Agosto?
Il costo della Quadrilatero non è stato sostenuto interamente dallo stato, ma in parte consistente anche dagli iscritti alle camere di commercio, che da anni pagano una quota aggiuntiva per l’infrastruttura.
L’idea che in tempi di crisi si debba fermare lo sviluppo, piuttosto che fare di tutto per rilanciarlo, a me pare raccapricciante. Spero che l’idea non sia quella di trasformare l’intero entroterra in riserva integrale, con buoni selvaggi intenti a rimirare Pinturicchio tutto il giorno. L’esperimento è già in corso sui Sibillini, dove proprio Legambiente collabora al progetto di reintroduzione del camoscio, operazione che prevede il divieto di pascolo per mucche e pecore. Un non troppo velato invito agli allevatori ad andarsene di lì. Per avere in cambio quello che sarà, una volta arrivato il sovrappopolamento, una bella e vasta riserva di caccia.