Dall’inviato
Maurizio Verdenelli
Il Grande Esule è a Roma, ai Parioli nel ‘suo’ Centro studi di Economia Reale -“reale? Sì, perché altrimenti che economia è?!”. Mario Baldassarri, maceratese, già viceministro dell’Economia (2001-2006) e presidente della commissione Finanze del Senato (2008-2013), docente a ‘La Sapienza’, è tornato a fare l’economista a tempo pieno. Ha fatto parte della celebre squadra dei ‘Reviglio boys’, partecipò con Romano Prodi all’ormai leggendaria seduta spiritica, nei giorni convulsi del rapimento Moro, dove emerse la traccia Gradoli (non sapientemente perseguita), è stato il padre dell’unica, grande infrastruttura viaria marchigiana… dall’impresa dei Mille (la Quadrilatero).
Scusi, professore, quando tornerà a Macerata? “Vorrei esserci per la recita di ‘Turandot’, sabato 29, ma resta altamente improbabile…”.
Perché? “Non so se alla fine trovo un posto, mi hanno già detto che è tutto pieno: sarà dunque difficile, molto difficile che mi facciano entrare in Arena”.
Ma come? Un padre della patria come lei, fuori dalla porta? E pensare che seppure in extremis, alla fine un posto anche se di prima fila, glielo riservarono il 28 luglio dello scorso anno, all’inaugurazione della ‘sua’ superstrada Valdichienti… (sorride) “Già, mi telefonarono in Sardegna appena due giorni prima: per non mancare presi in fretta e furia il primo aereo per il Continente. Facendo fare poi una pessima figura a Matteo Renzi, che magari la storia della superstrada non la conosceva tutta. Così dall’allora premier neppure venne un piccolo grazie verso chi per anni aveva voluto fortemente l’opera: con me, Gennaro Pieralisi, l’indimenticabile Ermanno Pupo e naturalmente Fabrizio Romozzi, cui si deve questa grande visione”.
Mario Baldassarri con Maurizio Verdenelli nel 1997 al cinema Italia per un convegno con Rocco Buttiglione e Maurizio Gasparri
Sia sincero, professore, tuttavia la ‘Cattura del Valore’ non si è vista in questo primo anno, e cioè il recupero previsto di 4.9 punti percentuali (12.500 milioni d’euro l’anno): quanto vale cioè in termini economici il gap che pesa sulle Marche per l’assenza di un asse adeguato. Se poi moltiplichiamo la cifra per gli ultimi 30 anni… diventa una montagna sulla strada del progresso di una regione che fu di vitale importanza manifatturiera in Italia, invece è ora una delle ultime… “Calma. Tornando allo Sferisterio, c’è sul frontale un’iscrizione che chiarisce tutto: parlo dei cento consorti che lo vollero. Nel corso della sua storia, l’Arena, stadio e poi passando per Buffalo Bill, grande palco e teatro all’aperto, ha promosso l’economia cittadina.
E’ stato un motore incessante, e lo è tuttora. Di Macerata è parte del Pil oltre a rappresentare il suo brand più conosciuto all’estero. Sarà così anche, ancora più potentemente, per la ‘maremonti’ che produrrà per i prossimi decenni effetti benefici sul territorio maceratese (meno costi nei trasporti, più turisti, più sviluppo industriale) non solo liberandolo dall’atavico isolamento. Sarà un’onda lunga e benefica. E guadagneremo più, molto di più del 5%. Ci può scommettere.”
Dunque anche lei, in riferimento alla superstrada, potrebbe essere uno dei ‘cento consorti’… “Già. Ma non solo di Valdichienti ha vissuto e vive la Quadrilatero. Si parla del nuovo approccio con l’Umbria grazie a questo nastro d’asfalto, ma si pensi alla valanga di turisti dal ‘Cuore verde d’Italia’ quando il prossimo anno sarà completata la Perugia-Ancona, come ha annunciato Guido Perosino (leggi l’articolo): gli umbri raggiungeranno grazie a questa strada le spiagge di Porto Recanati e a nord di Senigallia e più su ancora, di Fano e Pesaro. E’ sarà il record assoluto, ripeto assoluto, di velocità per una grande infrastruttura italiana la cui storia inizia appena nel 2003 quando il Cipe, essendone io il segretario, ha deliberato il primo finanziamento”.
Gennaro Pieralisi ed Ermanno Pupo il 28 luglio 2016 all’apertura dell ss77 (foto concessa da Fabrizio Romozzi)
Celebrerà un anno di superstrada con qualche dedica particolare? “Lo farò quando tutto sarà finito, quando cioè l’anno prossimo tutte le opere in cantiere di Quadrilatero (Perugia-Ancona e Pedemontana delle Marche) saranno completate. Per quanto riguarda la Valdichienti ricordo una cena a Colfiorito la sera prima dell’inaugurazione definitiva, noi il Quartetto che aveva fatto ‘la storia’. Brindammo. Era una ‘festa’ nostra privata, sapevamo già che il giorno dopo alla Palude (la Galleria dove avvenne la cerimonia ufficiale) nessuno ci avrebbe ringraziato. Più che quattro amici al bar, anzi al ristorante, eravamo quattro gatti ‘scalmanati’. C’era pure l’ex ministro Lunardi, che ci aveva sempre sostenuto. E c’era con noi, naturalmente a pieno titolo Pupo. Lo avevo scelto come vicepresidente di Quadrilatero per rappresentare la provincia di Macerata, mentre Gennaro Pieralisi quella di Ancona. Di lì a poco, prima di morire, Ermanno mi avrebbe telefonato ringraziandomi per aver contribuito a realizzare il sogno di tutta la sua vita: collegare finalmente il ‘suo’, il nostro, territorio all’Italia. Di recente ho ricevuto un’altra telefonata che mi ha fatto piacere: quella dell’ex sindaco di Civitanova, Massimo Mobili. Che aveva sentito l’impulso di dirmi ‘grazie’ dopo aver percorso con piacevolezza la maremonti”.
Civitanova, già: la superstrada ha quel terribile tappo. Lei ha una ricetta? “Sempre avuta, c’era un progetto già stilato e presentato a suo tempo dappertutto con massicce adesioni. Poi… eccoci ancora davanti al rosso di un semaforo. Vede, noi rispettando le regole, abbiamo sempre tagliato i tempi e preceduto gli altri. Un esempio? La Fano-Grosseto è ancora al ‘caro amico’ nonostante i vent’anni che separano i suoi primi lavori al ‘fenomeno’ Quadrilatero”.
Torniamo alla ricetta finale per la nuova Valdichienti… “Certo. Cavalcavia e parcheggio a Civitanova, la soluzione più semplice mai pervicacemente attuata. Ancora mi sto a chiedere il perché. Magari lo so. Poi, su Macerata, l’intervalliva a connettere Villa Potenza con Sforzacosta; al centro ecco l’arteria San Severino-Tolentino e a nord Sfercia/Camerino connessa a Fabriano. Ancora: una strada veloce da Porto Recanati all’uscita dell’A14, collegando i centri periferici dell’area recanatese, e rafforzando la Valpotenza. Sarebbe così vinta la battaglia centenaria per una viabilità importante del Maceratese. Non solo di ‘maremonti’ vive l’automobilista…”.
Se gli trovano uno ‘strapuntino’ in Arena, sabato lei assisterà ad un’altra Bella Incompiuta: ‘Turandot’… “L’opera di Puccini potrebbe essere tranquillamente testimonial di quasi tutte le grandi opere pubbliche italiane”.
Per completare Turandot, basta notoriamente non molto. Lei come farebbe? “Ci sono due correnti di pensiero: chi per la tradizione chi per l’innovazione. Allo Sferisterio, nel 1921 andò in scena l’Aida finanziata dal conte Conti e nel ’27, il memorabile concerto di Beniamino Gigli. Mio padre mi raccontò degli elefanti che aveva visto in Arena. In quasi cento anni molto è cambiato, ora ci sono i robot e l’intelligenza artificiale. Importante è mettere in scena, così come per le infrastrutture, qualcosa che coniughi velocità, tecnologia, affidabilità e bellezza. La superstrada possiede queste qualità anche se gli elefanti di Annibale forse non ci sono mai arrivati sull’altopiano di Colfiorito che il nastro d’asfalto solca con leggerezza, senza guastare il paesaggio, anzi proponendo un modo più suggestivo e più da vicino, di ammirarlo”.
Il premier ora è il nobile tolentinate Paolo Gentiloni, un figlio di questa terra come lei: se la sentirebbe di essere il suo ministro dell’economia? “No, perché si dovrebbe barcamenare come succede solitamente in un governo non saldissimo. Io ne so qualcosa come viceministro dell’Economia e Finanze, non certo perché Berlusconi non guidasse un governo forte”.
Un momento: perché allora? “Potentissimo era il ministro titolare, mi creda”.
Ultima domanda: come siete riusciti nella ‘mission impossible’, fare la strada? Nessuno ci credeva veramente a quel sogno all’inizio del Duemila: le Marche, il Maceratese non avevano mai contato a Palazzo quando c’era da tirar fuori i soldi. “Tre le ragioni. 1) Serietà, affidabilità, indipendenza. 2) La forza finalmente unita delle due province di Ancona e Macerata…”
La terza, scusi? “Non immagina? La tradizionale, profondissima ‘tigna’ marchigiana!”.
4/continua
Superstrada, c’è una trappola Cesare Bocci: “Insensato quel limite”
Un anno di Quadrilatero, viaggio lungo la Bella Incompiuta (Video)
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Belli gli allori di Baldassarri sulla pelle, la proprietà e le aziende degli altri ancora da liquidare dopo dieci anni. Stupendo poi l’osanna di alcuni suoi personaggi e collaboratori senza tener presente che i maceratesi conoscono bene la loro storia. C’è chi deve la propria fortuna a qualche ingegnere e chi deve la propria sfortuna all’arroganza di alcuni personaggi. Lei, prof Baldassarri, che si è seduto in un tavolo donato dalla mia famiglia in via di Fontanella Borghese, che è stato a colazione nel mio palazzo di famiglia grazie a un nostro parente e suo amico e amico anche di quell’ing. di cui parlavo sopra, ha fatto proprio un bel regalo alla mia famiglia, a mio figlio e a tanti altri marchigiani che, con le loro perdite e sofferenze, oggi gli permettono di gloriarsi della sua creatura. Farò venire alla luce, caro professore, tutta questa storia. Da persona civile avrei voluto fargliela constatare di persona e discuterne con lei, ma per quanto abbia tentato di contattarla, non mi è stato possibile. Avrei voluto farla all’inagurazione della superstrada, ma la sua amata Quadrilatero, pur avendo chiesto in qualità di capogruppo di minoranza del comune di Muccia, di essere presente, non me lo ha permesso perché l’inagurazione era riservata, salvo a scoprire poi dalle foto che c’erano cani e porci. Di più, l’alta sorveglianza della Quadrilatero, aveva dato ordine di allontanarmi se mai mi fossi presentata. Soddisfazione che non gli ho dato perché, grazie a Dio, conosco le regole della buona educazione e civiltà per cui, come si suol dire nel maceratese, ” chi va in un posto non invitato, o è matto o è ubriaco”. Io per fortuna non sono né l’uno né l’altro. L’educazione, la cultura, l’appartenenza a famiglia di tutt’altro stile dall’arroganza, dalla prepotenza, dal brillare di luce riflessa, mi ha salvato da tutto ciò. Se vuole sono ancora disposta a parlare con lei e anche a ricordarle qualche suo episodio di vita e nomi. Cronache Maceratesi è autorizzata, nonostante potrebbe trovarmi con facilità solo parlando con il suo amico arch. Romozzi, a darle i miei riferimenti.
La presenza allo Sferisterio di Macerata dell’ex ministro dell’Economia e Finanza, sen. Mario Baldassarri (che, avendo aderito all’iniziativa lanciata a suo tempo da Macerata Opera figura in capo alla lista dei Cento Mecenati) sarà assicurata domani sera alla ‘Turandot’, grazie al presidente della Provincia, Antonio Pettinari. Un altro forte protagonista del ‘fronte’ (interno) per una viabilità moderna sul territorio maceratese che il terremoto e soprattutto il blocco delle ‘Province’ in termini di spesa, ha messo ancora a rischio. Ma nel nome del Belcanto e dell’Oriente, per una sera d’estate, ricordando ad un anno esatto di distanza l’avvio felice della più importante opera pubblica viaria per le Marche del dopoguerra ad oggi (seppure, come noto, non benedetta) nessuna…stecca!
Caro Verdenelli,
il presidente della provincia, Antonio Pettinari, definito da lei “un altro grande protagonista del fronte per una viabilità moderna ecc. ecc.” fa la pariglia con la Quadrilatero e tutta l’allegra brigata. Se vuol constatare un esempio di viabilità moderna venga a vedere l’uscita provvisoria della superstrada su Muccia e vedrà che è stata ancora una volta penalizzata, con la prepotenza e l’arroganza del potere, un’azienda che rischia ogni volta che entra e che esce dalla sua proprietà perché senza segnaletica alcuna e in una strada senza larghezza regolamentare. Dobbiamo sempre e solo osannare? Le ho già rivolto telefonicamente, a proposito dei palazzi di Muccia, di gentilmente documentarsi prima di scrivere inesattezze, cosa che non mi sembra la sua specialità neanche in questa occasione.
Gentile Verdenelli
lei che può in qualità di giornalista, perché non chiede all’arch. Romozzi e al prof Baldassarri che fine ha fatto il geom. Germano Presta per aver respinto una riserva “concertata” tra Quadrilatero e CMC di €107 milioni di €? Glielo anticipo io: è stato licenziato in tronco e il licenziamento, presuppongo, che glielo consegnarono personalmente, se non ricordo male, l’arch. Romozzi e il responsabile del personale Basile. Per questo fatto ci fu tanto di deposizione ai carabinieri. Com’è finita? Verifichi e poi osanniamo insieme.