di Maurizio Verdenelli
Il solitario viaggiatore della notte si è un po’ commosso (“una lacrimuccia d’orgoglio e di soddisfazione” ammette) mentre da Foligno raggiungeva Macerata, mercoledì. Gli uomini dell’Anas avevano fatto passare soltanto lui in attesa della cerimonia del giorno dopo: un privilegio che ben spettava al ‘padre della strada’, della nuova Valdichienti, al senatore Mario Baldassarri, ex viceministro dell’economia. «Sono un tipo abituato alla velocità, ma stavolta mi sono dovuto superare. Mi hanno invitato alle 14 di martedì per una cerimonia prevista per il giovedì e in quel momento mi trovavo in vacanza in Sardegna, vicino Villasimius. Non mi sono tuttavia perduto d’animo: ho preso l’aereo a Cagliari per Roma. Non volevo, non potevo mancare. Ieri, di nuovo a Villasimius, ho risposto ad un’ondata di telefonate: gente che aveva gustato il percorso, il taglio dei tempi e dell’anidride carbonica. Automobilisti che mi ringraziavano. Anch’io, da cattolico, ringrazio ora la provvidenza: “Deo Gratias”. Se poi qualcuno volesse ricordarsi di me, potrebbe anche dire: Mario Gratias. Non niente statue celebrative…portano sfiga».
Sorride un po’ amaro, Mario Baldassarri. Sottolineando: «Ho portato nelle Marche un investimento pari a 2 miliardi e 100 milioni di euro: nessuno, dalla caduta dell’impero romano aveva fatto tanto per questo territorio».
Un po’ è amareggiato, lo confessi.
«Macchè! L’importante è che la superstrada sia stata fatta: servirà per i prossimi 50 anni. Una grossa conquista».
Eppure sul palco, con Matteo Renzi, Gianni Vittorio Armani, Katiuscia Marini e Luca Ceriscioli, lei non è stato chiamato a parlare.
«Mi sono precipitato dalla Sardegna a Colfiorito non per comparire, per un comizio, ma per essere presente ad un avvenimento epocale. Mi dispiace che al premier hanno fatto fare una figuraccia. Mi sono innervosito soltanto, ed ho interloquito con forza in terza fila, quando ho sentito Armani affermare che tutto era bloccato da un anno e che si deve alla nuova Anas se è stato possibile uscire dalla palude, prendendo a prestito il nome della galleria sede dell’inaugurazione. Ma quale blocco?! Già da un anno si poteva inaugurare la mare-monti. Il caso sollevato in tv si è rivelato sostanzialmente marginale (il senatore usa, per la verità, un altro termine da cui ci asteniamo ndr)»
Riccardo Nencini, Matteo Renzi Graziano Delrio, Catiuscia Marini e Luca Ceriscioli all’inaugurazione della Quadrilatero
Allora?
«Allora se fossi un carabiniere, all’udire gli oratori di giovedì, direi che erano persone non informate dei fatti. Che c’entrano poi con la Quadrilatero le quattro persone che la Governatrice dell’Umbria ha voluto ringraziare? E Ceriscioli ha forse dimenticato che uno dei suoi predecessori, il dottor Vito D’Ambrosio si era rivolto al Tar e alla Corte Costituzionale per bloccare la Quadrilatero? Che buffo, a brindare alla fine si sono trovati un bel po’ di ex avversari, mirabilmente “pentiti”. Inoltre, pur essendo in terza fila, ho potuto vedere che davanti a me c’era un ex presidente della Provincia che non fu certo, sulle prime, amico del progetto annullando ciò che di concreto in quella direzione aveva fatto il predecessore».
«Galline nel pollaio che hanno provato ad ostacolare una grande opera che ora tutti elogiano. Ripeto: mi dispiace che hanno fatto fare, nascondendo la verità, una figura da peracottaro (testuale ndr) a Matteo Renzi senza che ne avesse colpa. Sono fatti istituzionali, non personali. Cosa gli sarebbe infatti costato al premier citare i promotori del progetto: il presidente Gennaro Pieralisi, il vice Ermanno Pupo, il direttore generale Fabrizio Romozzi e me, viceministro dell’economia e segretario del Cipe (carica determinante per i finanziamenti ndr). All’inaugurazione c’era pure l’ex ministro alle Infrastrutture, Pietro Lunardi che molto si è adoperato per la Quadrilatero. Un grazie? Per carità. Si è preferito nascondere. Tuttavia la gente lo sa. Non si può nascondere la verità ad un territorio che da vent’anni insegue giorno dopo giorno un sogno e poi lo vede avverarsi».
Ancora non del tutto, considerati gli attracchi che mancano all’appello?
«Spero pure che si voglia attuare il mio progetto di fine-superstrada con due silos di parcheggi ed una rotatoria per evitare ‘file’ di chilometri. Sarebbe un vero disastro. La Valdichienti non può concludersi con un semaforo: si utilizzi l’area circostante a favore del bene comune».
Ora, senatore?
«Me ne resto in Sardegna un’altra settimana, insieme con i miei nipotini che adoro. Poi ritorniamo a casa, per un altro periodo di sole e mare. A Civitanova Marche e Porto Sant’Elpidio».
A smaltire l’amarezza?
«Allora non mi sono spiegato: le piccolezze non m’interessano, io sono felice che la strada ci sia. Questa è la cosa davvero importante. Ed era doveroso assistere all’inaugurazione. Non me la sarei persa per nulla al mondo. Ho speso bene i miei anni al servizio dell’Italia e delle Marche nell’aver contribuito a realizzarla. Valdichienti e Quadrilatero sono stati la mia vita, ed io sono orgoglioso di averla spesa per un magnifico progetto compiuto non si dimenticherà nella storia della nostra terra».
Mario Baldassarri (non ancora senatore) e il giornalista Maurizio Verdenelli in una foto di Pietro Baldoni al cinema Italia nel corso di un convegno di Economia
Eppure mai più grande successo era iniziato con una sconfitta e nessuna più grande amarezza lo ha incoronato. Non l’avrebbe mai potuto prevedere neppure lui, Mario Baldassarri, che nell’aprile del 1978, i giorni del rapimento Moro, aveva partecipato con Romano Prodi ad un’ormai celebre seduta spiritica da cui era emerso il nome di Gradoli. Poi quel pomeriggio di fine maggio 2001, lo ricordo bene, nella stanzetta, di solito adibita a negozietto in piazza della Vittoria all’uscita di via Roma che Alleanza Nazionale aveva affittato per la sede elettorale del suo ‘cavallo di razza’: il professor Mario Baldassarri, docente di Economia de ‘La Sapienza’ di Roma, uno dei più apprezzati tra i ‘Reviglio boys’.
Mario Baldassarri con Venanzo Ronchetti, storico sindaco di Serravalle
L’inatteso candidato del centrodestra (inatteso perché non aveva mai sottaciuto simpatie e vicinanza con la Dc che a Macerata faceva capo ad Adriano Ciaffi e in Italia a Beniamino Andreatta) poco prima della sua conferenza stampa ‘di lancio’ mi rivelò: «La mia sarà una proposta rivoluzionaria. Il completamento della strada per l’Umbria e il Centritalia con il contributo del territorio». L’idea di una rete stradale a quattro lati venne dopo, a vantaggio dell’intera regione, squassata dal terremoto del ‘97. Nacque il ‘Quartetto’ (Baldassarri, Pieralisi, Pupo e Romozzi) che produsse la ‘Quadrilatero’ e in Parlamento, dove l’economista maceratese così come all’Anas era molto apprezzato, la legge Obiettivo. Ho memoria in quegli anni di riunioni frenetiche con l’architetto Romozzi, subito dopo cooptato, anche a Macerata nelle segrete stanze del ‘Claudiani’ tra un convegno tecnico e l’altro.
Eppure tutto era iniziato con una sconfitta. Convinto a candidarsi (“Mi telefonano tutti assieme Gianfranco Fini, Silvio Berlusconi e il mio carissimo ex allievo dell’università di Bologna, Pierferdinando Casini. Potevo dire no?”) era stato battuto da Valerio Calzolaio. La proposta di una nuova strada non era bastata a ‘far breccia’, e c’era stata poi quella mezza gaffe con polemiche roventi su Turchetto e Dugini e il big match Perugia – Maceratese del ’67 a rendere tutto più difficile anche se il professore, diplomatosi all’Itc Gentili di Macerata, aveva ottenuto il 43,7% dei voti. Ci aveva tuttavia pensato Berlusconi a ‘rovesciare’ l’esito del voto del collegio maceratese. Il docente era apprezzato dal premio Nobel Franco Modigliani e da economisti come Robert Solow e Paul Samuelson ai tempi del Massachussets Institute of Technology.
E da lì era nato un sogno durato un ventennio per l’uomo che aveva diretto l’economia italiana in due governi Berlusconi e che prima ancora, ricordo, da socio della fondazione Carima aveva tuonato (attraverso un’intervista concessa a chi scrive) contro la ‘strada degli sprechi’ della banca marchigiana a cominciare dagli altissimi stipendi dei suoi dirigenti «che intercettano così –disse- parte dei legittimi profitti che l’istituto di credito fa». Baldassarri non dimentica i suoi collaboratori, uno stile che gli deriva dai suoi anni americani a fianco di Modigliani. Ci ha detto: «Romozzi, direttore generale fino a ieri, andava senz’altro ricordato». Ma se non ci hanno pensato all’interno della galleria Palude, ci pensa oggi la sorella del tecnico, Donatella. Ecco la sua lettera:
“Due giorni fa Matteo Renzi ha inaugurato la superstrada Civitanova-Foligno. E’ stato il coronamento di un’idea progettuale che si protraeva da più di venti anni e che la nostra provincia aspettava con molto interesse. Un’idea, la cui realizzazione non è stata certo facile: è stato definito un modello di project financing e creata una squadra la “Quadrilatero SpA” allo scopo di coinvolgere i soggetti del territorio e reperire l e risorse pubbliche necessarie per la sua realizzazione. Due giorni fa , finalmente, la concreta apertura dell’importante opera, una infrastruttura che collega Marche e Umbria e che toglie la nostra regione da un isolamento ormai diventato troppo anacronistico. Due giorni fa la celebrazione di questo importante lavoro, ma nulla si è detto di chi questa opera l’ha pensata, voluta e costruita con tenacia e determinazione, costruendo collaborazioni, cercando consensi anche contro i numerosi scettici, anche quando tutto questo sembrava impossibile. Mi riferisco, non solo ad alcuni noti imprenditori locali, ma soprattutto a colui che ha rivestito il ruolo di direttore generale della società, l’architetto Fabrizio Romozzi, mio fratello. Credo che senza il suo profondo e continuo impegno, senza la sua passione non avremmo certo assistito all’inaugurazione di due giorni fa e la superstrada sarebbe rimasta un’incompiuta. Questo non vuole essere un tributo, ma solo una sincera testimonianza per il lavoro quasi impossibile che è stato realizzato e che forse non si è voluto mettere in evidenza dal momento che la società Quadrilatero è stata assorbita dall’Ente pubblico.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Ecco perché a volte i bilanci sono “opachi “, è dovuto al fatto che alcuni fondi vengono ” intercettati “. Bellissimo sinonimo di rubare. Sono perfettamente d’accordo che la Val di Chienti non possa terminare con un semaforo, e ci vorrebbe una bella rotatoria, solo che i soldi dove stanno? Costamagna, Nencini, in quale Banca dei sogni sono depositati questi soldi che avete portato da Roma in due capienti borse della spesa? Ma poi ammesso che ci siano, dove andate con solo sei milioni di euro, quando per costruire una decina +/- di metri sotto la ferrovia, l’assessore Poeta spende un milione di euro. Non è che anche qui c’è qualche ” intercettazione”? Se poi tanto mi da tanto, anche per il famigerato sottopasso i cui soldi sono gelosamente custoditi in una Banca d’oltralpe o forse d’oltratlantico, magari extraterrestre insieme a quelli della rotatoria, con sei milioni ci fate i carotaggi ( già fatti ) e ci piantate quattro piante di insalata ascolana. Vent’anni fa ero ancora giovane e già dall’eta di quattordici anni avevo smesso di interessarmi di politica perché la trovavo noiosa e a torto, considerando gli intrighi,i tradimenti e le” intercettazioni “. Adesso che qualche volta me ne interesso, sopratutto a quella locale penso che alla politica si potrebbe dare qualsiasi definizione in merito al suo evolversi o al suo regredire, però più che di sciatteria non possiamo parlare riferendoci alla nostra amministrazione e ai suoi personaggi che non hanno più collocazione, scopi, motivo di esistere. L”unica cosa da dire è che non stiamo parlando di politica fosse anche la più becera, ma di qualcosa di informe, anzi proprio mostruoso che sta ancora al comune a fare che? Continuano a parlare di non spaccarsi e sono a pezzi, devono presentarsi uniti e i pezzi si odiano o si detestano se non si fanno proprio ribrezzo, sentimento questo comune anche a molti cittadini verso questo modo di governare che solo grazie alla vigliaccheria di un sindaco che ha il coraggio di dire che sono quattro anni che lavora per il bene di Civitanova senza aver mai fatto niente di costruttivo e che elencava in campagna elettorale una bella lista di intenzioni di cui non né ha sfiorata una, dicevo alla vigliaccheria di non volere ammettere il completo fallimento di questa ciurma allo sbaraglio, ancora tiene in piedi questo teatrino vergognoso ridicolo ed umiliante sopratutto per lui.
Non sono solo la presenza di un semaforo alla fine della superstrada, ma anche la mancanza di uno svincolo veloce per il capoluogo di provincia, i punti dolenti che si disaccordano con la validità dell’opera inaugurata.
Per realizzare i tre chilometri del famoso svincolo della Pieve occorreranno più anni di quelli che sono stati necessari per il completamento della Civitanova-Foligno.
Io vorrei scommetterci sopra, ma la mia longevità non me lo consente.
E’ meglio contentarsi di quanto realizzato che, di per se stesso, ha quasi dell’incredibile e, come tale, veramente bello, alla faccia dei soliti cialtroni detrattori che hanno avuto da ridire sulla presenza del Presidente del Consiglio alla inaugurazione dell’ultimo tratto.
Di tutto, il dottor Mario Baldassarri ne sia orgoglioso.
La provincia di Macerata ( o Area Vasta 3) è a Lui grata.
Un riconoscimento particolare all’Arch. Fabrizio Romozzi !!
Chi lo conosce sa quali sono i suoi pregi e difetti….ma per la “Quadrilatero” e per l’idea stessa della realizzazione del collegamento Marche-Umbria è stato ben più di un “Direttore Generale”
Grande Baldassarri, grande Romozzi. ..noi sappiamo di chi sono i meriti! Tutto il resto è noia..
Ci voleva un parlamentare di centro destra per fare qualcosa a favore della comunità marchigiana … Ma tutti quelli di sinistra che si sono avvicendati in questi ultimi 20 anni in parlamento che hanno fatto !!???
Diamo a Baldassarri quello che è di Baldassarri !!!
Pienamente d’accordo. Questi giorni ho sostenuto sempre questa tesi. Ma siamo in Italia purtroppo…
Bell’articolo e giusto tributo ad un Grande Maceratese che ha fatto il bene del territorio. Da cittadino residente, Grazie.
Da Maceratese…grazie prof.
Infatti proprio a lui pensavo, nonostante nn sia esattamente dalla sua parte politica, mi ricordavo che lui fu il promotore del progetto…e il “nostro” Renzi e compagni a nn averlo fatto intervenire a parlare hanno fatto proprio la figura dei peracottari….mah sempre più delusa!!!!
Se mettiamo tutti nei ringraziamenti manca anche il ministro all’epoca del governo Prodi… Antonio Di Pietro… Anche lui ha contribuito portando soldi.
Onore ai due vigili urbani che oggi alle 11, con cinquanta gradi sull’asfalto, sono stati impegnati a gestire il traffico a Civitanova Marche nell’incrocio della superstrada con la statale adriatica.
Silenzi e Costamagna, da quarant’anni in politica, molto probabilmente se ne stavano beati al mare
invece di darsi da fare per trovare i fondi per lo svincolo. Credo che l’unica soluzione per farli svegliare sia proprio quella di affiancarli ai vigili per un paio di settimane, con il sole che picchia duro, dalle ore 12,00 alle ore 14.00.
E’ sicuramente un’opera faraonica che rimarrà nella storia, oggi sono voluto arrivare fino a Foligno in pochissimo tempo, è qualcosa di straordinario un grazie sincero al Prof. Baldassarri che l’ha voluta con tutta l’anima e all’amico Fabrizio mentre per tutti quelli che non l’hanno gradita e che hanno sempre pedalato contro la Quadrilatero c’è sempre la vecchia e tortuosa statale per Foligno.
Sono occorsi quarant’anni, magari ne sarebbero bastato la metà, ma ne è valsa la pena. Il nuovo tratto è molto bello e arrivare in quaranta minuti dall’ingresso di Pollenza a Foligno, è una favola.
Di Pietro ha bloccato i lavori per tre anni facendo perdere i ribassi d’asta. Non diciamo castronerie!!!
Mi si permetta in conclusione, un grazie di cuore a chi mi ha permesso di poter essere testimone di un evento fortemente significativo (l’inaugurazione della nuova 77) nella mia vita di pendolare umbro-marchigiano. e di cronista. Il grazie va allo staff del pronto soccorso dell’ospedale di Macerata (dott.ssa Cristiana Biondi) che mi ha rimesso letteralmente in piedi. E’ vero, ‘evadendo’ dall’astanteria, ho trasgredito ai suoi consigli circa un più lungo e terapeutico ricovero, tuttavia come Mario Baldassarri non potevo proprio mancare giovedì scorso alla galleria Palude!
Se fosse stato Renzi prima avrebbe bocciato la quadrilatero, e ancora oggi molti autotrasportatori ed automobilisti, sarebbero passati nella cosiddetta MULATTIERA DI COLFIORITO. Onore a BALDASSARI E AL SIGNOR ROMOZZI nonché vicino di casa.
Grazie al prof. Baldassarri. Veramente. Ora abbiamo un’opera tra le più all’avanguardia in Europa. Grazie per averci creduto e per non aver mollato di un centimetro anche quando le istituzioni stesse sembravano voler remare contro.