di Enrico Maria Scattolini
PRIMA UN ENORME SIGARO CUBANO (+); poi lente volute di fumo che rischiano di compromettere il mio recente, tribolato divorzio dalle amate bionde; infine lui, due metri d’altezza allungati su una poltroncina dell’Helvia Recina.
TRE FERMO IMMAGINI che mi hanno portato a conoscere (+) Joe Tacopina. L’italo-americano presidente del Venezia.
RILANCIATO DOPO ANNI DI AUSTERITA’ (+), ma ancora a metà strada verso il calcio che conta.
NON SARA’ UN POMERIGGIO FACILE PER IL VENEZIA (-). Iniziato con l’influenza di Pippo Inzaghi, comunque eroicamente presente in panchina; proseguito con l’immediata espulsione di Galli ed il calcio di rigore del primo vantaggio concretizzato da Quadri; ed alfine concluso dal gol della certificazione della sconfitta di De Grazia (leggi la cronaca).
SITUAZIONI CHE PERO’ HANNO LASCIATO PRESSOCHE’ INDIFFERENTE l’avvocato newyorkese (+). Invece incuriosito dal vuoto dell’Helvia Recina.
NE ABBIAMO PARLATO davanti alle telecamere, in un groviglio di italiano stentato (il suo) e d’inglese arrischiato (il mio).
“I’M SORRY” , è stata la sua naturale conclusione. Accompagnata da un atteggiamento di disgusto per l’indegno spettacolo degli spalti deserti dell’Helvia Recina (—), ma anche di comprensione per i quattro addetti ai lavori presenti.
M’E’ VENUTO DA CHIEDERGLI se non avesse qualche spicciolo da spendere per la Maceratese fra le decine di milioni di dollari in corso d’investimento sul Venezia.
MI HA RISPOSTO CON UN SORRISO, subito interpretato da Alessandro Chiaraluce – indomito professionista ancora operativo in biancorosso – come uno spiraglio d’apertura (+), e quindi sufficiente a provocargli un’emotiva battuta di (vana) insistenza.
LA SOLUZIONE DEI PROBLEMI DELLA MACERATESE deve essere naturalmente trovata in loco (+). Lontano dalle suggestioni… intercontinentali. Se ancora esiste…
MA C’E’ IL RISCHIO DELL’EUTANASIA (-), più volte da me medesimo paventato.
L’ALTRO IERI CITATO (+) perfino dal sindaco di Macerata. Nel corso di una conferenza stampa, ha dichiarato di “temere l’oblio una volta spentesi le luci della ribalta delle partite” (leggi l’articolo).
MI PERMETTO DI RIBADIRE l’invito che ho già rivolto all’avvocato Carancini. Che cioè dovrebbe essere suo il ruolo (+) di promotore innanzitutto e di coordinatore poi delle eventuali manifestazioni d’interesse proposte per l’acquisto della Rata.
SE NON CI SONO, amen! (-).
MA IN CASO CONTRARIO (+), dovrebbero essere sollecitate, valutate, e anche selezionate per non ripetere recenti, disastrose avventure. Soprattutto collegate fra loro, in modo da creare sinergie indispensabili ad affrontare i pesanti impegni che attendono la Maceratese. Sia immediati (pendenze della stagione appena conclusa), sia dietro l’angolo (tassa d’iscrizione al prossimo campionato, fidejussione, ripatrimonializzazione per l’inadeguatezza del PA, mercato).
UN PREZIOSO AIUTO POTREBBE ESSERE DATO da personaggi ancora in vocazione di volontariato attorno alla Maceratese (+). Fra questi Alessandro Chiaraluce. Si è speso moltissimo negli ultimi tempi: come capo della sicurezza dello stadio e come… generoso amico/confidente dei giocatori.
CANDIDATURA DI SPESSORE resta quella di Giorgio La Cava (+).
NEL SUO ULTIMO CONTATTO (+) con gli interlocutori della città – fra questi la dottoressa Tardella -, aveva subordinato la sua possibile partecipazione al capitale della Maceratese al positivo esito dell’escussione della fidejussione depositata in Lega Pro dall’ex proprietà Spalletta. Come sottolineato da questa rubrica la scorsa settimana (leggi l’articolo).
OPERAZIONE REALIZZATA AL 50%. (+). Va detto che preziosa è risultata, a tal fine, la collaborazione fra l’avvocato Gabriele Cofanelli e la dottoressa Chiara Faggi, responsabile dell’ufficio legale dell’organismo fiorentino. Sono stati infatti capaci di indurre Liotti ad anticipare i tempi della sua inaugurale visita a Macerata in un giorno lavorativo (venerdì scorso), rispetto all’iniziale programma di una meno stringente trasferta domenicale.
QUESTO HA SOSTANZIALMENTE permesso di negoziare l’assegno circolare della liquidazione (parziale) della garanzia maltese in bonifici accreditati (+) sui conti dei dipendenti della Rata, a saldo totale degli stipendi dell’ultimo bimestre 2016 e parziale di quello dello scorso febbraio.
«E’ SUFFICIENTE A SCIOGLIERE LA SUA RISERVA?», ho chiesto a La Cava.
LA SUA RISPOSTA: «Certamente la situazione è migliorata rispetto ai giorni scorsi. In settimana contatterò le mie controparti maceratesi (+). Mi rendo conto che i tempi sono stretti. Tuttavia l’operazione è importante e merita adeguata riflessione».
L’IMPRENDITORE UMBRO, con la consueta linearità d’esposizione (+), mi ha confermato che «…in ogni caso, la mia intenzione è di ottenere collaborazione da altri».
SINERGIE CHE POTREBBERO essere offerte da una cordata domestica, magari con ramificazioni provinciali (+).
QUINDI OSTACOLI ECONOMICI DA SUPERARE (-), a meno di due mesi dalla data d’iscrizione al campionato 2016/17.
ANCORA PIU’ COMPLESSI quelli giuridici (-). Che stavolta vi risparmio.
POTREBBE ESSERE FIRENZE A RISOLVERLI (+). Sveltendo al massimo la pratica sul “gradimento” della nuova dirigenza.
***
Nota della Maceratese: “il dottor Gabriele Di Leginio ha inviato una nota firmata nella quale dichiara che, “vista l’assenza di un vincolo contrattuale e federale con la Società sportiva Maceratese, rinuncia al ruolo di segretario generale”.
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Dato che le società che navigano in cattive acque con la possibilità di fallimento aumentano a dismisura, nutro dei dubbi su l’operato degli organi di controllo della Lega – Pro. E’possibile che si giunge quasi sempre a fine campionato con innumerevoli crisi societarie? Non sarebbe il caso di effettuare controlli più accurati sulla solidità economica dei Presidenti?
AH!AH!AH!AH!AH!AH!AH!AH!
RATA, VITTORIA SUL “VENEZIA B” E INCUBO SOCIETARIO
Enfasi nei resoconti, anche in quelli di Scattolini (soprattutto televisivi), sulla vittoria della Rata sul promosso Venezia nell’ultima di campionato. La popolare “voce della Rata”, molto attenta alle vicende della “beneamata”, dimostra di conoscere poco la Lega Pro. Altrimenti saprebbe che mister Inzaghi, vinto il torneo con 1 mese di anticipo, ha attuato un massiccio turn-over mettendo a riposo i protagonisti della promozione. Mister Giunti nell’ultima partita ha schierato solo 3 riserve: Moscatelli, Moroni e Mestre (in sostituzione di Forte, Turchetta e Malaccari, entrato nella ripresa). I lagunari, invece, avevano in campo soltanto 3 titolari (Facchin, capitan Domizzi e Bentivoglio), gli altri erano rincalzi. Imbarazzante la difesa veneta: fuori i “perni” Zampano (proveniente dal Crotone) e Modolo (5 gol), spazio ai “baby” Serena (1999), all’esordio, e Galli (1997). Quest’ultimo autore di un fallo da “ultimo uomo” che ha lasciato il Venezia in 10 per 80′ di gioco. A centrocampo fuori i titolari Falzerano (preso a gennaio dal Bassano) e Soligo, in campo il giovane Acquadro e, nella ripresa, l’esordiente Sterchie (classe 2000), autore del fallo da rigore su Malaccari. In attacco fuori le 3 punte titolari: lo spagnolo Geijo, Marsura e Moreo (entrato negli ultimi 15′), autori di 27 reti complessive. Vittoria della Rata su un Venezia in “gita turistica” – lontano parente della formazione promossa in Serie B – favorita dalla superiorità numerica e dall’ennesimo rigore concesso. Il mediano Quadri si è ritrovato tra i cannonieri a quota 11 reti (mai capitato in carriera) per aver realizzato 9 rigori. Risultato che non è servito ai biancorossi (anche aggiungendo i 4 punti di penalizzazione subiti) a conquistare i play-off. Conclusa la stagione, resta il “macigno” dei problemi societari che iniziano secondo la squadra (a cui Scattolini dovrebbe chiedere “spiegazioni”, non allo scrivente) dalla gestione Tardella. Mister Giunti (espulso, con 2 turni di squalifica) ricorda che le “bugie” risalgono all’inizio della stagione (promessi budget più alto e rosa migliore). La crisi emerge dal fatto che la società ha avuto in 5 mesi 3 patron, sfiorando il quarto (il ritirato Fantauzzi). L’ultimo della serie non ha trovato l’intesa con gli steward (forse si poteva chiudere ad una cifra inferiore) e si è arrivati – evento storico per la Rata – alla gara a “porte chiuse” (successiva multa da 2 mila euro) con il Venezia. Il nuovo presidente, arrivato a Macerata per trasferire nei conti dei giocatori (stipendi di novembre-dicembre 2016) l’escussione del 50% della fidejussione Spalletta in Lega, non ha incontrato la squadra e non era allo stadio. Ci si domanda come farà a ripianare l’esposizione debitoria (che egli valuta in “2 milioni di euro”) se non salda neanche la “pendenza” di 15 mila euro con gli steward. L’imprenditore campano si dichiara disposto a cedere le quote a titolo “oneroso”, come le ha acquistate e qui già sorgono problemi. La Rata al momento non dispone di un sito web (non pagato l’abbonamento al provider) e di un segretario (s’è dimesso). Scattolini non propone, stavolta, il discorso della “evizione” con cui la “venerata” (da lui) ex-presidentessa (impegnata nelle udienze per la “controversia” con il successore Spalleta) potrebbe tornare al comando della società. Resta la difficile opzione La Cava, che non vuole spendere per le quote e necessita dell’aiuto di altri soci. Tanti problemi che si scontrano con i tempi ristretti (secondo capitan Quadri “ci vorrebbe un miracolo”) per agire: appena 1 mese e mezzo.
Entro giugno dovranno essere ripianati i debiti, fatta la ricapitalizzazione per riportarsi nei parametri PA, presentata la fidejussione e iscritta la squadra al prossimo campionato. Poi occorrerà stanziare un adeguato budget per il mercato, tenendo conto che la Rata partirà con una nuova penalizzazione per stipendi e contributi non versati. Insomma si è di fronte ad un’impresa “titanica”, che solo “creduloni” (a Macerata ce ne sono di illustri) possono pensare di compiere. Presto si desteranno dalle loro “vane speranze”, ritrovandosi – in staffetta con la promossa Fermana – nelle poco ambite categorie del dilettantismo.
Sig Caporaletti, l’unica cosa certa oltre al problema societario è che lei in due anni non ne ha azzeccata una. Forse avrà la soddisfazione di vedere la Maceratese tornare tra i dilettanti o addirittura ricominciare, ma la soddisfazione maggiore per lei sarebbe stata vederla retrocedere sul campo. Forse lei è bravo solo con le scritture e di pallone non capisce una cippa ?? Ci illumini
@ Ricci. Noto con sorpresa che il suo cervello, oltre che il “pernacchio”, riesce ad esprimere qualche frase di senso compiuto, sul cui “livello” lascio esprimere i lettori di CM. Con un pò di letture ed esercizi, forse riesce a migliorare: al riguardo le sottopongo uno
SCATTOLINI “VINTAGE” IN ATTESA DEL RITORNO…
“Livello (attuale) del calcio biancorosso (-) Sabato scorso mi trovavo a Venezia, in Piazza San Marco. Improvvisamente, iniziando il giorno successivo il campionato della Maceratese, mi sono ricordato degli anni che furono, quando prendevo il traghetto, al vicino imbarcadero, per raggiungere lo stadio Sant’Elena e commentare le partite dei biancorossi con il Venezia (che poi avrebbe raggiunto la Serie A). Il pomeriggio successivo, invece, il mio lavoro di telecronista l’ho svolto nell’angusta tribuna di Belvedere Ostrense (torneo di Eccellenza), per Belvederese-Maceratese. Con il rischio di essere travolto da un incontro ravvicinato tra le due tifoserie. Dalle stelle alle stalle!!! Meno male che i biancorossi hanno vinto. Barcaglioni (+) Sulla strada del ritorno da Belvedere Ostrense a Macerata, incrocio il pullman della Maceratese tirato a nuovo. Mi viene in mente il nome del dottor Barcaglioni, il presidente biancorosso di qualche anno fa che acquistò il vecchio automezzo, lo fece ristrutturare e lo mise a disposizione della società per ridurre il costo di trasporto della squadra, che allora veleggiava con qualche difficoltà, ma senza mai ricorrere ai play-out per salvarsi, in Serie D. Un imprenditore, il dottor Barcaglioni, che commise l’errore di vendere la Maceratese senza adeguate garanzie, ma che le ha dato molto nei suoi due anni di vertice. Non merita l’attuale anonimato…”(Enrico Maria Scattolini, “Somma Algebrica”, 5 settembre 2011).
Alcune brevi considerazioni, Ricci, per non affaticare troppo la sua mente già provata, che potrebbe risentirne. C’è la costante del Venezia (diretta già allora verso la Serie A), con cui la Rata potrebbe terminare la sua esperienza in Lega Pro e quella della “vendita senza adeguate garanzie” (nella fase attuale addirittura “ripetuta”). Soprattutto la notizia che i biancorossi, in Eccellenza, disponevano di un proprio pullman. Mentre in Lega Pro i giocatori si sono arrangiati con “tre pulmini” per raggiungere Forlì e con un “postale” per arrivare a Santarcangelo. La corriera di un tempo con i sedili da non “muovere la schiena” e l’apparecchio per obliterare i biglietti. Per la serie “si stava meglio quando si stava peggio” e “mai fare il passo più lungo della gamba”. Saluti
Certo che senza pullman non si va da nessuna parte. Usare il treno è sicuramente scomodo, anche perché in diversi luoghi dove la Civitanovese e la Maceratese dovranno andare a giocare, la ferrovia non è ancora arrivata. Anni fa, passando per Piediripa, diretto a Macerata, vedevo sempre che c’era e c’è ancora uno sfasciacarrozze. Adesso è un po’ meno evidente al viandante però credo che commerci ancora con corriere, autobus o grossi cellulari ( non i telefonini) ma quelli per il trasporto di reclusi o forze dell’ordine. Mettendosi d’accordo con il gestore , qualche meccanico e carozziere tifosi ognuno per la sua squadra, ma anche in simbiosi, si potrebbero tirare fuori un paio di mezzi per le trasferte, gite o piccoli spostamenti chessò, al mare, a ballare, alla Caritas per il pranzo ( cena esclusa ) ecc. e adibirli per la notte a comodi dormitori. Purtroppo sono tempi di magra. A Macerata un paio di milioni ancora ci sono seppur di debiti, a Civitanova ce semo magnato pure quelli e allora via, sgambare e poi trottare.