Tesoretto Garufi, il fratello si costituisce parte civile tramite il tutore legale: chiesti 120mila euro. Sotto accusa ci sono l’ex consigliere comunale Guido Garufi e una sua amica, Luisa Mirella Bruni.
Al processo per il tesoretto di Giuseppe Garufi, che venne ritrovato in una cassetta di sicurezza, questa mattina si è costituito parte civile, tramite il tutore (l’avvocato Luca Sartini) di Mario Garufi, assistito dal legale Vanni Vecchioli. Secondo l’accusa Guido Garufi e Luisa Mirella Bruni avrebbero aiutato Giuseppe Garufi (tragicamente scomparso il 25 ottobre del 2013) ad occultare profitti illeciti che sarebbero derivati da presunte appropriazioni fatte in qualità del tutore del fratello. In sostanza avrebbe tenuto per sé soldi (come quelli della pensione di invalidità civile) che erano destinati al fratello. Il pm Marco Tarquinio Severini contesta, in tutto, una cifra di 120mila euro. Al solo Garufi viene inoltre rivolta l’accusa di ricettazione perché avrebbe ricevuto i 120mila euro da Bruni alla quale in precedenza li aveva consegnati e, per la procura, di provenienza illecita perché appunto derivanti dalle presunte appropriazioni a danno del fratello Mario. I fatti contestati risalgono fino al 30 ottobre del 2012. Oggi il giudice Danilo Russo ha disposto la trascrizione integrale di tutte le intercettazioni telefoniche. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Federico Valori e Oberdan Pantana (Garufi) e Gabriele Cofanelli (per Bruni).
(Gian. Gin.)
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