«L’attenzione della stampa, dell’opinione pubblica e degli organi istituzionali e politici non è stata all’altezza di questo disastro così grave». A dirlo il procuratore generale della Corte d’appello di Ancona Vincenzo Macrì che oggi durante l’apertura dell’Anno giudiziario è intervenuto sulla vicenda Banca Marche. In effetti nell’estate del 2012, quando Cronache Maceratesi ha iniziato ad occuparsi con insistenza del caso Banca Marche, andò a colmare un vuoto ed era controcorrente. All’epoca, nonostante i problemi dell’istituto jesino fossero evidenti, altri media continuavano a parlare di una banca sana eppure già allora Bankitalia aveva focalizzato l’attenzione su Bm e aveva cominciato a manifestare dubbi sulla gestione. Solo mesi più tardi Banca Marche divenne un caso dopo le numerose inchieste uscite su Cronache Maceratesi.
«Il dissesto di Bm – ha detto il pg riferendosi alle parole scritte dagli ex commissari della vecchia Bm nella citazione civile contro ex amministratori e società di rating – è stato definito il più grave disastro bancario mai avvenuto in Italia dopo quelli di Sindona e di Calvi. Tutto ciò ha portato anche problemi economici e di sviluppo della regione e ne porterà ancora. Ricordiamoci che l’aumento di capitale, fatto nel 2012 di circa 270 milioni di euro, si è dimostrato fallimentare per tutti quelli che hanno aderito. Quei soldi sono andati perduti, chi ha partecipato ha perso tutto proprio perché la Banca d’Italia non aveva fornito alla Consob le informazioni sulla situazione di dissesto in cui si trovava la banca».
In questa pagina potete leggere gli oltre mille articoli usciti su Cm sul caso Banca Marche (ENTRA).
Intanto la Banca d’Italia lancia un’operazione verità sulle azioni di vigilanza svolte in questi anni sulle 4 banche (e sul sistema bancario nel suo complesso) e per ribadire e chiarire modalità e tempistiche stabilite dalle norme. Tutta la documentazione sarà consultabile a breve sul sito dell’istituto centrale.
“La Banca d’Italia ha avviato procedimenti sanzionatori nei confronti di tutti i responsabili aziendali a carico dei quali sono emerse ipotesi di irregolarità amministrative”. Lo scrive l’istituto centrale nella serie di ‘domande e risposte’ sull’azione di vigilanza svolta sulle 4 banche. Via Nazionale “ha inoltre comunicato all’Autorità giudiziaria senza ritardo, al momento stesso in cui sono stati rilevati, tutti i fatti di possibile interesse emersi nel corso dell’attività di vigilanza”.
Banca Marche, primi problemi tra 2011 e 2012 – I primi problemi erano già emersi fra fine 2010 e inizio 2011 ma a partire dal 2012 “le interlocuzioni con gli amministratori e il management di Banca Marche aumentarono progressivamente e fu chiesto, in particolare, di portare il rapporto tra impieghi e depositi su valori più prudenti e di valutare un aumento di capitale, che venne attuato per 180 milioni nei primi mesi del 2012”. E’ quanto scrive la Banca d’Italia nei documenti posti sul sito per riassumere e chiarire il ruolo svolto che portò poi nell’ottobre 2013 al commissariamento dell’istituto.
“La Consob, che doveva autorizzare la pubblicazione del relativo prospetto informativo – spiega – venne informata, a fine dicembre 2011, dell’esito delle tre ispezioni. Sulla base dei medesimi rilievi ispettivi vennero richiesti alla banca, ai primi di gennaio 2012, interventi correttivi. L’emersione, nell’ambito di un’ispezione su un diverso intermediario, di operazioni anomale a carico del direttore generale, portò a richiedere alla banca, nel giugno 2012, di accelerare il processo di identificazione del suo sostituto. Nel settembre dello stesso anno fu nominato un nuovo direttore generale”. Nel novembre 2012 fu inviata una nuova ispezione per rilevare l’adeguatezza degli accantonamenti a fronte del rischio di credito; giudicato largamente insufficiente lo sforzo correttivo della banca, l’ispezione venne estesa nel marzo 2013 agli altri profili di rischio, concludendosi, nel settembre 2013, con un giudizio complessivo sfavorevole (6 in una scala da 1 a 6). La Consob ricevette informazioni sugli esiti ispettivi”. “Alla luce di una relazione interlocutoria degli ispettori il 27 agosto 2013 la Banca d’Italia, ricorrendo ragioni di assoluta urgenza al fine di assicurare la continuità della gestione aziendale, dispose la gestione provvisoria della banca; il commissariamento venne disposto il 15 ottobre 2013, per gravi perdite patrimoniali e gravi irregolarità”.
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Magnifico,perfetto,eccezzionale…peccato che ne’ banca d’italia ne’ consob abbiano fatto niente per impedire almeno l’ultimo aumento di capitale del 2012.Senza tanti giri di parole e tecnicismi bastava che qualcuno dichiarasse moribonda banda marche ed impedisse l’ennesima truffa da 180/200 milioni di euro.Vogliamo parlare poi del valore del titolo improvvisamente salito a 1,05 per poi ricrollare miseramente dopo l’ac a 0,85??Chi ha alterato il valore del titolo il padreterno,la banca stessa con acquisti mirati di azioni proprie o qualcuno della ‘combriccola?E banca d’italia e consob dove erano? Scrivevano letterine minacciose che venivano gelosamente riposte nei cassetti dagli stessi personaggi accusati e multati?Ed ancora hanno il coraggio di parlare?Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere….a meno che tra una intervista e l’altra arrivi loro qualche calcio nel sedere non cominci ad arrivare a questi burocrati attaccati alle poltroncine,ne basta uno,il primo le grandi rivoluzioni e relativi cambiamenti sono iniziati cosi’
Sul caso Banca Marche la magistratura accusa tutti gli altri e assolve se stessa, Bankitalia chiama in causa Consob, quest’ ultima scarica sugli amministratori, i quali o non parlano o parlano accusandosi tra loro e ricordando che c’erano anche le fondazioni, le quali pero’ precisano di non essere tutte uguali e citeranno tutti per danni, mentre il governo, dopo aver alzato le mani di fronte all’Europa e averle poi infilate nelle tasche di azionisti e obbligazionisti, si affidera’ a Cantone e alla fine i risparmiatori per capirci qualcosa dovranno solo contare gli spiccioli.