La data è ora ufficiale si andrà al voto con l’election day il 31 maggio: il Consiglio dei ministri su proposta del ministro degli Interni, Angelino Alfano, ha approvato un decreto legge che stabilisce la prima domenica utile al 31 maggio per le attese elezioni regionali e amministrative. Si vota per la regione Marche ed altre sei amministrazioni (Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Campania e Puglia). Nella stessa giornata si voterà anche per il rinnovo di consiglio e sindaco di Macerata (eventuale ballottaggio il 14 giugno). In regione al voto anche Fermo, dopo la decadenza del sindaco Brambatti, e Senigallia, con l’amministrazione Mangialardi giunta a scadenza naturale. Tra i comuni sotto a 15 mila abitanti (elezione con turno unico) votano anche Petriolo (sindaco uscente Piera Debora Mancini) in provincia di Macerata, Loreto e Cerreto d’Esi in provincia di Ancona, Monte San Pietrangeli, Montefortino, Monteleone, Montelparo, Monterubbiano, Montottone e Santa Vittoria in Matenano, in provincia di Fermo, infine Isola del Piano e Sant’Angelo in Vado in provincia di Pesaro Urbino.
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Nuove leggi per garantire maggiore partecipazione politica ai soggetti del territorio, introduzione del reddito sociale, difesa del lavoro autonomo e dell’ambiente, riforma sanitaria e ritorno in mano pubblica delle aziende di gestione dei beni comuni. Il candidato alle elezioni regionali di Altre Marche Sinistra Unita, Edoardo Mentrasti, ha lanciato la sua sfida. «La Regione ha fallito -ha attaccato – né può giustificare la sua mancanza di programmazione facendo ricadere le colpe su Bruxelles o sul Governo. Un fallimento certificato – ha detto – dalla diminuzione dal 2007 ad oggi dell’1,7% del Pil regionale, rispetto all’1,2 di quello nazionale, con una disoccupazione passata nello stesso periodo dal 4 al 10%, e 130.000 marchigiani sotto la soglia di povertà, mentre nove su dieci nuovi contratti di lavoro stipulati sono precari. Per questo Altre Marche si pongono come alternativa alle forze in campo, sia nel metodo ‘socializzato’ di partecipazione che deve coinvolgere dal basso i territori, sia nella sostanza delle proposte”. Come un piano straordinario, aggiunto a quello ordinario per la programmazione di interventi su fiumi, frane e riequilibrio del territorio, dove le aree protette hanno visto diminuire del 44% i loro fondi. E una vera politica sanitaria di prevenzione, ”più volte annunciata, ma rimasta sempre sulla carta”, con l’abbattimento delle liste di attesa, la stabilizzazione degli oltre mille precari della sanità e l’assunzione di nuovi medici e infermieri. Infine sostegno al lavoro indipendente e alla micro impresa, reddito sociale di 600 euro ai cittadini in difficoltà, riacquisizione delle aziende di gestione dei beni comuni (acqua, gas e luce) e ferma opposizione alla privatizzazione delle municipalizzate, compresa quella del trasporto pubblico di Ancona, Conerbus, di cui è stata annunciata la cessione. Non escludiamo a priori alleanze – ha concluso Mentrasti – purché vi sia una convergenza sui programmi, ma in campo vediamo forze come il Pd e Spacca che nessuno può più chiamare di centrosinistra, e il Movimento 5 Stelle in Europa è ormai alleato alla destra più radicale. Noi vogliamo essere le Altre Marche, e insieme possiamo farcela».
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