Da sinistra: l’architetto Polci, il dirigente Scarpecci, il sindaco Corvatta e gli assessori Peroni e Micucci
di Filippo Ciccarelli
«Oggi siamo qui perché eravamo contrari al destino scelto per la Ceccotti: non vogliamo un’ulteriore inurbazione di cui Civitanova non ha bisogno». Con queste parole il sindaco di Civitanova, Tommaso Claudio Corvatta, ha introdotto il primo appuntamento sull’urbanistica partecipata, dedicato appunto all’area Ceccotti, baricentrica rispetto alla città ma tra le piùtormentate dal punto di vista dell’iter politico e amministrativo. Un destino, quello della Ceccotti, piuttosto oscuro sin dal piano regolatore del 1975, dove era prevista la riqualificazione dell’area, con destinazione a zona direzionale. L’iter è stato ricordato dal dirigente comunale Maurizio Scarpecci: dal piano regolatore del 1975, approvato nel 1978 dalla Regione con l’osservazione sulla volumetria dell’area votata dal Consiglio comunale. Un “peccato originale”, quello della volumetria, che ha visto contrapposti Amministrazioni comunali e proprietari: per il Comune bisognava aggiungere 108.250 metri cubi, per i proprietari un valore pari a quello della volumetria esistente. La questione è rimasta aperta fino ai giorni nostri, con una serie di ricorsi al Tar e contenziosi che sono sorti, fino al Piano Particolareggiato trasferito nel Prg approvato dalla Provincia, con una serie di osservazioni, recepite nell’ottobre 2006 dall’allora Amministrazione comunale, che porta il progetto in Consiglio. Nel 2009 viene presentato un nuovo progetto, che nel 2010 viene approvato ma non passa l’esame della Sovrintendenza. A novembre 2012 l’Amministrazione delibera di non adottare la variante già approvata, e la Giunta propone una nuova fase della progettazione, tramite la partecipazione.
«Ricordo che quell’area non è pubblica, ma dobbiamo configurare un percorso sostenibile. La Terzo Millennio aveva esigenze di capire subito il destino dell’area, ha cambiato le carte in tavola: prima ci ha chiesto di accelerare la progettazione, poi di acquistare l’area – ha detto Corvatta – a quel punto la maggioranza ha detto di no. Per questo motivo siamo arrivati con ritardo a questa assemblea. Non possiamo lasciare una zona così importante senza progettazione. Proprietari e cittadini possono modificare il destino della Ceccotti: questa è la partecipazione, ed è la novità rispetto al passato. L’urbanistica partecipata non ha una tradizione consolidata nel nostro territorio, e da questo punto di vista siamo capofila in provincia. Si può dire che la molla che mi ha spinto a candidarmi è stata proprio la Ceccotti. Possiamo discutere di tutto, ma se non decidiamo cosa fare di quell’area, tutto il resto è noia, come dice la popolare canzone» ha concluso il sindaco.
Al sindaco fa eco anche l’assessore all’urbanistica, Francesco Micucci: «Non nascondo l’emozione per la partecipazione a questo che è un nuovo modo di fare per la città. L’assemblea di oggi è ricca, ci sono relatori importanti. E’ giusto avere una visione più ampia, e non focalizzata solo sulla cubatura e il numero dei parcheggi». L‘architetto Ferruccio Capitani, membro del comitato per il Congresso internazionale del paesaggio che si terrà nel 2016 a Torino, ha portato la sua esperienza di riqualificazione urbana nel capoluogo piemontese. «Se la gestione è accettabile, la progettazione è sostenibile. La partecipazione è fondamentale per trasformare aree industriale o comunque fortemente urbanizzate. Abbiamo portato a Torino verde, erbe aromatiche, perfino le mucche in città dove prima c’erano industrie. E’ importante introdurre elementi di identificazione nell’area che si va a riqualificare, ma anche ricordare la storia della città. Per questo, oltre alle palme vere e proprie, nelle aree dove c’erano fabbriche, ne abbiamo installato qualcuna di metallo, per ricordare la storia industriale di Torino».
L’architetto Mirella Di Giovane, responsabile del patrimonio della città, ha portato gli esempi di Parigi, Barcellona e Monaco, ma anche della capitale. «A Monaco non c’è solo una trama verde, ma anche il rafforzamento degli aspetti di tipo agricolo. Ci sono piccolo aree che possono essere coltivate. A Roma c’è la collina della pace, abbiamo riqualificato un luogo dove c’era un edificio di 6 piani abbandonato da 28 anni, sequestrato alla mafia. I cittadini sono stati attivissimi, hanno fatto assemblee anche in loco, partecipando alla grande».
Parola d’ordine, dunque, partecipazione. Ma anche progetti e idee, come quelli illustrati dall’architetto Sandro Polci, consulente per l’area Ceccotti incaricato dall’Amministrazione. Dalle proposte dei cittadini uscirà una parte importante della progettazione dell’area; un maxiparcheggio, un’area esclusivamente verde, una zona mista commerciale e residenziale. Sono diverse le opzioni che sono state illustrate, ma alcune soluzioni – come l’integrazione dell’area Ceccotti con il vicino parco del Castellaro e la realizzazione di un corridoio attraverso il muro che delimita la ferrovia con la zona che prende il nome dall’ex fornace e che possa permettere di parcheggiare a pochi metri dal centralissimo corso Umberto sembrano essere quelle più condivise da proprietari, cittadini ed amministratori. «Civitanova è come una persona robusta – ha detto l’architetto Polci – che però ha un braccio ingessato. E quel braccio ingessato è la zona Ceccotti. Quando intervenimmo a Macerata, per ristrutturare i giardini Diaz, tanti ci dicevamo di non cambiare nemmeno un sentiero perché si ricordavano del luogo come era. Vi chiedo di guardare a questa progettazione con occhi nuovi» ha proseguito Polci. Sul futuro dell’ex fornace, l’architetto ha auspicato una ristrutturazione che potrebbe farla diventare «una vetrina per le eccellenze e i prodotti di qualità, e anche un luogo dove fare ricerca come gli incubatori di impresa. La fornace deve avere una forte integrazione con il borgo archeologico, ed essere appetibile».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Il metodo è orribile e, da un metodo orribile, può solo arrivare una pessima decisione.
Mi pare strano che abbiano finito così in fretta:
– inizio teorico ore 15:30;
– inizio reale ed incomprensibile ore 16:00;
– relatori che non hanno spiegato né il metodo né il cronoprogramma;
– alle 19:15 ancora parlavano, senza pause e senza tregua;
– all’unica persona che poneva un problema di metodo, me stesso, è stata tolta la parola ed una poco accorta consigliera si è pura arrogata il diritto di polemizzare;
– sala sedata, al meglio, o di parte.
Ma che pensate che abbiamo tutti la sveglia al collo?
Nella sostanza, ma perché sull’area Ceccotti la parola ESPROPRIO non viene mai pronunciata?
Si utilizzano “centrale”, “strategica”, “fondamentale” e tanti altri paroloni, ma perché ESPROPRIO mai?
Ancora nella sostanza, quella non è urbanistica partecipata, ma un maldestro tentativo di prendere in giro persone che non sanno o non vogliono sapere.
https://www.youtube.com/watch?v=c1QC_W7dAXM
https://www.youtube.com/watch?v=K4hgBB8wKRg
https://www.youtube.com/watch?v=AznkkNDop40&list=PLBC45C6DD0A0B5267
https://www.youtube.com/watch?v=g-KSOu6EVBU
https://www.youtube.com/watch?v=Tx92lK6fUbI
Adesso, se quanto accaduto stasera in Sala Consiliare vi assomiglia a quanto avete visto nei video, qualcuno vede una realtà che io non vedo.
Poi, se quanto accaduto stasera in Sala Consiliare fosse stato una Lezione Magistrale oppure una Conferenza od un Convegno, non si è mai vista una Lezione Magistrale oppure una Conferenza od un Convegno senza pause ed in luoghi così inadeguati dal punto di vista infrastrutturale.
Ma visto che, dopo 3 ore di Lezione Magistrale o Conferenza o Convegno, i cittadini avrebbero dovuto attaccare post-it ad un piccolo foglio A3 appeso al muro per esprimere la propria idea di spazio, oppure mandare una mail allo stesso scopo, la confusione su cosa sia stato quanto accaduto stasera in Sala Consiliare rimane.
Ricordo che l’anno scorso con la vecchia giunta si parlava di costruire una specie di grattacielo che avrebbe dato lustro alla città, per me avrebbe creato altro caos, meno male che si è tornati indietro. Le nuove idee che ho letto mi sembrano buone, e per favore proprietari dell’area cercate di accontentarvi e pensate al bene della città che sarà vissuta dai nostri figli e non pensate soltanto al tornaconto personale. Grazie
Ricordo che l’anno scorso con la vecchia giunta si parlava di costruire una specie di grattacielo che avrebbe dato lustro alla città, per me avrebbe creato altro caos, meno male che si è tornati indietro. Le nuove idee che ho letto mi sembrano buone, e per favore proprietari dell’area cercate di accontentarvi e pensate al bene della città che sarà vissuta dai nostri figli e non del pensate soltanto al tornaconto personale. Grazie
…e’ facile fare gli uominisessuali con lo …strumento…altrui.
Io farei una bella area verde !!
SINISTRA ECOLOGIA e LIBERTA’
Partita la discussione sul destino dell’area ex Ceccotti.
Urbanistica Partecipata .Una occasione che stiamo perdendo? Non c’è da stare molto soddisfatti di come sta prendendo piega la vicenda ex Ceccotti.Quella che doveva essere una grande opportunità di Urbanistica Condivisa con il corpo vivo della città appare sempre più come la solita “mediazione” fra le vere necessità della città,del territorio con le aspettative dei proprietari fondiari.
Si dirà la proprietà dell’area è PRIVATA. Nessuno contesta questo ma quanto VALE quella area stante che oggi è inedificabile e che solo una diversa decisione del Consiglio Comunale può ad essa assegnare un valore di mercato?
Da che mondo è mondo i valori delle aree immobiliari si costruiscono su parametri oggettivi: Il primo è l’effettivo interesse di mercato,il secondo è il valore urbanistico dell’area dato dalle possibilità edificatorie codificate. OGGI quell’area non HA NESSUN VALORE,non c’è mercato (palazzi semi vuoti da anni costruiti sono testimonial).Quell’area ‘area non ha nessuna norma tecnica o indici di edificabilità capace di determinarne il valore.
Perchè le proprietà vantano un DIRITTO ad EDIFICARE?
Tutta questa aspettativa si è creata partendo da presupposti che non hanno fondamento giuridico ma da scelte che la classe politica locale , che in questi anni ha governato la città, ha tentato con scelte urbanistiche finalizzate a concedere volumetrie edificatorie che alla prova dei fatti sono fallite .
Oggi l’amministrazione del Sindaco Tommaso Corvatta con qualche tentennamento e ritardi inspiegabili riparte per dare un destino a quell’area.
Una scelta da salutare positivamente se non fosse che il tutto si riduce anche se con apporti qualificati in qualche assemblea pubblica,all’apertura di un account di posta elettronica a cui gli interessati dovrebbero inviare contributi e suggerimenti. Poca cosa se poi come avvenuto alla 1^ Assemblea Partecipata sull’area ex Ceccotti i relatori mostrano esempi di Urbanistica e progettazione partecipata in cui i cittadini,i portatori di interessi diffusi, avevano avuto un ruolo attivo,sul campo e “ disegnavano “con l’assistenza di Tutor gli spazi urbani il paesaggio urbano,ecc.
Nella prospettiva registriamo la prima decisione negativa e contraddittoria del Sindaco e della Giunta quanto per bocca dell’arch.Polci ci dice di NON ESSERE INTERESSATI ad acquisire la PROPRIETA’ della FORNACE senza spiegarne le motivazioni.
Purtroppo le premesse di questo “cambiare” partendo dall’area ex Ceccotti non ci sono .Infatti dall’architetto Polci ,che crediamo sia il tramite di orientamenti del Sindaco e della Giunta, sono state presentate diverse soluzioni di utilizzo dell’area ex Ceccotti.Non contestiamo che chi governa la città,chi ha responsabilità decisionali debba rinunciare alle proprie prerogative. Quello che si contesta è il fatto che tutte le soluzioni (Quattro) presentate non prescindono dal fatto che quelle aree OGGI inedificabili debbono dare una “remunerazione “ equivalente a 80.000 mc ,PIÙ MITE di quella ipotizzata nei precedenti progetti.
Una moderazione delle aspettative di tutti i soggetti privati interessati? Compresi quelli che si sono trasformati da vecchie a nuove società? Senza contare le ipoteche bancarie di decine di milioni di euro che gravano su alcune aree del comparto?
Tutte soluzioni di massima presentate nella 1^ Assemblea Partecipata hanno una caratteristica: sono in “progress”,di medio e lungo termine e prevedono anche la possibilità di interventi finanziari da ricercare nell’ ambito dell’Unione Europea. Si tratta di soluzioni interessanti ma di lunga prospettiva e piene di incertezze.
Se questa è la direzione e l’ obbiettivo di quella che viene chiamata Urbanistica Partecipata si rischiano l’incognito ossia: che tutto il disegno resti sulla carta,che si vada incontro ad uno “spezzatino” dell’area dove la “mano privata” realizza qualche infrastruttura che dovrà gestire per remunerare l’investimento e il resto resti sulla carta in attesa di modiche più “funzionali”.
La seconda ipotesi potrebbe essere che l’area ESCA dall’ INEDIFICABILITA’ e ABBIA delle NORME TECHNICHE EDIFICATORIE. Tale prospettiva apre la possibilità di un fase di contrattazione tra proprietà e Amministrazione Comunale capace di stravolgere quanto deciso attraverso questa modalità di partecipazione. Una trattativa che dovrà comunque garantire una “remunerazione” del capitale che farà soccombere gli interessi generali.
Non si vuole essere estremisti o velleitari ma una forza politica ha il dovere di esaminare le vicende da un’ottica che tiene conto dell’esperienza e della storia urbanistica in città e dell’interesse pubblico. Gettare il cuore oltre l’ostacolo come ha detto il Sindaco è fascinoso ma senza aver presenti tutti gli scenari ,gli elementi di un mosaico al quale ad oggi mancano pezzi importanti potrà sembrare un bel sogno che non vorremmo si trasformi in un pasticcio o un incubo per la città.
Coordinamento Sel Civitanova Marche
Catia, con l’urbanistica partecipata, tutti i cittadini contribuiscono a capire cosa fare in quell’area.
Anzi, dirò di più, con la democrazia partecipata dovremmo decidere una cosa che viene prima: dobbiamo espropriare quell’area che è fondamentale per tutti?
PIU’ CHE UN’URBANISTICA PARTECIPATA TUTTO QUESTO SEMBRA ESSERE UN TENTATIVO DI FAR PASSARE UNA PORCATA COME LA VOLONTA’ DEI CITTADINI CIVITANOVESI.
QUELL’AREA NON DEVE AVERE ALCUNA EDIFICABILIA’.
CIVITANOVA HA MIGLIAIA DI METRI CUBI DI UFFICI ED ABITAZIONI INUTILIZZATI.
QUELL’AREA DEVE ESSERE SOLAMENTE BONIFICATA ED E’ STRANO CHE IL SINDACO, MEDICO, NON INTERVENGA IN QUESTO SENSO.
E’ PIU’ IMPORTANTE REMUNERARE I PROPRIETARI DELL’AREA O LA SALUTE DEI CITTADINI?
QUANTI E QUALI I………….I GIRANO ATTORNO A QUELL’AREA?
PERCHE’ NON SI INTERVIENE NELL’AREA DELL’EX LICEO SCIENTIFICO?
Scrive il Coordinamento di SEL: «Non contestiamo che chi governa la città, chi ha responsabilità decisionali debba rinunciare alle proprie prerogative.»
Secondo me, e non credo solo secondo me, invece, la democrazia partecipata, il bilancio partecipato e l’urbanistica partecipata hanno un solo significato: le responsabilità decisionali sono dei cittadini e sono esercitate dai cittadini. Gli amministratori implementano le decisioni, mentre il Consiglio Comunale partecipa con i cittadini.
Da troppo tempo, quasi ovunque, abbiamo dato le amministrazioni in mano a persone che non lavorano quasi mai per la cittadinanza e che spesso sono eterodirette.
L’unica cosa che avrebbero dovuto fare era spiegare cosa sia l’urbanistica partecipata, spiegare i paletti legislativi, un cronoprogramma di massima e poi lasciare alla cittadinanza, insieme ai facilitatori, la progettazione, permettendo ai cittadini di valutare pro e contro di ogni ipotesi, e lasciando loro la piena ed ultima responsabilità per il risultato finale.
Ma questo si può fare solo in piccole assemblee per quartiere, che sono state già escluse.
Chissà cosa avrà pensato l’architetto torinese che è venuto ad illustrare esempi ben diversi di partecipazione.
Dopo la farsa civitanovese dello scorso sabato, oggi più che mai, se sei orgoglioso di essere civitanovese e ti ritieni un cittadino, od una cittadina, decidi di unirti ad altri che la pensano come te, per ottenere il diritto sovrano a decidere come la tua comunità debba essere!
https://www.facebook.com/pages/Comitato-per-lUrbanistica-Partecipata-e-la-Mobilit%C3%A0-Sostenibile/206840779373875