In alto i quattro eletti. In basso la conferenza stampa dei civatiani: da sinistra, Giovanna Salvucci, Alessandro Luciani, Valentina Ugolinelli e Andrea Tonnarelli
di Marco Ricci
Quattro i delegati provinciali all’assemblea Nazionale del Partito Democratico usciti dal voto di domenica scorsa. Tre sono i renziani: Francesco Comi (consigliere regionale), la giovane Alessia Scoccianti e Giovanni Lattanzi, dirigente del Gus e presidente del Cocise. Il quarto nome, a sorpresa, è quello del segretario comunale di Civitanova, Mirella Franco. La sostenitrice di Gianni Cuperlo che, per il gioco degli scarti, ha superato il civatiano Piero Polidori. Questo nonostante Civati abbia raccolto in provincia di Macerata più preferenze di Cuperlo (leggi l’articolo). Lasciando ai civatiani maceratesi un bel primato. Quello di essere arrivati secondi, di aver raccolto per il loro candidato il 12% delle preferenze e sostanzialmente di non essere rappresentati in quasi nessun organismo locale del Partito Democratico. Con quest’ultima beffa regolamentare che lascerà un po’ di amaro in bocca.
Nonostante l’esclusione di Polidori fosse nell’aria, i civatiani hanno comunque espresso oggi tutta la loro soddisfazione per il risultato raggiunto. Non solo nel maceratese ma in tutte le Marche. Con Pippo Civati che ha scavalcato ovunque Gianni Cuperlo, il vero sconfitto dal voto di domenica dei marchigiani. E’ questo forse il dato più rilevante uscito dalle primarie, considerando come tra i cuperliani si contano molti amministratori e dirigenti di partito. “Non si sono resi conto della voglia di cambiamento”, ha spiegato Giovanna Salvucci durante una conferenza stampa che l’ha vista al fiano di Valentina Ugolinelli, Alessandro Luciani, Andrea Tonnarelli e Marta Latini, commentando proprio il brutto risultato dei cuperliani. “Adesso gli elettori leggono, si informano. E queste persone hanno perso il polso della situazione. Non è più immaginabile, come loro pensano, che qualcuno dica qualcosa e che tutti gli vadano dietro”, ha concluso la civatiana prima di lasciare la parola a Andrea Tonnarelli. “Molte scelte sono state incomprensibili ai nostri elettori. Basti pensare al famoso modello Marche. Gianni Cuperlo – ha poi proseguito – ha anche delle idee condivisibili. Ma noi volevamo il cambiamento anche del partito. Loro no”.
“Esprimiamo una grande soddisfazione per i risultati di oggi di cui siamo orgogliosissimi”, aveva esordito Valentina Ugolinelli, “In particolare se pensiamo ai pochissimi mezzi a nostra disposizione e alla scarsissima visibilità che i media nazionali hanno dato a Pippo Civati. E se la politica istituzionale ci ignora, questa diversità è diventata la nostra forza che le persone ci riconoscono. In queste settimane abbiamo colmato questo gap anche di comunicazione contattando le persone, facendo crescere il nostro gruppo, spiegando le idee di Civati. L’aprirsi – ha proseguito – ci permesso di evitare un rischio sempre possibile. Quello di perdere la bussola, di chiuderci e di rimanere intrappolati nelle logiche della politica. Da questo punto di vista credo che l’esperienza maceratese de l’altro Pd sia totalmente fallita. Differenziarsi con le idee solo all’interno di un partito, tra gli iscritti, non serve a niente e non porta a niente.” Interrogata allora su Macerata e sulla segreteria unitaria che ha espresso Paolo Micozzi e di cui i civatiani non fanno parte, Valentina Ugolinelli ha risposto in modo sarcastico. “Non solo non abbiamo partecipato e non abbiamo nessuno in direzione. Ma a suo tempo siamo venuti a conoscenza di quello che stava accadendo attraverso i giornali”.
Ma quali sono state le idee che hanno portato Pippo Civati a raccogliere in provincia di Macerata più del 12% delle preferenze? Lo hanno spiegato Andrea Tonnarelli, giovane laureando in giurisprudenza, e Alessandro Luciani. “Noi siamo stati l’unica forza che ha voluto mettere sul campo non le persone ma i temi. Non ci siamo affidati né ad assessori né a parlamentari, ma ad alcuni obiettivi come il reddito minimo garantito, l’importanza di investire sull’università piuttosto che sulle spese militari e l’avere una forma partito aperta. Che permetta di consultare gli iscritti anche sulle decisioni importanti. Come ad esempio l’appoggio o meno al governo Letta. Il Pd – ha concluso – non deve essere il partito degli eletti che dettano la linea. Vogliamo invece il partito dell’8 dicembre. Un partito bello e democratico.”
Per il futuro? Se le recenti consultazioni tra gli iscritti hanno premiato non solo i renziani ma anche i cuperliani, i risultati dell’8 dicembre hanno messo in luce non solo equilibri diversi ma anche un problema che non può venire nascosto. Ovvero come la forza seconda arrivata in provincia non sia di fatto rappresentata in quasi nessun circolo. “Bisogna prenderne atto? Assolutamente sì – hanno concordato i quattro civatiani – E la situazione che si è creata era quello che noi avevamo previsto proprio a causa delle regole congressuali”.
E per la provincia e quella direzione che verrà composta da qui a Natale? I civatiani non si sbilanciano ma restano fermi su un punto. “Bisognerà vedere se ci sarà un invito e se sarà collegiale da parte di tutto il partito provinciale. E sopratutto verificare quale sarà l’idea che si vuole mettere in pratico. Non andremo certo in direzione per fare le bandierine”.
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SARO’ ……………………………………………… FRANCO IL VECCHIO CHE AVANZA
“Il vecchio che avanza”???????????????
Certo che , pur di scrivere qualcosa, vanno bene ancjhe le stupidaggini.
In primis sarebbe gradita una identità, in secondo luogo, un’ argomentazione.
Ma può essere chiedere troppo, capisco.
Da Maurizio Saiu, componente del direttivo Pd Macerata, riceviamo:
In merito a quanto dichiarato dall’esponente della mozione Civati, Valentina Ugolinelli, rispetto alla composizione della direzione cittadina del PD, mi vedo costretto a intervenire per chiarire alcune cose.
Mi preme correggere Saiu su qualcuna delle sue affermazioni.
Come lui ricorda io ero nel direttivo di circolo in rappresentanza di una sensibilità che nulla aveva a che vedere con Civati insieme a persone che , ancor di più ne erano lontane.
Il fatto che io abbia poi scelto come militante e come semplice elettore di appoggiare quel candidato, non fa di me un referente o un membro di un comitato pro-Civati.
Per tanto non ho avuto collegamenti di natura operativa con le persone che, invece , per Civati hanno lavorato e, mi permetto di dire, in maniera encomiabile.
Per tanto appare come una forzatura l’ affermazione che il gruppo di sostegno a Civati avesse un referente in direttivo.
Per altro, la mia presenza alle riunioni del direttivo sono state assidue tranne proprio il periodo finale della sua vita operativa.
E magari avrò anche perso una riunione sui temi congressuali.
Ma ho seri dubbi che quella riunione avesse l’ intento di aprire le dinamiche congressuali ad altri soggetti interni, quanto piuttosto a sancire di fatto, una mera ( seppur del tutto legittima) spartizione di posti in direzione.Certamente non una volontà di coinvolgere o stimolare il dibattito o la possibilità di un confronto tra eventuali diversi candidati.
sarebbe buona regola democratica che a nome di un partito parli il segretario eletto e non un membro qualsiasi del direttivo? in base a quali criteri saiu è titolato a parlare a nome di tutti?
Tonnarelli ha perfettamente ragione anche se qualcuno si è affrettato a mettere una manina rossa.
Troppi personalismi hanno sempre recato danno al PD maceratese cosi’ pure il metodo del non confronto per eleggere gli organismi interni.
Speriamo nell’aria nuova e nelle nuove energie per spazzare via chi antepone l’Io all’interesse generale della gente.
Nel momento in cui tutti dovrebbero stringersi attorno al nuovo segretario per dargli maggiore forza di trascinamento per portare sempre piu’ elettori verso quello che sarà il progetto del PD per l’Italia c’è chi si diverte ancora con le polemiche sterili e……
@ La Finestra Sul Cortile. E’ stata fraintesa, credo che il “nuovo” si riferisse alla Franco. Il titolare della boutique di Via Mameli invece di andare lui all’Assemblea Nazionale del Pd, ha mandato la commessa, ma è sostanzialmente la stessa cosa. Però questa Franco, da illustre sconosciuta a Civitanova ha trovato la Mecca. Con 60 preferenze alle comunali – non eletta – è riuscita a diventare prima consigliere municipale e poi capogruppo del Pd. Successivamente, al congresso, è stata addirittura eletta segretaria cittadina e con i suoi 318 voti (inclusi quelli dei cinesi, ma che importa) ha avvicinato di molto i consensi ricevuti da Cuperlo, candidato alla segreteria nazionale del Pd. Che ci volete fare, sono i giochi di prestigio del mago Giulio, finiti con le primarie di domenica scorsa.
@FABRIZIO PRINCIPI CODA DI PAGLIA?
VISTO CHE STAI ALL’INTERNO DEL PARTITO PENSAVO TI FOSSI ACCORTO PRIMA DI CHI AVEVI AL TUO FIANCO O SIAMO TUTTE VERGINELLE?
SHHHH! SILENZI…………..(h)O GIA’ LA RISPOSTA
@La Finestra sul Cortile.
Mi pare ovvio che non ci conosciamo e che lei non conosca le persone che hanno sostenuto la mozione Civati.
Oppure lei commenta in maniera non attinente all’ articolo di cui sopra.
Per altro, consiglierei a CM di attendere i dati ufficiali del PD nazionale prima di dare nomi che potrebbero non corrispondere alla reale composizione della delegazione maceratese per l’ Ass. Naz. de PD.
I “dati ufficiali” ancora non sono disponibili essendo estremamente complesso il metodo di ripartizione dei quozienti.
Preveggenza?
Il fatto che sia stata una cuperliana a prevalere, per il gioco degli scarti, su un civatiano dimostra che tutto il male (ammesso che nel gioco degli scarti vi sia qualcosa di male) non viene mai per nuocere. E’ infatti nota la centralità stilnovista che la figura femminile assume negli assetti del nuovo PD, centralità in grado di superare gli schieramenti politici attuali ma anche i più vetusti steccati ideologici, come ben illustra questa aperta dichiarazione d’amore, da parte d’un comunista, nei confronti di Marianna Madia, una delle componenti della squadra del nuovo segretario del PD:
http://www.contropiano.org/corsivo/item/20862-marianna-ti-amo-ma-senza-speranza