«Nuove Ast? C’è tanto da fare:
carenza medici, esternalizzazioni capestro
e un modello organizzativo inadeguato»

SANITA' - La Uil Fpl incontra i nuovi vertici, ma sono tante le criticità che evidenzia il sindacato. «Molte nostre richieste sono rimaste spesso inascoltate come il confronto sul Piano del fabbisogno del personale da cui dovrà scaturire un Piano occupazionale maggiormente aderente alle reali necessità di questo territorio. Speriamo che questo nuovo inizio offra una nuova opportunità per riprovare ad attuare un reale cambio di passo»

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Marcello Evangelista

 

Ast, i nodi della Uil Fpl sulla sanità: «Personale stanco, modello organizzativo inadeguato, carenza di medici e ricorso ad una esternalizzazione capestro. Ma speriamo che questo nuovo inizio ci si offra ancora una volta una nuova opportunità per riprovare ad attuare un reale cambio di passo». A dirlo sono Marcello Evangelista, segretario generale regionale della Uil Fpl, e Andrea Santavicca, segretario generale territoriale. Oggi pomeriggio si terrà il primo atteso incontro sindacale con i nuovi vertici della Azienda sanitaria territoriale. «Si apre indubbiamente una nuova fase sia per la sanità regionale ma soprattutto per quella maceratese – commenta la Uil -. Una fase arricchita, questa volta, da una radicale riforma organizzativa che ripropone la centralità del territorio per una presa in carico sotto il profilo sanitario dei bisogni assistenziali di una popolazione in affanno per le innumerevoli criticità che caratterizzano il nostro tempo che domanda la garanzia dell’erogazione di servizi di qualità a tutela dell’inalienabile e universale diritto alla salute.

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Andrea Santavicca

È innegabile il fatto che il sistema sanitario nazionale pubblico sia in notevole affanno e le sfide che l’intero Paese dovrà affrontare siano ardue, le soluzioni complesse e non facili da trovare. Anche nel nostro territorio – continua la Uil – ci sono numerosi nuovi campanelli di allarme quali appunto la carenza dei medici e il ricorso ad una esternalizzazione capestro che, come ben sappiamo da addetti ai lavori, sono solo la punta di un iceberg che nasconde tanto altro e soprattutto l’atavico problema delle lunghe liste di attesa e dell’appropriatezza delle cure. Come nei giorni scorsi ha pubblicamente esternato lo stesso Antonio Draisci oggi commissario di questa Ast, adesso è il tempo in cui oltre a “fare” ci si dovrà sempre più impegnare a “fare bene”. Gli strumenti che abbiamo a disposizione a volte ci appaiono inadeguati o insufficienti, come pure le risorse, soprattutto quelle umane. Sicuramente lo sono e perciò vanno razionalizzate al meglio. Il nostro personale è stanco, provato dall’emergenza Covid sicuramente, ma ancor più provato da un modello organizzativo e gestionale che troppe volte percepisce distante ed inadeguato». Il sindacato ha cercato di fare la sua parte «sedendoci al tavolo negoziale responsabilmente e con spirito di collaborazione costruttiva, senza chiedere nulla in cambio se non lealtà e trasparenza vera verso i lavoratori prima di tutto – continua la Uil -. Non possiamo però nascondere al riguardo la profonda delusione che ci portiamo dietro proprio per l’esperienza che si è appena chiusa che ci ha visto dover porre una forte pregiudiziale alla prosecuzione della trattativa con l’amministrazione precedente se non sulla base della rassicurazione di un rinnovato impegno che garantisse la effettiva trasparenza e il puntuale e rigoroso rispetto delle norme contrattuali. In primo luogo proprio quelle che regolano la gestione del sistema dei Fondi contrattuali destinati a remunerare in maniera vincolata la parte del salario accessorio del personale dipendente come le indennità per le particolari condizioni di lavoro e la carriera. Al tempo stesso non possiamo neanche tacere il fatto che anche molte nostre richieste sono rimaste spesso inascoltate o prive di riscontro. E non è una questione di forma che poniamo ma una questione di sostanza. Ci riferiamo al mancato confronto sul Piano del fabbisogno del personale da cui dovrà necessariamente scaturire un Piano occupazionale maggiormente aderente alle attuali e reali necessità organizzative della sanità di questo territorio. Una sanità che spesso, transitando dai monti verso il mare e viceversa, si presenta ai nostri occhi come una sanità a più velocità. Emblematico del livello di trasparenza e condivisione che speriamo di lasciarci alle spalle una volta per tutte è il fatto che dal giugno dello scorso anno non siamo ancora stati messi neanche nella condizione di iniziare a parlare di questo importante tema, davvero dirimente per chi oggi decide di puntare sulla qualità e sulla capillarità del servizio». Ora però si apre la fase delle Ast: «siamo certi che grazie anche a questo nuovo inizio ci si offra ancora una volta una nuova opportunità per riprovare ad attuare un reale cambio di passo dimostrando di avere un diverso approccio – continua la Uil –, un diverso modo di relazionarsi meno sbrigativo e più attento che, anche attraverso una auspicata rivisitazione dei ruoli e delle responsabilità, sappia restituire al tavolo negoziale la credibilità e centralità che sembra aver perso. Dal nostro punto di vista sappiamo benissimo che fare questo significa prima di tutto usare bene tutti gli strumenti e gli Istituti contrattuali che il Ccnl ci mette a disposizione. Abbiamo da poco siglato un nuovo Contratto ricco di contenuti e opportunità per i lavoratori e per l’Azienda: occorre metterci subito al lavoro con un approccio rinnovato e puntare decisi un utilizzo sapiente e corretto di tutti gli Istituti contrattuali per il superamento del precariato, delle criticità assistenziali e dare nuove risposte all’utenza senza trascurare l’importanza di dover garantire ai lavoratori un adeguato benessere organizzativo. Perché, non ce lo scordiamo, sono i lavoratori prima di tutto il vero volano della nostra sanità e a loro non dobbiamo lesinare mai niente perché se vogliamo servizi di qualità dobbiamo permettere che, anche se stanchi, continuino a venire a lavorare felici e soddisfatti. Chiediamo dunque a questa nuova dirigenza – prosegue il sindacato – maggiore lungimiranza e cautela affinché non si ripetano gli errori del passato. Auspichiamo per questo l’urgente avvio del confronto sul piano del fabbisogno di personale e della nuova piattaforma contrattuale decentrata che a nostro avviso non potrà prescindere, per esempio, da una rivisitazione di alcuni importanti Istituti contrattuali come quello dell’orario di lavoro e della mobilità interna del personale e il regolamento per il diritto alla mensa per cui rivendichiamo un accordo e un trattamento più favorevole per i dipendenti di quello che hanno saputo dare fino ad oggi».

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