Il taglio del nastro del governatore Francesco Acquaroli e del sindaco Giuseppe Pezzanesi. Da sinistra Massimiliano Sport Bianchini, il senatore Giuliano Pazzaglini, il presidente della Provincia Antonio Pettinari. A sinistra di Pezzanesi, l’assessore regionale Guido Castelli, il consigliere regionale Renzo Marinelli, e la consigliera regionale Elena Leonardi
di Francesca Marsili
«Abbiamo oramai organizzato le nostre vite in attesa di riavere la nostra casa e abbiamo quindi declinato la consegna delle chiavi». Delle 25 chiavi che aprono i nuovi appartamenti di Borgo Rancia, a Tolentino, sostitutivi delle Sae consegnate questa mattina durante una cerimonia ufficiale, alla presenza del governatore Francesco Acquaroli («prendiamola come stimolo a fare di più per il cratere») una è stata riconsegnata nelle mani del sindaco Giuseppe Pezzanesi da parte della famiglia Pieroni avente diritto come da graduatoria.
«A 1.609 giorni dal sisma del 30 ottobre 2016 – dice la famiglia in una lettera –, questa soluzione non è più un’abitazione emergenziale». Cosi stamane, al taglio del nastro per la consegna dell’ultimo blocco di alloggi, 46 in totale, nell’immobile ex industriale in contrada La Rancia e riconvertito in appartamenti, un nucleo famigliare tra gli assegnatari ha scelto di rinunciare. «Dopo quasi due anni di semi-stabilità ritrovata – commenta amareggiata la famiglia Pieroni – non possiamo pensare di affrontare nuovamente l’ennesimo trasloco per poi tra circa un anno e mezzo dover tornare nella nostra abitazione che oramai sarà pronta. Non è accettabile. Nel 2018 ci venne detto che la consegna sarebbe avvenuta al massimo per l’agosto 2019, abbiamo scelto di accettare il sostituto della Sae nonostante avremmo potuto rifiutare di ricevere l’abitazione in base alla normativa allora vigente. Furono proprio le informazioni allora ricevute a farci valutare l’accettazione di questa soluzione. Oggi quelle promesse sono state disattese totalmente: il ritardo per la consegna dell’immobile si è protratto di oltre un anno e mezzo».
C’è chi invece la casa è stato felice di poterla avere. Oggi sono stati consegnati gli ultimi alloggi, dopo i primi 21 dello scorso gennaio. Numerose autorità e esponenti politici con le parole di soddisfazione del sindaco Giuseppe Pezzanesi. «Pur pagando un dazio importante in termini di tempo perché la burocrazia è una macchina infernale abbiamo scelto di agire in maniera diversa in una situazione di emergenza – ha commentato il primo cittadino riferendosi alla scelta di optare per alloggi in muratura in sostituzione alle soluzioni abitative di emergenza rammaricandosi del fatto che il tutto sarebbe dovuto andare più veloce – ma il risultato che stiamo ottenendo è quello di consegnare centinaia di appartamenti ai cittadini che ne hanno bisogno e non 40 metri di sae. C’è stata della sofferenza sì – ha aggiunto il primo cittadino – ma oggi avranno dei meravigliosi appartamenti, una casa vera».
A seguito degli eventi sismici del 2016, l’edificio è stato individuato dal Comune come soluzione abitativa di emergenza per gli sfollati in alternativa alle Sae, grazie al contributo di sei milioni di euro da parte della Regione Marche. Il governatore Francesco Acquaroli nel suo intervento ha colto l’occasione per ribadire un concetto per lui fondamentale, la ricostruzione post-sisma non si deve limitare solo problema abitativo ma deve esserci un rilancio totale del nostro territorio. «Nella ricostruzione una luce in fondo al tunnel si inizia a vedere e ringrazio il commissario alla ricostruzione Giovanni Legnini per il lavoro che sta svolgendo ma non basta – ha detto il governatore intervenuto questa mattina con l’assessore alla Ricostruzione Guido Castelli –. Questa inaugurazione deve essere uno stimolo a fare di più, meglio e in fretta. Oggi la politica e la filiera istituzionale non deve solo guardare alla ricostruzione delle case, delle infrastrutture e dei palazzi pubblici ma deve riuscire ad immaginare come un territorio pesantemente colpito dal sisma del 2016 possa recuperare il tempo perduto sotto tutti gli aspetti che purtroppo hanno penalizzato il cratere. Penso all’occupazione – continua Acquaroli – penso allo sviluppo delle imprese, penso alle tante famiglie che sono andate fuori dal cratere e stentano a rientrare perché non riescono a trovare risposte anche in termini di occupazione. Il nostro compito deve essere quello di immaginare come dare risposte all’altezza delle aspettative di queste persone affinché coloro che rientrano u queste case possano riscoprire la possibilità di vivere un futuro pieno in questi territori con lo sviluppo turistico, agricolo e industriale. Non bastano le risorse economiche che spesso abbiamo avuto e non abbiamo utilizzato. Allora l’obiettivo – ha commentato il presidente a conclusione del suo intervento – assieme alle inaugurazioni come questa di Borgo Rancia che rimettono energia nelle nostre comunità, è la ricerca di una ricostruzione che possa essere autorevole e possa rimettere i cittadini marchigiani colpiti dal sisma del 2016 in condizioni di essere protagonisti dei propri territori».
Entusiasta il presidente dell’Erap Marche Massimiliano Sport Bianchini che ha commentato così l’impresa di riconversione dello stabile in appartamenti che rimarranno – una volta terminata l’esigenza abitativa di sistemazione provvisoria degli sfollati – nel patrimonio come alloggi popolari: «Il sindaco di Tolentino rimarrà nella storia di questa città perché un amministratore che fa una scelta complicata lasciando 199 appartamenti in più come alloggi popolari, fa una scelta di lungo respiro e questo è meritevole e nel tempo sarà apprezzata». Un progetto particolarmente complesso quello di Borgo Rancia, che ha visto la trasformazione di un manufatto industriale in un nuovo agglomerato abitativo con 46 appartamenti non lontano dal Castello della Rancia. Il presidente della Provincia di Macerata Antonio Pettinari, a sua volta, ha evidenziato la necessità che la ricostruzione venga affiancata dalla «ricostituzione delle comunità, che ha bisogno delle infrastrutture e dei necessari servizi pubblici sul territorio».
Il risultato della riconversione di Borgo Rancia sono sette tipologie di abitazioni, da 42 a 92 metri quadrati, sviluppate su due piani, con ascensori, luoghi di aggregazione, giardini. Gli alloggi ricavati hanno un’elevata classe energetica (A3+ su un massimo di A4+), utilizzano energia elettrica da fonti rinnovabili, sono stati costruiti con i migliori standard qualitativi esistenti.
Per fortuna che ha fatto in fretta!!! 5 anni!!!!
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Manca proprio una legge quadro che potesse essere utilizzata in contesti emergenziali e la legge quadro non può prescindere da una visione altra dell’azione amministrativa . Non si può prescindere dal considerare una assicurazione pubblica ( una decina di Euro da prelevare con la bolletta Enel ? ) con previsione di una franchigia che consentisse di dare corso immediato ai piccoli lavori ; riconferire i già noti poteri a ciascun Sindaco e alla Protezione civile di agire capillarmente in autonomia sia per la individuazione delle aree di raccolta delle macerie e sia per dare corso alle opere provvisorie utilizzando fondi e donazioni varie etc. E se invece del Cnel avessimo la Protezione Civile come Organo a Rilevanza Costituzionale con pieni poteri anche in fatto di ordinanze di demolizione ? Etc Etc…. Mi fermo quì ma con un poco di testa forse qualcosa di diverso si riesce a fare rispetto a quanto di deficiente è stato fatto in ogni calamità
Ma fotografare gli esterni no?Renderebbe un’idea migliore di ciò di cui stiamo parlando.Far vedere i politici in parata coi loro bei completini invece della desolazione totale di quella sistemazione non serve a niente.Sicuramente meglio di un container ma pur sempre una sistamazione d’emergenza che dopo oltre 5 anni suona come una supposta su un vassoio d’argento.Comunque fa piacere noteare che la manfrina è bipartisan proprio come l’attuale governo quello dei migliori.Si a mettercerlo in quel posto.Grazie infinite!