Il consiglio comunale di Macerata
Bando di 10mila euro per le associazioni, le opposizioni puntano il dito contro l’amministrazione e ne chiedono la revisione. I consiglieri David Miliozzi (Macerata Insieme), Elisabetta Garbati (Macerata Rinnova) Andrea Perticarari, Alessandro Marcolini e Ninfa Contigiani (Pd) Ulderico Orazi (Italia Viva), Stefania Monteverde (Macerata Bene Comune) Alberto Cicarè (Strada Comune) hanno presentato un mozione che sarà discussa nel prossimo Consiglio.
«Molte associazioni – dicono – si sono trovate a rispondere al bando all’ultimo minuto, altre, invece, vi hanno rinunciato per i tempi ristretti di progettazione; tra le associazioni vige lo sconforto per un contributo economico esiguo che non permette di valorizzare pienamente il loro potenziale di azione; tale risibile contributo può apparire come una mancanza di impegno, lavoro e attenzione rispetto al mondo associativo».
Secondo gli esponenti della minoranza «le realtà associative costituiscono da anni una rete operativa di significativo valore culturale e sociale per la città – si legge nella mozione – le associazioni cittadine, per il carattere sociale che le contraddistingue, sentono la necessità di tessere continuamente relazioni tra loro e con l’amministrazione comunale al fine di, secondo gli ambiti di competenza di ciascuna, porsi al servizio della cittadinanza; il comitato di coordinamento Alfa ha convocato l’assemblea per il 30 giugno; l’Assemblea delle libere forme associative deve avere un ruolo centrale nel rapporto tra amministrazione comunale e mondo associativo».
Fatte queste premesse, con la mozione si vorrebbe impegnare l’amministrazione a «lavorare a un protocollo d’Intesa condiviso con Alfa e il mondo associativo; a rivedere l’entità del contributo, ragionando su una cifra più adeguata; a lavorare per un rapporto strutturato, non improvvisato, tra Reti sociali e amministrazione comunale, anche in funzione della Riforma del terzo settore, che apre a queste dinamiche Istituire un tavolo di confronto tematico e inclusivo per una pianificazione condivisa delle attività socio-culturali in città».
Ovviamente a questa amministrazione il terzo settore da quasi fastidio. Cultura, inclusività, integrazione sono parole che fanno paura
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Le associazioni si devono autofinanziare. I soldi dei contribuenti sono finiti. L’Italia ha un debito pubblico enorme che deve essere ridotto attraverso tagli profondi di spesa pubblica. La ricreazione è finita!!!
Le associazioni devono autofinanziarsi, non gravare sul debito pubblico già problematico, coloro che condividono gli scopi delle varie associazioni pagano quanto credono, non tutti i cittadini e chi non è d’accordo. Oltretutto il fiorire di tante associazioni per incassare risorse pubbliche è stata una strategia della sinistra per farsi finanziare le loro iniziative politiche.
Da azzerare anche i 10.000 euro per aiutare i poveri in aumento.