di Monia Orazi
Il commissario Giovanni Legnini tira la volata alla ricostruzione dei centri storici, chiedendo un cronoprogramma dei cantieri ai sindaci dei centri più colpiti, e chiede di accelerare la presentazione dei progetti alle settemila famiglie che vivono nelle soluzioni abitative di emergenza o percepiscono il Cas e non hanno ancora presentato domanda di ricostruzione per la propria abitazione.
Per loro il termine per la presentazione delle domande di contributo è fissato al 30 giugno 2022, altrimenti scatteranno sanzioni come la sospensione del Cas.
Lo ha annunciato questa mattina il commissario straordinario durante una conferenza stampa, a cui hanno preso parte anche gli esponenti dei comitati dei terremotati. I numeri di fine anno segnalano un 2021 straordinario, nonostante il caro prezzi dei materiali, lo strozzamento dei lavori dovuto al superbonus 110 per cento e la pandemia, con ben 5mila cantieri aperti «la metà dei cantieri sinora decretati negli anni precedenti della ricostruzione – sottolinea Legnini – non è facile in un anno come il 2021, dove le difficoltà non sono mancati. Complessivamente erano 11.830 a fine novembre gli edifici oggetto di decreto di finanziamento, sono terminati i lavori di 2.585 cantieri, in totale sono seimila gli edifici ormai ricostruiti con 15mila unità immobiliari riconsegnate ad altrettante famiglie. Tra le domande presentate ed i lavori in corso, ci sono altre 15mila unità immobiliari in corso di riparazione.
Sulla base delle prenotazioni ricevute, sugli 80mila edifici danneggiati, ne mancano all’appello 20mila ma ritengo sia fisiologico, perché magari si tratta di chi non ha interesse a ricostruire, di chi non ha diritto al contributo, sessantamila edifici da ricostruire non sono pochi. Per 21mila il progetto è già stato presentato ne mancano ancora 39mila, questo sarà il mio impegno per il 2022, saranno oggetto di un’ordinanza che sarà emanata tra domani e dopo domani. Non possono essere gli studi professionali a decidere i tempi della ricostruzione, certo senza tecnici non si ricostruisce, ma abbiamo le norme contro la concentrazione di incarichi ed i cittadini possono scegliere il loro tecnico».
Un’altra novità è il termine di presentazione dei progetti, al 30 giugno 2022 per chi vive nelle Sae o percepisce il Cas, ha spiegato Legnini: «In base ad un accordo con la Protezione civile, che ha il ruolo di assistenza post terremoto, stabiliremo che i titolari di Cas o che vivono nelle Sae dovranno presentare domanda di contributo entro il 30 giugno 2022, ce ne sono settemila che non lo hanno fatto. Chi non vuole presentare il progetto paga un canone, è una cosa ragionevole, va tenuto conto dell’economicità della gestione, visto che lo Stato investe somme enormi per la ricostruzione».
Il commissario si rivolge poi ai sindaci dei centri più colpiti, quelli gravemente danneggiati, lo stesso Legnini elenca Visso, Ussita, Castelsantangelo: «Rileviamo una difficoltà seria nei centri storici, per me è una grande preoccupazione, fino a sette mesi fa non si poteva fare nulla perchè ricompresi in zone rosse, abbiamo mostrato che la zona rossa si può superare, sia con il programma straordinario di ricostruzione, che con le ordinanze speciali che indicano le opere prioritarie da ricostruire, terzo aspetto la redazione di cronoprogrammi da parte dei Comuni. Registriamo una certa lentezza, oggi ci sono le condizioni per programmare la ricostruzione di questi luoghi, non lasciandola alle decisioni dei progettisti. A gennaio incontrerò i sindaci, chiederò loro di preparare un cronoprogramma a cui attenersi, per far partire i cantieri».
Giovanni Legnini poi snocciola altri dati: i 14 miliardi di euro totali a disposizione della ricostruzione pubblica e privata «un impegno finanziario enorme», dice «che permetteranno di lavorare per alcuni anni, a fronte di un danno totale stimato da 26 miliardi di euro». I primi sei miliardi sono già quasi esauriti, se ne sono aggiunti altri 7 miliardi e 400 milioni grazie alla legge di bilancio che entro oggi dovrebbe essere approvata dalla Camera dei Deputati. Di questi fondi un miliardo e 700 milioni riguardano la ricostruzione pubblica, su cui si deve ulteriormente accelerare, sono state 27 le ordinanze in deroga approvate per 743 milioni di euro.
Tra le dieci ordinanze che il commissario firmerà da qui a fine anno, ce n’è una mastodontica che riguarda le scuole: «Sarà il più grande programma di ricostruzione delle scuole in un colpo solo – annuncia – saranno ricostruite le scuole danneggiate, per 80 integreremo il contributo con risorse aggiuntive. Sarà un’ordinanza da 550 milioni di euro, una cifra enorme. In totale le scuole da ricostruire sono 450 per una spesa di un miliardo e 200 milioni di euro. La novità sarà la procedura daremo vita ad un accordo quadro».
Le ordinanze di prossima uscita riguarderanno in cinque casi la ricostruzione, tre ordinanze speciali, 7 saranno per i fondi legati al Pnrr, di cui è già stata approvata la prima parte per oltre 800 milioni di euro, con progetti legati alla viabilità, alla rigenerazione urbana, alla riduzione del divario digitale. Una novità che sarà annunciata nei prossimi giorni è la costituzione di ben 4 centri di ricerca, che potranno contare su 120 milioni di euro, di cui la metà sono risorse del Pnrr, nati grazie all’accordo tra gli undici atenei che operano nelle quattro regioni del cratere. Per la maggiorazione dei prezzi delle materie prime è prevista un’ordinanza entro fine gennaio su questo tema è al lavoro un gruppo tecnico, ma già da ora si può applicare il nuovo prezzario delle materie prime, rivisto al rialzo dalla propria regione di appartenenza. Tra le buone notizie citate da Legnini anche la proroga fino al 2025 del superbonus 110 per cento, che permetterà di coprire gli aumenti di spesa che altrimenti sarebbero stati a carico dei cittadini, garantendo una ricostruzione di qualità, come specificato dallo stesso commissario. «Ci sono tre provvedimenti ancora necessari che non sono stati inseriti nella legge di bilancio, ma che chiederò siano inseriti nel decreto milleproroghe, per dare le giuste risposte come la proroga della sospensione dei mutui per i privati con una soluzione definitiva, la proroga per la sospensione dei mutui ai Comuni e per il rimborso della Tari. Grazie alle importanti risorse del fondo complementare del piano nazionale di ripresa e resilienza per la prima volta lo sviluppo e la rigenerazione dei territori, si coniuga con il processo di ricostruzione. Non sono più accettabili ritardi, omissioni, indecisioni, qualche opportunismo, ciascuno deve fare la sua parte», ha concluso Legnini.
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