di Monia Orazi
Dopo cinque anni i carabinieri della Compagnia di Camerino hanno lasciato i container di Madonna delle Carceri, per trasferirsi a palazzo Sant’Angelo, messo a disposizione dalla Provincia di Macerata, in cui oltre un secolo fa aveva sede la caserma dell’Arma. Un ritorno all’antico che sarà provvisorio, vi resteranno solo due anni, il tempo per completare la caserma nell’ala incompiuta dell’Unione montana a Vallicelle.
Il vecchio palazzo, che ha resistito indenne alle scosse del sisma, si trova in piazza Garibaldi, prima del sisma centro della movida cittadina, oggi desolatamente circondato da edifici tutti inagibili. La caserma è la prima istituzione ufficiale che torna nel cuore del centro storico.
A fare da madrina alla sobria cerimonia di inaugurazione tenutasi questa mattina la vedova della medaglia d’oro al valor militare Sergio Piermanni, Giovanna Paolone. A parlare per tutti i militari è stato il generale di brigata Fabiano Salticchioli, comandante legione carabinieri Marche: «Un pensiero di gratitudine va ai carabinieri che hanno svolto il loro dovere, anche in situazioni di disagio e continueranno a fare il loro dovere in questo edificio che consente una migliore soluzione. Ringrazio quanti hanno fattivamente contribuito alla sua realizzazione.
Si tratta di una struttura di oltre mille e duecentocinquanta metri quadrati, è già organizzata da alcuni giorni la centrale operativa, interamente attrezzata con la strumentazione informatica, che la rende interoperabile con tutta la struttura di comando e controllo dell’arma dei carabinieri, da qui si può interagire con il comando provinciale, il comando legione, il comando centrale. Si assicura un maggior presidio a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, non solo nella città di Camerino, ma in tutto il resto del territorio di competenza della Compagnia carabinieri. Oggi è un giorno molto importante ma tra un nuovo obiettivo posto tra due anni: avremo la soluzione definitiva ancora migliore con la nuova caserma, che avrà alloggi di servizio e conferma l’impegno dell’Arma per migliorare l’aspetto infrastrutturale che è premessa per l’attività operativa».
Sono intervenuti anche il prefetto Flavio Ferdani, il questore Vincenzo Trombadore, l’arcivescovo Francesco Massara, il comandante provinciale dei carabinieri colonnello Nicola Candido, il comandante della Compagnia di Camerino, capitano Angelo Faraca, il presidente dell’Unione marca di Camerino Alessandro Gentilucci. A portare il saluto dell’amministrazione regionale è stato il presidente Francesco Acquaroli: «E’ un segnale importante la presenza dello Stato nel centro storico di Camerino, in secondo luogo si ridà dignità all’Arma dei carabinieri, che purtroppo ha dovuto essere ospitata nei moduli provvisori. Oggi è un segnale importante perché testimonia che con la filiera istituzionale si riescono a raggiungere obiettivi, che sono ed erano fino a qualche settimana fa impensabili. Un risultato come questo rappresenta uno stimolo ad accelerare sempre di più la ricostruzione, che nonostante gli impegni e gli input continui fa fatica a dare segnali forti ed inequivocabili».
Un risultato che non si sarebbe mai ottenuto se la Provincia di Macerata non avesse messo a disposizione l’immobile, utilizzato in passato come scuola di italiano per stranieri, che con lavori per soli 70mila euro ha permesso di ospitare l’arma dei carabinieri. Ultima inaugurazione pubblica per lo storico presidente Antonio Pettinari, agli ultimi giorni di mandato: «Da qualche giorno la centrale operativa si è già insediata qua, è stato fatto il trasloco, è una giornata bellissima e storica, perché è la dimostrazione che la burocrazia si può battere, si può sconfiggere, basta che ci sia la sinergia tra tutte le istituzioni. Questo è stato un bellissimo esempio di lavoro in squadra. Avevamo preso un impegno tutti insieme, i vertici dei carabinieri, io stesso, il prefetto, il presidente della Regione, di trasferire nel più breve tempo possibile i militari da quella situazione che era assolutamente inaccettabile, quasi vergognosa. E’ anche un regalo di Natale, non solo ai carabinieri, ma anche al territorio, perché i servizi di sicurezza sono indispensabili e oggi possiamo dire che sono meglio organizzati».
Emozionato e soddisfatto il sindaco di Camerino Sandro Sborgia, che ha voluto ricordare quei carabinieri che nel territorio sono caduti nell’adempimento del loro dovere: «Un giorno importantissimo concretizza quella che è stata la nostra volontà sin dai primi giorni. Sono felice ed orgoglioso di aver contribuito a fare in modo che i carabinieri tornassero in una sede che è già stata anticamente la sede del comando carabinieri. Abbiamo lavorato per questo, abbiamo riaperto il centro storico consentendo di liberarlo dalla zona rossa, questo ha permesso di utilizzare questo stabile, uno dei pochi rimasto integro dopo il sisma del 2016. Oggi diamo una sistemazione più decorosa dopo cinque anni dalle scosse, ai carabinieri della Compagnia e del comando carabinieri di Camerino che comprende un’area molto vasta da Matelica a Castesantangelo. Oggi è un giorno di festa, questo lavoro è stato fatto per rendere grazie alla memoria di chi non c’è più. Questo territorio ha tributato un sacrificio importante per il Paese, ricordiamo la memoria dei carabinieri Donato Chiarelli e Giovanni Liberto Corinto, Alfredo Beni e Alfredo Costantini, che sono di questa terra. E’ giusto che con questo lavoro rendiamo omaggio anche alla loro memoria». La cerimonia si è tenuta con uno stile sobrio e pacato, tipico dell’arma dei carabinieri, è stato suonato l’inno, a cui è seguito l’alzabandiera, poi è stata scoperta la targa, che ha sancito l’inizio dell’operatività della compagnia, nel cuore del centro storico di una Camerino ferita, ma che non si arrende.
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