«E’ una umiliazione voler colpire una donna con epiteti a sfondo sessuale. Lui (Fausto Troiani, vicesindaco di Civitanova, ndr) mi ha offeso e non mi sento di riderci sopra» dice Laura Boldrini, ex presidente della Camera, che oggi era al tribunale di Macerata perché si è costituita parte civile in un processo in cui Troiani è imputato perché, gli contesta l’accusa, aveva scritto su Facebook una frase «cesso».
Boldrini, riferendosi ad un documento della maggioranza del comune di Civitanova che uscì all’epoca dei fatti (nel novembre 2018), aggiunge: «I peggiori insulti sessisti e misogini vengono bollati come una goliardata, non sono disposta ad accettarlo». La ex presidente della Camera continua: «Mi ha dato doppiamente fastidio perché è avvenuto nella mia regione, io sono nata a Macerata. Per me è un impegno civico. Nel 2017 ho lanciato la campagna “Ora basta”, perché non possiamo far vedere ai giovani che conviviamo con la violenza. E quindi quando è venuto l’ispettorato della Camera a mostrarmi gli articoli comparsi su Cronache Maceratesi con quei post, ho deciso di fare querela. Che poi sia stato fatto nella mia regione l’ho trovato doppiamente irritante, fastidioso, umiliante. Ho processi anche in altre regioni per gli stessi motivi e mi presento sempre alle udienze». Boldrini, che si è costituita parte civile con l’avvocato Caterina Flick, è stata sentita questa mattina come parte offesa al processo che si sta svolgendo davanti al giudice Paolo Properzi.
Il passaggio a Macerata è stata una occasione anche per chiederle di quanto sta succedendo a Roma e del nuovo governo.
«Draghi è al lavoro, abbiamo fiducia riuscirà a mettere insieme una bella squadra di ministri e ministre. Spero ci sia un programma che riesca a dare le risposte, è una figura che merita il massimo rispetto e che merita una maggioranza parlamentare coesa è solida». È stata una vittoria di Renzi? «Se abbiamo Draghi lo dobbiamo al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, non a chi ha picconato il precedente governo. Il merito va sempre a chi costruisce, non a chi distrugge. Ora però dobbiamo trovare un senso a tutto ciò che è accaduto e la figura di Draghi mi sembra ci dia da sperare in un futuro positivo». Su quali possano essere le priorità del governo «premetto che starà a Draghi deciderle. Personalmente ritengo che la cosa più importante sia rimettere in ordine il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza, ndr), dobbiamo riuscire a far sì che il piano abbia tutti gli elementi per rilanciare il Paese nei prossimi anni. Poi c’è il piano vaccinale e c’è la ripresa economica dell’Italia. E poi servono le riforme, perché il Recovery fund è uno strumento per cui sono richiese le riforme».
Tornando al processo, oltre a Boldrini oggi sono stati sentiti il capo della Digos di Macerata, Nicoletta Pascucci, e quattro giornalisti di Cronache Maceratesi che avevano seguito il caso e portato a galla diverse frasi che erano comparse sul profilo di Troiani, tra queste c’era quella riferita alla Boldrini.
Secondo l’accusa Troiani, a commento di un articolo del 2015 in cui si diceva che il giornalista Gad Lerner era stato chiamato dalla ex presidente della Camera a collaborare, avrebbe scritto «Una troia e un frocio, chissà che oscenità programmeranno», e inoltre avrebbe definito Boldrini «cesso». Oltre alla frase sulla Boldrini, in aula le domande rivolte ai giornalisti hanno riguardato anche altri articoli che sono comparsi su Cm e che riguardavano la vicenda. Si è parlato di una intervista concessa da Troiani a Cronache nei giorni in cui scoppiò il caso e in seguito ad un articolo (anche questo oggi oggetto del processo) in cui, con una ricerca, erano emerse altre frasi scritte da Troiani su Facebook, tra queste proprio quella sulla Boldrini. Tra le frasi che avevano destato clamore c’erano state quelle relative al Papa, a Macron, a Merkel, e a Kyenge. Per le frasi su Merkel («culona inchiavabile»), Macron («diversamente maschio, negrofilo»), Moscovici («ebreo rinnegato»), e Littizzetto («ammazzatela sto cesso») non era stato indagato. Mentre resta imputato per quelle su Papa Francesco ed è stato assolto per la frase «Rimane negra» riferita a Cecile Kyenge in quanto secondo il giudice non è provato che sia stato proprio il vicesindaco a scriverla. Il processo in corso a Macerata riguarda le presunte offese a Boldrini. Frasi sulla Boldrini che comunque la difesa (Troiani è assistito dall’avvocato Gian Luigi Boschi) contesta. E argomento del processo è se Troiani sia stato autore di quella frase o meno. Il processo è stato rinviato al 10 settembre.
(Redazione Cm)
le parole sono pietre.brava.
La vergogna è di chi insulta , a prescindere. È vergognoso che chi usi gli insulti contro gli avversari continui a ricoprire cariche pubbliche e raccogliere consensi, la bassa scolarizzazione, le simpatie di estrema destra non giustificano l'elezione e la presenza di tali persone fra la classe politica.
Cosa centra la destra? Qualifica già il suo intervento. Salvini è insultato tutti i giorni ; li non conta?
Fallo nero! Anzi , mulatto!
Ben fatto Boldrini fagliela pagare
chi si permette di insultare gratuitamente le donne dimostra vigliaccheria
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I termini descritti sono sicuramente censurabili,specialmente nei confronti di una donna. Detto questo come italiano, se non fosse che mi devo preoccupare di pagare le bollette, avrei con piacere denunciare ,fosse stato possibile, esternazioni della sig.ra Boldrini come anche mia rappresentante, sull’esaltazione di una emigrazione incontrollata e ingestibile dove noi dovremmo” assoggettarci ” a questi nuovi costumi,addirittura sostituendoli alla nostra cultura, per poi,numericamente riempire il vuoto di mancanza di nascite ( un problema che i governi dei suoi amici politici non hanno mai ritenuto di prendere in considerazione).
beh certo, meglio mantenere un immigrato nulla facente a spasso che dare un sussidio a una famiglia per un bimbo italiano che nasce. Brava,complimenti…un genio
…poverina, chissà che sofferenza. gv
Insultare le persone per le idee, la religione, il sesso, l’aspetto fisico o altro è un intollerabile comportamento che indica scarsa cultura, scarso rispetto, scarso senso civico, scarsa educazione ecc. Ritengo che sia giusto rispondere anche penalmente di tale intollerabile incivile comportamento. Mi chiedo però se la Boldrini abbia mai riflettuto su altre ipotesi di denuncia. Ad esempio: un piccolo bimbetto nel seno della mamma di cosa potrebbe accusare (se glielo permettessero!) chi ha intenzione di abortire o chi promuove leggi che consentano di fare ciò definendolo diritto o chi lo strappa materialmente dall’utero della madre? Lo vorrà denunciare per utilizzo di scarso senso civico, di azioni poco educate o di razzismo o sessismo o altre cose simili? Cosa ritenete che il bimbetto consideri (sempre se gli si desse tale possibilità) più intollerabile: offendere a parole un essere umano che ha modo di reagire e giustamente difendersi oppure uccidere una persona indifesa? Avrà mai riflettuto su questo la Boldrini? Ma al netto di tutto ciò mi auguro che ottenga giustizia…..lei che ha questa possibilità!
Detto da una che da anni definisce tutti gli elettori di destra fascisti razzisti e ignoranti è proprio un controsenso.
D’altronde ormai non fa più notizia questa signora,speriamo venga definitivamente cancellata dal nuovo governo lei e il suo partito anti italiano.
@Ernesto Scarponi:
“Ben fatto Boldrini fagliela pagare”
Questa poi non la volevo sapere!!!!
Mi auguro che la Sig.ra Boldrini abbia la giustizia cui ambisce.
Mi auguro che il giudizio sia inflessibile, integerrimo ed equo.
Mi auguro che sia usato lo stesso metro di giudizio delle “risorse” che lei ama tanto.
Viva l’Italia !
Gli insulti specie se pubblici sono sempre deprecabili, è indubbio.
Ma la Sig.ra Boldrini che con la sua folle politica di aprire le porte a tutti (le sue famigerate “risorse”) ha fatto il male dell’Italia dovrebbe avere il buonsenso di tacere. “ORA BASTA” è qualcosa che l’Italia ha detto a lei e a quelli del suo entourage. Dice che si è opposta alla violenza che brava, però portandone altra di altro tipo. Non insulti per carità, ma non può aspettarsi nemmeno tanta stima e amore.