“Troiani dimettiti”. Con questa scritta su uno striscione lungo due metri, alcuni militanti hanno accolto l’ingresso dei consiglieri al Consiglio comunale di Civitanova che avrebbe dovuto discutere della mozione di sfiducia nei confronti del vicesindaco Fausto Troiani dopo le parole choc su Facebook contro il Pontefice e i capi di Stato.
All’ordine del giorno infatti questa sera la richiesta presentata dall’opposizione per richiedere le dimissioni del vicesindaco dopo il clamore suscitato dai post e dalle dichiarazioni su Facebook di Troiani, chirurgo all’ospedale di Civitanova. Per le sue esternazioni la Procura ha aperto un fascicolo e anche l’Asur ha avviato un procedimento disciplinare. Il punto era però slittato a metà delle mozioni e il consigliere Stefano Mei ne ha richiesto l’anticipazione, ma il consiglio con 15 no, 8 sì e un astenuto (Marzetti) ha respinto la richiesta. L’opposizione ha annunciato che richiederà a questo punto, visto il clamore e l’urgenza di discutere anche in consiglio della gravità di quelle parole, la convocazione di un consiglio ad hoc entro 20 giorni.
(l. b.)
(Foto di Federico De Marco)
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Insieme a Troiani, allora si dovrebbero dimettere anche tutti i consiglieri e assessori e confratelli che lo hanno giudicato un burlone? Non mi pare. Dovrebbero e questo senza se e senza ma, preparare le valigie tutti quelli che nonostante abbia rinnegato se stesso le sue idee e mentito spudoratamente su tutto quello che concerne il suo essere Troiani come politico e anche come uomo, lo hanno difeso dimostrando di essere a loro volta capaci di ripetere il già detto. Appurato che sia un uomo capace di mentire così apertamente e tu sei d’accordo con lui, a continuare ad appoggiarlo non sei diverso. Quindi che si preparino tutte le valigie e non solo quella di Troiani che dopo la sua abiura non dovrebbe fare veramente neanche il capo condominio. E anche altro, ma questo non sta a me ne dirlo e ne giudicarlo. Lui non deve fare più il vice sindaco perché inaffidabile come inaffidabile è chi ne perdona pure l’apostasia al partito che per lui sembrava più un ” credo “, “una religione “. Ma dove mai succederebbe che io appartenente ai vesuviani, vengo eletto insieme a te che anche se non
sei vesuviano non sei nemmeno tanto terrestre, vengo al tuo cospetto e ti dico “ Io non sono più vesuviano, posso restare, certo non so se puoi fidarti, almeno che non comando io e allora stop”. E l’altro, facendogli un buffetto sulla guancia e guardandolo amorevolmente come la pecora fa con il suo agnellino o come il caprone fa con il suo capretto” A me non mi interessa chi eri, chi sei, e ne cosa sarai, io ti giudicherò sempre per quello che fai, cioè niente”.
Egregio signor Micucci, il suo ragionamento non fa una grinza, posto nel modo in cui Lei lo ha posto; tuttavia quel che il vicesindaco Troiani ha, per così dire, e come scrive Lei, rinnegato, forse è stato dovuto alla spropositata reazione che le sue affermazioni hanno portato. Io non voglio assolutamente difendere il comportamento del vicesindaco, anche per me ha sbagliato o perlomeno esagerato, ma le reazioni che ne sono seguite, che come ripeto, sono state a dir poco spropositate, denotano anche il livello raggiunto dall’opposizione, che, probabilmente, non ha più molto da dire, secondo me, ma non solo secondo me, credo. Quindi il comportamento di Troiani potrebbe essere una conseguenza di tutto ciò, una strategia di difesa, anche se passa, forse, da..”rinnegato”, di difesa da chi non ha più altro modo e maniera di far politica se non urlando a più non posso..fascisti fascisti!! Tutto il resto è..non noia, ma da rifare, soprattutto da certe parti. Ossequi. gv
Vallesi, sono perfettamente d’accordo sullo sproposito delle critiche fatte a Troiani per quelle stupidate talaltro copiate e anche divertenti. Perlomeno per me. Se legge altri miei commenti sulla faccenda, in nessuno condanno Troiani per quelle frasi veramente e scandalosamente e vergognosamente strumentalizzate dai soliti noti che anche nell’ultimo consiglio hanno continuato nel non mollare l’osso. Ma alla lunga, questo comportamento sarà controproducente per gli azzannatori che da un bel pezzo non hanno più niente da dire se non ripetere sempre le solite noiosissime frasi oramai di circostanza che devono far sempre rima con razzismo e fascismo e adesso anche sessismo. Quando mi piacerebbe entrare nelle loro teste e leggerci veramente quello che pensano sul razzismo e sul sessismo. Sarà che non ci credo molto nella purezza morale di chi è abituato ad accusare sempre e soprattutto per partito preso e qui partito non sta per modo di dire ma per indicare una parte politica che si autocostringe a dire tutti la stessa cosa che di sicuro contrasta con quello che veramente pensano. Almeno che finalmente siamo riusciti a dividerci in buoni e cattivi. Mah, Vallesi, se tu solo immaginassi quanta poca fiducia io abbia del prossimo, soprattutto di quello buonista che non significa appartenente alla classe dei santi ma solo a quella degli utilizzatori di professione o vittime della propria ignoranza. Ci sarebbe da fare una lista lunghissima per tutto quello che hanno detto, fatto e anche non fatto per cui a livello comunale, manteniamoci stretti, più stanno zitti e più bella figura fanno. Dimostrano con questo accanimento di che bassezze la minoranza sarebbe capace pur di sputtanare un avversario che vorrebbero distruggere come politico, uomo e anche nella sua professione di cui sarebbero ben felici anche se cosa impossibile, di una improbabile cancellazione dall’albo dei medici. Posso anche capire che tutti gli attacchi a lui portati lo abbiano portato a mentire su di se. Ma anche così fosse io direi basta, affermerei di essere quello che sono e aggiungerei di aver sbagliato rinnegandomi perché impaurito non solo dai soliti noti le cui accuse lasciano il tempo che trovano ma soprattutto e questo è stato riportato anche su diversi articoli di CM, dalle forze di polizia, dalla magistratura e dall’Asur per il quale lavora. Mi fermo qui anche se…
Egregio signor Micucci, comprendo e condivido quasi completamente il suo ulteriore commento e, se mi permette, Le consiglierei la lettura (se non l’ha già fatto) di un libro che rispecchia anche le sue idee e convinzioni, oltre che i fatti che quelli come noi non si rifiutano di vedere per esclusivi giochi di parte, e che si intitola “Attenti ai buoni”, di Mario Giordano, al quale, se mi fosse possibile, consiglierei di scrivere una versione aggiornata dal titolo “Attenti ai buoni ed ancor più ai buonisti, specie se trattano chi non la pensa come loro da fascisti”!! Cordiali saluti. gv
Per Vallesi. Probabilmente conosci già l’argomento di cui vado a scrivere, se non lo conoscevi vedrai che non siamo mai stati soli a vedere certe cose sotto la stessa luce, e leggere questo commento, certo non aprirà gli occhi ai tanti seguaci della nuova “ verità “ ( che dovrebbero leggerlo, specchiarcisi e poi riflettere se ce n’è possibilità ) scritta dagli stessi elementi che possono essere tranquillamente paragonati a quelli chiamati per nome nella prima versione e che oggi ci hanno portati sull’orlo di sbranarci. Veniamo al sodo. Giorgio Gaber scrisse a distanza di 10 anni circa due versioni della canzone o invettiva “ Se fossi Dio “. !980 e 1991. Ti scrivo le due Date perché le due versioni ( facili da trovare con internet ) hanno delle piccole per modo di dire , differenze nel testo. La prima versione, censuratissima che fu incisa in un singolo venduto clandestinamente e di cui nelle Radio più conformiste ne avevano persino timore a parlarne e non sto scherzando e già che non sia stato arrestato la dice lunga sul contenuto che metteva in risalto il peggio della politica e dei personaggi ad essa legati. In questa prima versione si parla di buonismo ma ancora in maniera ristretta, cosa del tutto diversa nella seconda versione. La seconda versione, seppur apparentemente più leggera della prima, non lo è affatto. Qui parla senza mezzi termine a parte quella metaforica “ macchia nera “ degli intrecci tra politica e Mafia che accomuna senza farne distinzione. Ma quello che ci interessa adesso è il discorso sul buonismo. Siccome Gaber dotato di lungimiranza e soprattutto coraggio intellettuale aveva capito che questo buonismo relegato dieci anni prima a leggera abitudine, stava allargandosi fino a diventare quella piaga che è perché come dicevo ieri, buonismo e bontà, oggi lo spiego meglio, non sono facce della stessa medaglia, perché la bontà rappresenta il bene e da questo possiamo già togliere tutti quelli che lapredicano, tutti; il buonismo è solo il male, il guadagno camuffato per raggiungere scopi ben precisi per chi lo predica, un arma a doppio taglio per quei soliti stupidi, ignoranti seguaci che ogni movimento politico cerca sempre di attirare per il noto gioco dei numeri, non quello da prestidigitatore che in certi personaggi è innato ma proprio di numeri matematici quelli per cui più elementi addizioni e più la somma ne contiene.( Totò: “ E’ la somma che fa il totale “). Ma entriamo nel vivo. Nella prima versione scrive:
“Io se fossi Dio ,non avrei fatto gli errori di mio figlio e sull’amore e sulla carità mi sarei spiegato un po’ meglio, Infatti non è mica normale che un comune mortale per le cazzate tipo compassione e fame in India c’ha tanto amore di riserva che neanche se lo sogna che viene da dire ma dopo come fa a essere così carogna “.
Nella seconda versione, forse si era alzato con il piede più sbagliato del solito ma è molto più probabile che dopo dieci anni le cose potevano solo peggiorare e quindi oltre ad attaccare chi aveva escluso nella prima versione, è però più lungimirante sul buonismo che si fa più pressante fino a poi diventare dilagante e tante altre cose dei giorni nostri. Così scrive:
“ Ma come siete buoni voi che il mondo lo abbracciate e tutti che ostentate la vostra carità .Per le foreste, per i delfini e i cani, per le piantine e per i canarini un uomo oggi ha tanto amore di riserva che neanche se lo sogna che vien da dire: ma poi coi suoi simili come fa ad essere così carogna… “.
Io se fossi Dio direi che la mia rabbia più bestiale che mi fa male e che mi porta alla pazzia è il vostro finto impegno è la vostra ipocrisia. Ce l’ho con quelli che per salvare la faccia per darsi un tono da cittadini giusti e umani fanno passaggi pedonali e poi servizi strani e tante altre attenzioni per handicappati sordomuti e nani. E in queste grandi città che scoppiano nel caos e nella merda fa molto effetto un pezzettino d’erba e tanto spazio per tutti i figli degli dèi minori. Cari assessori, cari furbastri subdoli altruisti che usate gli infelici con gran prosopopea ,ma io so che dentro il vostro cuore li vorreste buttare dalla rupe Tarpea. Io se fossi Dio, io direi come si fa a non essere incazzati che in ospedale si fa morir la gente accatastata tra gli sputi. E intanto nel palazzo comunale c’è una bella mostra sui costumi dei Sanniti in modo tale che in questa messa in scena tutto si addolcisca, tutto si confonda in modo tale che se io fossi Dio direi “” che il sociale è una schifosa facciata immonda “”. Io se fossi Dio avrei una gran paura del futuro. “”C’è un’aria di sgomento che coinvolge il mondo intero una minaccia un tragico fermento di popoli e di razze in via di assestamento. Io come Dio logicamente li vedo tutti da lontano ma a dirla onestamente più che altro io sono un Dio italiano col gusto un po’ indiscreto di frugare negli antri più segreti, più nascosti del potere. E allora io se fossi Dio direi che ci son tutte le premesse per anticipare il giorno dell’Apocalisse. Peccato che anche Dio ha il proprio inferno che è questo amore eterno per gli uomini.
Vallesi da notare che nella prima versione Dio, un po’ sfinito dal comportamento degli uomini politici, li abbandona a se stessi e si ritira in campagna: “ E allora va a finire che se fossi Dio, io mi ritirerei in campagna come ho fatto io…”. Nella seconda parla di Apocalisse. Di certo se ne avesse scritto una terza versione ai giorni nostri e visto che le sue ansie sono poi diventate più attuali che mai, non so che cosa avrebbe scritto.
Signor Micucci, perfettamente ed assolutamente d’accordo; peccato solo che Gaber, di cui ho tutti i dischi, sia morto troppo presto, anche se, se fosse vissuto ancora dieci o venti anni, qualche buonista del cacchio l’avrebbe ammazzato culturalmente già molto prima. Ossequi. gv