Ho trovato il testo inglese e l'interpretazione della Smith musicali e assonanti con l'originale. Perfettamente evocativi del senso e della suggestione dell'Infinito. A Valentini chiedo soltanto: Baudelaire, Yeats, Esenin, Neruda lei li legge in lingua originale ? E le conosce così bene da entrare nel flusso della metrica ? Non credo proprio.
Zappa e vanga ai robusti Carolingi della Val di Chienti e via andare. In primis vogliamo restituite allo stupore e all'adorazione del volgo piceno le ossa di Carlo Magno a San Claudio, in secundis quelle di Pipino e Bertranda a San Ginesio. Deinde le zanne del pachiderma Abul Abbas nei campi di Corridonia. Last but not least, le penne d'oca di Eginardo e di Alcuino di York, il santuario del dio celtico Grannus, le anfore di vino cotto del IX secolo. Dulcis in fundo, il dungeon di Ornat (Acquaviva Picena) dove Papà Formoso venne sottoposto al celebre Sinodo del Cadavere. Zappa e vanga.
Una risata li seppellirà
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid03PjrNGvuietYu8ab5xLJoCLebMWScxdEFanFd8Sh22Eio16Se2TtqrNTwUUV864jl&id=100001050963758
Dopo il convegno di Montecosaro, noto con soddisfazione che un tale architetto si improvvisa esperto sismologo (con argomenti volutamente contorti e ridicolamente improbabili) per correre in soccorso dei suoi trepidi sodali. Che il Convegno ha finalmente relegato al ruolo di noiosi affabulatori e megafoni di favole altrui. Ricordo al suddetto che la zona del Nord Reno-Westfalia è una zona sismica da secoli, e Aachen una delle località più colpite. Se lui e i suoi confratelli hanno la voglia e la pazienza di leggere quanto nel link, forse - ma dubito fortemente - potranno cominciare a chiedersi se il pur simpatico don Carnevale non abbia forse parlato, in modo così affermativo e perentorio, di cose che non conosceva. O che forse conosceva ma evitava di dire...
https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_earthquakes_in_Germany
Chapeau al commento di Nazzareno Gaspari! Credo che sia giunto il momento - ed il Convegno di Montecosaro ne è stata un'ottima occasione - di relegare questa favola di un'Aquisgrana in Val di Chienti nella lista delle strampalate teorie che ogni tanto fanno capolino in quest'epoca di revisionismo storico. Direi anche che sarebbe il caso di restituire alla chiesa di San Claudio la dignità che merita, ripulendola dal vergognoso mercato che se ne sta facendo. Via la lapide che parla di un Carlomagno sepolto sotto la pavimentazione (e di cui non c'è la benché minima prova), via la bancarella di libri e quella ridicola immagine cartonata dell'Imperatore sulle scale che portano alla chiesa superiore. Come diceva il grande Totò "ogni limite ha una pazienza". Ridiamo dignità alla storia del territorio che, come giustamente sottolinea Gaspari,non merita e non ha bisogno delle ridicole e avvilenti incursioni dei Carolingi piceni.
Al signor Giorgio Rapanelli consiglierei di non addentrarsi ulteriormente nella questione, perché le pezze che mette sono peggio del buco. Lasciando da parte il fatto che Bourlemont ha poco a che vedere con Beau Mont, lo sa il suddetto che di località che si chiamano Belmonte ce ne sono diverse in Italia ? Che di città francesi che si chiamano Beaumont ne esistono svariate sul territorio d'Oltralpe ? Che c'è una Beaumont anche nel Regno Unito ? Che l'antica famiglia dei nobili Beaumont era di origine normanna e da lì si spostò oltremanica nel XI secolo ? In quanto a miei precedenti interventi in risposta alle perentorie affermazioni di don Carnevale e di altri, ce ne sono molte in rete, in cui argomentando e citando fonti storiche coeve (latine e non tedesche) dimostravo, qualora ce ne fosse stato bisogno, che tutta la vicenda della corte carolingia si era svolta nel triangolo attuale Francia del nord/Belgio/Renania. Metto solo il link ad un articolo ospitato da Cronache Maceratesi dove alcuni assiomi che don Carnevale poneva come risolutivi per il suo stravolgimento storico venivano puntualmente smentiti. https://www.cronachemaceratesi.it/2010/7/28/aquisgrana-a-san-claudio-troppe-cose-non-quadrano/37209/
Già dall'incipit di Giorgio Rapanelli si conferma l'assoluta ignoranza storica e l'adesione bovina alle tesi strampalate di don Carnevale da parte dei cosiddetti Carolingi piceni. La madre di San Francesco si chiamava eanne de Bourlemont ed era originaria della zona di Tarascona. Forse di famiglia catara. Bernardone la conobbe in uno dei suoi viaggi come mercante di stoffe in Provenza. Ma no, per Rapanelli deve essere per forza originaria dell'inesistente Francia picena, visto che il soprannome è Pica...A confronto della setta carnevalesca, Scientology è un'allegra ed innocua associazione di boy scout. Non parlo poi del seguito del suo commento, che è una sequela di baggianate, un trita ripetizione pappagallesca dei deliri di don Carnevale (rip)
Trovo il ragionamento confuso e contraddittorio. Sembra solo un adeguamento a quanto va dicendo - per ragioni di pura demagogia elettorale - la sua Segretaria nazionale...
Pur ribadendo che la tesi di un'Aquisgrana picena è del tutto inconsistente sia dal punto di vista storico che documentale, mi dispiace sinceramente. Indubbiamente, ci ha lasciati un uomo e un sacerdote che rimarrà nel cuore e nei ricordi dei tanti che lo hanno conosciuto ed apprezzato. Che la terra gli sia lieve. RIP.
Condivido molti dei punti programmatici di Dipendedanoi. Ma il bollino di "sinistra etica" mi fa rabbrividire. Come dire che tutti gli altri di sinistra sono an-etici, senza morale e solo attaccati al potere. Non è così. Autodefinirsi "etici" in politica porta ai piagnoni di Savonarola, ai puritani di Cromwell, ai tagliateste di Robespierre, ai tagliagole dell'Isis etc. La politica è l'arte di governare, in mondo onesto, responsabile e à tempo determinato. Punto. Lasciamo l'etica alla sfera della coscienza individuale.
Un burattino nelle mani di dell'ex sindaco e dei suoi sodali fascisti. E come tutti i burattini, senza cervello. Si dimetta, è indegna del ruolo pubblico che le ha conferito la Repubblica italiana per reato di abuso in atti d'ufficio!
Il film di Amelio? Grande Favino. Per il resto, non mi appassionano gli amarcord degli ex giovani leoni socialisti né la riscrittura partigian-nostalgica di quanto ha rappresentato il loro eroe. Per me, rimane vero quello che disse qualcuno: "Nacque. Nocque."
Questa presuntuosa signora in cerca di notorietà ricalca pappagallescamente il metodo manipolativo di luoghi e personaggi del Carnevale. Per pura vanità personale. La ricerca storica è cosa troppo seria per lasciarla nelle mani di certi apprendisti stregoni.
Il cretino di turno, che pur di apparire, apre bocca e gli dà fiato. Eppure anche i suoi lontani parenti scendono dallo stesso albero africano. Praticamente in rinnegato.
Sono curioso anch'io di sapere quali sarebbero le incongruenze della storia ufficiale. In quanto all'invito, del quale ringrazio, sono ben disposto - in tempi e modi da concordare - di accettarlo. Ad una condizione: fatemi avere un elenco dei 10 elementi centrali a difesa di una Aquisgrana Picena (a suo tempo don Carnevale aveva elencato 5 o 6 punti) ed io sarò più che felice di poter dire la mia a riguardo.
Rapanelli, lei cita 3 illustri sconosciuti ed una docente locale. Il Prof. Cardini, da me contattato, a proposito di Carlomagno nato e morto a Macerata, mi rispondeva sinteticamente :"Strano che non se ne sia mai accorto..." Se permette, oltre ai testi latini originali da me letti, ubi maior multi minores cessant. E la sua birra ghiacciata se la centellini con moderazione, che può andare alla testa e far vedere spiriti che da secoli riposano oltralpe.
No comment. Quello che scrive sopra parla da solo e qualifica tutto il circo Barnum dell'Aquisgrana picena. Inutile persino dialogare con voi, portare documenti, smontare le teorie di don Carnevale (che critico non in quanto sacerdote ma in quanto mistificatore della Storia per pura vanità personale). Cantatevela da soli, prima o poi qualcuno vi farà rinsavire.
Rapanelli, se clicca sul mio nome compaiono ca. 50 commenti sulla favoletta, alcuni dei quali con citazioni puntuali dai testi. Diversi erano in risposta a lei, che, davvero, ha scarsa memoria e mi chiede a che titolo ecc. ecc. In CM trova anche il mio primo intervento/articolo a riguardo (https://www.cronachemaceratesi.it/2010/07/28/aquisgrana-a-san-claudio-troppe-cose-non-quadrano/37209/)
Ricordo a Rapanelli, inoltre, che le prime forme di organizzazione comunale furono le repubbliche marinare, che Milano si organizzò in comune tra 1040 e il 1045 e che furono soprattutto realtà politico-amministrative presenti nel nord Europa e nell'Italia settentrionale, almeno fino al XII secolo. Dire che fu la Chiesa fermana a dare origine alla società comunale e addirittura! alla civiltà cristiana europea è davvero un'altra carnevalata. L'ultima nell'ordine dopo Carlo Magno nato e morto a San Claudio, Abelardo nato a Macerata, Pipino e Berta sepolti a San Ginesio, la sindone custodita per 5 secoli a San Claudio e via delirando. Voglio pensare che tutti voi corifei del sacerdote mistificatore siate in buona fede e la vostra sia solo ignoranza. Ma comincio a dubitarne.
Giorgio Rapanelli, se lei fosse meno distratto o smemorato (dato che i suoi commenti sulla questione si sono spesso incrociati con i miei in quasi tutti gli articoli sulla questione pubblicati da CM in questi anni)invece di darmi del provocatore e far domande tendenziose, si rileggerebbe alcuni dei miei interventi. Ne incollo due presi dai commenti all'articolo di Liuti del 2016, come esempio del fatto che io i testi latini originali li ho letti e straletti (cosa che dubito abbia fatto lei), a partire da Eginardo fino agli altri spesso citati da don Carnevale. Di commenti circostanziati, citando i testi ne ho fatti diversi. Se vuole, appena ho tempo glieli mando tutti e chiedo io a lei di rispondermi nel merito dei testi. Magari così approfitta per leggerli e non per pontificare de relato.
Augusto Andreoli
il 2 Agosto 2016 alle 15:44
Per chi non sapesse della vexata quaestio di “im Ornat”: nel lontano 2010 do Carnevale scriveva “A questo punto è lecito il seguente sillogismo: Ornat era in Italia perché vi fu condotto il cadavere di Papa Formoso. Carlo Magno incoronò suo figlio nella Cappella di Aquisgrana, posta nei pressi di Ornat probabilmente l’attuale Acquaviva Picena). Ergo Aquisgrana era in Italia”. Sillogismo perfetto. Peccato che…Ornat non esiste come localita in tutto l’orbe terrarum. “Im Ornat” ,“im Ornat” significa “in ornato” (come si sa, i sostantivi tedeschi sono in maiuscolo) o, più correttamente “in regalia”, cioè vestito con gli abiti regali, riferito a sovrani, papi o imperatori. Carlo Magno, in regalia, e seguito dai dignitari di corte, incoronò il figlio Lodovico nella Cattedrale di Aquisgrana (Aachen). Così come il cadavere di papa Formoso, in regalia, cioè rivestito dei paramenti pontificali, fu sottoposto al celebre Sinodo del Cadavere a Roma. Onestamente, rimango stupito che don Carnevale, che dice di conoscere il tedesco, sia caduto in un simile scivolone o abbia, comunque, preso per oro colato la pessima traduzione nel volume di Jedin pubblicato dalla Jaca Book. In quanto ad altre due chicche apodittiche di don Carnevale: la non sismicità di Aachen e il fatto che in quel luogo, se fosse tedesco, non potevano esserci vigne. Sulla prima questione rimando al link ad una foto (zone sismiche in Germania, https://www.google.it/search?q=Aachen+earthquakes&biw=1152&bih=512&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwizxKDJ7qLOAhWLOxQKHZHQAaEQ_AUIBygC#imgrc=cDWfIfKSI9M_VM%3A), e in quanto alle vigne le ricordo che la viticoltura era stata introdotta dai Romani nel I° sec. AC, quindi non era davvero, come scrive Carnevale, “improbabile che all’epoca ad Aachen allignassero i vigneti”. Non solo: ad Aachen ancora oggi esiste una “famosa vigna con 99 viti” e vi si tiene ogni anno un celebre Wine Festival, come in altri luoghi della valle del Reno.
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Augusto Andreoli
Augusto Andreoli
il 3 Agosto 2016 alle 16:29
FINE DELLA FAVOLA!
Una delle tante prove documentali che Aquisgrana era l’attuale Aachen.
Nella lettera n° 14 (indirizzata a fratel Gerwando, bibliotecario della Scuola Palatina) Eginardo scrive, mentre si trova nella chiesa dei Santi Martiri Pietro e Marcellino di Mulinheim (attuale Selingenstadt, a est di Francoforte sul Meno) da lui voluta sulle terre a lui concesse da Ludovico il Pio e in risposta alla lettera di Gerwando che gli chiedeva di tornare a Palazzo, che le sue attuali condizioni di salute non gli permettono di fare avanti e indietro tra Aquisgrana e Mulinheim: “[…]tanto per la difficoltà della via che per cagionevole salute è raro che mi ci vogliano meno di 7 giorni per andare da Aquisgrana alla chiesa dei Martiri[…]”
Ora, da Aachen a Seligenstadt sono circa 270 km. Quindi, in condizioni non ottimali di salute, avrebbe percorso 40 km al giorno, a piedi o a dorso d’asino. E ci sta. Non è credibile, invece, che in 7 giorni – che Eginardo considerava già tanti e che in tempi di miglior salute avrebbe percorso in molti meno giorni – andasse dal Piceno a Selingenstadt (1150 km) e con le Alpi in mezzo.
Era un po' che non sentivo più parlare di questa favoletta in salsa picena. Avevo persino pensato che la tifoseria carnevalesca si fosse resa conto che lo scherzo era arrivato troppo in là. Finché la si cantava e la si suonava in qualche cenacolo del maceratese andava anche bene, un po' di sana goliardia e di ruspante provincialismo non guastavano. Ma oltre i rassicuranti confini della Val di Chienti, il rischio di fare figure penose sarebbe diventato reale. E invece no. Sono bastate due minuscole citazioni (dove, tra l'altro, il "persino" suona quasi ironico)in uno dei tanti libri di testo di storia dell'arte della bergamasca Atlas Editore a risvegliare ardori sopiti e tifoserie che sembravano in disarmo. Finito il letargo, ricomincia la giostra. Buon divertimento.
Bene. Finalmente si svela il vero obbiettivo di questa ridicola carnevalata:portare più turisti nel territorio. Anche facendo credere ciò che non ha alcun fondamento storico e documentale. Il tutto sostenuto da storici del due di coppe, che alterano geografia e fonti piegandole alle proprie, ridicole, tesi.
Vede quanto siete superficiali...Qualcuno che conosca il tedesco (non mi sembra il caso né di don Carnevale visto che prende anche questo svarione oltre all'ormai noto "im Ornat")saprebbe che Carlo Magno nella lingua teutonica è appunto "Karl der Große". Voi confondete "Große" che significa "Grande" con "Grosso /Grasso" che in tedesco è "Dike". E piazzate Carlo il Grosso ad Aquisgrana mentre lo stesso venne sepolto nell'monastero di Augia, sull'isola di Reichenau del lago di Costanza. E come questo, tutto il resto...
1. Gli organizzatori del "dagli alla pignatta!" sono dei cretini senza cervello politico, che dell'antifascismo hanno fatto e fanno un varietà di quart'ordine.
2. Non ho particolare simpatia per il sindaco ma in questa situazione ha sicuramente fatto una figura più dignitosa della nipote del Duce.
3. La Mussolini sembrava Totò nella scena famosa con l'onorevole Trombetta ("e vabbè io tocco, ma lei perché mi fa il ritocco ?!"). Pasionaria da avanspettacolo e lauto stipendio a Bruxelles, labbroni siliconati, eloquio scaciato e stentoreo a metà tra la celebre zia nel ruolo di pizzaiola e la protervia di Starace. Semplicemente ridicola.
Micucci, non vedo dove lei abbia usato il "Voi", a meno che per lei "Voi" non significhi "tu"...
Ma a parte ciò, lei o non capisce o fa finta di non capire. Io non ho contestato la lecita e democratica elezione del nuovo sindaco - di cui, ripeto, mi importa quanto il famoso due di coppe. Ho solo detto che trovavo retorico, tronfio e demagogico usare l'espressione "a furor di popolo" (se apre un qualsiasi vocabolario, vede cosa significa questa allocuzione avverbiale)per indicare la non rielezione di Corvatta, quando il 75% dei cittadini civitanovesi o non ha votato (quindi per logica, non ha ritenuto di andarlo a punire votando altri)o ha votato per altri al primo turno e lo stesso Corvatta o Ciarapica al ballottaggio. Questi non sono sofismi ma è pura logica e rispetto della lingua italiana. Che lei, evidentemente, frequenta poco.
Micucci, non aspetto certo lei e la sua sicumera per attaccare la spina del cervello. Al di là delle valutazioni e simpatie politiche - che, nel caso specifico, mi lasciano totalmente indifferentevisto che non vivo e non voto a Civitanova - la questione è che utilizzare un'espressione così enfatica è pura retorica. Il dato OGGETTIVO è che l'attuale sindaco è stato votato dal 25% della popolazione, quindi il "furore" è probabilmente frutto solo della sua fantasia linguistica.
PS. Per buona educazione, siccome non ci conosciamo, le sarei grato di non darmi del "tu". Anzi, forse, visti i tempi, torni al "voi"...
Scrive Micucci "quelli che sono appena stati cacciati a furor di popolo". Deve aver visto un altro film...Il neosindaco è stato eletto, lecitamente e democraticamente, dal furore di...1/4 (ca. il 25%) della popolazione che a Civitanova ha diritto al voto. Il furore dell'altro 75% ? Non pervenuto...
Al di là del tono contro-polemico dell'articolo, suggerisco a tutti di rileggere, nel merito e nei contenuti, il post del 2014 dal blog di Michele Mazzieri http://lacittadellefrottole.blogspot.it/2014/11/aquisgrana-nelle-marche-cosa-resta.html
Per Giorgio Rapanelli: "le vestigia carolingie presenti in abbondanza nella zona maceratese e fermana". Quali sarebbero, di grazia ? E perché con tanto ben di Dio a disposizione al Museo Archeologico Nazionale delle Marche non c'è un - dico un - reperto che rimandi ai Franchi ?
La favola immaginata da don Carnevale continua la sua imperterrita autonarrazione, irrobustita e puntellata dai suoi discepoli. Ma tale rimane: una favola, appunto. Che magari all'inizio diverte pure, ma poi, col tempo e reiterando improbabili conclusioni e pseudo-scoperte, diventa stantia. Per finire nel ridicolo, trascinando con sé persino alcune istituzioni regionali.
Per Iacobini. Perché il tutto (considerazioni e rimandi a storia e cronaca) oltre ad essere filtrato e stravolto ideologicamente - e quindi non essendo obiettivo - è scritto in un tono aulico e perentorio che mi ricorda il latinorum di Brancaleone da Norcia. Compreso quel "pederasti" che pur corretto lessicalmente richiama nell'uso le virili trombonate del tempo di Quando-c'era-lui.
Le analisi storico-sociologiche di Rapanelli sono più esilaranti di un film di Totò. Il suo "pederasti", poi, è una vera, divertente, perla linguistica...
Corridoni, dimenticavo: i rimbrotti dei nostrani carolingi sono una manna (della serie "la pezza è peggio del buco"). Ogni volta che provano a rintuzzare le critiche non fanno altro che scivolare ulteriormente nel loro pozzo fantastorico, spostando città, fatti e personaggi dai luoghi storici reali al giardino di casa propria. Fossi in loro, non reagirei...Cordiali saluti.
Corridoni, grazie del consiglio. In effetti, lei ha ragione: è come parlare ai sordi. E, ignoranza dei documenti a parte, comincio a pensare che i corifei di don Carnevale siano in male fede e continuino a sostenere l'insostenibile per non perdere la faccia e per continuare a tener viva la fiammella della loro piccola ambizione di storici del due di coppe.
FINE DELLA FAVOLA!
Una delle tante prove documentali che Aquisgrana era l’attuale Aachen.
Nella lettera n° 14 (indirizzata a fratel Gerwando, bibliotecario della Scuola Palatina) Eginardo scrive, mentre si trova nella chiesa dei Santi Martiri Pietro e Marcellino di Mulinheim (attuale Selingenstadt, a est di Francoforte sul Meno) da lui voluta sulle terre a lui concesse da Ludovico il Pio e in risposta alla lettera di Gerwando che gli chiedeva di tornare a Palazzo, che le sue attuali condizioni di salute non gli permettono di fare avanti e indietro tra Aquisgrana e Mulinheim: “[…]tanto per la difficoltà della via che per cagionevole salute è raro che mi ci vogliano meno di 7 giorni per andare da Aquisgrana alla chiesa dei Martiri[…]”
Ora, da Aachen a Seligenstadt sono circa 270 km. Quindi, in condizioni non ottimali di salute, avrebbe percorso 40 km al giorno, a piedi o a dorso d’asino. E ci sta. Non è credibile, invece, che in 7 giorni – che Eginardo considerava già tanti e che in tempi di miglior salute avrebbe percorso in molti meno giorni - andasse dal Piceno a Selingenstadt (1150 km) e con le Alpi in mezzo.
Per chi non sapesse della vexata quaestio di "im Ornat": nel lontano 2010 do Carnevale scriveva "A questo punto è lecito il seguente sillogismo: Ornat era in Italia perché vi fu condotto il cadavere di Papa Formoso. Carlo Magno incoronò suo figlio nella Cappella di Aquisgrana, posta nei pressi di Ornat probabilmente l'attuale Acquaviva Picena). Ergo Aquisgrana era in Italia". Sillogismo perfetto. Peccato che...Ornat non esiste come localita in tutto l'orbe terrarum. "Im Ornat" ,“im Ornat” significa “in ornato” (come si sa, i sostantivi tedeschi sono in maiuscolo) o, più correttamente “in regalia”, cioè vestito con gli abiti regali, riferito a sovrani, papi o imperatori. Carlo Magno, in regalia, e seguito dai dignitari di corte, incoronò il figlio Lodovico nella Cattedrale di Aquisgrana (Aachen). Così come il cadavere di papa Formoso, in regalia, cioè rivestito dei paramenti pontificali, fu sottoposto al celebre Sinodo del Cadavere a Roma. Onestamente, rimango stupito che don Carnevale, che dice di conoscere il tedesco, sia caduto in un simile scivolone o abbia, comunque, preso per oro colato la pessima traduzione nel volume di Jedin pubblicato dalla Jaca Book. In quanto ad altre due chicche apodittiche di don Carnevale: la non sismicità di Aachen e il fatto che in quel luogo, se fosse tedesco, non potevano esserci vigne. Sulla prima questione rimando al link ad una foto (zone sismiche in Germania, https://www.google.it/search?q=Aachen+earthquakes&biw=1152&bih=512&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwizxKDJ7qLOAhWLOxQKHZHQAaEQ_AUIBygC#imgrc=cDWfIfKSI9M_VM%3A), e in quanto alle vigne le ricordo che la viticoltura era stata introdotta dai Romani nel I° sec. AC, quindi non era davvero, come scrive Carnevale, “improbabile che all’epoca ad Aachen allignassero i vigneti”. Non solo: ad Aachen ancora oggi esiste una “famosa vigna con 99 viti” e vi si tiene ogni anno un celebre Wine Festival, come in altri luoghi della valle del Reno.
Bravissimo, Liuti! In modo scherzoso e parodistico ha, tra le righe, fatto capire che la pseudo ricerca storica di don Carnevale è completamente campata in aria, con interpretazioni di testi, fatti e personaggi del tutto piegati alla sua fantasiosa teoria. A cominciare dalla famosa - e per lui nefasta - interpretazione del celebre "im Ornat", che per lui diventa Acquaviva Picena e che poneva fino a non molto tempo fa (oggi è invece scomparsa stranamente dalle ultime dichiarazioni) come uno dei cardini della sua carnevalata. Tutti i suoi adepti invece di approfondire di propria sponte le varie questioni continuano a pendere, senza alcun spirito critico, dai suoi stravolgimenti storico-logistici. Non solo. Da quello che leggo in un commento su CM, addirittura tirano in ballo la massoneria, solito argomento complottistico di chi non ha nient'altro di serio e circostanziato da opporre alle lecite critiche di chi non abbocca all'amo. Il gioco è bello finché dura il tempo di un bisbiglio, poi diventa patetico.
Aggiungo solo una cosa: è ormai scientificamente accertato che il nostro indirizzo sessuale si forma sostanzialmente quando ancora siamo nell'utero materno. Questione di cromosomi ed ormoni. L'ambiente e le relazioni nei primi anni di vita hanno pochissima se non nessuna influenza su ciò. Per cui nessuna presunta teoria gender né l'educazione familiare modificheranno come, sotto il profilo delle nostre pulsioni, la natura ci ha fatto.
Per la Sig.ra Parente, che cita la Genesi e Dio ("Maschio e femmina li creò ecc. ecc.") dico solo: e se io in Dio non ci credessi né tantomeno al fatto che uomini e donne siano al mondo solo per "crescere e moltiplicarsi" ? Tra l'altro, la prima a dover guardare la trave nel proprio occhio è proprio buona parte della classe sacerdotale che, in saecula saeculorum, in quanto a fornicare coi propri simili di genere non si è mai fatta mancar nulla... Quindi, lasci perdere la Bibbia, che è uno dei libri più violenti e maschilisti mai scritti e di cui, personalmente, salvo solo il Vangelo e si guardi intorno. Vedrà che siamo tutti figli di questa stessa condizione che è la vita e che la stessa è talmente corta che l'unico comandamento valido è "rispetta gli altri, te stesso, e sii felice".
Al Sig. Pantò, che cita la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, faccio presente che estrapolare solo una parte di un articolo è molto scorretto e, visto l'argomento in questione, anche molto scorretto.
Lo stesso articolo 26 ha due commi precedenti, il 2° dei quali recita:
2. L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l'opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.
Non solo. L'articolo 2 della stessa Dichiarazione dice:
1. Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciati nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.
Il Sig. Pantò ne estrapola una parte soltanto, quella che più fa comodo alle sue convinzioni.
Ad ogni buon conto, tutta questa polemica è sterile e ha, sotto sotto, altri obbiettivi che quello di preservare i propri pargoli da cattivi maestri che vogliono farli diventare tutti omosessuali. Infatti, NON ESISTE NESSUNA CIRCOLARE MINISTERIALE A RIGUARDO COME NON ESISTE NESSUNA TEORIA GENDER!!! Quindi, a nessun maestro è stato detto di "corrompere" i poveri pargoletti, al massimo suggerirei loro di insegnargli fin da piccoli la tolleranza, l'accoglienza e il rispetto per gli altri diversi da noi. Ne farebbero dei cittadini migliori. Certamente migliori dei molti loro genitori.
Emissioni nocive ? Sono a livello di 1/10 della soglia consentita dalla legge. Cattivi odori ? Sarebbero molto minori di quelli che ci sono attualmente tra immondizia lasciata al sole e fumi di fabbriche. Aspetti paesaggistici ? Il crematorio sarebbe dentro il cimitero, che facciamo togliamo anche quello ? La verità è che i 30 del comitato (incluso l' "ignaro del progetto" vice presidente del Consiglio Comunale) abitano da quelle parti e non vogliono che le loro ville e villette perdano di valore immobiliare. In quanto alle statistiche, è chiaro che chi vuole essere cremato e deve sorbirsi trasferte e file nei crematori di Ascoli o San Benedetto, alla fine rinuncia. In altre parole: la struttura sicuramente incentiverà la pratica della cremazione. Con buona pace anche di parrocchie, lapidari, fioristi ecc. che temono di veder ridotti i loro guadagni.
Mi chiedo come è possibile che ancora si sponsorizzi un'iniziativa simile. Eppure la storia del Van Gogh di Recanati (recentemente smascherato come un falso) avrebbe dovuto insegnar la prudenza. Mah.
Al di là di qualsiasi analisi storico-pittorica (che lascio agli esperti, i quali però sembrano essersi completamente disinteressati della cosa) già nell'annuncio ufficiale sul sito www.rubensospiteamatelica.com si rilevano degli svarioni storici e di persino di logica (e buon senso).
[...] Nel 1636, Don Diego Leganés, marchese della Corte di Filippo IV di Spagna, commissionò direttamente a Pieter Paul Rubens due tele NON ESISTE NESSUNA DOCUMENTAZIONE A RIGUARDO NELLE LETTERE DI RUBENS NE' NEI DOCUMENTI DI LEGANES: una fu regalata all’Imperatore ed è oggi esposta al Museo del Prado di Madrid, mentre l’altra si è a lungo ritenuta perduta. NESSUNO HA MAI RITENUTO PERDUTA QUESTA PRESUNTA SECONDA COPIA. NESSUN DOCUMENTO LO ATTESTA Sappiamo che è appartenuta alla famiglia di Winston Churchill fino al 1964, quando suo figlio, il capitano E.G. Spencer-Churchill NON ERA IL FIGLIO DI WINSTON CHURCHILL MA UN CUGINO QUASI COETANEO CON CUI I RAPPORTI ERANO SPORADICI, l’ha ceduta alla casa d’aste Christie, Manson & Woods di Londra e se ne sono perse le tracce.MA COME ? SOTTO SI DICE CHE IL NONNO DEI FRASCIONE ACQUISTO' IL DIPINTO ALL'ASTA (DEL 1965) E QUI CHE SE NE ERANO PERSE LE TRACCE. CONTRADDIZIONE LOGICA EVIDENTE. PRESUMO CHE L'ACQUIRENTE, NOTO ANTIQUARIO ED ESPERO D'ARTE, LO AVESSE COMPERATO SAPENDO COSA ACQUISTAVA. E VI SEMBRA LOGICO CHE UNA FAMIGLIA DI ANTIQUARI CHE HA A CHE FARE DA SEMPRE CON OPERE D'ARTE NON SAPESSE CHE IL NONNO AVEVA ACQUISTATO UN RUBENS E CHE ASPETTASSE UN CRITICO D'ARTE MARCHIGIANO PER SCOPRIRE UN TAL CAPOLAVORO ? NON QUADRA.Il prezioso ritrovamento si deve ad Alessandro Delpriori, sindaco della città di Matelica e storico dell’arte, che ha individuato il quadro durante uno studio sulla collezione privata della famiglia Frascione di Firenze. La “Carità del Duca Rodolfo” era stata acquistata dal nonno degli attuali proprietari [...]
Sarei curioso di sapere cosa ne pensano critici come Papetti e Sgarbi di tutta questa faccenda e, soprattutto, del dipinto.
Solite piccole beghe locali, fatte per riempirsi la bocca o avere visibilità, o per basse ragioni di lotta politica. Non vedo dove sia lo scandalo se due rappresentanti del Comune arrivano alla prima ufficiale di una manifestazione sportiva in una struttura voluta dal Comune con un mezzo del Comune, non mi sembra sia un reato né un illecito, né un'azione moralmente discutibile ( e poi parliamo una...Panda, nemmeno fosse stata un'ammiraglia. E senza autista, visto che la guidava uno dei due). Sono ben altri i problemi di spreco e privilegio in Italia. In quanto al Cav.Gazzani, gli consiglio di imparare intanto a fare il pane, quello che circola in zona fa letteralmente schifo, sembra chewing-gum e dopo mezza giornata è già secco...
Questa è la scoperta dell'acqua calda...Una cartina francese. Ma no ? Forse qualcuno pensava che "Adriatique" fosse turco o magiaro ?...
Vedo che il cartografo in questione non ha letto - o fa finta di non aver letto - il testo della email che mi aveva inviato il responsabile della società che ha realizzato sleeves e libretto illustrativo dell'ultimo album dei Pink Floyd. Avevo chiesto infatti a Rob 'O Connor della Stylorouge di spiegare il perché di quella scelta e la risposta era stata:
Hi Augusto,
Many thanks for your enquiry.
I hope the answer isn’t a disappointment to you or the other residents of the Marches region, but the image was one of several maps included in a book that we used as a prop at the photoshoot. The fact that it featured this stretch of coastline is purely serendipitous.
Best wishes,
Rob.
ROB O'CONNOR
Stylorouge.
CREATIVE CONSULTANTS
Traduco per chi avesse difficoltà con la lingua inglese:
Salve Augusto,
Grazie per la domanda.
Spero che la risposta non sia una delusione per te o per gli altri abitanti della regione Marche ma l'immagine era una tra diverse mappe incluse in un libro che abbiamo usato come supporto del servizio fotografico. Il fatto che mostri quel tratto di costa è del tutto casuale.
Cordiali saluti.
Rob
ROB O'CONNOR
Stylorouge.
CREATIVE CONSULTANTS
Punto. Il resto è dietrologia pelosa.
Aggiungo risposta, appena ricevuta, da Stylorouge...
Hi Augusto,
Many thanks for your enquiry.
I hope the answer isn’t a disappointment to you or the other residents of the Marches region, but the image was one of several maps included in a book that was used as a prop at the photoshoot. The fact that it featured this stretch of coastline is purely serendipitous.
Best wishes,
Rob.
ROB O'CONNOR
Stylorouge.
Il solito provincialismo !!! Dopo Carlomagno in Val di Chienti, ecco il legame misterioso delle Marche con i Pink Floyd...
Mi dispiace deludere tutti quelli che hanno strombazzato questa ennesima favola ma secondo Simon Fowler, il fotografo del gruppo è stata solo una scelta casuale, estetica, usando foto che avevano gli art directors di Sylorouge, l'agenzia che ha curato la confezione del CD. Ecco la risposta all'email che gli avevo inviato:
Hi Augusto
It was the Art Directors collection of artefacts he had bought the photo shoot and thought they would look cool as images, which they did. Sadly no hidden agendas or hidden meanings. Well not that I’m aware of!!!!
Cheers
Simon
SimonFowlerPhotography
POP I ROCK I PHOTOS
Simon Fowlers Music Archive
Ho da poco scoperto che l'armata brancaleone dei Carolingi nostrani ha presentato questa favola in salsa picena addirittura al TTG di Rimini:
http://centrostudisanclaudioalchienti.blogspot.it/2014/10/al-ttg-di-rimini-e-stata-presentata-ai.html
L'opuscolo che si vede recita: "Marche Tour ti guida nei luoghi dove visse Carlo Magno"...
Che la Regione Marche avalli ufficialmente una bufala del genere ha dell'incredibile! Questa è una vera e propria truffa ai danni dei turisti.
Alfredo, condivido al 200% quello che scrivi e sono contento di sapere che, pur con la simpatia umana che degli ex alunni possono provare per un loro anziano e valido docente, il senso critico rimane vigile in molti di loro. A proposito della manipolazione dell'epigrafe funeraria di cui parli, a suo tempo avevo anche scritto a don Carnevale - via il Dr Alvise Manni - proprio perché la sua interpretazione era talmente ridicola che mi era sorto persino il dubbio sulla buona fede dello stesso. Scrivevo:
Poi un’ultima cosa: puoi dire a don Carnevale che l’arcano di cui parla a proposito dell’epitaffio sulla tomba di Papa Gregorio V:
“Vuangia doctus in Urbe, in realtà fu
allevato ed educato in Val di Chienti. Perché allora il
termine VUANGIA sulla lapide? Si offre una soluzione
che sembra plausibile. Se si sostituisce la V di
VUANGIA con S e la N con RE, e lo spazio
disponibile sulla lapide lo consente, si ottiene SUA
REGIA DOCTUS IN URBE, ove la Regia Urbs non
può che essere la Roma picena “
è molto meno arcano di quanto lui pensi e che la sua “plausibile” soluzione non sta in piedi: V(u)angia è l’attuale Worms, allora chiamata Augusta Vangiorum (dal nome della tribù germanica dei Vangioni) che è appunto la città dove il papa, figlio di Ottone, fu educato.
Hai ragione Alfredo. Se poi uno si leggesse Eginardo si renderebbe conto delle baggianate che don Carnevale fa passare per "grande scoperta". A cominciare da quelle realtive alla logistica. Una tra tutte: ti sembra logico che Carlo Magno partisse dalla Val di Chienti per andare a caccia nelle foreste dei Vosgi e delle Ardenne (1500 km da Macerata, ci volevano mesi a cavallo) a cui accenna ripetutamente Eginardo ? La verità è che nessuno dei suoi coreuti si preso la briga di leggere Vita et Gesta Karoli Magni e che quelli in buona fede (non molti per la verità) hanno una venerazione che ha del patologico per questo anziano docente salesiano (di cui molti sono ex alunni). In definitiva: una risibile - e per qualche verso patetica - storia di paese, niente di più.
Hai ragione Alfredo. Se poi uno si leggesse Eginardo si renderebbe conto delle baggianate logistiche che don Carnevale fa passare per "grande scoperta". Una tra tutte: ti sembra logico che Carlo Magno partisse dalla Val di Chienti per andare a caccia nelle foreste dei Vosgi e delle Ardenne (1500 km da Macerata, ci volevano mesi a cavallo) a cui accenna ripetutamente Eginardo ? La verità è che nessuno dei suoi coreuti si preso la briga di leggere Vita et Gesta Karoli Magni e che quelli in buona fede (non molti per la verità) hanno una venerazione che ha del patetico per questo anziano docente salesiano (di cui molti sono ex alunni). In definitiva: una ridicola storia di paese, niente più.
Se si informassero le autorità tedesche (il municipio di Aachen in primis), nonché il Ministero dei beni Culturali (Franceschini) scoppierebbe un putiferio diplomatico...Ma io mi domando e dico: perché non coinvolgere gente come Cardini, D'Averio, Sgarbi, Eco per una teoria/scoperta tanto sensazionale invece di cantarsela e suonarsela all'interno della solita conventicola locale ? Non saranno certo due sconosciuti signori (un archeologo e uno speleologo di Napoli) ed una giovane stagista antropologa (cosa c'entri poi l'antropologia in questa questione lo sanno solo loro) a dare dignità ad una storia tanto sconclusionata.
Filippo, sulla pervicacia e sulla capacità di ribaltamento della frittata dei "predatori dell'Aquisgrana ritrovata" non ho dubbi. Don Carnevale si inventerà qualche altra storia connessa a questa centrale (es. le tombe di Pipino e Berta a San Ginesio di qualche anno fa) e i suoi coreuti risuoneranno presto la grancassa, organizzeranno un altro convegno, magari un nuovo libro. Magari con la gentile presenza delle autorità locali ( i cui interventi sono solitamente di un burocratese acritico spaventoso).
Caro Filippo, non sapevo di questo contributo della Regione. Se fosse vero - tutto da verificare naturalmente - saremmo in presenza di una vera e propria truffa ai danni dei contribuenti, sia da parte di chi i fondi li ha chiesti che, ancora più grave, di chi li ha concessi.
La verità è che tutta la teoria di don Carnevale è un'allucinazione intellettuale senza alcun fondamento storico, condivisa in buona fede da alcuni e cavalcata da altri per piccoli interessi localistici e personali. Lì sotto (così come a San Ginesio) non troveranno mai nulla di riconducibile ai Carolingi e tanto meno a Carlo Magno. Sapete come andrà a finire ? Che ci sarà un periodo di silenzio, poi uscirà un nuovo libro, si farà qualche altra analisi del terreno che porterà inevitabilmente a dichiarare "occorrono altri approfondimenti futuri". Ad libitum, almeno finché il ridicolo non diventerà talmente evidente che allora, forse, tutta questa storia avrà fine.
Dell'ossario che si trova al posto della mummia già si sapeva. Ignoravamo la scoperta di "terra incoerente" che riempie un'area ipogea...E Carlo Magno che fine ha fatto ?
Giustissimo. Penso sia doveroso saperne rapidamente qualcosa di più rispetto a quanto leggo nel sito del Centro Studi che, onestamente, mi appare un po' troppo vago e anche ambiguo sia sui "ritrovamenti" che sui prossimi passi che si vogliono intraprendere.
Nel caso della cosiddetta mummia di San Claudio, scrivono: " [...] è stata infatti ritrovata la tomba del guerriero mummificato. Si tratta purtroppo di un ossario che, volendo andare a fondo della indagine, necessita di un lungo e costoso lavoro scientifico di identificazione [...] " Come si può affermare di aver ritrovato la tomba della mummia se poi si dice che, purtroppo, si tratta di un ossario ? Tra l'altro sul ritrovamento di questa presunta mummia non ci sono documenti ma solo una lontana vox populi
Sul carotaggio: " [...] Non appena saranno disponibili le relazioni sul materiale estratto nel corso del carotaggio effettuato sarà nostra cura comunicarlo [...] Ma il carotaggio con introduzione di telecamera non doveva servire proprio a "vedere" se si trovava la tomba di Carlo Magno (almeno fino al primo giorno era quanto dichiarato, già dal secondo si è parlato più genericamente di Carolingi e Sassoni...) ? Adesso sembra invece che si vogliano fare analisi sul materiale estratto - cilindri di terra di ca. 4 cm - per trovare non si sa cosa.
Gentile Sig.ra Pieroni, innanzitutto mi complimento con lei per il suo cursus studiorum. In un mondo dove gli studi umanistici vengono considerati out e improduttivi, una persona che si laurea in lettere classiche è una speranza nel buio dell'ubriacatura tecnico-scientifica che si vuole passare come l'unicum in grado di creare un futuro. Per quanto riguarda il brano di Notker mi sembra molto chiaro e incontrovertibile. Se la logica e la logistica hanno un senso, qualcuno che si muove dalla Campania alla Toscana, e su verso Emilia, Liguria, poi Borgogna e quindi Gallia (Notker è un po' ballerino, a volte la chiama Francia ma comunque, in in un passaggio della sua opera scrive esplicitamente "Gallia seu Francia" dicendo quindi che le due denominazioni sono sinonimi dello stesso luogo) non fa marcia indietro, riattraversa le Alpi e scende nel Piceno. Onestamente, lo reputa credibile ? Il fatto che sbarcassero in Italia poi non mi sembra strano: non sapevano dove fosse Aquisgrana, sapevano soltanto che Carlo regnava anche in Italia (è probabile che sapessero anche che era stato incoronato a Roma), quindi arrivano in un luogo che reputano avesse comunque a che fare con l'Imperatore, sperando poi di raggiungere, raccogliendo informazioni in loco, Aquisgrana.
Resto in attesa di leggere con piacere i suoi eventuali dubbi dopo la rilettura dei libri di don Carnevale.
PS. Lei è originaria di San Ginesio. Le sembra credibile confondere Saint-Denis (luogo di sepoltura dei re merovingi prima e carolingi poi, fino a Pipino) con San Ginesio ? Dionigi ha poco a che vedere con Ginesio (o Genesio secondo altre fonti) ma don Carnevale sembra voler a tutti i costi fare un'equazione che anche linguisticamente non ha alcun senso, come quando fa diventare Tours Pieve Torina...
Buona serata.
Vendere il dubbio e il mistero ? Giacobbo e le sue pseudo scoperte ? No, grazie. Io sono per vendere le cose reali, e anche nelle Marche ne abbiamo a sufficit. In quanto al disonesto, se legge il mio post, non era riferito a lei come persona ma al suo ragionamento che, come ribadisco, non condivido.
Gentile Silvia Pieroni, in attesa di sistematizzare in un testo riepilogativo e coerente (non certo una pubblicazione, che dare alle stampe qualcosa non non dà certo, in sé, dignità alcuna al contenuto) la rimando ad un mio intervento di 4 anni fa su questa testata, dove già, analiticamente, rispondevo ad alcune affermazioni di don Carnevale che lo stesso affermava essere "centrali" della sua tesi.
https://www.cronachemaceratesi.it/2010/07/28/aquisgrana-a-san-claudio-troppe-cose-non-quadrano/37209/
Qualora volesse darmi un suo indirizzo email, avrò il piacere di inviarle altro materiale (che qui, per ragioni di spazio, non è possibile inserire).
Nel frattempo, pongo anche alla sua attenzione (e magari anche delle associazioni che si rifanno ai Carolingi in Val di Chienti e, de traslato, anche a don Carnevale) un brano di quello che per i sostenitori della Aquisgrana-San Claudio è la bibbia di riferimento, Notker Balbulus. Nel capitolo 8 del libro 2° di Gesta Caroli Magni Imperatoris lo stesso scrive:
"Per idem tempus etiam legati Persarum ad eum directi sunt. Qui situm Franciae nescientes pro magno duxerunt, si litus Italiae propter famositatem Romane, cui tunc illum imperare cognoverant, apprehendere valuissent. Cum episcopis Campaniae vel Tusciae, Emiliae vel Liguriae Burgundiaeque sive Galliae simul et abbatibus vel comitibus causam adventus sui indicassent dissimulanterque ab eisdem suscepti vel expulsi fuissent, tandem post anni revolutum circulum apud Aquasgrani famosissimum virtutibus Karolum defessi et nimio defecti reppererunt circuitu"
"Quasi nello stesso periodo inviati dei Persiani vennero a lui mandati. Non sapendo dove fosse la Francia decisero di arrivare sulle coste italiane vicino alla celebre Roma su cui sapevano che egli imperava. Spiegarono il motivo del loro viaggio ai Vescovi della Campania e della Toscana, di Emilia e Liguria, di Borgogna e di Gallia e agli abati e conti di tali regioni; ma da tutti furono trattati sospettosamente o espulsi, così che passò un anno prima di raggiungere in malo arnese Aquisgrana ed incontrare Carlo, famosissimo in ragione delle sue virtù"
Mi sembra chiaro: il percorso dei legati persiani non è certo dalle coste campane verso il Piceno ma lungo la costa tirrenica e oltre le Alpi e non ci avrebbero comunque messo un anno intero ad arrivare ad Aquisgrana se questa fosse stata nelle Marche. A tal proposito anche la logistica è evidente:dalla Campania ad Aachen ci sono 1270 km ca. Supponendo che viaggiassero ad un ritmo di 3/4 km al giorno di media, fa esattamente 1 anno di viaggio.
Caro Paolomc, il suo ragionamento è disonesto (scusi, ma non riesco a trovare altro aggettivo). Se fosse questo l'obbiettivo - utilizzando a scopi di marketing le inconsistenti teorie di don Carnevale - pensa che gli eventuali turisti sarebbero così propensi a visitare un luogo spacciato per quello che non è ? Forse potrebbero farlo una volta, ma poi ? Il senso di inferiorità non giustifica la truffa turistica, San Claudio può tranquillamente essere sponsorizzato senza bisogno di farne ciò che non è. A meno di voler perserverare nella vecchia abitudine italiota di vendere ai turisti la fontana di Trevi. Ne abbiamo avuto un esempio qualche anno fa con il "Van Gogh" di Recanati, una crosta spacciata per l'ultima opera dell'artista olandese. Penso che la nostra regione abbia talamente tanto di reale da offrire che vendere una lepre per coniglio sia la peggiore maniera di farsi promozione. Oltre che essere, moralmente ed intellettualmente, riprovevole.
Silvia Pieroni, nessun livore, la mia è solo una lecita e doverosa critica - forse esacerbata dal ridicolo in cui sta cadendo l'intera provincia a cui appartengo - ad una teoria che fa acqua da tutte le parti e dove un'assioma iniziale ha consentito all'autore di piegare allo stesso tutti i dati presenti nei documenti originali, a cominciare da luoghi geografici. Don Carnevale - premesso che sia in buona fede perché alcune dichiarazioni recenti sulla necessità di preservare il territorio da cementificazione potrebbero indurre a pensare il contrario - pur di sostenere la sua idea iniziale, trasforma luoghi franco-tedeschi-belgi in località della provincia di Macerata. Un'operazione che di storico non ha nulla, né nel merito né, soprattutto, nel merito. Scusi la presunzione ma sono sicuro che oltre a don Carnevale, i testi originali in latino li abbiamo letti in pochi tra coloro che sostengono questa tesi. E per quanto riguarda il suo consiglio mafioso di astenersi dall'occuparmi della questione, cade nel vuoto. Avevo solo espresso le mie lecite opinioni, documentandole, ma vista l'alzata di scudi - che reputo del tutto interessata - da parte di alcune persone, tra cui lei, mi riprometto di andare fino in fondo alla questione. E se la testata CM non volesse più ospitarmi, troverò altri modi per far sapere, nel dettaglio, come stanno veramente le cose e cosa dicono effettivamente i testi latini.
Cara Vedova Allegra, le mie fonti non sono certo i giornali online come asserisce lei ma le fonti originarie, in primis Eginardo e Notker,oltre ad Alcuino, Paolo Diacono e altri (documenti originali in latino che può trovare sia in Omnia Catholica Documenta che in Latin Library ed in altre biblioteche digitali). Carlo il Grosso (= Grasso) sembra soffrisse di epilessia fin da piccolo ma non ho dati che certificano un'operazione al cervello (se lei li ha, le sarei grato di fornirmi la fonte). Le faccio anche presente che fu sepolto nell'Abbazia di Reichenau, ceh si trova su una piccola isola del lago di Costanza, e non certo ad Aquisgrana. Le fonti storiche sono chiare in proposito. Approfitto - visto che il commento precedente a riguardo è da ieri ancora "in moderazione" (?) per ripostarlo in questa risposta: Eccolo:
Tanto per chiudere la questione una volta per tutte – e rispondendo anche alla Vedova Allegra – faccio presente che lo stesso Notker è chiarissimo su cosa e dove fosse la Francia (e Carlomagno). Nel capitolo 10 del suo Gesta Caroli Magni Imperatoris scrive:
[…] Qui bone illius voluntati et studiis divinitus inspiratis assensum praebens, secundum numerum XII apostolorum de sede apostolica XII clericos doctissimos cantilene ad eum direxit in Franciam. Franciam vero interdum cum nominavero omnes cisalpinas provincia significo […]
[…] Il Papa assentì al suo (di Carlo Magno, NdS) virtuoso desiderio e al suo disegno ispirato da Dio e dalla Sede Apostolica gli inviò in Francia chiericii specializzati nel canto divino, e in numero di dodici, secondo il numero dei Dodici Apostoli. Ora, quando di tanto in tanto parlerò di Francia, voglio dire tutte le province al di qua delle Alpi […]
E’ probabile che don Carnevale sia stato fuorviato dal senso che a “cisalpinas” diamo noi dall’Italia. Ma Notker scriveva da San Gallo, cioè al di là delle Alpi (se viste dall’Italia) ma per lui “cisalpinas” significava al di qua (prefisso latino cis=al di qua), quindi – per noi italiani – dalla Svizzera in su verso la Germania.
Per me la questione è chiarissima e Aquisgrana in Val di Chienti rimane una favola senza capo né coda.
Vedo che il mio ultimo commento è ancora in attesa di moderazione. Altri due successivi sono stati pubblicati. C'è qualcosa che non va nel mio intervento ?
Tanto per chiudere la questione una volta per tutte - e rispondendo anche alla Vedova Allegra - faccio presente che lo stesso Nokter è chiarissimo su cosa e dove fosse la Francia (e Carlomagno). Nel capitolo 10 del suo Gesta Caroli Magni Imperatoris scrive:
[…] Qui bone illius voluntati et studiis divinitus inspiratis assensum praebens, secundum numerum XII apostolorum de sede apostolica XII clericos doctissimos cantilene ad eum direxit in Franciam. Franciam vero interdum cum nominavero omnes cisalpinas provincia significo […]
[…] Il Papa assentì al suo (di Carlo Magno, NdS) virtuoso desiderio e al suo disegno ispirato da Dio e dalla Sede Apostolica gli inviò in Francia chiericii specializzati nel canto divino, e in numero di dodici, secondo il numero dei Dodici Apostoli. Ora, quando di tanto in tanto parlerò di Francia, voglio dire tutte le province al di qua delle Alpi […]
E' probabile che don Carnevale sia stato fuorviato dal senso che a "cisalpinas" diamo noi dall'Italia. Ma Nokter scriveva da San Gallo, cioè al di là delle Alpi se viste dall'Italia ma per il quale "cisalpinas" significa al di qua, quindi - per noi - dalla Svizzera in su verso la Germania.
Per me la questione è chiarissima e Aquisgrana in Val di Chienti rimane una favola senza capo né coda.
Carlo il Grosso è Karl der Dicke (Carlo il Grasso, non Grosso o Alto). Carlo Magno è Karl der Große. Magnus ha un significato di eccellenza, nobiltà ecc. non certo di statura o di circonferenza (così come Alessandro Magno e Alberto Magno). Ma il fatto che fosse alto lo dice Eginardo: "Ebbe un corpo largo e robusto, statura alta, ma tuttavia non sproporzionata (risulta infatti che la sua altezza misurasse
sette volte il suo piede)" E recentemente - ma questa notizia non è comparsa nelle lande picene... - i ricercatori di Zurigo hanno confermato che le ossa ritrovate ad Aachen sono assolutamente compatibili con la statura dell'Imperatore. http://www.controradio.it/carlo-magno-sono-sue-le-ossa-ritrovate-ad-aquisgrana/. Disponibile ad altre informazioni, se le dovesse far piacere.
Caro Rapanelli,
Lecito avere questa cieca fiducia nelle Gesta Caroli Magni di Nokter Balbulus. Le faccio però notare che, a differenza di Eginardo o di Alcuino di York o di Paolo Diacono, il "Balbuziente" stava a San Gallo e non ad Aquisgrana e non ha mai incontrato Carlo Magno.Il suo testo è fondamentalmente un libro di aneddotica, non certo una biografia o un annale storico. Gli storici lo considerano, addirittura, un millantatore di fatti e situazioni, al meglio un affabulatore letterario (dicono "he took pleasure in amusing anecdotes and witty tales, but who was ill-informed about the true march of historical events", e descrivono il suo lavoro come una "mass of legend, saga, invention and reckless blundering"). Quindi fondare una revisione storica su Nokter è quanto di più antistorico si possa fare. Come se per sapere qualcosa della Roma antica, mi rivolgessi a Plauto piuttosto che a Tacito.
Carissima Zia Simo, non so chi lei sia visto che, come altri, usa un nickname (io ci metto nome e cognome e pure la faccia) e non so di quale staff parli né di quali quota da pagare. Io ho espresso - e già dal 2011 anche su questa testata online - la mia opinione su tutta la inconsistenza di quello che si vuol far passare per ricerca e revisione storica. E ciò non certo per ragioni personali nei confronti di alcuno, tanto meno di don Carnevale, al quale va tutta la mia umana simpatia. Sono convinto che nessuno di voi (che sia il Centro Studi o l'Iriae) abbia veramente letto i testi latini dell'epoca (Eginardo et similiter) né verificato, punto per punto, le affermazioni categoriche di don Carnevale. Perché se così fosse, qualche dubbio sulla "marchigianizzazione" di luoghi e personaggi appartenenti all'area franco-belga-tedesca operata dallo stesso in quasi tutti i suoi testi (es. Saint Denis che diventa San Ginesio et aliter) forse qualche grosso dubbio su tutta questa revisione storica in salsa picena vi verrebbe. Se poi lei considera "sputtanare" la lecita opinione di chi, invece, i testi e le verifiche le ha fatte, beh sono problemi tra lei e la sua onestà intellettuale.
A quattro metri di profondità ? Mai saputo che le tombe medievali - e non solo medieveali - fossero poste a tale profondità... Tanto più che quelle di re e imperatori erano piuttosto dei sarcofagi o delle urne o, comunque, poste appena sotto il pavimento di chiese e abbazie. Quattro metri ? Manco fossero dei rifiuti tossici...La favola sta diventando sempre più una farsa. Meglio così, questo boomerang sarà la pietra tombale (?) di questa strampalata teoria.
Là sotto non troveranno certo la tomba di Carlo Magno, questo è sicuro. Tant'è che mentre l'articolo del giorno precedente (https://www.cronachemaceratesi.it/2014/09/17/alla-ricerca-della-tomba-di-carlo-magno-sotto-labbazia-di-san-claudio/572388/) parlava di questo obbiettivo, quello sopra, dopo i primi carotaggi, mette le mani avanti e questo Sig. Merola (che se non erro è anche coinvolto nella "scoperta" della tomba di Vlad II - il cosiddetto Conte Dracula - a Napoli...) dice ora "Non è da escludere, ma quello che intendiamo ecc." A casa mia si chiama "arrampicarsi sugli specchi". Per Titolabieno: io non ho parlato di soldi pubblici, ma del fatto che si spendono comunque soldi (e tempo inutile) chiunque sia a pagare le spese.
Stiamo veramente raggiungendo il ridicolo !!! Questa favola di un’Aquisgrana a San Claudio è stata già ampiamente smontata da diversi interventi nel merito di fatti, tempi, logistica, interpretazioni dei testi ecc. anche se in maniera episodica (in quanto le persone serie hanno poco tempo da dedicare ai voli pindarici di don Carnevale). Nonostante questo, si continua imperterriti ad perseverandum in fabula, al punto di mettere una copia della lapide di Aquisgrana a San Claudio ed ora di spendere soldi per cercare l’isola che non c’è. Finché il tutto era una sorta di viaggio psichedelico condiviso da quattro pseudo-storici locali, ci si poteva anche ridere sopra con bonomia, e provare persino simpatia per il suo fantasioso autore. Ma il fatto che si sia arrivati a sponsorizzazioni di convegni da parte di enti pubblici, all’intervento della Sovrintendenza ai Beni Culturali è qualcosa che sta facendo diventare una teoria strampalata ma lecita finché rimane tra 4 amici al bar l’ennesima dimostrazione del provincialismo culturale (e non solo) che è uno dei mali cronici dell’Italietta su cui s’innestano piccoli interessi di bottega localistici e, nel caso specifico, personali.
Aggiornamento dell'ultima ora: sembra che il carotaggio sia arrivato a 4 metri senza trovare ancora niente. Quattro metri ? Nemmeno i rifiuti tossici sono posti a tale profondità...Povero Carlo Magno, che brutta fine dopo tanta gloria ! Dalla ricca Germania alla povera Italia, dal sarcofago che fu di Augusto a oltre quattro metri di ciuca nelle piane della Val di Chienti, dai profumati vini del Reno e della Mosella al Bianco da tavola dei Colli Maceratesi...E nemmeno la soddisfazione di essere sepolto accanto ai genitori Pipino e Berta che stanno a...San Ginesio
Stiamo veramente raggiungendo il ridicolo !!! Questa favola di un'Aquisgrana a San Claudio è stata già ampiamente smontata da diversi interventi nel merito di fatti, tempi, logistica, interpretazioni dei testi ecc. anche se in maniera episodica (in quanto le persone serie hanno poco tempo da dedicare ai voli pindarici di don Carnevale). Nonostante questo, si continua imperterriti ad perseverandum in fabula, al punto di mettere una copia della lapide di Aquisgrana a San Claudio ed ora di spendere soldi per cercare l'isola che non c'è. Finché il tutto era una sorta di viaggio psichedelico condiviso da quattro pseudo-storici locali, ci si poteva anche ridere sopra con bonomia, e provare persino simpatia per il suo fantasioso autore. Ma il fatto che si sia arrivati a sponsorizzazioni di convegni da parte di enti pubblici, all'intervento della Sovrintendenza ai Beni Culturali è qualcosa che sta facendo diventare una teoria strampalata ma lecita finché rimane tra 4 amici al bar l'ennesima dimostrazione del provincialismo culturale (e non solo) che è uno dei mali cronici dell'Italietta su cui s'innestano piccoli interessi di bottega localistici e, nel caso specifico, personali.
Pensavo che dopo la bufala del Van Gogh di Recanati dell'estate 2012 anche le velleità fantastoriche di don Carnevale fossero rientrare nei ranghi più accettabili e anche simpatici della creatività visionaria di un anziano sacerdote. Vedo, invece, che la saga di Aquisgrana in Val di Chienti continua periodicamente a dare il peggio di sé. Per don Carnevale, per quanto bizzoso e assolutamente restìo ad accettare un serio contradditorio che smonterebbe la sua favola in quattro e quattr'otto, provo persino una certa dose di tenerezza. Quelli che non capisco sono i suoi acritici e bovini seguaci da una parte ed i tanti furbi che in malafede sostengono questa strampalata teoria per interessi localistici e di bottega.
Pienamente d'accordo! Questa è l'ennesima riprova del fatto che Leopardi aveva ragione quando voleva evadere da Recanati...Con buona pace di Padre Floriano - che rimane uno studioso apprezzabile - questa "crosta" non ha niente a che vedere con Van Gogh. Tanto più con il Van Gogh degli ultimi mesi, trascorsi a Auvers-sur-Oise, quando la sua pittura si fa sempre più visionaria (celli stellati con spirali di colori, il celebre "Campo di grano con corvi" ecc.) e si caratterizza per grosse pennellate cromatiche. Lo stesso fienile della "crosta" ha tratti più italiani o spagnoli (arco a tutto sesto...) che dell'area Francia del nord-Paesi Bassi. Ma...dulcis in fundo, il fatto è che ESISTE una Protestant Barn (Fienile Protestante) nell'elenco delle opere attribute a Van Gogh. Ne parla lui stesso nella lettera del maggio 1881 n° 145 al fratello Theo: " I have done, among other things, a cottage on the heath, and also that barn with a moss-grown roof on the road to Roozendaal, which locally they call the Protestant barn". Erano i suoi primi DISEGNI (non dipinti) quando si ispirava ai quadri/disegni di argomento contadino di Millet. Invito i recanatesi (e l'Ansa) and andarselo a vedere! Eccolo http://www.vangoghgallery.com/catalog/Drawing/803/Barn-with-Moss-Grown-Roof.html
Pienamente d’accordo! Questa è l’ennesima riprova del fatto che Leopardi aveva ragione quando voleva evadere da Recanati…Con buona pace di Padre Floriano – che rimane uno studioso apprezzabile – questa “crosta” non ha niente a che vedere con Van Gogh. Tanto più con il Van Gogh degli ultimi mesi, trascorsi a Auvers-sur-Oise, quando la sua pittura si fa sempre più visionaria (celli stellati con spirali di colori, il celebre “Campo di grano con corvi” ecc.) e si caratterizza per grosse pennellate cromatiche. Lo stesso fienile della “crosta” ha tratti più italiani o spagnoli (arco a tutto sesto…) che dell’area Francia del nord-Paesi Bassi. Ma…dulcis in fundo, il fatto è che ESISTE una Protestant Barn (Fienile Protestante) nell’elenco delle opere attribute a Van Gogh. Ne parla lui stesso nella lettera del maggio 1881 n° 145 al fratello Theo: ” I have done, among other things, a cottage on the heath, and also that barn with a moss-grown roof on the road to Roozendaal, which locally they call the Protestant barn”. Erano i suoi primi DISEGNI (non dipinti) quando si ispirava ai quadri/disegni di argomento contadino di Millet. Invito i recanatesi (e l’Ansa) and andarselo a vedere! Eccolo http://www.vangoghgallery.com/catalog/Drawing/803/Barn-with-Moss-Grown-Roof.html
Gentile Bartolucci,
la fonte è la Historia Calamitatum Mearum (storia delle mie disgrazie),autobiografia di Abelardo,capitolo De Loco Nativitatis Eius (il suo luogo natale),dove Abelardo scrive
"Ego igitur, oppido quodam oriundus quod in ingressu minoris Britannie constructum, ab urbe Namnetica versus orientem octo credo miliariis remotum, proprio vocabulo Palatium appellatur".
Link al testo latino: http://www.thelatinlibrary.com/abelard/historia.html
Mi faccia sapere se le occorrono altre informazioni.
Saluti.
Andreoli
Caro Bartolucci,
giustissimo quello che dice: "bisogna approfondire", è infatti quello che sto cercando di fare (prossimamente, invierò nuovi commenti).
Ma permetterà che quando leggo "il processo di Ornat è un importante tassello per la tesi di un'Aquisgrana in Val di Chienti" mi cadono le braccia ed allora il sillogismo viene spontaneo anche a me: se don Carnevale ha preso questo enorme abbaglio e considera questo fatto come molto importante per sostenere la sua tesi, ergo la sua tesi non ha alcuna base storica seria. E, purtroppo, questo di Ornat non è l'unico svarione (quello di Abelardo nato a Macerata è altrettanto grossa, Abelardo stesso scrive che era nato "in Bretagna, vicino a Nantes ecc."). Mi riprometto ulteriori ricerche, punto per punto. Forse anche l'associazione Carolingi in Val di Chienti dovrebbe farlo...
Per Cerasi: non conosco le questioni legate ad edificazioni di fabbriche, discariche o quant'altro nella zona di San Claudio a cui lei sembra accennare. Il mio era un intervento esclusivamente nel merito degli studi di don Carnevale. Nessuna dietrologia. Dovrei forse pensare, per par condicio, che chi sostiene la tesi di Aquisgrana-San Claudio usa la stessa per evitare simili edificazioni ? Siamo seri!
Cordiali saluti.
A. Andreoli
Più approfondisco la questione e più mi convinco che siamo di fronte ad una serie di affermazioni senza costrutto. Quando don Carnevale dice che "La Chanson de Roland secondo me è nata qui e anche Abelardo, di Abelardo ed Eloisa, è un palatino, nato nel palazzo maceratese di Carlo Magno.” non posso che sorridere. Mi chiedo: ma il Prof. Carnevale ha mai letto l'Historia Calamitatum Meum, l'autobiografia di Abelardo, dove lo stesso scrive
"Ego igitur, oppido quodam oriundus quod in ingressu minoris britannie constructum, ab urbe Namnetica versus orientem octo credo miliariis remotum, proprio vocabulo Palatium appellatur" ?
Tradotto:
" Quanto a me, sono originario di una piazzaforte construita all'ingresso della Bretagna, a otto miglia, credo, a est di Nantes. Il suo nome preciso è Palais."
Non mi stupirei se un giorno don Carnevale scoprisse che anche il vero sepolcro di Cristo si trova a San Ginesio o in qualche altro centro della nostra Marca....Attendiamo pazienti.
Ho già avuto modo di confutare alcune delle tesi del Prof. Carnevale (rimando al mio intervento su questo sito "Aquisgrana a San Claudio ? Troppe cose non quadrano".
Proseguendo nell'analisi dei testi originali (in primis Eginardo) e i suoi Annales Regni Francorum, si possono trovare tante altre incongruenze con questa tesi. Ne elenco alcune:
[804] DCCCIV
Dimissoque exercitu primo Aquasgrani, deinde Arduennam petit;
et venationibus indulgens Aquasgrani reversus est.
[817] DCCCXVII
Interea cum imperator venatione peracta de Vosego
Aquasgrani reverteretur
Domanda: vi sembra logico che dalle Marche Carlomagno andasse a caccia a più di 1.500 chilometri di distanza (Ardenne e Vosgi) quando avrebbe avuto tanto territorio intorno (o comunque in Italia) con boschi e foreste adatti alla bisogna?
[750] DCCL. Pippinus secundum morem Francorum electus est ad regem et unctus per manum sanctae memoriae Bonefacii archiepiscopi et elevatus a Francis in regno in Suessionis civitate.
Domanda: Svessio è l’attuale cittadina si Soissons, in Piccardia, nord-est della Francia. Perché Pipino avrebbe dovuto essere eletto nel nord della Francia se non perché il “regnum Francorum” era proprio in quella parte d’Europa e non certo nelle Marche ?
[755] DCCLV.
Pippinus rex per apostolicam invitationem in Italiam iter peragens
Domanda: perché Pipino avrebbe dovuto “intraprendere un viaggio in Italia su invito papale” se già viveva nel Piceno?
[768] DCCLXVIII
Ibique moram faciens aliquod dies aegrotare coepit, partibus Turonorum revertendo perrexit, orationem ad sanctum Martinum fecit, ad sanctum Dionisium usque pervenit ibique diem obiens finivit VIII. Kal. Octobr. Et domnus Carolus et Carlomannus elevati sunt in regnum, domnus Carolus VII. Id. Octobr. in Noviomo civitate, Carlomannus in Suessionis civitate similiter.
Domanda: Turonus è Tours, Noviomus è Nijmegen (sud dell’Olanda), Svessio è Soissons. Perché Carlomagno avrebbe dovuto essere eletto a Nijmegen per poi costruire la sua reggia nelle Marche ? E perché Pipino avrebbe dovuto essere sepolto a San Ginesio dopo avere pregato San Martino a Tours e San Dionigi a Parigi?
Insomma, tutti i luoghi a cui fa riferimento Eginardo sono al di là delle Alpi, spesso in una zona che racchiude Francia del Nord/Fiandre/Reno-Westfalia. L’Italia è citata solo come parte del territorio conquistato ed inglobato nel grande regno di Carlomagno o per viaggi a Roma dal Papa. Francamente, tutto questo bailamme su un’ Aquisgrana/San Claudio al Chienti e sulle tombe di Pipino e Berta a San Ginesio ha veramente del ridicolo.
Augusto Andreoli
«pied piper»
Utente dal
28/7/2010
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