di Alessandra Pierini
Interminabili giornate di lavoro che iniziano alle 4 del mattino per tenere i contatti con la Cina, settimane di attesa per mascherine che sono ormai diventate importanti quanto il pane quotidiano, poi la beffa in dogana e la requisizione all’aeroporto di Bologna a poco più di 200 chilometri dalla destinazione prevista. E’ quello che sta accadendo alla Gema Group di Montecassiano. L’azienda commercializza prodotti per la sicurezza e l’igiene sui luoghi di lavoro.
Dopo aver esaurito in una settimana il quantitativo di mascherine che sarebbe stato sufficiente per un anno, l’amministratore Luca Bartoli si è mosso immediatamente per ordinare migliaia di pezzi richiesti dai clienti che da anni si forniscono alla Gema. «Abbiamo quasi 150 colli in transito – spiega Bartoli – e abbiamo già pagato quanto richiesto. Sono settimane che lavoriamo freneticamente, facciamo orari improbabili. Per ora stiamo distribuendo le mascherine prodotte dalla riconversione di alcune aziende locali. Finalmente siamo riusciti a far arrivare le prime mascherine dalla Cina veniamo a sapere che all’aeroporto di Bologna sono state requisite per emergenza nazionale». L’amministratore capisce perfettamente le difficoltà del momento ma non può accettare le modalità messe in atto. «Anche i nostri clienti si trovano in situazione di emergenza nazionale, si tratta di aziende del settore alimentare e tutto l’indotto. C’è anche una Fondazione Carisap che ha acquistato i dispositivi per destinarli ad un ospedale marchigiano. Chi stabilisce quali sono le priorità? Mi aspetto collaborazione, in questo momento le aziende non hanno bisogno che gli vengano tagliate le gambe in questo modo».
Mascherine introvabili, Bartoli: «In arrivo se passano la frontiera Non alzeremo i prezzi»
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati