Il tricolore che sventola dal terrazzo e l’Inno d’Italia trasmesso dal balcone. In pieno centro a Civitanova le note di Mameli hanno riecheggiato alle 12. Pochi secondi dopo il termine dell’Ave maria che ogni giorno suona da Cristo Re l’inno nazionale è partito dal terrazzo di un attico del centro.
E’ quello della deputata del Movimento 5 stelle Mirella Emiliozzi che al termine della musica ha applaudito. L’iniziativa è la stessa che ormai da diversi giorni puntualmente si ripete su e giù per lo Stivale dai balconi di tutta Italia e anche l’onorevole pentastellata, a casa in un momento di pausa dagli impegni istituzionali, ha voluto esprimere in questo modo la vicinanza agli operatori sanitari in prima linea contro il Coronavirus e ai concittadini chiusi in casa per la quarantena.
Il terrazzo da dove è partito l’inno
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Siamo in colpo di stato in cui le opposizioni o stanno zitte o chiedono misure ancora più repressive.
Abbiamo sospeso la Costituzione più bella del mondo (dove siano i suoi difensori petalosi lo ignoro) in mezza giornata, con un decreto legge (atto del governo avente forza di legge) che ha autorizzato un decreto ministeriale (atto amministrativo con cui si regolamenta la lunghezza dei cetrioli) e vi sono presidenti di regione e sindaci che, con loro ordinanze, sospendono ulteriormente la predetta Costituzione. E, per giunta, i dati ufficiali dell’Istituto Superiore di Sanità non supportano minimamente la narrazione dei mezzi di comunicazione e del governo.
Non c’è un rappresentante della classe dirigente che chieda una seduta di urgenza del Parlamento della Repubblica Italiana, che è chiuso e basta.
Oggi, pare che tale sospensione della Costituzione verrà prorogata senza data di scadenza, a piacere di un signore di cui si ignorava l’esistenza fino a due anni fa.
Questa non è più la Repubblica Italiana, è un’altra cosa, in cui la legge non esiste più, perché senza Costituzione non esiste legge, esiste l’arbitrio del potere.
Svegliamoci, ragioniamo e mettiamo in discussione quanto sta accadendo, perché la china che abbiamo intrapreso è pericolosa.