Alessandro Maccioni, direttore dell’Area Vasta 3
di Luca Patrassi
«Il Comune di Cingoli diversi anni fa per la Casa di riposo ha scelto – come da norma – la gestione diretta piuttosto che affidarsi all’Asur e da alcuni anni l’appalto è stato dato all’Azienda servizi alla persona di Jesi che a sua volta ha subappaltato a una cooperativa. La sanità pubblica interviene solo a rimborso delle prestazioni con una diaria giornaliera di circa 31 euro ad ospite, diaria che sale a 45 in caso di ospite affetto da demenza senile». Il direttore dell’Area Vasta 3 Alessandro Maccioni puntualizza, evitando polemiche dirette nonostante alcuni amministratori lo abbiano tirato in ballo evidentemente non a proposito, dopo che il caso del focolaio della casa di riposo di Cingoli (39 anziani e due operatori contagiati, e 2 morti) è diventato un caso nazionale. «Gli anziani, anche nella Casa di riposo, vengono seguiti dai rispettivi medici di base e se emerge un problema non gestibile dall’interno solo allora si dispone il trasporto in ospedale ed eventualmente il ricovero – continua Maccioni – Le misure di prevenzione reputate necessarie le prende chi gestisce il servizio che peraltro deve essere sempre seguito dal committente pubblico nella persona del Dec, il direttore dell’esecuzione del contratto. Non so se, nella fattispecie, la situazione sia sfuggita di mano. Ho saputo della questione dai media, domenica pomeriggio mi ha chiamato il vicesindaco Saltamartini per chiedermi l’invio di un medico specialista, cosa che è stata fatta riscontrando la situazione a quel momento».
La casa di riposo di Cingoli
Quanto personale fosse in servizio nei giorni scorsi nella casa di riposo e quali precauzioni siano state adottate al primo manifestarsi dell’emergenza non è dato sapere ma saranno informazioni che il Comune, nella sua qualità di committente, avrà sicuramente a disposizione. E’ anche riemersa la questione dell’ospedale di Cingoli: «Non c’entra nulla l’ospedale di Cingoli» rileva Maccioni che subito aggiunge: «I pazienti contagiati e a rischio vanno negli ospedali Covid, a Camerino e a Civitanova per citare quelli che ci sono in provincia. Quanto alla classificazione dell’ospedale di Cingoli, di cui tanto si parla, osservo che è il frutto della legge Balduzzi, votata nel 2012 da un governo e da una maggioranza di centrodestra di cui mi pare facesse parte anche l’allora senatore Saltamartini». Saltamartini, si astenne ma al Senato l’astensione equivaleva a un voto contrario. Maccioni insomma non ha affatto gradito la chiamata in causa cingolana su questioni che ritiene siano in carico al Comune. Ed ancora: «Quanto alle mascherine rilevo che non è l’Asur che le distribuisce ma la Protezione civile nazionale che nel territorio fa capo ai sindaci». Come dire che ad attivarsi per la distribuzione delle mascherine e dei dispositivi di protezione ai soggetti a rischio dovrebbero essere le municipalità.
Michele Vittori, sindaco di Cingoli, ai microfoni di La7
Direttore Maccioni, stando alla situazione contagi, come sta andando in provincia? Com’è la situazione posti letto negli ospedali Covid?
«Mi dicono che i dati indichino una leggera flessione dell’emergenza. Quanto ai posti letto Camerino ha esaurito la disponibilità mentre a Civitanova ci sono 12 intubati, 8 in terapia semintensiva, 8 nell’area medica senza bisogno di assistenza respiratoria, tre al pronto soccorso, uno in Dialisi ed una in Ostetricia. Sempre a Civitanova altri nove pazienti sono in arrivo. A Civitanova la disponibilità è di una settantina di posti letto, speriamo che la situazione migliori ma nel caso dovessero servire altri posti letto entro la settimana finiremo i lavori di allestimento del reparto ex Malattie Infettive all’ospedale di Macerata: dovrebbe esserci spazio per 30/40 posti letto» .
Con le donazioni?
«Le telefonate e i messaggi sono continui, siamo a 300mila euro erogati. A muoversi sono aziende, associazioni e semplici cittadini».
Isolina Carbonari, la prima vittima di Cingoli
Un grande impegno da parte degli operatori sanitari, una grande risposta a costo di enormi sacrifici.
«Certo, mi sento di ringraziarli in blocco per l’impegno e per il sacrificio che stanno dimostrando. C’è solo stata qualche sbavatura da parte di alcuni, una piccola minoranza, nella fase iniziale dell’emergenza. Grande riconoscenza anche da parte dei cittadini, poco fa mi ha chiamato un pizzaiolo di Potenza Picena che in serata porterà 200 pizze in ospedale. Ecco, questi sono i gesti che ti fanno capire da che parte sia l’opinione pubblica».
A Civitanova temono che la provvisorietà dell’ospedale Covid si trasformi in soluzione definitiva con perdita dei servizi
«Falsità. Basta guardare il cantiere per la realizzazione dei locali della Risonanza Magnetica, sta lavorando a pieno regime».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Non credo che in questo momento abbia molto senso polemizzare con il Comune di Cingoli e scaricarlo, con tutta la casa di riposo in preda ad una tragedia di vastissime proporzioni, in quanto reo di presunta sottovalutazione del caso. E comunque di certo gli anziani ricoverati nella struttura – le vittime principali di questa situazione – non possono avere alcuna colpa per l’esplosione del virus.
C’è qualcosa, in questo intervento del direttore dell’Area Vasta 3, che vagamente mi ricorda l’infelice sortita di tre settimane fa di Conte contro i sanitari dell’ospedale di Codogno, ingiustamente accusati di aver violato i protocolli per l’accoglienza dei malati di coronavirus.
Non credo che in questo momento abbia senso polemizzare con il Direttore dell’Area Vasta 3.Se i Sindaci si prendono delle responsabilità è giusto che ne paghino le conseguenze o le regole valgono solo per il SIndaco di Macerata?