Focolaio alla casa di riposo di Cingoli,
Maccioni: «Il Comune ha gestione diretta
forse la situazione è sfuggita di mano»

COVID-19 - Il direttore dell'Area Vasta 3 parla di quello che è diventato un caso nazionale con 39 anziani e due operatori contagiati e due decessi. E puntualizza: «L'amministrazione scelse di non affidarsi all’Asur e da alcuni anni l’appalto è stato dato all’Azienda servizi alla persona di Jesi che a sua volta ha subappaltato a una cooperativa». Sulla vicenda è intervenuto anche Matteo Salvini

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Alessandro Maccioni, direttore dell’Area Vasta 3

 

di Luca Patrassi

«Il Comune di Cingoli diversi anni fa per la Casa di riposo ha scelto – come da norma – la gestione diretta piuttosto che affidarsi all’Asur e da alcuni anni l’appalto è stato dato all’Azienda servizi alla persona di Jesi che a sua volta ha subappaltato a una cooperativa. La sanità pubblica interviene solo a rimborso delle prestazioni con una diaria giornaliera di circa 31 euro ad ospite, diaria che sale a 45 in caso di ospite affetto da demenza senile». Il direttore dell’Area Vasta 3 Alessandro Maccioni puntualizza, evitando polemiche dirette nonostante alcuni amministratori lo abbiano tirato in ballo evidentemente non a proposito, dopo che il caso del focolaio della casa di riposo di Cingoli (39 anziani e due operatori contagiati, e 2 morti) è diventato un caso nazionale.  «Gli anziani, anche nella Casa di riposo, vengono seguiti dai rispettivi medici di base e se emerge un problema non gestibile dall’interno solo allora si dispone il trasporto in ospedale ed eventualmente il ricovero – continua Maccioni – Le misure di prevenzione reputate necessarie le prende chi gestisce il servizio che peraltro deve essere sempre seguito dal committente pubblico nella persona del Dec, il direttore dell’esecuzione del contratto. Non so se, nella fattispecie, la situazione sia sfuggita di mano. Ho saputo della questione dai media, domenica pomeriggio mi ha chiamato il vicesindaco Saltamartini per chiedermi l’invio di un medico specialista, cosa che è stata fatta riscontrando la situazione a quel momento».

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La casa di riposo di Cingoli

Quanto personale fosse in servizio nei giorni scorsi nella casa di riposo e quali precauzioni siano state adottate al primo manifestarsi dell’emergenza non è dato sapere ma saranno informazioni che il Comune, nella sua qualità di committente, avrà sicuramente a disposizione. E’ anche riemersa la questione dell’ospedale di Cingoli: «Non c’entra nulla l’ospedale di Cingoli» rileva Maccioni che subito aggiunge: «I pazienti contagiati e a rischio vanno negli ospedali Covid, a Camerino e a Civitanova per citare quelli che ci sono in provincia. Quanto alla classificazione dell’ospedale di Cingoli, di cui tanto si parla, osservo che è il frutto della legge Balduzzi, votata nel 2012 da un governo e da una maggioranza di centrodestra di cui mi pare facesse parte anche l’allora senatore Saltamartini». Saltamartini, si astenne ma al Senato l’astensione equivaleva a un voto contrario. Maccioni insomma non ha affatto gradito la chiamata in causa cingolana su questioni che ritiene siano in carico al Comune. Ed ancora: «Quanto alle mascherine rilevo che non è l’Asur che le distribuisce ma la Protezione civile nazionale che nel territorio fa capo ai sindaci». Come dire che ad attivarsi per la distribuzione delle mascherine e dei dispositivi di protezione ai soggetti a rischio dovrebbero essere le municipalità.

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Michele Vittori, sindaco di Cingoli, ai microfoni di La7

Direttore Maccioni, stando alla situazione contagi, come sta andando in provincia? Com’è la situazione posti letto negli ospedali Covid?

«Mi dicono che i dati indichino una leggera flessione dell’emergenza. Quanto ai posti letto Camerino ha esaurito la disponibilità mentre a Civitanova ci sono 12 intubati, 8 in terapia semintensiva, 8 nell’area medica senza bisogno di assistenza respiratoria, tre al pronto soccorso, uno in Dialisi ed una in Ostetricia. Sempre a Civitanova altri nove pazienti sono in arrivo. A Civitanova la disponibilità è di una settantina di posti letto, speriamo che la situazione migliori ma nel caso dovessero servire altri posti letto entro la settimana finiremo i lavori di allestimento del reparto ex Malattie Infettive all’ospedale di Macerata: dovrebbe esserci spazio per 30/40 posti letto» .

Con le donazioni?

«Le telefonate e i messaggi sono continui, siamo a 300mila euro erogati. A muoversi sono aziende, associazioni e semplici cittadini».

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Isolina Carbonari, la prima vittima di Cingoli

Un grande impegno da parte degli operatori sanitari, una grande risposta a costo di enormi sacrifici.

«Certo, mi sento di ringraziarli in blocco per l’impegno e per il sacrificio che stanno dimostrando. C’è solo stata qualche sbavatura da parte di alcuni, una piccola minoranza, nella fase iniziale dell’emergenza. Grande riconoscenza anche da parte dei cittadini, poco fa mi ha chiamato un pizzaiolo di Potenza Picena che in serata porterà 200 pizze in ospedale. Ecco, questi sono i gesti che ti fanno capire da che parte sia l’opinione pubblica».

A Civitanova temono che la provvisorietà dell’ospedale Covid si trasformi in soluzione definitiva con perdita dei servizi

«Falsità. Basta guardare il cantiere per la realizzazione dei locali della Risonanza Magnetica, sta lavorando a pieno regime».

 

 

Il focolaio di Cingoli è un caso nazionale, niente funerale per Isolina Carbonari «Qualcosa che non si augura a nessuno»



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