Una ventata di ottimismo per i dipendenti di Nuova Banca Marche nelle parole del presidente delle good bank Roberto Nicastro. «Possiamo guardare al domani con maggiore tranquillità – scrive in una lettera indirizzata ai lavoratori dell’istituto e delle altre banche coinvolte, Etruria e Carichieti per commentare la cessione a Ubi – dopo aver affrontato moltissime e violente tempeste, le navi sono finalmente all’ingresso in un porto sicuro».
Prosegue Nicastro: «Ora il pericolo è alle spalle. Grazie all’accordo con Ubi le nostre banche sono in sicurezza e il futuro per le nostre 4.500 persone ora è promettente. Ubi saprà continuare e intensificare il percorso di risanamento che abbiamo portato avanti insieme e saprà rispondere al meglio alle aspettative che i nostri territori ripongono nelle nostre banche. Tra la firma dell’accordo e il trasferimento delle azioni ci sono ancora diverse delicate attività da completare: la cessione ad Atlante degli Npl, la chiusura dei bilanci consolidati, l’ottenimento delle autorizzazioni dai vari Regolatori e quindi il lavoro nelle prossime settimane continua».
Il presidente evidenzia: «le prossime settimane sono anche una grande opportunità. Possiamo andare a riprenderci affari e raccolta che sono legittimamente nostri e far vedere ciascuno individualmente il proprio valore, anche nel quadro di una nuova fase di conoscenza più approfondita con Ubi.
Allo stesso tempo, siamo fiduciosi che il medesimo successo raggiunto ieri dalle nostre tre banche potrà essere presto condiviso anche da Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara: in questi giorni stiamo lavorando intensamente per assicurare anche la quarta Goodbank a una realtà capace di garantirne crescita e competitività, e confidiamo che gli enormi sforzi richiesti possano essere presto ripagati»
In una intervista a Il Sole 24 Ore Nicastro punta invece il dito verso l’Unione Europea: «Il mandato della Risoluzione era quello di cedere le banche e i tempi imposti dalla Ue hanno reso impossibile una vera ristrutturazione industriale. Prima un obbligo di cinque mesi per la vendita, poi una proroga di altri 5 mesi ma annunciata in extremis. Poi un’altra proroga sempre in extremis. Impossibile programmare il futuro in queste condizioni, senza un orizzonte strategico definibile. Nonostante i freni imposti dalla Ue, spiega il presidente delle good bank Banca Etruria, Banca Marche e Carichieti, “la cessione a un gruppo forte e attento al territorio come Ubi rappresenta una svolta per i tre istituti, per i loro clienti e le risorse, ed è un segnale importante per il sistema italiano».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
La lettera che il dott Nicastro ha indirizzato ai dipendenti era intrisa di vaselina .
15 mesi di trattative per spuntare il prezzo di un euro, obiettivamente ci troviamo di fronte a un ottimo lavoro, operazione proprio brillante…
Al capitano della titanica impresa marinaresca andrà riservato un congruo premio.
Davvero un porto sicurissimo!!!! Caro Nicastro quanto ha percepito lei per aver raggiunto questo risultato cosi’ eccellente (1 euro)? Io sai do te mannavo? Glio chienti a caccia’ la breccia!!!!
Le “good bank” sono state create con lo scopo di scorporare le attività “sane” delle 4 banche saltate, capitalizzate dalle altre banche attraverso una contribuzione nel Fondo di Risoluzione con oltre un miliardo di €, con la promessa di cercare un acquirente e ripianare la spesa. Per la precisione:
L’impegno finanziario immediato del Fondo di Risoluzione è, complessivamente per le quattro banche, così suddiviso: circa 1,7 miliardi a copertura delle perdite delle banche originarie (recuperabili forse in piccola parte); circa 1,8 miliardi per ricapitalizzare le banche buone (recuperabili con la vendita delle stesse), circa 140 milioni per dotare le bad bank del capitale minimo necessario a operare. Quindi, in totale, circa 3,6 miliardi
L’unico acquirente giunto a fare un’offerta è stata UBI, per la simbolica cifra di 1€. Tutte le altre banche ora dovranno registrare come perdita il contributo versato -pro quota- a suo tempo, alcune si sono già portate avanti aumentando le commissioni alla loro clientela per compensare la perdita.
In aggiunta a questo le “good bank” hanno consumato 500 mln€ da Atlante (che aveva già i suoi problemi di carenza di risorse) per la cessione di 3,4 mld€ di NPL (in 14 mesi di vita niente male per delle “good bank” che avrebbero dovuto essere pulite)
.Infine, a completare il quadro, spendendo 1€ UBI dovrà comunque ricorrere ad un aumento di capitale da 400 mln€ per digerire l’eredità che viene da questo acquisto. La banca chiarisce che l’aumento di capitale
“non è fatto per colmare un gap ma per mantenere l’attuale livello di capitale”
Poco cambia. E’ ovvio tra l’altro che in questo modo UBI si preclude altre opzioni strategiche a più basso rischio (come l’acquisizione di altre ex popolari).
E di chi è la colpa di un quadro del genere secondo Nicastro? Dell’Europa, ovviamente.
Nate come “good” con costi di avviamento sostenuti da altri, in 14 mesi riescono a presentare 3,4 mld€ di nuovi NPL, farsi valutare 1€ da qualcuno che deve chiedere ai propri azionisti 400 mln€ di nuovo patrimonio solo per mantenere il proprio livello di capitale. Caro Nicastro, dobbiamo veramente dire: accidenti ai tempi strettissimi.
Alieno gentile.