Il segretario provinciale del Pd Settimio Novelli con l’eletto in consiglio comunale e segretario di Macerata Paolo Micozzi
di Claudio Ricci
E’ crisi in casa Pd dopo la sconfitta alle provinciali. La vittoria del competitor targato Udc Antonio Pettinari sulla sfidante Ornella Formica mette la segreteria alle corde. Il segretario provinciale Settimio Novelli è pronto a rimettere le sue dimissioni al direttivo che con tutta probabilità verrà convocato la prossima settimana. Una vittima dei giochi di partito? Può darsi, visto che è la seconda volta in 5 anni che i democrat perdono l’occasione di presentare allora ed eleggere oggi un proprio uomo/donna alla guida della provincia. Strano che a doverne pagare le conseguenze sia proprio Novelli che, alla vigilia delle elezioni, era stato accusato da metà della sua segreteria di “gravi inciuci” (leggi l’articolo). Mentre proprio lui ha sempre portato avanti nel corso della campagna elettorale la necessità di un candidato democrat da opporre a Pettinari. Intanto dalla segreteria regionale arriva la condizione di non rompere il silenzio stampa prima del direttivo provinciale.
«Novelli e Formica hanno agito con massima linearità e trasparenza fronteggiando spinte che andavano in una direzione opposta a quella del Pd – sottolinea il senatore Mario Morgoni – Non è stato fatto nessun errore. Bisognava essere più attenti a situazioni che si sono mosse nell’ombra. Una parte del mondo di centrosinistra (e non so in quale dosaggio il Pd) ha agito in maniera sleale e subdola. Voglio invece sottolineare il giudizio positivo su Settimio Novelli. Ha agito con autonomia e determinazione svincolato da appartenenze e giochi di potere. Ha sempre portato avanti nel corso della campagna elettorale la necessità di un candidato democrat da opporre a Pettinari e che in qualche modo ci ha evitato una vera e propria figuraccia».
40.753 a 31.931 questo il divario tra la sfidante Pd e il riconfermato presidente Udc nelle preferenze per la presidenza. Un gap deciso sostanzialmente dai voti degli amministratori di fascia E (Macerata e Civitanova) con 22 preferenze a 19, e di fascia D (i medio-grandi) 73 a 35 per Pettinari . «Le preferenze prese da Formica sono esattamente 8 in meno delle 27 ottenute dai consiglieri della lista di centrosinistra – considera Morgoni – E 8 sono i voti di fascia verde presi da Francesco Acquaroli (eletto) ed Enrico Marcolini indicati da Massimiliano Bianchini. Una strana coincidenza che legata ai toni ecumenici (e che invitano all’abbraccio istituzionale) assunti da Bianchini nel post elezioni fanno venire dei dubbi. Che gioco ha giocato? e soprattutto ha giocato per il Centrosinistra?”
C’è anche la questione consiglieri. Il neo eletto Pettinari si troverà a governare la nuova Area vasta potendo contare solo su 3 dei suoi (Rosalba Ubaldi, Tarcisio Antognozzi e Alessandro Massi). Mentre il Pd vanta di 5, 6 consiglieri (incluso l’alleato Acquaroli). Il consiglio non avrà particolare potere rispetto alle decisioni assunte dal presidente ma le rappresaglie Pd si potrebbero tradurre nella guerriglia del numero legale.
Parla di «sconfitta senza attenuanti per il Pd» e di «trasformismo della sua classe politica» la segreteria di Rifondazione Comunista: «La riconferma di Pettinari testimonia la distanza sempre più grande tra società e rappresentanza politica. Un’ anteprima di quello che la riforma costituzionale realizzerà se sarà confermata dal referendum».
Soddisfazione di Fdi per l’elezione di Paolo Renna consigliere di Macerata. «Queste elezioni – scrive in una nota il coordinamento provinciale– sono state un banco di prova politico teso a ricostruire un centrodestra credibile assieme a tutti gli altri che con noi hanno dato vita a questa lista. Una tappa importante per la costituzione nel maceratese di un compatto ed ampio fronte alternativo al centrosinistra. A Paolo Renna vanno dunque i nostri complimenti e l’augurio di un proficuo lavoro nell’ambito del nuovo Consiglio provinciale. A Francesco Bracaccini va il nostro ringraziamento per l’impegno profuso. Abbiamo puntato sui giovani e i risultati ci hanno dato ragione»
Piovono critiche intanto sul sindaco di Treia Franco Capponi. Ad attaccarlo le liste di opposizione “Futuro nel cuore” e “Meritiamo Treia” per l’appoggio dichiarato alla candidata Pd Formica: «Indica prossimo sciogliersi delle riserve al confluire del sindaco nelle fila del Pd come auspicato anche dal segretario regionale Comi nel recente convegno in città sulla riforma sanitaria. Un transito politico a discapito dei cittadini. Chissà se Capponi spiegherà realmente le ragioni che lo hanno portato a votare contro un candidato treiese, un presidente esempio di coesione territoriale, come dimostrato dagli ampi numeri della vittoria, come Pettinari. É davvero certo che questa fosse la volontà degli stessi treiesi? I gruppi d’opposizione hanno creduto il contrario e colgono l’occasione per inviare al presidente Pettinari i migliori auguri di buon lavoro, soprattutto in queste ora di emergenza per il territorio provinciale e non solo».
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Che marmaglia!! Novelli che se dà le dimissioni non cambierebbe niente. Chiunque prenda il suo posto non eviterebbe l’oramai vicino affondamento della nave e con tutti i suoi “ topi “ a differenza del famoso proverbio che li vorrebbe tutti salvi. Certo qualcuno più agile potrebbe saltare dalla nave ed entrare nel “ Transatalantico “, noto salone adiacente all’aula di Montecitorio dove dopo aver cambiato casacca si può riciclare in qualche altra deformità politica. Morgoni che ci da uno spaccato de Pd degno del papato al tempo dei Borgia o di un film di 007 con spie, traditori a cui lui capo della Spectre invece del gatto bianco sulle ginocchia, accarezza la testa del povero Novelli, tradito da tutti. Ci manca solo che dica “ Il mio nome è Morgòn, Marius Morgòn e vorrei bere un Bianchini, agitato non mescolato che ci penso io a dargli una bella “mmischiata”. C’è il commento di Rifondazione Comunista che parla di trasformismo del Pd, e ciò è anche vero, però a me viene in mente il trasformismo del sindaco di Civitanova, l’esimio Dott. Corvatta, a cui “ La trasformazione “ di Franz Kafka che racconta la vicissitudine di Gregor che si risveglia un mattino nelle sembianze di un orrido e gigantesco insetto, gli fa un baffo. Oppure di Silenzi che è sempre stato un adattato a seconda delle cariche via via ottenute che gli hanno dato la possibilità di discreditare il mondo politico, in qualsiasi contesto abbia avuto le sue mani in pasta ( non vorrei che qualcuno pensasse bene pardon male, è un piccolo esempio che mi è venuto mentre per colazione sto mangiando questo tozzo di pane duro che cerco di ammorbidire nel latte e caffe, zuccherato ma non mescolato, come Morgòn, Marius Morgòn.) Dulcis in fundo, la Cammertoni, già candidata a sindaco di Treia ma che i suoi concittadini hanno preferito “ trombare “ scegliendo Capponi come guida. So come la Cammertoni sia solerte nel usare il suo piccolo potere concessogli dalla divisa che porta per abusare di ciò che nessuna legge gli consente e che i cittadini di Treia hanno avuto la vista lunga a non dargli le chiavi della città, perché se avrebbe fatto il sindaco come adesso sta facendo il vigile urbano, carica contestatagli anche dal sindaco Corvatta che gli ha messo un superiore a cui è costretta a dire solo Signorsì e che i civitanovesi devono pagare in più perché secondo il sindaco e qui sarà la prima e l’ultima volta che sarò d’accordo con il “ portennaro “, la Cammertoni, non gestiva a modo il servizio per cui veniva pagata. Detto questo è inutile che continui per dire cosa penso delle dichiarazione di “ Futuro nel cuore.” Per parlare di cuore in senso lato, bisognerebbe averlo. Dubito fortemente che costei ne abbia.
il PD farebbe bene a scomparire dalla faccia della terra non solo dalla provincia di Macerata
Solo lui? I Morgoni, le Manzi, i Carancini, i Fiordomo dimenticano il loro frenetico attivismo, e scaricano tutto su uno solo? Il PD ha voluto garantirsi la vittoria togliendo il voto al popolo, ha candidato il sindaco di un piccolo comune, considerato debole e facile da manovrare, e non riesce a vincere nemmeno così.
Dato che al voto potevano partecipare solo sindaci e consiglieri comunale già eletti, si poteva pensare di svolgere l’elezione con voto palese e dichiarato e non segreto.
Come in un normale Consiglio Comunale.
Forse non ci si è pensato prima.
IL PD HA FATTO TUTTO DA SOLO. OTTIMO RISULTATO!
Questa faccenda ricorda da presso l’aneddoto del vecchietto che va dietro una ragazza (fuor di metafora: il potere) ma non si ricorda più perché (fuor di metafora: l’amministrazione del bene comune). Almeno Machiavelli aveva detto: il fine giustifica i mezzi: ma qui il fine non c’è proprio!
Pare che le elezioni di secondo grado provochino ustioni di terzo grado.