«Sono stati commessi degli errori dalla segreteria provinciale e vanno riconosciuti. Primo fra tutti quello di pensare di costruire una candidatura Pd senza coinvolgere mezzo partito ricercando alleanze sottobanco con esponenti di Marche 2020 o della destra come Capponi, Massi ed i sindaci di Loro Piceno e Morrovalle. Un tentativo di inciucio grave». A poche ore dalla riunione degli amministratori Pd che dovrà, volente o nolente (le liste vanno presentate entro l’8 agosto) individuare un candidato alle elezioni del 28 agosto, la segreteria del Pd si spacca. La fazione guidata dalla vice segretaria Paola Castricini e composta da Gianfilippo Simoni, Bruno Prugni, Francesco Vitali e Mario Antinori accende i fari su presunti inciuci orditi da altra parte dell’organo federale per arrivare ad una candidatura non condivisa da tutti. La strigliata, dai toni tutt’altro che leggeri, fa riferimento a presunti accordi trasversali tra membri della segreteria e amministratori di centrodestra coinvolti nell’individuazione del candidato. Dunque, una lotta interna tra la vice segretario e il segretario provinciale Settimio Novelli. «Nessuna candidatura Pd o Udc è stata mai né avanzata né bocciata dagli organismi regionali e provinciali. Farebbero meglio a tacere i soliti protagonisti della scena mediatica che affollano il web e che tacciono durante le riunioni ufficiali. Ora però non è più il tempo delle accuse e delle reciproche recriminazioni ma quello di lavorare e ricercare soluzioni. Fin da questa sera».
Il sindaco di Macerata Romano Carancini, il governatore Luca Ceriscioli, il sindaco di Pollenza Luigi Monti e il presidente della Provincia Antonio Pettinari all’inaugurazione di quadrilatero
In vista del summit di questa sera tra gli amministratori comunali del Pd Castricini cerca di ricucire lo strappo tra vertici regionali e provinciali con i primi favorevoli alla riconferma del presidente uscente e i secondi orientati alla scelta di un sindaco democrat (leggi l’articolo): «Il Pd Marche e il Pd della provinciale non sono affatto divisi – dice l’ex vice sindaco di Montecosaro – Entrambi hanno duplice obiettivo di assicurare un buon governo alla nuova area vasta e tenere unito il più possibile il centro sinistra e il partito. Le strade per arrivare a questo obiettivo proposte dal segretario regionale Comi e condivise dal segretario Novelli e dal partito provinciale sono due e alternative tra loro. La prima prioritaria: alleanza tra gli amministratori delle forze del governo regionale (Pd, Udc, Psi, Liste civiche). La seconda: un’alleanza istituzionale tra sindaci indipendentemente dal loro colore politico con una lista unica ed un candidato unitario. Questa linea ribadita più volte dal segretario regionale è stata condivisa unanimemente. Pertanto se fallisce la prima occorre apprestarsi a percorrere la seconda strada, quella istituzionale. Ed è bene farlo subito fin da questa sera».
Nella rissa si butta anche il consigliere regionale Udc- Popolari Luca Marconi che usa parole al vetriolo contro il senatore Mario Morgoni contrario della prima ora alla riconferma di Pettinari: «Da settimane il senatore Mario Morgoni interviene contro la candidatura di Pettinari senza spiegarne il motivo. Credo che i cittadini siano decisamente poco interessati ad una vicenda che riguarda un corpo elettorale di 730 persone rappresentato dai consiglieri comunali. Meglio farebbe Morgoni ad informare i suoi elettori sull’attività che svolge a Roma, come regolarmente ha fatto Pettinari per la molta e intensa attività svolta in Provincia, e come facciamo noi consiglieri regionali sulla nostra.
«Al di là delle “simpatiche e colorite” esternazioni di Morgoni – continua Marconi – confidiamo nel fatto che il Pd voglia, come abbiamo fatto noi in regione, continuare in Provincia la positiva esperienza amministrativa con la guida del presidente uscente. Se la questione però non è di natura politica, né amministrativa, ma semplicemente di natura personale, non me ne vogliano Morgoni e qualche altro amico del Pd, ma ciò significherebbe la fine di ogni razionalità e il prevalere di adolescenziali atteggiamenti, per giunta offensivi e che non potremmo che rifiutare con decisione».
(Cla.Ri.)
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