Pettinari si guarda indietro
e va avanti con i “Tre Moschettieri”

L'ULTIMA PROVINCIA - Il presidente uscente svolge la relazione di fine mandato ed elogia la struttura per il lavoro "fatto in casa, senza consulenze esterne". Al suo fianco la vice Paola Mariani e gli assessori Giorgio Palombini e Leonardo Lippi: "E' nata tra noi una grande amicizia, continueremo insieme"

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Pettinari_Foto LB

Antonio Pettinari durante l’odierna conferenza stampa

 

di Maurizio Verdenelli

‘Dieci’ in pagella per la Provincia a fine mandato è come la medaglia di cartone alle Olimpiadi. Non conta nulla come non vale scespirianamente il merito di fronte alla Grande Corsa: non ti da neppure un metro di vantaggio. D’accordo: la Provincia ora si chiama Area Vasta e non offre più poltrone, al massimo strapuntini ma sembra che vada benone lo stesso all’epoca della crisi. Nell’ultimo ‘ridotto’, nella stanza ovale presidenziale con motti sul dipinto soffitto che si rifanno a tempi e valori lontani (Patria, Studio, Libertà e via elencando) non si parla delle prossime elezioni per il nuovo ente. Un argomento che Antonio Pettinari nonostante il pressing dei cronisti, rimanda a data da destinarsi. Eppure il voto di fine agosto incombe come nuvola nera oscurando la bell’estate, le ferie e l’attesa per la Festa di San Giuliano. Un voto ‘interno’ per la Provincia (pardon, Area Vasta) che pare debba ‘sconfessare’ la natura del patrono maceratese, o almeno quella che lo fece salire agli altari: il senso dell’accoglienza. Fu tuttavia parricida e matricida il santo dei Maceratesi, così come il Pd, politicamente s’intende.

Pettinari si lascia sfuggire, a telecamere spente e taccuini chiusi, amare considerazioni sul tramonto di politica e concertazione. Non ha fatto ‘squadra’ in vista dell’ultimo traguardo, stavolta il Pd sperando di far saltare il banco lanciando i suoi velocisti: “Eppure – dice Tonino, in giacca nera senza maglioncini cromatici- questa è un’amministrazione frutto di un ben mirato accordo di centro sinistra…”. Ancora: “Ricordo, in proposito, che appena dopo il decreto del ministro Graziano Delrio, nel 2014 saltò fuori il senatore Mario Morgoni a chiederci all’istante le dimissioni ‘per favorire il cambiamento’”. Ripete due volte, Pettinari, quella parola che i tempi nuovi hanno reso inevitabilmente un po’ beffarda: ‘cambiamento’. Poi il silenzio (in materia, s’intende). Rotto dall’estemporaneità e dal guizzo di una frase, nello tsunami di cifre, capitoli di spese ed interventi al centro della conferenza stampa: “Dal lavoro di questi anni è nata un’amicizia profonda: continueremo avanti insieme”.

Pettinari con gli assessori Giorgio Palombini e Leonardo Lippi

Pettinari con gli assessori Giorgio Palombini e Leonardo Lippi

L’indicazione di Pettinari-D’Artagnan è per i suoi tre ‘Moschettieri’. E citerà pure il fatidico: ‘Uno per tutti, tutti per uno’. Chi sono? La vicepresidente Paola Mariani, per due mandati deputato del Pd; l’assessore al Bilancio, Giorgio Palombini, consigliere più votato nel 2011 negli stessi Dem e Leonardo Lippi, Udc già consigliere regionale e più volte sindaco di Cingoli, assessore alla Famiglia. Leonardo definisce Tonino ‘padre di famiglia’. Manca, a sorpresa data l’importanza dell’evento e l’assiduità dimostrata ad ogni appuntamento istituzionale, Giovanni Battista Torresi: “E’ fuori” laconico Pettinari, che dal suo assessore non ebbe lo scorso anno appoggio e voti alla candidatura per la Regione. Un ‘grazie’ lo esprime per i due che hanno lasciato anzitempo la giunta provinciale in vista dell’elezione ad Ancona che non ci sarebbe stata: nell’ordine Alessandro Biagiola e Massimiliano Bianchini. Un ultimo sguardo indietro, a dire cosa si è fatto poi, da domani non si parlerà che di Grande Corsa: al centro forse per l’ultima volta, Tonino Senzaterra a riscuotere la stima del pesarese Ceriscioli (inaugurando il ponte sul Fiastra: “L’energia di Tonino e dei suoi collaboratori è proverbiale”) ed adesioni di qualche sindaco importante del centrodestra e di primi cittadini del Pd che apprezzano il presidente della Provincia, uno dei protagonisti di ‘Superstrada story’. C’è poi Romano Carancini, invitato ad un precedente incontro (apertura del cine Italia) ed elogiato anche oggi per la cooperazione vincente in riferimento alla stagione lirica. Come si muoverà il sindaco del capoluogo? E soprattutto, per Tonino Secondo, basterà tuttavia il mal di pancia (diffuso dell’entroterra targato dem)?

Con la vicepresidente Paolo Mariani

Con la vicepresidente Paolo Mariani

Basteranno le linde ‘lenzuola’ di un quinquennio amministrativo senz’altro buono? “Abbiamo fatto tantissimo: lasciamo un ente ricco, patrimonializzato, senza aver fatto sprechi…anzi” dichiara il presidente uscente. Che ricorda in apertura il blizzard del 2012 ( due milioni e duecentomila euro per sgombero neve: una follia per le casse); le cinque opere pubbliche incompiute, alla fine realizzate (a Colbuccaro l’ultimo taglio del nastro, leggi l’articolo), ponti, strade, edilizia scolastica, ambiente, urbanistica, protezione civile (piano integrato con il rischio dighe ed invasi), Raci, Momenti del Gusto (“una sfida”), Euromontana, Pit (turismo), Green Mountain, rifiuti (“bloccando la linea d’incenerimento ed aprendo discariche”), la ‘cattura’ di qualsiasi finanziamento pubblico (la Mariani: “la nostra media di utilizzazione dei fondi europei è stata dieci volte superiore a quella italiana: non abbiamo ‘risparmiato’ niente!”) e lotta alla violenza sulle donne (Mariani: “Il nostro Centro antiviolenza, un fiore all’occhiello”).
Un programma intenso nonostante un paralizzante Convitato di Pietra: “Il Patto di Stabilità”. Ha denunciato Palombini: “Ci hanno portato via 45 milioni di euro, ci hanno dimezzato i bilanci: abbiamo dovuto risparmiare anche sull’informatica rinunciando alle licenze costose dei gestori ufficiali e facendo conto sulle nostre risorse con programmi ‘fai da te’: abbiamo messo in cassa 150mila euro diventando un piccolo, virtuoso caso italiano”. Per interventi sulla viabilità la Provincia ha speso 39.323.012,60 euro; sui fabbricati (scuole, impianti, Palazzo degli Studi di Macerata) 26.089.879,71. “Oltre 65 milioni ‘strappati’ all’ingessatura del Patto” contabilizza Pettinari che elogia l’ufficio tecnico ‘senza consulenti ed incarichi esterni’. Il quale è pure soddisfatto d’aver posto una cornice calmieratrice tramite il Ptc a quella che minacciava d’essere una ‘lava’ metallica sui nostri dolci colli: il fotovoltaico.
La cultura. “Per quanto riguarda inoltre lo Sferisterio, ho chiesto io l’ingresso dei due rettori nel Cda. Con Carancini abbiamo lavorato bene, un grande progetto è stato avviato con successo. Di rilievo inoltre la messa in rete di Musicultura e la valorizzazione del folklore, cui ho personalmente tenuto molto”.
Il pensiero ultimo del presidente ‘dell’ultima Provincia’ è per la ‘squadra’ che l’ha seguito fino in fondo anche quando non si decideva ad assegnare le deleghe. “Un lavoro continuo, abbiamo passato intere giornate di giunta. Senza pensare a vuoti problemi di mera immagine e rappresentanza. Abbiamo ‘tagliato’ anche sulla segreteria: il capo di gabinetto, prof. Fabio Macedoni ha chiuso da dodici mesi e per tre anni abbiamo fatto a meno dell’addetto stampa (questo si è notato, dopo il buon lavoro svolto da Alessandro Feliziani ndr). Sobrietà, rigore, collegialità: mai una critica, mai una polemica e neppure osservazioni velatissime (testuale ndr)”. L’ultima stoccata è degna di D’Artagnan, forse destinata a lanciare un nuovo gruppo dalla ‘tregua ferragostana’ in poi fino a domenica 28: “Mi sento fortunato ed orgoglioso di aver condiviso questa esperienza amministrativa con persone straordinarie, oneste, responsabili, impegnate. La nostra amicizia è cresciuta con il lavoro, con la passione a risolvere i problemi. Abbiamo passato intere giornate in riunioni di giunta. La nostra amicizia è nata con il lavoro e non con le feste, le cene, i viaggio, il divertimento”. Più che un addio pare infatti un nuovo programma insieme con Paola, Giorgio e Leonardo.

(Foto di Lucrezia Benfatto)



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