di Marina Verdenelli
(foto di Andrea Petinari)
Arrestati Giuseppe Cerolini e il suo collaboratore Giovanni Aldo Mellino. Svolta nelle indagini per la maxi frode fiscale sull’imprenditore e presidente della Civitanovese calcio. A fornirla è stata la scoperta di una società bulgara utilizzata per continuare ad evadere l’Iva e il Fisco. Dopo l’esecuzione, nei mesi scorsi, di due provvedimenti che hanno portato al sequestro di beni mobili e immobili per 22 milioni di euro, nei confronti di 10 indagati per associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, il gip Domenico Potetti ha emesso, su richiesta del pm Enrico Riccioni (che ha curato le indagini sotto la direzione del procuratore Giovanni Giorgio), due ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari (con braccialetto elettronico) per Giuseppe Cerolini, 49 anni, e Giovanni Aldo Mellino, 66 anni, suo dipendente, entrambi residenti a Civitanova. Nei mesi scorsi erano stati diversi gli articoli comparsi su Cronache Maceratesi a firma dell’avvocato Giuseppe Bommarito, in cui venivano posti dubbi sul giro d’affari dell’imprenditore.
«Qui non ci troviamo di fronte – ha detto il colonnello Amedeo Gravina, comandante provinciale della guardia di finanza – ad un imprenditore che costruisce lavoro e sviluppo per il territorio ma ad una criminalità economica allo stato puro, che non costruisce nulla. Un enorme castello di carta. Anche l’imprenditore che crea posti di lavoro e sviluppo economico nel territorio va censurato se evade il fisco e se cerca di risparmiare su tasse e imposte ma è inammissibile quando tutto questo si verifica quando dietro non c’è nemmeno un’impresa ed è tutto falso. Qui siamo all’arroganza pura perché si è continuato nel comportamento illecito anche dopo i sequestri e le indagini».Il provvedimento, scattato all’alba di oggi ed eseguito dalla guardia di finanza di Macerata e Civitanova, all’opera anche il nucleo di polizia tributaria, si inserisce nell’ambito di un’inchiesta per una maxi frode fiscale, partita anni fa, e per il pericolo di reiterazione dei reati. Tra il primo e il secondo sequestro giudiziario, che portò alla cifra dei 22milioni di euro, la guardia di finanza ha scoperto che il collaboratore di Cerolini,
Giovanni Aldo Mellino, aveva creato una società in Bulgaria, a marzo di quest’anno. Era la Adzhi Em-Eood, alla quale due società principali riconducibili a Cerolini, la Meg Srl e la Effemme Sr, ha emesso, stando all’accusa, fatture per 410mila euro senza Iva. Qui la contestazione della reiterazione del reato e quindi la richiesta della custodia cautelare per l’imprenditore, che continuava nella frode fiscale già oggetto delle prime indagini, e del suo collaboratore. Le ultime operazioni della società bulgara sarebbero riconducibili agli ultimi giorni di marzo, appena dopo il secondo sequestro giudiziario. Secondo le indagini della guardia di finanza, le violazioni sistematiche per frodare il fisco sono state portate avanti da almeno cinque anni. L’inchiesta era partita alcuni anni fa, in una complessa indagine di polizia giudiziaria e tributaria, con l’accertamento fiscali nei confronti di una società operante nel commercio all’ingrosso di calzature e accessori. Al centro degli affari illeciti, l’imprenditore civitanovese Cerolini risultato il capo di tutta l’organizzazione. Avrebbe progettato, organizzato, coordinato ed eseguito, anche per il tramite dei suoi più stretti soci, ogni operazione illecita. E’ a lui che sono risultate far capo, direttamente o indirettamente attraverso prestanome, tutte le società coinvolte nelle frodi fiscali. Fondamentali anche le intercettazioni telefoniche raccolte nell’ambito dell’attività d’indagine. Complessivamente è stata accertata un’evasione di oltre 131 milioni di euro ai fini delle imposte sui redditi e di oltre 48milioni di euro i Iva evasa. Denunciate 15 persone, a lui collegate, per associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale. I sequestri precedenti avevano riguardato 21 quote societarie, 9 società di capitali e una ditta individuale con attività quali 5 distributori stradali, 6 ristoranti, 5 bar, 1 negozio di calzature, 1 macelleria, 1 pizzeria, 1 centro estetico. E ancora 11 beni immobili tra i quali 8 fabbricati e 3 terreni, poi 20 auto, 3 moto e disponibilità finanziarie sui conti correnti.
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Il saputello pescià alias caporetto continua a deridere e denigrare la rata con le sue cazzate da bar.
Lo avevo avvertito che la Civitanovese avrebbe disputato il torneo dei penitenziari ed i nodi sono arrivati al pettine.
Speriamo che serva a liberarci da un personaggio divenuto insopportabile.
La rata ha una squadra giovane, disputerà la Lega Pro, dovrà lottare per salvarsi ma siamo orgogliosi di essere pistacoppi e nessuno ci deve insegnare niente nè dal lato sportivo nè dal lato morale.
Buon campionato a tutti gli onesti!!!!!
Toglietemi una curiosità. ..
Anche lui come ogni grande truffatore che si rispetti. ..ha pronunciato la fatidica frase…” sono sereno ho fiducia nella magistratura? “
Non entro nel merito dei fatti perché non li conosco, quindi non posso neanche giudicare, ma quando tocca ad un imprenditore viene fuori il finimondo, poi dagli importi non mi sembra neanche Al Capone, se tocca ad un politico che di fatto ruba mille volte di più e soprattutto soldi pubblici non succede niente, vedi i consiglieri regionali, ma non è che si usa due pesi e due misure ? Questo certo non giustifica gli eventuali reati del Cerolini, anche un presidente del consiglio che viene in elicottero per una inaugurazione non è un ladro ? Però sono mie considerazioni senza valore
@ Valentini:
Ovviamente non posso commentare nulla sul Cerolini alla luce di questi fatti e nemmeno abbozzare una qualche difesa, ma tanto già lo si sapeva….
Ma per favore risparmiami la tua supponenza!
Piuttosto dato che siete così onesti e moralmente non dobbiamo insegnarvi nulla, Santa Maria Tardella ha condonato la villa?
Siccome Imposimato nella sua nota “confusione mentale”, che Ferramondo attribuisce alla “senilità galoppante”, propone considerazioni sportive commentando un servizio relativo a vicende giudiziarie, mi vedo costretto a scrivere in tale contesto. E’ preoccupato, Imposimato, di eliminare i miei commenti, che lo disturbano (e parecchio) da CM. Ma siccome tale quotidiano on-line non opera nell’ottica di Erdogan (intento all’eliminazione in tutti i modi dissenso) si dovrà rassegnate. Commenta lui, che non riesce a mettere due concetti di critica sportiva in fila, ma si rotola ne “lo potò” (direbbero nel fermano), a maggior ragione hanno diritto di cittadinanza i miei post. Colpisce nel suo commento la frase: “siamo orgogliosi di essere pistacoppi e nessuno ci deve insegnare niente nè dal lato sportivo nel dal lato morale”. Da cosa è autorizzata tanta protervia (esiste anche “l’arroganza degli sciocchi”)? Da nulla, poichè devono essere sfuggiti ad Imposimato i motivi per cui la Rata è stata bocciata in prima istanza (la cosa comporterà una penalizzazione in classifica) l’iscrizione alla Lega Pro. Li chiarisce un comunicato della Lega Pro riporto da CM: “la Maceratese non aveva passato il primo controllo della Covisoc per l’ammissione al prossimo campionato per una serie di inadempienze relative alla stagione 2015/2016: il mancato pagamento delle ritenute Irpef rigardante gli emolumenti dovuti fino al mese di aprile; i contributi Inps riguardanti gli emolumenti dovuti fino al mese di maggio ai tesserati, dipendenti e collaboratori addetti al settore sportivo (chi ne resta escluso?, ndr). Il pagamento del debito Iva relativo all’anno d’imposta 2015. Oltre alle mancanze sopra citate la società ha dovuto ricapitalizzare con oltre 245 mila euro le casse della Maceratese per poter garantire l’iscrizione per il secondo anno consecutivo” alla Serie C. Secondo Imposimato non si può insegnare nulla ad una società che ha presentato l’iscrizione alla Lega Pro senza i regolari pagamenti di Irpef, Inps e Iva e sforato il parametro PA di 245 mila euro, che ha dovuto ricapitalizzare prima del ricorso? Imposimato non si accorge che fa ridere i polli, che se a quest’ora sono a dormire. Fa pena, invece, un “decerebrato” del web (il cui nome ricorda un frutto estivo spesso bacato): attribuisce l’iniziale mancata iscrizione della Rata ad “errori contabili”. Credendo alle “scantafaole” che gli raccontano, è impegnato “notte e giorno” a cercare le dichiarazioni (veritiere!) del presidente Gravina. Dell’altro aspetto evidenziato da Imposimato, quello morale, si occupa nella replica Gatti domandando se “Santa Tardella ha condonato la villa?”. Probabilmente si riferisce ad un servizio di CM del maggio scorso che ha questo incipit: “Abuso edilizio, falso, mancanza di conformità con il permesso a costruire: chiuse le indagini e disposto il decreto di giudizio immediato per la presidente della Maceratese Maria Francesca Tardella e per altre 4 persone. La vicenda riguarda la villa costruita dalla presidente della società biancorossa in contrada Santa Maria del Monte, a Macerata. Il processo si aprirà al Tribunale di Macerata il 7 dicembre prossimo”. Anche qui, Imposimato, non si può dire nulla rispetto a contestazioni – derivate dalle indagini – riportate da CM quali: “reato di falsità ideologica commessa dal privato, relativamente – dice la Procura – al fatto che avrebbero attestato nella dichiarazione del direttore dei lavori… allegata alla domanda di agibilità dell’edificio di Contrada Santa Maria del Monte, la conformità delle opere realizzate rispetto al progetto approvato”? La “domanda di agibilità” è stata presentata al Comune, di cui attualmente la signora Tardella è amministratrice nel ruolo di consigliere. Su un aspetto, in conclusione, metto in guardia Carlo Valentini, cito nome e cognome, di Macerata: non s’azzardi ad accostare il mio nome (e della mia famiglia) a figure con cui non ho a che fare e non sono oggetto dei miei post. Qualora lo facesse non esiterò, quant’è vero Iddio, a trascinarla in Tribunale, “turbando” la sua senilità.
Bene,bravo, sette piu’.
beh si era capito da tempo che il bubbone stava per esplodere…ed adesso citano???
Commentare l’articolo relativo all’arresto del sig.Cerolini parlando della dott.ssa Tardella e della Maceratese “centra come li cavoli a merenna” o come “le cozze con il latte”….!
Ovviamente ognuno è libero di dire quello che vuole, purchè il commento sia pertinente all’articolo in cui è inserito.
Datevi una calmata ed andate in vacanza….!
@ Marco Marsili. Imposimato è come quei cacciatori che rimangono vittime delle trappole e essi stessi innescano. Ma ognuno, come si suo dire, si “cucina come può”, anche inconsapevolmente. A proposito di cucina, la marinara, quella buona, ti aspetto alla Festa del Toro, che sto organizzando con gli amici club granata, dopo Ferragosto. Riconciliamoci sotto la bandiera del Torino, abbandoniamo le polemiche sui quotidiani on-line, lasciamole a chi è anche intellettualmente “provinciale”. Noi siamo del Toro, la squadra che ha fatto la storia del calcio italiano (5 scudetti di fila), gli “invincibili” per antonomasia: Bacigalupo, Ballarin, Maroso; Grezar, Rigamonti, Castigliano; Menti, Loik, Gabetto, Mazzola (Cap), Ossola. Quest’anno ricorderemo il quarantennale dello scudetto e Giorgio Ferrini, per noi torinisti “il capitano”: 16 stagioni con la maglia granata, in quel campionato secondo di Radice. “Giorgio”, per noi del Toro, morì proprio nell’anno di quello storico scudetto, lasciando una famiglia giovane, quasi avvesse compiuto la sua missione granata. Indimenticabile la formazione dell’ultimo scudetto: Castellini, Santin, Salvadori; Patrizio Sala, Mozzini, Caporale; Claudio Sala (Cap), Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici. All’annuale appuntamento del Toro Club saranno presenti giocatori di quello scudetto e di stagioni successive, oltre che tecnici che hanno allenato il Torino (Radice, come saprai, purtroppo è malato). Fammi sapere, Marsili, nella risposta al post se sei in zona nella seconda metà di agosto, troveremo un modo per sentirci. Per prepararti all’evento, se non lo hai ancora fatto, leggi il libro: “Il Toro non può perdere”, di Eraldo Pecci – regista dello scudetto – ripubblicato da Rizzoli. Stringiamo la gloriosa bandiera del Toro, che fu dell’immenso Gigi Meroni, parliamo per una volta di “calcio italiano”, lasciamo le speciose polemiche ai sostenitori di coloro che lo stanno vendendo ai cinesi!
@Caporaletti
Grazie dell’invito, ci sarò sicuramente o comunque farò di tutto per esserci.
Il 16 maggio del 1976 avevo 9 anni, e ricordo come fosse ieri che feci il “corteo” a bordo della Alfetta Blu di mio zio sbandierando la bandiera granata.
Eravamo si e no 5 o 6 macchine, ed anche ora ne siamo pochi, ma orgogliosi di essere granata…
Poi, qualche anno più tardi, quando venne il Toro a giocare a Macerata, ebbi modo di salire in auto con Pecci e Zaccarelli….
Naturalmente ho letto “Il Toro non può perdere” di Eraldo Pecci, libro assolutamente gradevole e con belle foto dell’epoca, di un calcio che purtroppo non c’è piu…..
Abuso edilizio= evasione fiscale di 22 milioni di euro
L’abuso edilizio si sana con un permesso in sanatoria, l’evasione fiscale con la GALERA!!!!!
Siamo sullo stesso piano.
Starei molto attento a dare del “decerebrato” a qualcuno.
@Marsili
Quando una persona per oltre un anno non ha fatto altro che denigrare e insultare la rata e i suoi tifosi, collegare la vicenda Cerolini con il calcio diventa naturale, considerato che il sig. Cerolini è il Presidente della Civitanovese.
Il nostro amico continua a commentare la rata ma non riesce a dirci nulla della situazione della sua amata squadra rossoblu.
@ Valentini. Io starei invece molto attento, lo dico seriamente, ad attribuire ad altri valutazioni mai fatte. Se le è sfuggito, poichè “in confusione mentale” o legge lo scritto altrui con “occhi foderati di prosciutto” (come Ferramondo le rimprovera), rilevo che non ho mai paragonato la questone Cerolini con le vicende giudiziarie della Tardella. Lo fa lei vigliaccamente per “mettere in difficoltà” chi non la pensa al suo stesso modo. Lei ha già dato dimostrazione – gliel’ho fatto rilevare – di avere capacità mistificatorie, attribuendo ad altri parole mai scritte. Ho semplicemnte risposto al suo post, pubblicato in sede sbagliata, in cui con atteggiamento da “fanfarone” dichiara che i “pistacoppi non hanno bisogno di lezioni nè dal punto di vista sportivo, nè morale”. Stia ben attento, Valentini di Macerata – l’ammonimento le è già arrivato – che la querelo e, tenendo conto di ciò che scrive nei miei confronti, non sarà una parentesi piacevole. Non è mia intenzione, come lei invece scrive, di “denigrare e insultare la Rata e i suoi tifosi” (miserevole tentativo di mettermi contro la città), per cui ho rispetto tantè che ne scrivo (“si ignora ciò che non si considera”). Quanto pubblico è semplicemente il mio pensiero, che va accettato com’è, ma lei in questo dotato del “liberalismo” di Erdogan lo avverte come l’ortica. E’ fuori luogo, glielo hanno detto, collegare questioni calcistiche – non è questo articolo la sede – con vicende giudiziarie attinenti attività imprenditoriali diverse. Le ripeto, in conclusione, qualora non l’avesse afferrato: non metta in bocca ad altri cose mai scritte (con me lo ha fatto molte volte). Se continua su questo piano – lo giuro sui miei familiari – verrà a conoscermi in Tribunale. A buon intenditor, Carlo Valentini, poche parole…
Bene, bravo, sette più!!!