I dubbi di Cerolini sulle indagini:
“Fatti gravi compiuti
da alcuni inquirenti”

MACERATA - Il patron della Civitanovese esprime perplessità sulla conduzione, escludendo responsabilità da parte della procura: "Sono sconcertato da certi fatti che ho appreso e che so essere stati denunciati". Il legale: "Modus operandi non in linea con quanto disposto dalla magistratura, va fatta chiarezza". Il procuratore Giovanni Giorgio: "Smentisco vi sia un'inchiesta sulla Guardia di finanza, al mio ufficio non sono stati presentati esposti"
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Cerolini con il suo avvocato al caffè Venanzetti

Da sinistra l’avvocato Diego Perrone e l’imprenditore Giuseppe Cerolini questa mattina al Caffè Venanzetti

di Gianluca Ginella

Il patron della Civitanovese Giuseppe Cerolini va all’attacco: «Ho avuto notizia di fatti gravissimi che coinvolgono persone che stanno svolgendo le indagini sulle mie attività. Provo preoccupazione e sconcerto. La magistratura non c’entra e nemmeno i corpi di forze dell’ordine, parlo di singole persone e di comportamenti che ho saputo sono avvenuti in altre indagini e temo possano essere stati ripetuti anche in quelle che riguardano me». L’imprenditore, insieme ad uno dei suoi legali, l’avvocato Diego Perrone, parla di modus di operare di certi investigatori che non sarebbe in linea con quanto disposto dalla procura e che, in sostanza, posto l’obiettivo che si vuole raggiungere, le indagini verrebbero svolte in modo da centrarlo. Cerolini parla di una denuncia che sarebbe stata presentata da qualcuno, pare in un’altra provincia, che riguarderebbe le stesse persone che stanno indagando su di lui e di cui ha prova certa. «Intendo esternare la mia preoccupazione e il mio sconcerto – dice Cerolini –, scaturito dall’aver appreso recentemente e indirettamente, che determinati soggetti, i quali materialmente hanno svolto le indagini nei miei confronti e sulle mie aziende, si sono resi autori di fatti gravi, anzi gravissimi – peraltro già sottoposti al vaglio dell’autorità inquirente – che ove accertati, getterebbero ombre sulla legittimità del loro operato e, quindi, spero possano essere valutati e approfonditi con solerzia e incisività».

ceroliniIl legale di Cerolini, Diego Perrone, spiega che: «Ci sembra che le indagini vengano condotte con metodi non in linea con quanto disposto dalla procura. Ci si augura che questa vicenda sia chiarita. Sappiamo che è al vaglio degli inquirenti. Nelle indagini su di lui ci sono passaggi che non tornano. Ci sono falle sulle motivazioni di certi passaggi. Queste non si comprendono se non con le notizie che recentemente abbiamo appreso. C’è il dubbio che un certo modus operandi utilizzato in altre inchieste abbia finito per coinvolgere anche la sua indagine, su questo, comunque, la procura non c’entra». Il legale, precisando di non potere dire troppo di quanto appreso, ma di essere disponibile a chiarimenti, qualora venissero chiesti, spiega: «Laddove l’attività di indagine dovesse propendere per l’esclusione di una certa ipotesi di reato che ci si era prefissati all’inizio, non ci si può accanire per cercare di raggiungere l’obiettivo a tutti i costi». Cerolini sottolinea che questi fatti non riguardano la procura, né il corpo della Guardia di finanza in sé ma solo alcune persone che stanno conducendo le indagini. Due le inchieste che lo riguardano, insieme ad altre persone, e che hanno portato a sequestri per circa 21 milioni di euro. Tra i reati contestati quello di aver fatto parte di una associazione per delinquere finalizzata all’evasione fiscale. L’indagine più recente, con sequestri che sono stati effettuati a fine marzo, parla di una frode fiscale che sarebbe stata commessa con l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, la fraudolenta dichiarazione dei redditi, l’uso di fatture o altri documenti falsi, l’omessa dichiarazione, l’occultamento o distruzione di scritture contabili, l’indebita compensazione con debiti d’imposta.

L'avvocato Diego Perrone

L’avvocato Diego Perrone

Inchiesta che coinvolge imprese riconducibili a Cerolini, tra cui la Effemme srl società cui fanno capo svariate attività commerciali. In precedenza, il 21 gennaio scorso, i finanzieri avevano eseguito un primo decreto di sequestro per equivalente, che in quel caso riguardava verifiche fiscali avviate nei confronti di una società operante nel commercio all’ingrosso di calzature e accessori (Mangusta srl) ed erano proseguite nei confronti di  altre società operanti nei settori del pellame, della plastica, della distribuzione di carburanti e di locali nel settore ristorazione (Raf 28, Srl, Mat.P. srl, la Dpr di Roberta Secchiari) che avevano portato alla contestazione di numerose  violazioni fiscali e penali tributarie e addebito di tributi evasi di svariate decine di milioni di euro. Cerolini sulle indagini chiarisce: «Ho sempre avuto la massima fiducia nell’operato della magistratura e in particolare nei confronti dell’attività svolta dalla procura di Macerata la quale, nonostante i reiterati sequestri ai danni delle aziende amministrate dal sottoscritto, ha dimostrato sensibilità imprenditoriale allorché, a pochi giorni dalla nomina dall’amministratore giudiziario, ha confermato pubblicamente, quale titolare amministratore delle predette attività imprenditoriali, il sottoscritto, chiarendo di “non avermi mai estromesso dalla gestione delle stesse”. Dunque, il silenzio, serbato in occasione della vicenda giudiziaria che mi vede protagonista, è stato dettato da una incondizionata fiducia nei confronti dell’attività degli inquirenti che si è spinta a tal punto dal suggerire al sottoscritto di affrontare queste vicende solo ed esclusivamente nelle opportune sedi giudiziarie, lavorando con impegno e sacrificio al solo fine di mantenere la continuità economica e aziendale delle attività, in un così difficile momento storico».

Il procuratore Giovanni Giorgio

Il procuratore Giovanni Giorgio

In seguito alle dichiarazioni di Cerolini e del suo legale, nel pomeriggio il procuratore di Macerata, Giovanni Giorgio, è intervenuto con una nota. «Con riferimento alle dichiarazioni, diffuse a mezzo stampa, concernenti presunte indagini preliminari, pendenti a carico di militari appartenenti al corpo della Guardia di finanza di Macerata, smentisco la circostanza, destituita di ogni fondamento, non risultando, peraltro, sino ad oggi formalmente presentato presso questo Ufficio alcun esposto o denuncia in proposito».

(Servizio aggiornato alle 17,30)

 



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