Respinto il ricorso dell’imprenditore Giuseppe Cerolini relativo al sequestro di beni e quote di due sue società. Il tribunale del Riesame ha ritenuto sussistere i presupposti che legittimano il sequestro, mentre per quanto riguarda l’individuazione dei beni oggetto del sequestro, i giudici hanno detto che su questo punto il ricorso va presentato al gip che ha disposto la confisca. Sulla vicenda interviene il procuratore di Macerata, Giovanni Giorgio. «Prendo atto positivamente dei provvedimenti di rigetto adottati dal locale tribunale per il Riesame nei confronti dei ricorsi presentati avverso il decreto di sequestro preventivo che ha interessato il signor Giuseppe Cerolini ed altri coindagati, essendo stata così confermata – al momento – la validità dell’impianto accusatorio elaborato dal mio ufficio, sulla base delle indagini svolte dalla guardia di finanza di Macerata e Civitanova – dice il procuratore –. In via generale, evidenzio che la frode fiscale e l’evasione fiscale non sono attività sportive, tutelate dal vigente ordinamento. Ne consegue che, anche in virtù di quanto previsto dagli articoli 2 e 53 della Costituzione, chi evade o froda il fisco deve essere perseguito penalmente quando ne sussistano tutti i presupposti di legge, per rispetto verso i cittadini che pagano regolarmente le tasse. Peraltro vi è anche l’esigenza di tutelare gli imprenditori che svolgono le loro attività aziendali, sopportando i costi conseguenti al pagamento delle tasse incombenti a loro carico e che finiscono per l’essere vittime di concorrenza sleale da parte di chi evade o froda il fisco nello svolgimento delle proprie attività di impresa.
Il mio ufficio – continua il procuratore –, in collaborazione con la Guardia di finanza e l’Agenzia delle entrate, con cui è stato stipulato apposito protocollo investigativo, è impegnato nel perseguire gli autori dei reati tributari chiedendo nei confronti dei medesimi, quando ne sia accertata la responsabilità, la giusta pena nonché il sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei profitti conseguiti per mezzo degli illeciti fiscali accertati in sede giudiziaria. Invero nessun vantaggio l’evasore fiscale può e deve trarre dalla commissione di reati in materia. Questo ufficio è in attesa di prendere visione della relazione, che l’amministratore giudiziario dei beni e delle aziende, già sottoposte a sequestro preventivo, depositerrà a breve per poi formulare le richieste del caso al competente giudice». A Cerolini e altri 8 indagati viene contestata una evasione fiscale da 13 milioni di euro.
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Io credo che la giustizia non debba giustificare quello che fa, ma tirare diritto verso la sentenza secondo scienza e coscienza. Quindi i mezzi di comunicazione dovrebbero fare informazione in sede di fatto ipoteticamente delittuoso e in sede di pronuncia del tribunale, mai nel tempo intermedio.
C’è un altro modo di danneggiare l’imprenditoria sana: NON PAGARLA.