Piattaforma metanifera
«Le piattaforme sono un valore per la comunità». Lo afferma Luca Giorgi, cingolano, dipendente Eni da più di 30 anni, in una lettera inviata alla redazione di Cronache Maceratesi. Operatore nelle piattaforme al largo di Falconara, Giorgi è intervenuto sulla questione referendum e sulle voci diffuse nelle ultime settimane attraverso i media a proposito dell’inquinamento derivato dalle trivellazioni nell’Adriatico.
«Scrivo questa lettera di mia volontà – afferma Giorgi – per evidenziare come l’opinione pubblica, la politica ed alcuni ambientalisti in questo periodo hanno trovato la soluzione dei propri mali gettando fango sulle piattaforme marine, dicendo enormi falsità. Dicono che sono inquinanti, invece intorno ai pali delle strutture vi sono svariate specie marine difficilmente visibili altrove». «La situazione che si sta creando per questo referendum – continua l’operatore – mi spinge a vergognarmi del mio lavoro, mentre dovrebbero farsi un’esame di coscienza i sindaci e i politici che andranno a votare contro le installazioni off-shore e allo stesso tempo nei loro comuni lasciano fogne a cielo aperto, depuratori assenti o non funzionanti e discariche lungo i corsi d’acqua. Per esempio, i divieti di balneazione nella provincia che ci sono stati nel passato recente a Porto Recanati e Civitanova non erano minimamente legati alle attività delle piattaforme, infatti in queste zone non ci sono strutture marine di estrazione gas. Ho sentito dire che le piattaforme provocano l’erosione della costa: in realtà, in regioni come la Liguria e la Toscana dove si è perso un terzo delle spiagge, non c’è traccia di pozzi petroliferi. L’erosione della costa non sarà forse legata alla cementificazione dei litorali, al disboscamento delle colline e alla poca pulizia degli alvei dei fiumi?».
«Se le piattaforme fossero effettivamente dannose per il mare – sottolinea Giorgi – come si spiegherebbero tutte le bandiere blu e il turismo della costa romagnola, dove c’è la più alta concentrazione di strutture di estrazione metanifera? A dirla tutta, in Romagna, molti visitatori vengono portati in barca nelle vicinanze delle piattaforme per visitarle e pescare vicino ad esse. In pochi, in realtà, si rendono conto dell’inquinamento marino meglio di chi lavora su una piattaforma: quando la corrente è favorevole, sotto la struttura arriva di tutto. Polistirolo, plastica, secchi, chiazze oleose e carcasse di animali da pascolo. Quando il mare ce lo permette, io e i miei colleghi cerchiamo di togliere il possibile dall’acqua e di metterlo nei cassonetti di differenziata della piattaforma, seguendo i principi che ci sono stati insegnati dai dirigenti aziendali al momento dell’assunzione: “Ragazzi, il mare è la cosa più importante che abbiamo in Italia, rispettiamo l’ambiente e la sicurezza”».
Luca Giorgi è poi intervenuto sul lato economico e politico del referendum del 17 aprile. «Se le piattaforme saranno chiuse – spiega – verrà attivata la cassa integrazione, la quale verrà pagata dalla comunità. Questo i politici non lo dicono, anzi, spesso dicono il contrario. Persino il sindacato della Fiom è favorevole al sì. Un comportamento che, secondo me, dimostra come certi politici e personalità dei sindacati abbiano semplicemente trovato un modo per fare cadere il governo Renzi, attraverso il mancato rinnovo di concessioni di estrazioni di metano e mettendo a repentaglio il posto di lavoro di molti lavoratori. Qualcuno mi attaccherà sulle recenti notizie arrivate dalla Basilicata. Non conosco i fatti nel dettaglio, però, per quanto riguarda Viggiano, un’inchiesta era già partita diversi anni fa. Guarda caso, è venuta fuori proprio a pochi giorni dal referendum». «Infine – conclude Giorgi – invito tutti a ricordare, prima di decidere se votare o meno, che un grandissimo contributo allo sviluppo del territorio è stato dato proprio da Enrico Mattei, partigiano e storico presidente dell’Eni nato nella nostra regione».
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Non tengo conto di nessun commento ne dà una parte ne dall’altra perché è chiaro (come lo è anche in questa missiva) che chiunque dica la sua abbia qualche tornaconto compreso renzi che ha puntato tutto sull’astinenza alle urne
Al signor Giorgi: piena ragione sulle fogne a cielo aperto, le bandiere blu servono x il turismo,la valutazione fa ridere i polli, l’erosione avviene x tanti fattori comprese le trivelle, a giugno uscirà un documentario girato da tre giornalisti in due anni di ricerche con immersioni nelle strutture sott’acqua delle trivelle, consiglio di vederlo. l’immondizia che dice di raccogliere in acqua che si ammucchia intorno alle trivelle, verissimo. Non ci fidiamo del governo, che non interviene x sanare l’inquinamento causato dalle estrazioni di mare e terra, non fà ricerca x le rinnovabili…..poi le royalti al 7%, la Nigeria al 40%, la Svezia al 60%, mi fà pensare che ne prendono molte di più, il 7% lo fa sapere ai sudditi…i restanti se li mettono in tasca in pochi…ci metto le mani sul fuoco che è così,basta e avanza x votare SI. Mattei, pur sapendo che elargiva ai partiti non avrebbe mai fatto pagare lo scotto al territorio,LO RISPETTAVA.
Sig. Luca Giorgi: non possiamo fare di tutta un’erba un fascio unendo Enrico Mattei, uno dei pochi veri Italiani che abbia avuto l’italia,con coloro che oggi si accaparrano il diritto di distruggere il paese. Se non vado errato: Enrico Mattei è stato il fondatore dell’ENI e dell’AGIP. Aziende totalmente dello Stato per la ricerca e distribuzione delle risorse energetiche nel paese. Se coloro che hanno governato dopo la sua tragica scomparsa avessero seguito il suo esempio, non avrebbero privatizzato l’ENI, e tutte le risorse energetiche trovate in italia sarebbero rimaste in loco. Ammettiamo che lei abbia tutte le ragioni sull’inquinamento del mare, ma non è la stessa cosa per ciò che avviene nelle raffinerie e nello stoccaggio. Quindi, vogliamo porci la domanda per quale motivo,si deve consentire a società petrolifere straniere portare via anche quel poco che abbiamo solo in cambio dei quattro spiccioli delle roialty quando non hanno alcun interesse a monitorare l’inquinamento nelle raffinerie o altri siti collegati? Inoltre, se l’estrazione venisse fatta da un’azienda italiana, credo che il problema dei lavoratori non esisterebbe. Certamente: votare SI non dovrebbe essere solo per una questione ambientale, ma anche per dire no a coloro che da circa sessant’anni stanno svendendo e distruggendo il paese. MALEDETTI: NON HANNO ALCUN SENTIMENTO DI PATRIOTTISMO, BADANO SOLO AI LORO SPORCHI INTERESSI.
pur comprendendo le preoccupazioni personali del sig.Giorgi potremmo citare molti documenti che smentiscono clamorosamente le sue osservazioni, ma evitiamo ed invitiamo ciascuno a documentarsi per le ragioni del si o del no. Aggiungo però che Il referendum è un atto di civiltà e cultura democratica che ancora una volta chi è al governo in Italia cerca di deliggitamare con l’invito all’ astensionismo, dichiarazioni vergognose che fanno rivoltare nella tomba i nostri padri costituenti. Votare SI servirà a dare l’ importante segnale che dobbiamo lasciare l’energia fossile per dirigerci verso l’unica strada percorribile delle energie rinnovabili vere ma che per l’avidità di pochi maledetti personaggi senza scrupoli siamo costretti ancora a tenere sotto chiave.
Sono sicura che le piattaforme non recano alcun danno all’ambiente ,non si è mai sentito che inquinano sono favorevole che rimangono.
Le erosioni in realta’ ci sono indipendentemente dalle trivelle…chiedete agli abitanti di Porto Potenza e Porto Recanati se con la costruzione del porto di Civitanova il cambiamento di flusso del mare non ha generato l’erosione dei loro litorali con successivi problemi sorti negli anni a seguire…energie rinnovabili..buona cosa ma anche li bisogna venire a patti…non si puo’ fare il pulcino senza rompere l’uovo…si deve deturpare il paesaggio e modificare l’ambiente per creare ulteriore eolico e fotovoltaico oppure idrico con nuove dighe.. e ricordiamoci che il metano e’ ecologico e conseguentemente va “coltivato” nella sua estrazione.
Bisogna votare si per dare un termine alle trivellazioni. Poi sig. Giorgi se ci sono i requisiti si possono dare proroghe.
Quelle piattaforme son dunque angoli di paradiso, sia sociale che ambientale, che vanno assolutamente preservati dalle brutture del mondo circostante, in un comune afflato alla purezza.
Chiedo scusa se intervengo ancora contravvendendo al mio proposito fatto mesi fa e rispettato finora, di non commentare più per tante mie ragioni, ma il tema mi sta a cuore, e se qualche giornale cartaceo o online , vorrà essere così gentile da pubblicare un mio aritcolo scritto in proposito, prima del Referendum di domenica prossima, gliene sarò immensamente grata a nome mio e di chi condivide le mie ragioni. Vede, caro Giorgi , comprendo benissimo i suoi timori da lavoratore del settore , ma non posso fare a meno di sottolinearle c he le piattaforme per cui lei lavora, non sono UN VALORE ASSOLUTO PER LA COMUNITA, ma che sono ben altri i valori e gli interessi comuni nel rispetto della salute umana e dell’ambiente, dell’ecosistema tutto, a meno che , per lei, Inquinamento significhi esclusivamente morìa a di pesci, di fauna ittica, o sversamento di petrolio in mare, il che sarebbe alquanto riduttivo per la compessità dei fenomeni intorno alle trivellazioni in mare.
da ambientalista convinto e favorevole alle energie alternative e al rispetto del mare mi chiedo, però: perchè le 92 piattaforme entro le 12 miglia marine, che si vorrebbe far chiudere a scadenza della concessione, SONO TUTTE ITALIANE (quasi tutte ENI) e quasi tutte estraggono GAS METANO (che, quindi, non inquina il mare in quanto risalirebbe in superficie disperdendosi in aria) e non petrolio o olio (salvo pochissime eccezioni), come invece sostengono i finti ambientalisti di greenpeace, ecc.?
ecco qui l’elenco ministeriale delle 92 piattaforme così ognuno può verificare.
http://unmig.mise.gov.it/unmig/strutturemarine/limite.asp?on=true
il petrchè, Pantò,personalmente l’ho scritrto in risposta al Senatotre Morgoni, che fa lo gnorri, scientemente. Perchè,l’effetto ( gli effetti, meglio) delle trivellazoni in mare , non è l’inquinamento dovuto a sversamento, per cui il pesce è incommestibile o i comuni fanno divieto di balneazione, ma sono molto più gravi e irreversibili, santo cielo!
Assolutamente d’accordo con Luca Giorgi nel rimarcare l’assurdità di un referendum puramente politico e pretestuoso contro l’attuale esecutivo. Le argomentazioni portate dall’operatore, sono la sintesi migliore per comprendere la reale portata di questa consultazione. In cui emerge il rischio a cui verranno sottoposti oltre trentamila lavoratori (tra dipendenti diretti ed indotto) in caso di vittoria del SI’ a seguito di un quorum che, per quanto mi riguarda, contribuirò a non far raggiungere. Esercitando il diritto di astenermi sancito dal quorum stesso oltre che dalla stessa Costituzione. Cosa ben diversa, dal dovere del voto che va espresso per il rinnovo dei nostri rappresentanti a vari livelli.
Pantò, ma che sta dicendo? che cartina sta guardando? . Sono 5 su 21 quelle Eni, oltre al fatto che in alcune sono in compartecipazione con società estere..
http://it.blastingnews.com/politica/2016/04/referendum-trivelle-cosa-significa-il-si-e-il-no-foto-delle-21-piattaforme-interessate-00874975.html
E comunque, si tratti di gas metano o no, le trivellazioni in mare comportano danni ambientali, come ho segnalato confortata da dati scientifici, e come tali non soggetti a credenze ed opinioni personali.
Moroni, io ho postato il sito ufficiale del ministero dello sviluppo economico che rilascia le concessioni. il sito ufficiale.
Lei mi risponde con un articolo di stampa….
Posto che per confrontarsi con qualcuno nei blog ci vorrebbe un insegnante di sostegno, caro Pantò, lei ha postato cosa di ” ufficiale” ? per dire che , riguardo al Referendum? Di tutte le piattaforme in concessione, fra quelle eroganti , non eroganti etc. quante sono quelle interessate al Referendum? tutte, parte, quante? Mi dica lei. Se però ha qualcosa da obiettare al link che ho allegato, lo dica pure.
Ma a prescidere. Che differenza comporta per lei ” ambientalista convinto” che le piattaforme siano Eni, Eni-Edison o no? lo sa, che le piattaforme interessate producono meno dell’1% del fabbisogno nazionale per il petrolio e il 3% per il gas? Tutta qui la posta in gioco, la strategia energetica nazionale per Renzi, e considerato che nel settore estrattifero l’investimento di capitali è elevato contro posti di lavoro al minimo?
E in ogni caso, se anche per lei l’estrazione di metano non inquina , pensando all’aria , all’ambiente marino, o per poter farsi il bagno tranquilli con tanto di bandierina blu che non si nega a nessuno, mi spiace veramente non abbia capito che l’ultimo dei problemi è l’inquinamento come lei, Giorgi, Morgoni e altri lo intendono, perchè allora siete sordi quando vi si dice con dati di studi e ricerca in mano , che il disastro ambientale deriva dai fenomeni di subsidenza, di rischio sismico indotto, dal fatto che per ogni barile di idrocarburi estratto si produconio dagli 8 ai 10 barili di materiali da smaltire., e che inoltre, siccome siamo in Italia, questi non vengono regolarmente smaltiti, ma vanno a finire nel sottosuolo, nelle acque di irrigazione producendo VELENI per l’uomo , gli animali e la natura stessa..
Contento lei, contenti voi…
A quando il premio per la piattaforma più riciclona?
non si puo’ fare una frittata senza rompere le uova…vogliamo l’energia e ne serve sempre di piu’…produciamo il 10% del nosto fabbisogno di metano ed idrocarburi che evitiamo di andare a comprare all’estero e diamo da lavorare a persone varie…vogliamo le energie alternative ma…non vogliamo le pale eoliche sui monti..ci danno fastidio e creano possibili problemi di inquinamento elettromagnetico e di smaltimento gli impianti di fotovoltaico..per l’idroelettrico servono le dighe e conseguentemente una deformazione del territorio a nostro stretto uso e consumo…non abbiamo voluto il nucleare ma compriamo energia prodotta da esso nei paesi limitrofi…vogliamo sempre la botte piena e la moglie ubriaca…togliere ltrivelle entro le dodci miglia…rinunciamo a circa meta’ della nostra produzione nazionale…se poi seguiamo i ragionamenti fatti…dovremmo vietare gli impianti di estrazione dell’acqua potabile a fini di imbottigliamento in quanto potrebbero drasticamente scendendo la falda acquifera crearsi problemi??? non dovremmo costruire moli perche’ abbiamo un esempio eclatante nella nostra provincia creano problemi serissimi??? chi e’ senza peccato scagli la prima pietra…
peraltro nessuno studio cita per certo ma solo come una delle possibilita’ l’assioma trivellazioni/terremoti.
la verita’ fa’ male lo so….
Moroni non ho capito se l’insegnante di sostegno servirebbe a me o a lei visto che non riesce nemmeno a cliccare su ogni singola piattaforma per individuare la tipologia del combustibile estratto e la proprietà dell’impianto.
Posso essere d’accordo con lei, e lo sono, sul fracking che anche ENI pratica e che, ormai scientificamente assodato, è spesso stata causa di eventi sismici, lubrificando e destabilizzando con i fanghi di iniezione la faglia attiva. E lì la vicinanza alla costa discrimina perchè gli effetti di un sisma con ipocentro (buco) sia a 12 miglia dalla costa un altro che lo sia a 100 miglia.
Ma questo lei non lo sapeva (e, per come ha esordito, non è nemmeno interessata a saperlo, prevenuta ed ignorante com’è e sconoscendo persino il quesito del referendum), ritenendo per sue ignote ragioni che bucare il mare a 12 miglia sia, per l’ambiente, peggio che farlo a 150 miglia quando invece è assolutamente uguale (la corrente porta tutto a riva).
@ Pantò
La mia era solo una battuta d’esordio per dire quanto è sempre difficile una comprensione reciproca sui contenuti degli interventi. Mi sforzerò ora di essere più chiara.
Se lei scrive ” perchè le 92 piattaforme entro le 12 miglia marine, che si vorrebbe far chiudere a scadenza della concessione, SONO TUTTE ITALIANE (quasi tutte ENI) e quasi tutte estraggono GAS METANO (che, quindi, non inquina il mare in quanto risalirebbe in superficie disperdendosi in aria) e non petrolio o olio (salvo pochissime eccezioni), come invece sostengono i finti ambientalisti di greenpeace, ecc.?”
mi sono sempllicemente permessa di far rilevare che il dato più interessante riferito al quesito referendario, è che nel caso di mancato raggiungimento del quorum o vittoria del NO, queste 92 piattaforme, tutte, fra operanti , non operanti , eroganti, non eroganti, potranno continuare in automatico fino all’esaurimento del giacimento senza nessuna ricontrattazione , mentre con la vittoria del SI, si fernerebbero alla scadenza della concessione salvo proroghe , ma solo se precedute da nuove , approfondite indagini attraverso una valutazione di impatto ambientale., e che , delle 92 . ubicate entro il limite delle 12 miglia dalla costa , oltre il 40% delle piattaforme risultano non operative o non eroganti.
Ma soprattutto perchè, secondo un’ analisi condotta da Greenpeace, : tra quelle operanti ben 29 non sono remunerative :
” delle piattaforme operative 29 sono “eroganti” ma in realtà da anni producono così poco da rimanere costantemente sotto la soglia di produzione (pari a 50 mila tonnellate per il petrolio, 80 milioni di metri cubi standard per il gas) che esenta i petrolieri dal pagamento delle royalties. In altre parole, quasi un terzo delle piattaforme entro le 12 miglia produce al di sotto dei limiti della franchigia (in alcuni casi da oltre 10 anni) e quindi non versa neanche un centesimo di royalties alle casse pubbliche. Solo il 27% delle piattaforme operano abitualmente estraendo idrocarburi al di sopra della franchigia.” .
E Infine, che il dato slegato delle 92 piafforme presenti , evidenzia inoltre una relazione tra attività sismica e capacità estrattiva , stante quanto affermato da Marco Mucciarelli, Direttore del Centro Ricerche Sismologiche dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale., che in un recente studio pubblicato su Natural Hazards and Earth System Science, mette in relazione i pozzi improduttivi con i punti caratterizzati da faglie attive. Infatti i terremoti provocati in corrispondenza di quelle faglie potrebbero essere i responsabili della dispersione di metano, fenomeno che rende poi i pozzi non produttivi.
Referendum inutile e dannoso x che produrebbe solo altra disoccupazione. Inoltre sono convinto che nn si raggiungerà il quorum. …dunque di questo referendum rimarranno solo i bla bla…
Moroni, ecco, così mi piace. Meno polemica e più costruttiva ed informata.
E il suo spunto sui pozzi improduttivi è quantomeno interessante e da approfondire.
Personalmente non andrò a votare, pur condannando il fracking (che secondo me ha causato l’ultimo fortissimo sisma delle ore 3.33 di qualche anno fa visto che l’ipocentro era coincidente con le coordinate geografiche della piattaforma a largo di ancona) e l’inquinamento odioso del nostro mare che, quasi quotidianamente, in estate, sulla costa è NERO e fetido, sabbia inclusa (basta prelevarne un pugno a campione sul fondale vicino la riva: NERO E PUZZOLENTE. sono i fanghi di iniezione piuttosto che l’olio estratto). Non andrò perché più che il mare, a puzzare, è l’aria, OGNI GIORNO, estivo e invernale, per motivi che si finge di non vedere. E per questo la gente muore ogni santo giorno. Mi posso sbagliare ma si discute per conoscere e informarsi reciprocamente.
capite che in tutto questo vi e’ un’assurdita’ di fondo vero? se vince il si se ci sono piattaforme convenienti potrebbero anche essere lasciate in funzione…sapete che casino verra’ fuori? e noi sprechiamo quasi 500 milioni per una cosa simile?
http://www.fotovoltaicosulweb.it/guida/le-verita-scomode-del-fotovoltaico.html pero’ non vogliamo le piattaforme e gli impianti estrattivi vero???
A parte Giorgi che glielo metto sempre, ho messo un pollicione verde a tutti perché chi per un verso chi per un altro, mi sembra che tutti abbiano ragione.
signor Giorgi mio fratello ha lavorato alla Saipem per molti anni alla fine tradito dal suo sindacato che in accordo con l’azienda lo ha mobbizzato per farlo dimettere, ma mio fratello duro come un mulo, non ha mollato, il sindacato lo ha mollato.
a bordo delle trivelle, delle piattaforme non c’era spesso la bandiere a italiana al fine di non rispettare le leggi sul lavoro, mio fratello delegato sindacale denunciava lo strapotere aziendale che li obbligava a turni di 12 ore di lavoro in alto mare , nei mari caldi del mediterraneo, scrissi pure all’unità per far uscire un articolo per denunciare i fatti nel mediterraneo lavoratori italiani su piattaforme a bandiere di comodo, l’unità non fece nulla gli chiesi di informarsi, ma non fece nulla , da quel giorno non comprai più l’unità.
Sarà che lei non ha capito il quesito referendario, ma lo posso riassumere in due parole si chiudono le trivelle senza petrolio, e sa perché non lo vogliono fare? Perché i proprietari delle trivella essendo un sito industriale dismesso lo devono mettere in sicurezza è ciò costa 20 milioni a trivella, 44 trivelle 800 milioni di €. Il fronte del si non ha mire di rovesciare il governo Renzi, è Renzi che ha politicizzato il referendum facendone un plebiscito personale, in questo modo mette a rischio il governo, il PD, il vero nemico di Renzi è Renzi che ha esorcizzato il demone ed è riuscito a farlo incarnare.
Sappia una cosa se le trivelle vengono messe in sicurezza crea affari e lavoro, trivelle senza petrolio zero lavoro.
L a sua sviolinato a Renzi la faccia quando Renzi riuscirà a mandare a cagare i governi europei.
@ Pantò mi spieghi
92 piattaforme entro le 12 miglia tutte italiane e dell’ENI?
zza delle attività e tutela ambientale
Attività delle Sezioni UNMIG e dei laboratori chimici e mineralogici
Monitoraggi ambientali
Collaborazioni e accordi per l’incremento della sicurezza offshore
Ambiente e sicurezza
Infortuni
Elenco degli esplosivi
ATTIVITÀ
SERVIZI
INFORMAZIONI
CHI SIAMO
Piattaforme marine e strutture assimilabili
Piattaforme marine dell’operatore ENI
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1.ADA 2
2.ADA 3
3.ADA 4
4.AGOSTINO A
5.AGOSTINO A CLUSTER
6.AGOSTINO B
7.AGOSTINO C
8.AMELIA A
9.AMELIA B
10.AMELIA C
11.AMELIA D
12.ANEMONE B
13.ANEMONE CLUSTER
14.ANGELA ANGELINA
15.ANGELA CLUSTER
16.ANNABELLA
17.ANNALISA
18.ANNAMARIA B
19.ANTARES 1
20.ANTARES A
21.ANTONELLA
22.AQUILA 2
23.AQUILA 3
24.ARGO 2
25.ARIANNA A
26.ARIANNA A CLUSTER
27.ARMIDA 1
28.ARMIDA A
29.AZALEA A
30.AZALEA B
31.BARBARA A
32.BARBARA B
33.BARBARA C
34.BARBARA D
35.BARBARA E
36.BARBARA F
37.BARBARA G
38.BARBARA H
39.BARBARA NW
40.BARBARA T
41.BARBARA T2
42.BASIL
43.BENEDETTA 1
44.BONACCIA
45.BONACCIA EST 2
46.BONACCIA EST 3
47.BONACCIA NW
48.BRENDA
49.CALIPSO
50.CALPURNIA
51.CASSIOPEA 1
52.CERVIA A
53.CERVIA A CLUSTER
54.CERVIA B
55.CERVIA C
56.CERVIA K
57.CLARA EST
58.CLARA NORD
59.CLARA NW
60.CLARA OVEST
61.DARIA A
62.DARIA B
63.DIANA
64.ELETTRA
65.FAUZIA
66.FIRENZE FPSO
67.GARIBALDI A
68.GARIBALDI A CLUSTER
69.GARIBALDI B
70.GARIBALDI C
71.GARIBALDI D
72.GARIBALDI K
73.GARIBALDI T
74.GIULIA 1
75.GUENDALINA
76.MORENA 1
77.NAIDE
78.NAOMI PANDORA
79.PANDA 1
80.PANDA W 1
81.PORTO CORSINI 80
82.PORTO CORSINI 80 BIS
83.PORTO CORSINI M E C
84.PORTO CORSINI M S 1
85.PORTO CORSINI M S 2
86.PORTO CORSINI M W A
87.PORTO CORSINI M W B
88.PORTO CORSINI M W C
89.PORTO CORSINI M W T
90.REGINA
91.REGINA 1
92.TEA
ma se diciasette sono della EDISON
ALBA MARINA
2.LEONIS
3.ROSPO MARE A
4.ROSPO MARE B
5.ROSPO MARE C
6.SAN GIORGIO MARE 3
7.SAN GIORGIO MARE 6
8.SAN GIORGIO MARE CENTRALE
9.SANTO STEFANO MARE 101
10.SANTO STEFANO MARE 1-9
11.SANTO STEFANO MARE 3-7
12.SANTO STEFANO MARE 4
13.SANTO STEFANO MARE 8
14.SARAGO MARE 1
15.SARAGO MARE A
16.VEGA A
17.VONGOLA MARE 1
6 SONO DELLA ionica gas
1.HERA LACINIA 14
2.HERA LACINIA BEAF
3.LUNA 27
4.LUNA 40 SAF
5.LUNA A
6.LUNA B
Lei è in grado di spiegarci?
Perdere un lettore come Berdini, conosciuto come O’ Gazzosa, autodefinitosi facile querelante in altro articolo(quello della piccola dimostrazione a Civitanova contro la mancanza del sindaco per ridiscutere l’annoso problema degli escrementi lasciati ad ornamento del centro) , deve essere stato un trauma per L’Unità. Certo che se Renzi mette a rischio il Pd è un gran danno per chi ci mangia sopra specialmente in quel comune dove il sindaco (e qui ritorno all’argomento su esposto ), con la variante che se la prende con i cittadini perché non hanno cambiato orario e che si lamentano senza averne ben donde ma solo per mettersi in mostra, definiti poi dal Berdini ” Un circolo di fascisti “, probabilmente per lo stesso motivo per cui il Berdini ogni tanto compare per dire non si sa cosa, né perché né per come, con ragionamenti a volte più introversi di un groviglio di filo spinato . Vero O’ Gazzosa? Comunque, grazie O’Gazzosa, vincitore del discusso appalto sullo spazzolamento, presenziatore non si sa in che versione al posto di Silenzi alle riunioni del Cosmari e a differenza del fratello non mollato ma perseguito dal sindacato per alcuni licenziamenti impropri, grazie dicevo per averci illuminato tutti sul perché del referendum. Milioni di italiani dibattono sul SI’, NO, Forse, brancolando nel buio ed ecco finalmente la LUCE : Renzi ha esorcizzato il Demonio ed è riuscito a farlo incarnare. Se qualcuno sperava nella caduta del Governo per un qualsiasivoglia problema, ora sa che è impossibile, almeno che qualcuno non riesca ad esorcizzare Alfano e a farlo reimpossessare da Berlusconi. Sono stato d’accordo alla chiusura dei Manicomi,meri Lager, però penso che una perizia psichiatrica ogni tanto non possa che farci bene, così come ci si misura la pressione. Anch’io ho conosciuto due trivellatori, uno al sole del Mediterraneo, l’altro al gelo del Mar del Nord. Ambedue felicissimi di lavorare nel settore e per la paga e per i periodi di riposo a casa.
Pantò, stia attento. Contro di lei si sta tramando un grave complotto.Qualcuno sta cercando di confonderlo con testi scopiazzati per farle delle domande che metteranno a dura prova la sua incolumità psichica.Cercherà subdolamente di farlo cadere al suo livello ( una delle regole già previste nel testo ” La Legge di Murphy ” ) lì dove esplicitamente così recita: Un idiota, ti trascina al suo livello e poi ti batte con l’esperienza.
@ Sauro Micucci , e CIRO ESPSOTIO siete lo stessa persona? Hai lo steso stile narratorio di Ciro, il quale ripeteva sempre le stesse cose contro, le stese che anche tu mi dici. Voglio vedere se hai gli attributo di dire che sei tu.
Un caro saluto domani è un giorno di festa per la nostra costituzione villipesa da molti art. 48 il voto è un diritto del cittadino . un caro saluto
E tu del delatore Sergentetti sai niente? La stessa domanda su Ciro falla a Gengis Cane.
Talaltro Berdini che citi l’art. 48 facente parte di quella Costituzione che tu sicuramente conosci e rispetti come si può ben vedere seguendo le tue vicende imprenditoriali ( tanto per ripetermi, il solito appalto dello spazzolamento e l’interesse che il sindacato ti ha mostrato ), ignori che nei referendum anche l’astensione è espressione del diritto di voto.
Al signor Luca Giorgi, dipendente ENI.
” Siamo al Porto di Fano sulla costa marchigiana . Vogliamo raggiungere la piattaforma BRENDA gestita da ENI che si trova a 13 miglia dalla costa. Secondo dati inediti del Ministero dell’Ambiente, di cui siamo entrati in possesso, nel 2015 questa piattaforma ha scaricato in mare 54 MILIONI di liquidi industriali. Noi vogliamo testimoniarlo e per farlo dobbiamo andare proprio sotto la piattaforma”
Credo che la testimonianza di questo servizio smentisca ampiamente, e già a partire dalla scelta del titolo, la rappresentazione favolistica da lei fornita c ai lettori di questo giornale col suo intervento.
Il video è inoltre consigliato anche a tutti coloro che come Giorgi ritengono non inquinanti le piattaforme , e a chi la butta in caciara riducendo il referendum a un solo scontro politico , dove la politica, sì, c’entra, ma per le scelte fatte a livello di politica di Governo in materia energetica, ambientale.. Scelte, in questo caso non condivise dai sostenitori del SI, e che pertanto vorrebbero dare uno stop almeno alle piattaforme entro le 12 miglia dalla costa e dalle aree marine protette allo scadere delle concessioni, che sappiamo tutti non avverrà da domattina ma entro l’arco di 11 o 12 anni, e che potrebbero venire prorogate salvo per ognuna un controllo di valutazione impatto ambientale, a mio avviso necessario vista anche la vetustà di diversi impianti risalenti a 40 anni fa quando la normativa ambientale non era così stringente come oggi.
http://www.la7.it/piazzapulita/video/italian-offshore-11-04-2016-180432