di Claudio Ricci
Votare o non votare? In vista dell’appuntamento elettorale che il 17 aprile chiamerà i cittadini a decidere sulle concessioni per le trivellazioni in mare, Cm Tv ha posto l’amletico quesito pre-referendario ai maceratesi e non solo durante il mercato del mercoledì. Diverse le reazioni, i gradi di informazione e di consapevolezza del tema espressi dai giovani e meno giovani alle telecamere di Cm. Sostanzialmente si riscontra una buona conoscenza delle ragioni della chiamata alle urne e dei motivi che hanno condotto alla consultazione popolare. Abrogazione o meno del prolungamento dell’estrazione degli idrocarburi oltre i termini delle concessioni alle società che hanno gli impianti in mare entro le 12 miglia. La sensibilità sul tema ambientale emerge accentuata nella maggior parte degli intervistati anche se persiste qualche dubbio sul meccanismo del voto. In generale i giovani, soprattutto studenti universitari, si dimostrano più preparati ma gli intervistati di tutte le età si dimostrano in larga parte favorevoli allo stop delle attività estrattive.
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Bisogna andare a votare e bisogna votare si. Non bisogna avere dubbi.
dubbi ve ne sono ,rinunciare ed appesantire il nostro portafoglio spese per comprare il 9/10 % dell’energia che dovremmo smettere di produrre? puntare sul green??? bene niente idrocarburi ma si al metano che e’ molto green e poi parlando di impatto ambientale…non li hanno vero tutti i pannelli osceni e dalla sicurezza non certa anche per lo smaltimento che deturpano le nostre colline???? L’energia ne serve sempre di piu’ ed ha comunque un prezzo signori…e’ come quando proposero l’eolico io non ci vedevo nulla di male ma una pala che deturpa il paesaggio eh no!!! non si puo’!!! pero’ i fotovoltaici a macchia di leopardo su intere zone e colline si!!!!
Sabato 9 aprile alle ore 18,00 all’Hotel Claudiani di Macerata ci sarà Montanari Francesco del Comitato regionale No trivelle che spiegherà i dettagli del referendum e la situazione delle trivelle nell’Adriatico. Partecipate e sarete informati. GRAZIE
Trovo una enorme cretinata un referendum su questioni energetiche. Da ogni parte lo si guardi non possiamo , noi popolo, avere una visione completa di quello che sarà il fabbisogno energetico dei prossimi anni, non sappiamo neppure se esiste un piano energetico a lunga scadenza.
Qualsiasi voto si/no sarà il pretesto per qualsiasi governo, questo e i successivi, di sollevarsi da eventuali colpe ed inefficienze.
In questo paese facciamo di tutto per mantenere a galla la punta dell’iceberg senza mai andare a verificare cosa c’e’ sotto. Se il referendum fosse su un piano energetico completo allora si potrebbe votare sapendo quale strada voglia prendere questo paese, per noi e per i nostri figli,
ma votare oggi a questo misero quesito non è altro che il solito vizietto italiano di peccare per poi scaricarsi la coscienza con il prete di turno in confessionale.
Vogliamo il condizionatore ma non vogliamo le trivelle, vogliamo i riscaldamenti a pellet ma non vogliamo disboscare, vogliamo l’illuminazione di ogni strada ma non vogliamo il nucleare, vogliamo le strade ma non vogliamo i bitumifici.
Aiò gente facciamo un passo indietro, consumiamo meno, camminiamo di più respiriamo meglio e impediamo di farci trapanare anche in mezzo alle gambe. Iniziamo NOI
Francesco, vai a votare e vota si. Inizia tu.
«Adoro i referendum: si vota ma non si elegge nessuno.»
(Altan)
Non ci penso nemmeno Giuseppe, ritengo che gli unici referendum ammissibili oggi siano quelli che sollevano questioni etiche e questo non lo è. Non siamo in grado in qualità di cittadini ( ignoranti ma spesso faziosi ) di dare un senso alla necessità di trivellare o meno. Quando anche i miei vicini , conoscenti , amici lasceranno la macchina per fare 500 mt a piedi o decidessero di non usare la plastica per trasportare due mele o tornassero al vetro per l’acqua o comunque in generale fossero in grado di fare il minimo sforzo per preservare realmente e dal basso l’ambiente che li circonda in quel momento sarei il primo a dire no alle trivelle, ma fino a quel momento trovo l’ipocrisia della stragrande maggioranza degli infervorati ecologisti ributtante e non voterò certamente per lavare le coscienze di milioni di pigri che gettano i mozziconi di sigarette a terra per le strade ( per dirne una ) ma dicono no alle trivelle, il mio sincero invito è iniziare una solida autocrita sui modi e sui costumi proprio di quelli che si sentono le bandiere del verde.
Bravo Iddas, non sapevo perché non sarei andato a votare. Ora lo so.
PASSATA LA FESTA, GABBATO LO SANTO
Negli ultimi 25 anni molti rerferedum sono sati poi, successivamente, stravolti (da leggi e leggine e pastine varie) il cui principio ispiratore era l’esatto contrario dei quesiti referedari…
Cioè ci recavamo alle urne, dicevamo (per ipotesi) “SI”…
Poi, nel volgere di qualche tempo, il “SI” popolare (messo in mano agli esperti) si trasformava in “NI”.
Per poi essere promulgato con una legge che, in realtà, era un chiaro “NO”, stravolgendo così la volontà popolare….
Eppure, referedum dopo referendum, abbiamo continuato a recarci alle urne con la consapevolezza che ogni mancato quorum era un pezzettino di democrazia che andava a farsi friggere….
Credo che, indipendentemente dalla propria -legittima- opinione personale sul quesito referedario, sia un DOVERE andare a votare.
Ma se ho capito bene già a 13 miglia il referendum non vale e quindi si può trivellare e come dice la biologa ci si può posizionare a 13 miglia e succhiare con lunghi tuboni nel eventuale giacimento a 12 m. E poi ci sono già molte trivelle dopo il limite 12 che corrisponde alle acque territoriali. Mah, bah, e poi come dice Cerasi si potrebbe passare dal SI o dal NO, al Ni e poi definitivamente al SI/NO o al NO/SI. Ma perché i referendum italiani sono sempre così complicati dove si vota Sì per dire No e viceversa o come questo che se si vota Sì non si vota No e se si vota Sì o No pare la stessa cosa. Ah, datemi una aspirina che mi si trivella la testa. Comunque:
http://www.meteoweb.eu/2016/04/referendum-trivelle-la-geologa-svela-il-trucco-ecco-come-si-puo-aggirare-facilmente-il-limite-delle-12-miglia/661379/
La cofusione del si e del no è studiata apposta, come sempre nei referendum.
Io andrò a votare, nonostante ci dovrò mettere a disposizione una giornata intera e sostenere una spesa di almeno 65 € di carburante e voterò si. Voterò si 1° perché l’Italia è un piccolo paese ad alta densità abitativa e non adatto all’estrazione di materiali inquinanti e sicuramente cancerogeni, che si ripercuoterebbero inevitabilmente sulla salute delle persone. 2° Andrò a votare perché non intendo rinunciare mai al mio diritto di voto. 3° andrò a votare e voterò si per dire no a tutti coloro che hanno più a cuore gli interessi delle lobby petrolifere e delle mazzette e non della salute delle persone e che la corruzione venga stroncata. Aggiungo: se qualcuno non ritiene utile il referendum perché poi i detentori del potere disattendono la volontà popolare, non ha altro che fare mia culpa. In quanto, la politica va fatta tutti i giorni e la nostra parte non va mai lasciata a farla fare agli altri, perché sicuramente non faranno mai quella che vorremmo noi.
NESSUNO CI HA CAPITO NIENTE .
Iddas lei fa un discorso da moralista e se la prende con la gente che ha comportamenti socialmente scorretti, quando il primo ipocrita è lei contravvenendo ad un suo preciso dovere. Si ricordi che c’è stata gente in passato, quando lei ancora doveva nascere, che ha dato la vita per permetterle di andare a votare.E lei sputa su questo piatto. Si vergogni.
Andrea Boccia oggi sono talmente ipocrita e moralista che sono in grado addirittura di insegnarle che il voto non è un dovere ma un diritto e come tale ho la facoltà di esercitarlo o no e lei pure.
Pensi che c’e’ gente che è morta anche per assicurarle un minimo di cultura, faccia buon uso dei loro sforzi.
sig. Iddas peccato…pensavo avesse la decenza di tacere e tentare di volare un peletto più alto… pazienza. cordiali saluti.
Boccia te rode che t’ho sputtanato ? non hai argomenti migliori ? fatti avanti con argomentazioni serie coniglio invece di tentare di ridicolizzarmi.
Comunque sì, il popolo brutto, sporco, ignorante e cattivo, dovrebbe astenersi dal decidere sulle questioni energetiche, lasciando carta bianca a chi sappia bene quale sarà il fabbisogno energetico dei prossimi anni ed abbia ben meditato un valido piano energetico a lunga scadenza. Il popolo, acquisita la necessaria coscienza postdemocratica, dovrebbe finalmente fare un passo indietro, per dedicarsi a severi esercizi espiatori di virtuoso ascetismo ecologico, lo spettacolo evolutamente fantozziano dei quali allieti la fatica decisoria degli alti dirigenti, a somiglianza di quell’acquario posto nell’ufficio del megadirettore galattico dove avevano l’onore di nuotare a turno i dipendenti.