«Diciamo no al referendum, invitando i cittadini a non andare a votare. Questo referendum è inutile, dannoso e costoso, una vera presa in giro agli italiani che comporterà uno spreco di risorse pubbliche per oltre 400 milioni di euro». Così Mirco Carloni, capogruppo di Area Popolare in Regione sul referendum del 17 aprile in cui in nove regioni i cittadini saranno chiamati a votare sull’abrogazione della norma che concede, agli impianti entro 12 miglia dalla costa (22 km circa), l’estrazione di idrocarburi . «Il referendum è inutile e dannoso per il Paese – prosegue Carloni – e a dirlo non sono solo decine di docenti universitari, accademici, manager e liberi professionisti, ma anche un personaggio come Romano Prodi, che ha definito la consultazione un “suicidio nazionale”».
La cosiddetta “zappa sui piedi”, secondo Carloni, in termini di autosussistenza energetica del Paese: «Questo referendum è contro l’interesse nazionale che deve perseguire la via della maggiore autosufficienza energetica possibile, sia con l’estrazione di gas, sia con lo sviluppo delle energie rinnovabili, a meno che non si voglia intraprendere la strada della “decrescita felice”, riducendo occupazione e reddito. Se vogliamo svilupparci, non si può dire di no a tutto: al nucleare, al gas e petrolio e persino alle energie rinnovabili».
Alle motivazioni il capogruppo di Area Popolare aggiunge quella dei costi: «E’ una grande presa in giro politica agli italiani, perché mentre 9 Regioni governate dal Pd promuovono il referendum, il Pd nazionale esprime una posizione politica di “astensione, con il Governo che giustamente la conferma senza esprimersi. Questo referendum è purtroppo un costoso spreco di risorse, perché l’organizzazione di tutto ci costerà oltre 400 milioni di euro, 4,2 circa destinati alla sola regione Marche. A questo si aggiungeranno sprechi di fondi pubblici a livello locale, come i 40mila euro della Regione stanziati dalla maggioranza in consiglio e destinati a svolgere “attività di comunicazione” sul referendum, solo per paura di un flop sull’affluenza»
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RIDICOLO!
ah ecco. avevo un dilemma. ma ora è risolto.
se prodi e il pd invitano ad astenersi, allora andrò a votare contro le trivelle entro 12 miglia dalla costa.
Io penso che inutili, dannosi, pretestuosi e soprattutto veri nemici della democrazia, sono tutti coloro che fanno del tutto per negare la parola al popolo. Sono d’accordo sullo spreco dei 400 milioni di euro, ma questo è grazie al voltafaccia di Renzi e i suoi leccapiedi, che prima di raggiungere il posto che occupano, ragionavano esattamente all’opposto. Non a caso che su nove regioni interessate, sette sono del PD. Ma oggi, ai piddini del nazzareno interessano le lobby che pagano tangenti, e pur di non raggiungere il quorum, preferiscono togliere 400 milioni di euro dalle tasche dei contribuenti; altrimenti, avrebbero abbinato il referendum sulle trivelle con le elezioni amministrative del prossimo giugno.
Un referendum contro l’autosufficienza energetica del paese?
I giacimenti di cui si parla coprirebbero circa il 2 per cento del fabbisogno nazionale, ed è i cambio di questo che dovremmo devastare le nostre coste, un bene pubblico, in cambio di una mancetta pari al 10 per cento dei profitti.
Giustificare l’ingiustificabile, a questo siete arrivati.Non capite che non ci puo piu’ essere progresso senza compatibilita ambientale e in questa ottica quella della “decrescita felice” è l unica strada percorribile.La decrescita felice è un grande passo avanti , è la vera rivoluzione da perseguire , il suidicio è continuare a foraggiare l’attuale sistema sistema economico-capitalistico basato sul consumismo ad oltranza palesemente fallimentare e contro ogni principio di sostenibilita ambientale economica sociale ed etica!Lo spreco in questa ottica è pagare una classe politica ottusa e contraria ad ogni apertura che non dia loro ritorno economico e d’immagine.
Se l’articolo ha riportato fedelmente le sue dichiarazioni, si dimostra solo un ignorante e disinformato.
Andiamo a votare e votiamo SI. NON ASCOLTIAMO I FALSI CHIACCHIERONI.
Così giovane eppure già così saggio egli prende per mano il popolo e lo guida a superare indenne le insidie della vita referendaria.
Con l’euro lavoreremo un giorno di meno guadagnando come se lavorassimo un giorno di più.
(Romano Prodi)